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Transcript

Il Manierismo

Che cos'è il Manierismo?

Che cos'è il Manierismo?

Il termine "manierismo" aveva inizialmente un'accezione negativa. Esso, infatti, era riferito a tutti quegli artisti che operavano alla maniera dei più grandi artisti rinascimentali: Leonardo, Michelangelo e Raffaello.

Quali sono le caratteristiche di un'opera manierista?

Caratteristiche

Un'opera manierista ricerca:

-la grazia

-l'uscita dalla regola

-la difficoltà

-l'inusuale, la bizzarria

-il virtuosismo

Andrea del Sarto

Andrea del Sarto

La pittura di Andrea del Sarto non è particolarmente originale o innovativa, ma osservando con attenzione le sue opere, i suoi ritratti, si possono riconoscere infiniti rimandi ad altri maestri. Senza mai ricorrere alla copia, ma anzi cogliendo con grande sensibilità l’essenza dello stile dei suoi predecessori.

La vita e le opere

Vita e opere

Madonna delle arpie

Madonna delle arpie

La Madonna delle Arpie è un capolavoro di Andrea del Sarto, realizzata nel 1517. Attualmente si trova nella Galleria degli Uffizi a Firenze.

L'opera

Analisi

In una nicchia architettonica appena accennata, calata in una calda penombra, Maria si leva su un piedistallo, col Bambino in braccio e reggente un libro appoggiato alla coscia. Due putti la sostengono in basso. Ai lati si trovano i santi Francesco, col crocifisso, e Giovanni evangelista, che con un gesto enfatico di michelangiolesca memoria tiene aperto un libro e con una mano nascosta sembra indicarne un punto. I due santi guardano verso lo spettatore, mentre Maria e Gesù hanno lo sguardo diretto in basso.

Le figure sono disposte secondo uno schema piramidale, col vertice nella testa di Maria. Lo schema simmetrico risulta estremamente armonico, con una piena padronanza del disegno, che valse all'artista l'appellativo di "pittore senza errori". La monumentalità delle figure riecheggia il titanismo di Michelangelo, addolcito però dal morbido sfumato alla Leonardo e dai colori brillanti, con delicate scelte cromatiche esaltate dai riflessi luminosi.

Lo stile

Perchè è un manierista?

Lo stile di Andrea del Sarto viene definito “eclettismo”, per indicare la sintesi che l'artista operò fra la concezione spaziale monumentalistica di Raffaello, Michelangelo e la tecnica coloristica di Leonardo e dei veneti del primo Cinquecento. Il discorso critico su Andrea del Sarto subì alterne vicende; la critica moderna ne fa giustamente il punto di partenza del manierismo toscano e il massimo esponente del pieno rinascimento fiorentino: nella sua bottega si formarono infatti J. Pontormo, Rosso Fiorentino, G. Vasari.

Jacopo da Pontormo

Pontormo

Vasari dà un ritratto entusiasta del giovane Pontormo, che era molto promettente, una specie di bambino prodigio nella pittura; anche i grandi Raffaello e Michelangelo riconoscevano l'eccezionale talento del Pontormo e gli avevano previsto una luminosa carriera artistica. Proprio questa lo avrebbe portato successivamente ad abbandonare i "buoni modelli" della pittura e ad avventurarsi in sperimentazioni e innovazioni che al tempo non vennero comprese e che lo stesso Vasari giudicava bizzarre, smodate, eccessive. Oggi il giudizio di Vasari è ampiamente superato dalla critica, che vede in questi anni la fondamentale elaborazione di uno stile pittorico proprio, autonomo rispetto alla tradizione e decisamente anti-classico.

La vita

La vita

Nato a Pontormo nel 1494, Jacopo rimase orfano di entrambi i genitori in età molto giovane e, ancora bambino, fu accudito dalla nonna materna. Ben presto si distinse come bambino prodigio e venne così incoraggiato a seguire le orme del padre. Grazie al suo talento poté andare a studiare pittura presso le più importanti botteghe dei maestri fiorentini tra cui quelle di Leonardo da Vinci, Piero di Cosimo, Mariotto Albertinelli ed Andrea del Sarto del quale diventa allievo. La biografia di Jacopo Pontormo è arrivata fino a noi grazie al lavoro di Giorgio Vasari ma per il ritrovamento di un suo diario personale. L’idea che ne viene fuori è quella di un artista molto malinconico, forse depresso. Jacopo Pontormo fu tormentato tutta la vita da un senso di solitudine e abbandono, probabilmente dovuto alla sua infanzia, che lo portò a importanti sperimentazioni nell’ambito della pittura, distaccandosi nettamente dal classicismo.

Venere e Amore

Venere e Amore

Venere e Amore è un dipinto a olio su tavola di Pontormo, su disegno di Michelangelo Buonarroti, databile al 1533 circa e conservato nella Galleria dell'Accademia a Firenze.

L'opera

Analisi

Venere giace in tutta la lunghezza del dipinto, col busto sollevato su un panno azzurro e il capo rotato a baciare Cupido, suo figlio e amante, che le arriva da dietro, intrecciandosi a lei col braccio che le volta la faccia coprendole il collo e la gamba che copre, solo in parte, il pube. Venere afferra la freccia che Cupido tiene in mano, forse un'allusione agli inganni dell'amore, a cui rimandano anche le due maschere attaccate all'arco di Cupido a sinistra, vicine ad altri elementi simbolici: un fantoccio moribondo in una scatola scura e un bacile ricolmo di rose. Al centro si trova un'apertura paesistica.

Evidente è la derivazione michelangiolesca nelle forme scultoree di Venere e nella complicata posizione degli amanti, colti in torsioni innaturali. Michele di Ridolfo del Ghirlandaio riprese la Venere come modello ideale nel suo tirocinio manierista, e il soggetto, seduttivo ma moralmente deprecabile, si rivelò molto adatto per rendere l’opera gradita ai committenti e collezionisti.

Lo stile

Perchè è un manierista?

Pontormo fu capace di elaborare uno stile personalissimo, di decisa rottura con il classicismo. I suoi dipinti sono spesso affollati, l’asse “simmetrica” decentrata, l’impianto scenico sembra un set teatrale, i colori sono molto carichi e accesi, limpidi e tersi, spesso puri e luminosi; le figure sono allungate, quasi dinoccolate, non “belle” nel senso classico del termine, ma di una drammaticità espressiva e di un lirismo poetico di rara efficacia. Per buona parte della sua vita si cimenta, quasi in un corpo a corpo, con il lavoro di Michelangelo, studiandolo a fondo per cercare di comprenderlo prima e per distaccarsene poi.

Benvenuto Cellini

Benvenuto Cellini

Il Vasari lo descrive come «animoso, fiero, vivace, prontissimo e terribilissimo», cinque aggettivi che fanno di Benvenuto Cellini il primo autore nella storia dell’arte a creare da solo il mito di se stesso. Uomo dal carattere violento, capace di forti passioni verso le donne ma in particolar modo verso gli uomini, è stato il più grande, raffinato ed elegante scultore del Manierismo. Nella sua turbolenta vita arte e politica si intrecciarono, delineando i tratti quasi leggendari di una personalità molto complessa.

La vita

La vita

Benvenuto Cellini nasce il 3 novembre del 1500 a Firenze. All'età di quattordici anni viene inviato a lavorare nella bottega di Michelangelo Brandini. A soli sedici anni, tuttavia, è costretto a lasciare Firenze dopo essere stato coinvolto in una rissa. Successivamente per lo stesso motivo è obbligato a cercare rifugio a Siena e a Roma. Nel 1527 prende parte, durante il Sacco di Roma, alla difesa di Papa Clemente VII Intorno al 1550 venne denunciato da una modella ed egli deve affrontare anche un processo nel quale è accusato di sodomia: nel 1557 viene condannato a quattro anni di carcere, che vengono poi commutati in quattro anni agli arresti domiciliari. Benvenuto Cellini muore il 13 febbraio del 1571 a Firenze: verrà sempre ricordato come uno degli esponenti più celebri del Manierismo.

Perseo con la testa di Medusa

Perseo

Perseo con la testa di Medusa è un capolavoro di Benvenuto Cellini, realizzato nel 1544. Attualmente si trova a Piazza della Signoria a Firenze.

L'opera

La scultura ritrae le forme di Cencio, un giovane della bottega dell'artista. Raffigura l'eroe vincitore di Medusa. La testa della Gorgone, grondante di sangue, è tenuta alta da Perseo, mentre il corpo, dal cui collo esce sangue a fiotti, gli sta ai piedi. La mano destra del giovane impugna la spada con la quale ha appena tagliato la testa. La gamba destra è portante, mentre la sinistra è flessa. Il busto è leggermente inclinato indietro e la testa rivolta in basso.

Analisi

Lo stile

Perseo dopo aver decapitato la Gorgone Medusa espone al pubblico il trofeo. La posizione dell'eroe è definita in modo da mostrare più punti di vista, mentre ogni parte della scultura risulta finitissima in ogni particolare. Assume quindi una postura aggraziata ed elegante. Come anche altri maestri del Manierismo, Benvenuto Cellini creò sculture dalle posture raffinate che non mostrano la fatica dell’azione. Esibiscono invece un’estrema eleganza anche in un gesto brutale e violento.

Confronto con il David

Benvenuto cellini è considerato per certi versi manierista di Michelangelo. In quest'opera in particolare sono evidenti alcune analogie. Per esempio, la muscolatura accentuata, il volume del corpo aumentato. Questo sicuramente lo avvicina a Michelangelo, il cui elemento del linguaggio visivo dominante è proprio il volume. Inoltre sorge spontaneo paragonare questa scultura con il David di Buonarroti. Quest'ultimo ha una posizione simile a Perseo: in entrambi la gamba destra è quella portante, mentre la sinistra è leggermente piegata. Il braccio destro di entrambi è posto lungo il corpo; al contrario nel David il braccio sinistro tiene la fionda, mentre l'arto sinistro di Perseo è posizionato in alto mentre tiene la testa della Medusa.

Per intendere il gusto, lo stile del Cellini è necessario prendere in considerazione il dichiarato “michelangiolismo” dell’artista, anche se in realtà Michelangelo è per Benvenuto, come del resto per molti altri artisti del periodo, soprattutto un “mito”: si vede in lui il massimo vertice raggiunto dall’arte italiana e dopo di lui la “decadenza”.

Dobbiamo quindi ritenere il michelangiolismo celliniano, come un fattore importante, ma non preponderante, visibile soprattutto in alcuni spunti iconografici, come ad esempio, nei nudi della Saliera di Francesco I, dove le figure riecheggiano nelle pose, nel modellato fluido per larghi piani luminosi le statue michelangiolesche delle Tombe Medicee nella Sacrestia Nuova di S. Lorenzo a Firenze.

Perchè è un manierista?

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