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Poeta, letterato, politico, studioso di filosofia e teologia, Dante Alighieri rappresenta un’intera cultura, vale a dire quella che si era andata formando a partire dal XII secolo quando l’Occidente latino acquisì, non senza originali rielaborazioni, un sapere fino ad allora sconosciuto. La sua attività artistica, grazie alla quale viene considerato il padre della lingua italiana, spazia dalla produzione poetica, come le "Rime", a quella filosofica, come il "Convivio" ; dal trattato politico, come il "De Monarchia", a quello linguistico-letterario, come il "De vulgari eloquentia". Ma l’opera che ha consegnato Dante ad una fama eterna è la "Commedia", vale a dire la descrizione del viaggio che egli avrebbe compiuto nei tre Regni dell’oltretomba; con essa il Poeta ha infatti lasciato nei secoli un’indelebile impronta nell’immaginario collettivo relativamente allo stato delle anime dell’Inferno, del Purgatorio e del Paradiso.
Le opere di Dante sono strettamente legate alle vicende della sua vita: l’incontro e la prematura morte di Beatrice, la sventura politica dell’esilio da Firenze, l’attesa di un rinnovamento politico e sociale rappresentano quei nodi tematici senza i quali non è possibile comprendere la figura dell’Alighieri. Ma non è soltanto il desiderio per la donna amata e per la propria città, entrambe perdute, a guidare l’attività poetica e letteraria di Dante: a fronte della situazione politica del suo tempo e dello stato di corruzione in cui versava la Chiesa romana in continua lotta col potere temporale, il poeta fiorentino può essere considerato una tra le voci più importanti che, tra XIII e XIV secolo, stigmatizzarono i propri tempi. C’è di più: se Dante può essere considerato un "autore universale", ciò è per il fatto che egli non ha parlato solo alla propria generazione, ma all’umanità intera.