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La prima fase, detta del diritto arcaico o quiritario, comprende il periodo che ha inizio con la fondazione di Roma e termina con le Leggi delle XII tavole (dal 753 al 451 a.C.)
Durante il periodo del diritto quiritario, il diritto privato era applicato esclusivamente ai cittadini romani, ed era fortemente legato e dipendente dalla religione, dal "fas".
Gaio Terentillo Arsa.
Le leggi delle XII tavole furono compilate dai decemviri legibus scribundis, dopo che il tribuno della plebe, Gaio Terentillo Arsa, propose per la prima volta l’iscrizione delle leggi con lo scopo di evitare che i magistrati potessero applicarle in modo arbitrario, abusivo e illecito.
Erano pubblicate presso il Foro, in modo che tutti potessero conoscerle.
Dopo otto anni di scontri politici, i plebei riuscirono a convincere i patrizi a inviare un'ambasceria ad Atene, per copiare le leggi di Solone, giurista e legislatore.
Fino ad allora le leggi erano tramandate oralmente da giudice a giudice, i quali erano tutti patrizi: le norme spesso venivano interpretate a svantaggio dei plebei!
I decemviri produssero le leggi su dieci tavole di bronzo, dette tabulae.
Il bacio consentiva ai maschi di famiglia di assaggiarne l’alito per controllare che non avesse bevuto vino, violando un’antica legge che equiparava il bere alcolici per una donna all’infamia e all’adulterio, ed era perciò punibile con la morte.
La matrona sorpresa a bere vino poteva essere ripudiata o uccisa dal marito. Il divieto di bere valeva per le donne honestae e non per le probrosae, cioè attrici, ballerine, cameriere di taverna.
Fu una legge romana promulgata da Lucio Giulio Cesare nel 90 a.C.
Essa venne promulgata durante il periodo della Guerra sociale quando Roma, estese la cittadinanza romana ai Latini ed ai restanti socii italici rimasti fedeli o che avessero deposto le armi contro Roma, una successiva, o contemporanea lex, diede facoltà ai comandanti romani di concedere la cittadinanza a tutti i socii italici che avessero preso le difese di Roma ai loro ordini.
- lo “Ius sanguinis” (diritto di sangue), in base al quale il figlio nato da padre italiano o da madre italiana è italiano. Un principio valido anche per l'adozione internazionale: un bimbo straniero adottato da una coppia italiana acquista subito la cittadinanza. Ma sono state proposte altre leggi che sono in contrapposizione con quest’ultima.
- lo "ius soli" (diritto del suolo) e , dal punto di vista giuridico, significa ottenere la cittadinanza di un Paese solo per il fatto di essere nati sul suo territorio, indipendentemente dalla cittadinanza dei genitori, di cui almeno uno è regolarmente soggiornante in Italia da almeno un anno;In questi casi, la cittadinanza si ottiene a seguito di una dichiarazione di volontà espressa da un genitore. Entro un anno dal compimento della maggiore età può rinunciare se è in possesso di un'altra cittadinanza;
Inoltre abbiamo lo “ius culturae”,una proposta di legge, non approvata da nessun paese europeo, nella quale lo straniero, nato in Italia e che abbia completato il corso di istruzione primaria secondo la disciplina vigente risiedendovi legalmente fino a tale data, diviene cittadino mediante dichiarazione resa in qualunque momento. Qualora si tratti di minore, la dichiarazione è resa dal soggetto che esercita la potestà dei genitori secondo l'ordinamento dello Stato di origine.
Il suo intento era di tipo:
-moralistico, per sfavorire la tendenza a cambiare mentalità, costumi di vita e abitudini.
-economico, dato che lo stato romano aveva bisogno di fondi per combattere la guerra e non poteva permettere che i patrimoni familiari venissero rigettati nelle spese.
Tra i contrari all'abrogazione vi erano altri due tribuni della plebe: Marco Giunio Bruto e Publio Giunio Bruto, nonché il console Marco Porcio Catone, il quale sostenne che l'abrogazione della legge non avrebbe posto limiti al consumismo femminile.
Durante la discussione in senato, le donne si riversarono in strada per chiedere ai loro uomini di discutere della proposta nel Foro. Il giorno successivo, un numero ancora maggiore di donne si recò a casa dei due tribuni contrari all'abrogazione e vi rimase finché i due accolsero le loro richieste
Il Fas è la “parola pronunciata dagli dèi”, ed è “norma” e “diritto divino"
Ricordiamo tra i divieti inerogabili la disobbedienza al pater familias e i rapporti sessuali fra parenti di sangue!
Nella fase del diritto quiritario, i garanti della giustizia erano i sommi sacerdoti, i quali rappresentavano un tramite fra uomo e Dio.