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Il 5 maggio 1821, durante il suo esilio sull’isola di Sant’Elena, muore Napoleone Bonaparte. Il fatto scuote l’opinione pubblica, offrendo un motivo di riflessione ad Alessandro Manzoni che compone quest’ode di getto, nell’arco di tre giorni. Il componimento, nonostante l’ostacolo posto dalla censura austriaca, circola largamente e ha un grandissimo successo finché non viene finalmente pubblicato da un editore torinese e tradotto in varie lingue.
L’autore rievoca, commosso, la figura di Napoleone, che tanto lo attrae, partendo dal momento della sua morte: questo evento provoca un grande scombussolamento poiché Napoleone ha retto le sorti di un’intera epoca e di un intero continente.
continua dicendo: non resta che il silenzio, la terra è attonita, è presto per dire se quella di Napoleone fu una vita gloriosa o meno ma è certo che la sua fu un’esistenza caratterizzata da imprese leggendarie che lasciarono il mondo sbigottito.
Questa rievocazione si svolge intorno a due temi centrali:
Nel testo troviamo l’uso alternato di due tempi verbali la cui scelta non è certo casuale:
Il tempo dominante è il passato remoto, usato per parlare di Napoleone e delle sue imprese, e serve a segnare una realtà compiuta, terminata. Spesso usato in apertura del verso e a inizio strofa vuole dare l’idea di una svolta fra un “prima” glorioso e un presente in cui tutto si è spento.
Il presente segna invece il momento della scrittura del poeta, fa riferimento al momento presente in cui Manzoni scrive, ma anche al tempo della fede e indica un tempo immutabile ed eterno.
è costituita da 18 strofe di settenari, ognuna lunga 7 sillabe
Il testo si apre con questa espressione:
EI
serve per dare forza alla natura di Napoleone
notizia talmente forte che non necessitava la pronuncia del suo nome
durante queste prime 2 strofe la Terra si chiede quando ritornerà qualcuno come lui
parla anche dei progetti giovanili di Napoleone, che, affrontò grandi pericoli, ma riuscì sempre ad uscirne
EI SI NOMO'
utilizzato per dare valore al suo nome
si incoronò, dando valore alla sua figura
fece da "spartacque" tra due secoli
illuminismo e romanticismo
"Tu dalle stanche ceneri
sperdi ogni ria parola:
il Dio che atterra e suscita,
che affanna e consola,
sulla deserta coltrice
accanto a lui posò."
Fine
Napoleone sconfitto e amaregiato è relegato a sant'Elena
riassumono lo stupore dell' Europa che difronte alla morte di Napoleone, rimane senza fiato
durante il suo esilio si tormentava: pensava ai suoi ricordi e alle sue memorie, delle quali voleva scrivere, ma non ci riusciva
ripensava alle tende da guerra, ai cavalli e alle tante spedizioni da lui svolte
Alessandro Manzoni
Lo stile è incalzante, rapido e caratterizzato da bruschi cambi di scena che vogliono rendere il vivere frenetico e avvincente di Napoleone.
parte storica mista ad una riflessione
si chiede: "Fu vera gloria?"
parla delle spedizioni più importanti di Napoleone
la campagna d'Italia, la spedizione d' Egitto...
Italia
Egitto
in queste strofe Manzoni esprime la sua opinione rispetto a Napoleone
è sempre rimasto neutrale nei sui confronti, ma ora ne parla essendo stato una figura molto importante
vuole dire che non ha mai parlato di Napoleone, ma si sente commosso dalla sua morte e perciò decide di scrivere una poesia in suo onore che non morirà mai
L’ode è un componimento che conta strofe di sei settenari con schema rimico ABCBDE.
il finale di ogni strofa è tronco
si parla del valore della provvidenza divina che è superiore agli uomini e alla storia
si evdenzia soprattutto nell' ultima parte