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IL PADRE DELLA LINGUA ITALIANA

DANTE ALIGHIERI

Poeta, letterato, politico, studioso di filosofia e teologia, Dante Alighieri rappresenta un’intera cultura, vale a dire quella che si era andata formando a partire dal XII secolo quando l’Occidente latino acquisì, non senza originali rielaborazioni, un sapere fino ad allora sconosciuto. La sua attività artistica, grazie alla quale viene considerato il padre della lingua italiana, spazia dalla produzione poetica, come le "Rime", a quella filosofica, come il "Convivio" ; dal trattato politico, come il "De Monarchia", a quello linguistico-letterario, come il "De vulgari eloquentia". Ma l’opera che ha consegnato Dante ad una fama eterna è la "Commedia", vale a dire la descrizione del viaggio che egli avrebbe compiuto nei tre Regni dell’oltretomba; con essa il Poeta ha infatti lasciato nei secoli un’indelebile impronta nell’immaginario collettivo relativamente allo stato delle anime dell’Inferno, del Purgatorio e del Paradiso.

Le opere di Dante sono strettamente legate alle vicende della sua vita: l’incontro e la prematura morte di Beatrice, la sventura politica dell’esilio da Firenze, l’attesa di un rinnovamento politico e sociale rappresentano quei nodi tematici senza i quali non è possibile comprendere la figura dell’Alighieri. Ma non è soltanto il desiderio per la donna amata e per la propria città, entrambe perdute, a guidare l’attività poetica e letteraria di Dante: a fronte della situazione politica del suo tempo e dello stato di corruzione in cui versava la Chiesa romana in continua lotta col potere temporale, il poeta fiorentino può essere considerato una tra le voci più importanti che, tra XIII e XIV secolo, stigmatizzarono i propri tempi. C’è di più: se Dante può essere considerato un "autore universale", ciò è per il fatto che egli non ha parlato solo alla propria generazione, ma all’umanità intera.

LA VITA

Dante nasce a Firenze nel 1265 ed è un Guelfo bianco. All'età di 9 anni avviene il suo primo incontro con Beatrice, della quale si innamora perdutamente. La incontra una seconda volta 9 anni dopo, a 18 anni. Tra il periodo compreso tra i 15 e 18 anni inizia a scrivere i primi componimenti, seguendo i modelli di Cavalcanti, Guinizzelli e Brunetto Latini. Nel 1290 accade un evento sconvolgente: muore Beatrice. L'amore per lei era sempre stato un amore impossibile, in quanto sia Beatrice che Dante erano promessi sposi.( Lui infatti sposerà Gemma Donati.) Dopo la morte di Beatrice, Dante si dedica agli studi filosofici. Nel 1295 decide di intraprendere la carriera politica. Si iscrive a una corporazione, chiamata "Arte dei medici e degli Speziali", perché per candidarsi alle elezioni politiche era obbligatorio essere iscritti a una corporazione (associazione). Sceglie quella "della Medicina", perché la filosofia era una scienza affine alla medicina. Nel 1300 viene eletto priore (carica massima della città).

In qualità di priore, nel 1300, viene mandato a Roma dal papa. Nel frattempo, Carlo di Valois, che è un legato Pontificio (Ambasciatore del papa) va a Firenze ad appoggiare i Guelfi neri, i quali riescono ad avere la meglio sui Guelfi bianchi, (tutto ciò era stato pianificato appositamente per allontanare Dante da Firenze e far vincere i Guelfi neri).

I Guelfi neri prendono il possesso. Nel 1302 Dante è costretto ad andare in esilio "in contumacia " (in assenza del condannato) con l'accusa ingiusta di "baratteria", ovvero di corruzione. Viene chiesto a Dante di tornare a Firenze, sempre nel 1302, per essere processato. Lui, però, si rifiuta poiché non avrebbe avuto giustizia e così la sua condanna in esilio si trasforma in condanna a morte.

Inizia così il peregrinare di Dante presso diverse corti d'Italia, non potendo andare né a Firenze e né a Roma. Viene ospitato presso i Malaspina di Lunigiana, presso gli Scaligeri di Verona e presso i Polenta di Ravenna.

Agli Scaligeri dedicherà il Paradiso.

Muore nel 1321 a Ravenna , dove verrà seppellito.

VITA NOVA

La Vita Nova ,scritta tra il 1293 e il 1295, è una raccolta di poesie, alcune delle quali furono scritte prima di questa data. Quest'opera è un prosimetro, ovvero un insieme di prosa e versi. Dante fa un' introduzione a ciascuna poesia, in cui racconta il motivo che lo ha portato a comporla. Dopo l'introduzione vi è la poesia e poi il commento retorico. Il titolo, "Vita Nova", è stato scelto perché in questo componimento parla dell'amore per Beatrice. La vista di Beatrice rappresenta in Dante un rinnovamento, nello specifico una rinascita spirituale e poetica.

I temi sono la storia d'amore con Beatrice, vista come un percorso, dove ogni poesia rappresenta una tappa diversa.

TEMI

STRUTTURA

L'opera può essere divisa in tre parti:

- I parte, in cui parla degli effetti dell'amore;

-II parte, in cui parla della lode a Beatrice,

-III parte, in cui parla della morte di Beatrice e della nuova concezione dell' amore.

I parte

Dante vede Beatrice per la prima volta a 9 anni e poi a 18, precisamente 9 anni dopo. ( Il 9 è un numero simbolico: multiplo di 3 e quindi simbolo di perfezione). Lui si innamora perdutamente della fanciulla. Inizia così a scrivere dei componimenti dedicati ad alcune donne chiamate "donne dello schermo" ,perché non vuole far capire che è innamorato di Beatrice, la quale è promessa sposa ad un altro uomo. Si chiamano "donne dello schermo" perché avrebbero dovuto fare da "protezione" alle cattive parole dei malpensanti. Beatrice, quando vede che Dante scrive queste poesie per altre donne, si offende, perché si era accorta che lui fosse interessato a lei e gli toglie il saluto.

Dante è disperato... Il dio Amore spinge così Dante ad andare a confessare il suo amore a Beatrice. Dante la vede per strada con le sue amiche, va per confessarle quello che prova, ma sviene e viene preso in giro dalle amiche di Beatrice. Tale scena viene detta "episodio del gabbo". In questa prima parte troviamo l'amore cortese.

VIDEO DIO AMORE

https://www.youtube.com/watch?v=mU3Py8p01qs

BEATRICE

SVENIMENTO

La donna viene lodata secondo le sue consuete virtù. Infatti, troviamo un amore fine a se stesso, stilnovistico.

II parte

Beatrice

Dante è malato e durante i deliri della malattia fa un sogno premonitore: sogna la morte di Beatrice. Infatti, in seguito, Beatrice muore. Dante cade nella disperazione più totale. Gli viene data la possibilità di salire nell'Empireo, ovvero nella sede dei beati, dove incontra Beatrice: lei è così bella che Dante non riesce a parlare. ( qui è presente il tema dell'Ineffabilità). Si promette di parlare di Beatrice quando ne sarà degno. In questa parte troviamo un amore mistico,ovvero un amore che porta alla contemplazione di Dio e del Cielo. L'amore stilnovistico viene rifiutato da Dante, il quale ha una nuova concezione.

III parte

VIDEO EMPIREO

https://www.youtube.com/watch?v=EuBnKZusjdo

La nuova concezione d'amore di Dante prevede un PROCESSO ASCENDENTE COMPLETO, cioè che l'uomo loda la donna e anche Dio.

Le rime sono una raccolta poetica, con una differenza: non sono state messe insieme da Dante, ma da scrittori moderni. Sono state scritte in tutte le fasi della sua vita. Possono essere divise in tre gruppi:

LE RIME

1° gruppo

"Poesie del periodo giovanile". Queste poesie seguono lo stilnovo. I suoi modelli sono Guinizzelli, Cavalcanti e un po' anche Guittone d' Arezzo. Il tema principale è l'amore prima della morte di Beatrice. Quando Beatrice muore continua a scrivere poesie per una donna: questa donna che lui ama è l'allegoria della filosofia.

2° gruppo

Questo gruppo può essere suddiviso a sua volta in tre sottogruppi. Comprende le poesie scritte durante la sua carriera politica(1295-1302):

1° sottogruppo

-Poesie che affrontano problemi morali. Dante condanna la società a lui contemporanea, perché è corrotta. Si presenta come "cantor rectitudinis", ovvero "Cantore della rettitudine". Egli elogia la virtù degli antichi, a cui contrappone l'immoralità del mondo contemporaneo. Lo stile è aspro e altisonante.

2° sottogruppo

-"Poesia comica e burlesca". Il suo modello è Cecco Angiolieri. Alcune poesie vengono denominate "tenzone con Forese Donati". Forese Donati era un amico di Dante e suo nemico politico. La Tenzone è uno scambio di componimenti in cui i poeti si offendono reciprocamente, ma scherzano. I toni sono colloquiali. Lo stile è basso,colloquiale ,plebeo.

3° sottogruppo

-"Rime Petrose". Queste rime si chiamano "petrose” perché dedicate a una certa ‘’Petra’’, una donna bella e insensibile. Vi sono diverse ipotesi: potrebbe essere una donna vera o un senhal ( nome fittizio), oppure allegoria della filosofia. Lo stile è quello del trobar Clue di Arnaut Daniel, che è il mentore di Dante. Il lessico è complesso, lo stile con suoni Aspri e la sintassi difficile.

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RIMA PETROSA

https://www.youtube.com/watch?v=sVXi1mPz2hA

3° gruppo

"Rime dell'esilio"( chiamate così perché scritte durante l'esilio).

Dante ha una visione Cupa del mondo, poichè è arrabbiato con la società, caratterizzata dall’ avarizia e dal culto del denaro. In questa poesia Dante spera nella pace e nella giustizia. Lo stile è aspro.

“Il Convivio” è un trattato costituito da più trattati. Dante lo scrisse quando era già in esilio(1304-1307).

In realtà è un’opera incompiuta (perché poi si dedicò alla Divina Commedia): il progetto prevedeva 15 trattati, tra cui uno introduttivo e i rimanenti 14 comprendenti a loro volta 14 canzoni. Quest’opera è un prosimetro, cioè un misto di prosa e versi. Riuscì a scrivere solo 4 trattati, di cui il primo introduttivo e gli altri 3 aventi 3 canzoni ciascuno.

IL CONVIVIO

è un trattato introduttivo in cui viene presentata l’opera;

1° TRATTATO

Dante commenta una canzone. In questo trattato vengono analizzati i Cerchi (cieli) del Paradiso;

2° TRATTATO

Contiene un inno alla sapienza;

3° TRATTATO

Affronta il concetto di nobiltà.

Dante si pone il problema: la vera nobiltà è quella di sangue, come dice Federico II di Svevia, o quella d’animo? Lui sostiene che sia quella d’animo. Inoltre in questo trattato Dante ritiene che sia necessario un impero universale.

4° TRATTATO

Dante scrive “Il Convivio” per due scopi: il primo per difendersi dalle accuse che avevano causato il suo esilio; il secondo motivo per promuovere la cultura.

SCOPO DELL'OPERA

Il “convivio “ è un banchetto.

Dante usa una metafora: immagina di invitare le persone ( i lettori) al suo “banchetto di Sapienza” in cui le vivande (il cibo) sono le canzoni, mentre il pane è il commento, che accompagna le canzoni.

PERCHE' CONVIVIO?

VIDEO IL CONVIVIO

https://www.youtube.com/watch?v=wRM0vJHQdhw

Nella “Vita Nova” Dante parla dell’amore per Beatrice, mentre nel “Convivio” parla dell’amore per la Sapienza. Inoltre “Vita Nova” è un’opera giovanile, “Il Convivio” è un’opera di maturità. La differenza si vede anche a livello stilistico. Nel “Convivio” Dante usa un volgare più elevato, una prosa elaborata. Dante scrive in volgare perché vuole destinare le sue canzoni ai “non litterati”, cioè a coloro che non hanno potuto studiare, non alla gente del popolo, bensì ai nobili, tra i quali c’erano anche i “non litterati”.

DIFFERENZE CON LA VITA NOVA

Il “De Vulgari Eloquientia” (1303-1304) è un trattato in prosa che ha per argomento la lingua volgare. È scritto in LINGUA LATINA, infatti, Dante si rivolge ai dotti. L’opera è strutturata in due libri, il primo di 19 capitoli, il secondo di 14 capitoli. Secondo il progetto di Dante l’opera doveva essere composta da altri due libri, ma è rimasta incompleta. L’obiettivo iniziale che Dante si pone è di ricercare un volgare illustre e di elevarlo a lingua letteraria. Egli divide l’Italia nella parte destra e nella parte sinistra e fa una classificazione dei volgari municipali. Il volgare rappresenta un’alternativa al latino, che Dante chiama “gramatica”. Il latino è considerato una lingua appositamente per favorire la “comunicazione universale”, perciò è una lingua artificiale. Il volgare, invece, è instabile e variabile, perché è una lingua naturale, ma è dotato di strumenti per poter assurgere a lingua letteraria. Tra tutti i volgari italiani, Dante ne cerca uno che sia:

-illustre(deve dare lustro e autorevolezza)

-cardinale( deve rappresentare un riferimento per gli altri volgari, come se fosse il cardine di una porta, intorno al quale girano tutti i volgari municipali))

-regale(deve essere degno di un’aula, cioè una reggia italiana)

-curiale( le regole devono essere decise da una curia, ovvero una corte italiana).

Per Dante nessun volgare italiano si rivela degno di essere considerato illustre. Si parla allora di volgare “ideale” e Dante lo deduce dall’uso di alcuni scrittori del tempo: poeti provenzali, poeti della scuola siciliana, poeti del Dolce Stilnovo (tranne Guittone d’Arezzo, il cui linguaggio è considerato oscuro da Dante)

DE VULGARI ELOQUENTIA

DE MONARCHIA

È un trattato politico in prosa(1308-1318) scritto in LINGUA LATINA, in cui Dante espone il suo pensiero su un problema: il rapporto tra Impero (potere laico) e Papato (potere religioso).

Dante,poiché era un guelfo bianco, si era impegnato affinché il Papa Bonifacio VIII non intervenisse nella gestione di Firenze. L’opera è strutturata in 3 libri:

-1º libro: dimostra la necessità di una monarchia universale;

-2º libro: parla dell’origine divina dell’Impero romano;

-3º libro: affronta il difficile rapporto tra Impero e Papato.

1° libro

La monarchia universale è necessaria perché permette all’umanità di vivere nella concordia, garantita dalla pace universale. A sostegno di queste tesi vengono presentate 11 argomentazioni, tra le quali, secondo Dante, l’Imperatore costituisce la guida dell’umanità, rispecchiando l’universo governato da un unico principio. Sarà in grado di risolvere ogni controversia, sarà capace di garantire il massimo grado di libertà e giustizia, poiché, possedendo già tutto, egli è immune dalla cupidigia. Infine Dante sottolinea come, sotto l’Impero di Augusto, benedetto dalla nascita del figlio di Dio, la pace universale abbia regnato incontrastata, prima della sua corruzione.

In questo libro viene dimostrato come il popolo romano abbia costruito il suo Impero non soltanto con la forza, ma soprattutto con il diritto, che per Dante significa “secondo la volontà di Dio”. Il popolo romano era nobile e virtuoso come il suo fondatore, Enea.

Il miracolo dell’intervento divino si evince dalla testimonianza di autori illustri, quali Virgilio e Lucano. Dante ricorda come l’Impero Romano abbia favorito il bene pubblico, sancito dal diritto: lo dimostrano le imprese eroiche e la presenza di uomini come Catone l’Uticense. Dunque, se l’impero Romano fu preordinato a conquistare il mondo, lo fece per un diritto garantito solamente da Dio.

2° libro

3° libro

Da chi deriva, dunque, l’autorità dell’imperatore?

Dal papa o da Dio? Dante sostiene che l'autorità imperiale derivi da Dio. Dante dice di avere tre tipi di avversari:

-papa e vescovi, mossi dall’amore per la chiesa, erano uomini senza scrupoli, spinti dalla...

-cupidigia, che si proclamano falsamente cristiani, coloro che sminuiscono l’Impero attraverso il valore delle decretali, ovvero dei...

-decreti pontifici. Dante ignora le istanze di quest’ ultimi e della cupidigia, ritenendoli indegni di considerazione.

Invece, con profondo rispetto si rivolge al Papa e ai vescovi. Confuta le argomentazioni degli avversari, sottolineando gli errori commessi nell’interpretazione della Bibbia. In conclusione, l’uomo ha bisogno di un Papa che lo guidi verso la felicità della vita eterna, ma anche di un imperatore che lo guidi verso la felicità della vita terrena. Il Papa e l’imperatore rispondono a Dio, il solo a predisporre questo ordinamento, poiché questa nostra felicità terrena è sotto un certo aspetto in funzione della felicità eterna

LE EPISTOLE

Le Epistole sono 13 lettere scritte in LINGUA LATINA ( 1303-1317). La più importante è l’ultima, la tredicesima epistola, indirizzata a Cangrande della Scala. In questa lettera (datata tra il 1316 e il 1321) troviamo la dedica del Paradiso al signore di Verona e le uniche indicazioni di letteratura lasciate dal poeta per l’interpretazione della Divina Commedia;

LE EGLOGHE

Le Egloghe sono due componimenti scritti in esametri latini. Ribadiscono la dignità della poesia in volgare.

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