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SOFIA CULTRERA

LA FOTOGRAFIA

SCIENZE

L'OCCHIO E LA LUCE

L'occhio è l'organo di senso per la ricezione degli stimoli luminosi che vengono trasmessi ai centri nervosi dando origine alle sensazioni visive; nell'uomo, uno dei principali elementi caratteristici della fisionomia, dell'espressione e in più è variabile il colore e la forma.

La luce è la radiazione elettromagnetica ed è ciò che ci permette di vedere gli oggetti che ci stanno intorno.

L'OCCHIO E LA LUCE

L'OCCHIO

L'OCCHIO

COME FUNZIONA?

L'OCCHIO

Nell'occhio si distinguono il bulbo oculare, il vero e proprio organo di senso, e alcuni organi accessori, con funzione protettiva.

Le palpebre sono due sottili pieghe della pelle rivestite internamente da una membrana, la congiuntiva.

Esse proteggono gli occhi dalla luce troppo intensa e con il loro battito distendono il liquido lacrimale, prodotto dalle ghiandole lacrimali, che li mantiene umidi e puliti.

Le ciglia sono i peli allineati lungo il margine libero delle palpebre e servono a filtrare la luce e a trattenere la polvere.

Le sopracciglia sono i peli disposti lungo l'orlo superiore dell'orbita e servono a impedire che il sudore della fronte penetri nell'occhio e produca irritazione.

IL BULBO OCULARE

Il bulbo oculare ha la forma di una sfera con il diametro di circa 2,5 cm.

Si muove in tutte le direzioni grazie a sei muscoli inseriti sulla sua superficie.

La parte esterna del bulbo oculare è formata da tre membrane:

la sclerotica, la coroide e la retina.

La sclerotica (o sclera), corrisponde al "bianco dell'occhio". ​

Nella parte anteriore diviene trasparente e convessa e forma la cornea, che funziona da lente convergente (spessa al centro e sottile ai bordi, fa convergere i raggi luminosi in un punto, detto fuoco).

La coroide, di colore nero, si trova al di sotto della sclerotica.

Anch'essa si modifica nella parte anteriore, dove, in corrispondenza della cornea, forma l'iride, un anello muscolare con varie colorazioni.

Lente: corpo di vetro o materiale trasparente delimitato da una o due superfici curve.

ALTRO DA SAPERE SULL'OCCHIO

Al centro dell'iride c'è la pupilla, un foro regolabile per il passaggio dei raggi luminosi.

La rètina, la membrana più interna, è formata da vari strati di cellule.

Lo strato più importante contiene le cellule sensibili alla luce, i fotorecettori (i coni e i bastoncelli):

questi si collegano alle fibre del nervo ottico che invia al cervello le informazioni visive.

Dietro l'iride si trova il cristallino, una piccola lente biconvessa, trasparente, che consente di "mettere a fuoco" gli oggetti secondo la distanza a cui si trovano.

Umor acqueo, cristallino e umor vitreo costituiscono un sistema perfettamente trasparente di lenti che per la loro composizione e per la possibilità del cristallino di modificare la propria curvatura ottimizzano la visione nelle diverse situazioni.

LA LUCE

COS'E' LA LUCE?

La luce è un fenomeno così complesso che solamente nel XX secolo se ne è completamente compresa la natura e si capì che è un’onda elettromagnetica che si propaga nel vuoto.

L’insieme dei colori che formano la luce visibile sono chiamati spettro e intervallo di frequenze campo visibile. 

Tutti i corpi in grado di emettere onde elettromagnetiche sono una sorgente di luce. La propagazione della luce è rettilinea e quindi è per questo che si parla di raggi luminosi.

La branca della fisica che si occupa dello studio della luce si chiama ottica.

ANCORA SULLA LUCE...

La percezione più immediata che abbiamo della luce avviene attraverso gli occhi ed è quindi strettamente connessa con la vista.

In più la teoria ondulatoria della luce afferma che la luce è un’onda, caratterizzata da una lunghezza, un’ampiezza, una frequenza e una velocità di propagazione.

La teoria ondulatoria della luce, però, non ne spiega tutte le proprietà.

Secondo la teoria corpuscolare la luce è composta da corpuscoli, chiamati in seguito fotoni, emessi in tutte le direzioni e caratterizzati da una certa energia.

Oggi sappiamo che la luce in alcune circostanze si comporta come un’onda, in altre si comporta come un fascio di fotoni.

LA PROPAGAZIONE DELLA LUCE

Un corpo che emette luce si chiama sorgente luminosa o corpo luminoso.

Una sorgente luminosa può essere molto grande, come il Sole, oppure decisamente più piccola, come una lampadina.

Quando una sorgente luminosa è molto piccola allora si dice che è una sorgente luminosa puntiforme.

Si chiamano corpi illuminati i corpi che non emettono luce propria, ma diffondono quella delle sorgenti luminose.

La Luna, ad esempio, è visibile perché è un corpo illuminato dal Sole.

I VARI CORPI

Corpo trasparente: permette il passaggio della luce.

Corpo traslucido: permette in parte il passaggio della luce.

Corpo opaco: non permette il passaggio della luce.

la luce viene riflessa se il corpo opaco è liscio oppure diffusa se ha una superficie irregolare.

LUCE E OMBRA

Molti esperimenti hanno dimostrato che la luce viaggia in linea retta.

La propagazione rettilinea della luce provoca il fenomeno delle ombre.

Ci sono due tipi di ombra:

Ombra propria: l’ombra della parte di un oggetto non rivolta verso la sorgente luminosa.

Ombra portata: l’ombra che un corpo rivestito di un fascio luminoso proietta su un’altra superficie.

RIFRAZIONE, RIFLESSIONE E DIFFUSIONE

Rifrazione, riflessione e diffusione sono i fenomeni che avvengono quando la luce interagisce con la materia:

La rifrazione è la deviazione subita da un'onda che ha luogo quando questa passa da un mezzo a un altro nel quale la sua velocità di propagazione cambia.

In fisica la riflessione è il fenomeno per cui un'onda cambia di direzione a causa di un impatto con un materiale riflettente.

In fisica la diffusione ottica (o dispersione) si riferisce a un'ampia classe di fenomeni in cui onde o particelle cambiano direzione a causa della collisione con altre particelle o onde. La deflessione avviene in maniera disordinata e in buona misura casuale.

COS'E' IL COLORE?

COS'E' IL COLORE?

Il colore è la percezione visiva generata dai segnali nervosi che i fotorecettori della retina inviano al cervello quando assorbono le radiazioni elettromagnetiche di determinate lunghezze d'onda e intensità nel cosiddetto spettro visibile o luce.

Sono chiamati colori primari o fondamentali il rosso, il verde e il blu.

Il colore della luce, o meglio, i colori di cui è composta la luce influenzano i colori che vediamo negli oggetti.

La luce solare è una sorgente luminosa che è composta da tutti i colori visibili al nostro occhio, nella gamma che va dal rosso al violetto.

STORIA:

Teatro, cinema, danza, progresso e gioia di vivere

LA BELLE E'POQUE

Baffi a manubrio, cilindri, galanterie e fiducia nel progresso.

Per Belle Époque si intende quel periodo della storia (soprattutto europea) che va dalla fine dell'Ottocento allo scoppio della Prima Guerra Mondiale

(conflitto del Novecento (1914-1918), a cui prendono parte le maggiori potenze mondiali, dall'Europa agli Stati Uniti. Lo scoppio della guerra è dovuto all'assassinio del duca Francesco Ferdinando d'Austria in Serbia e alla reazione dell'Impero Austro-ungarico contro questo stato).

LA BELLE E'POQUE

Che Cos'è La Belle E'poque

Che Cos'è La Belle E'poque

Tra il 1880 e il 1914, tutto il mondo occidentale visse un periodo di progresso e benessere, agevolato anche dalla pace tra i popoli, che viene ricordato come la “Belle Époque”.

Ci fu un progresso in medicina e fu ridotta la mortalità infantile con il conseguente “boom” demografico; Questo fu, inoltre, il periodo del trionfo della borghesia, delle sue attitudini, del suo stile di vita e della sua importanza che si poteva rivelare attraverso il tipo di abitazione, il numero dei domestici, l’abbigliamento e i rapporti sociali.

Di conseguenza, essi concessero degli aumenti sui salari, i quali permisero al proletariato industriale, i cosiddetti “colletti blu”, di godere di un tenore di vita più alto e di approfittare della fondazione di cooperative edilizie per comprarsi una casa.

Ci fu un grande miglioramento delle condizioni di lavoro, dovuto alla riduzione della giornata lavorativa, alla diminuzione del lavoro minorile e femminile ed alla stabilità dell’occupazione.

L'Industria

L’industria si sviluppò grazie a vari elementi: la crescita demografica che offriva più manodopera, l’urbanizzazione, lo sviluppo tecnologico, quello della borghesia impiegatizia e il mercato coloniale. Venivano prodotti tre tipi di beni: di consumo immediato (alimentari), semidurevoli (abbigliamento e vestiario) e durevoli come i mezzi di trasporto e gli elettrodomestici.

Questo consumo era favorito dalla crescita della distribuzione attraverso i grandi magazzini e la vendita a domicilio e per corrispondenza con pagamenti rateali.

Inoltre nacque la pubblicità e quindi si creò una nuova classe di lavoratori, gli agenti pubblicitari.

Furono costruite scuole, per cui fasce sempre più ampie della popolazione si “alfabetizzarono”.

Dunque, il grado d’istruzione divenne uno dei criteri basilari per distinguere le classi sociali.

ANNI DI DURATA

1871

ANNI DI DURATA

La Belle E'poque durò 43 anni!

Il primo grattacielo

Traforo del Frejus

1857-1871

1880

La prima radio

1899

Il vaccino contro la rabbia-Louis Pasteur

Il primo telefono

1854

1885

1903

Il primo volo

1890

1879

1825

Dal 1871 al 1914

La prima lampadina

Il primo Tapis roulant

La prima ferrovia

ITALIANO:

VERGA E IL VERISMO

RAPPRESENTAZIONE REALTA'/NON REALTA'

DELLA FOTO

VERGA E IL VERISMO

Nella narrazione di Verga vi è il concetto dell’impersonalità, infatti nei suoi racconti l’autore ricorre a questa "tecnica” per conferire realismo all’opera, in modo tale che si abbia l’impressione di assistere ad un fatto che sia realmente avvenuto.

Questa sensazione del lettore è creata dal fatto che il punto di vista dello scrittore sia completamente immerso nel mondo rappresentato, posto allo stesso livello dei personaggi, quasi che il narratore si mimetizzi tra i personaggi stessi e racconti la storia come se fosse uno di loro pur restando anonimo.

PARLANDO DI VERGA

CHI E' GIOVANNI VERGA?

FRASE CELEBRE:

Giovanni Verga è tra i narratori italiani più noti della seconda metà dell’800.

Fu autore di romanzi, novelle e testi teatrali e il suo nome è legato indissolubilmente al movimento del Verismo italiano.

«Siamo degli umili fiorellini avezzi alla dolce tutela della stufa, che l'aria libera uccide.»

PERCHE' DEL COLLEGAMENTO VERGA E FOTOGRAFIA

Un anno dopo la nascita della fotografia nasce Giovanni Verga, nel 1840.

Già a nove anni Verga vede lo zio scattare foto e da giovanissimo si serve di uno dei più rudimentali prototipi di macchina per le sue prime esperienze.

Verga fu influenzato dal suo amico e scrittore Luigi Capuana, che già dal 1863 si era avvicinato alla fotografia, anche se la prima foto di cui Verga fu autore risale al 1878.

Nel 1966 nell’abitazione di Catania di Giovanni Verga furono ritrovati in un vecchio armadio più di 400 negativi fotografici.

La produzione fotografica ritrovata è stata suddivisa generalmente in tre gruppi, a seconda dei soggetti ritratti. Il primo è quello in cui lo scrittore raffigura la sua famiglia, i suoi colleghi e amici o lui stesso. Un altro è quello in cui Verga rappresenta l’ambiente siciliano. L’ultimo è quello dei paesaggi del Nord.

Da una parte vi era chi percepiva la fotografia come modello per la scrittura di Verga, da un altro punto di vista vi era chi vedeva la fotografia separata dalla scrittura come se la grandezza dei capolavori potesse in qualche modo essere sminuita dall’ispirazione di un’arte ritenuta “minore” come la fotografia.

In quegli anni la fotografia era diventata una specie di moda presso nobili, intellettuali e persone facoltose. Anche gli altri scrittori veristi ed amici di Verga erano appassionati di fotografia, infatti come prima ho anticipato fu lo stesso Capuana a far avvicinare Verga alla fotografia e addirittura ad insegnarli il procedimento di sviluppo dei negativi. Anche per questo motivo l’attività fotografica dello scrittore verista è stata considerata dalla critica come un semplice passatempo, un’adesione alla moda dell’epoca, senza alcuna influenza sulla sua produzione letteraria.

Come anticipato, di alcuni anni non si hanno fotografie, e mancano negativi di alcuni scenari fondamentali delle sue opere, per esempio il paese di Aci Trezza, sfondo del romanzo “I Malavoglia”. Questo è stato un altro dei motivi che ha alimentato presso gli studiosi la convinzione della totale estraneità della sua passione fotografica nei confronti della sua attività di scrittore.

COS'E' IL VERISMO?

Il Verismo e' un movimento letterario che si diffonde in Italia negli ultimi decenni dell'Ottocento e nei primi anni del novecento. Il termine Verismo deriva dalla parola “vero”: secondo i veristi lo scrittore ha il compito di riprodurre la realta' in modo oggettivo e di far emergere la verita' senza esprimere giudizi ne' partecipare emotivamente.

Il verismo si colloca in una epoca storica in cui trionfa la borghesia industriale : in questi anni si fanno grandi scoperte scientifiche, si inventano nuove macchine, come quella a vapore, c'e' un continuo progresso della tecnica. E' anche l'epoca in cui si sviluppa la “questione sociale”: le masse dei lavoratori prendono coscienza dei loro diritti e delle disuguaglianze sociali e cercano di lottare contro il capitalismo (è una serie di attività il cui scopo è la creazione di un profitto, chiamato appunto “capitale”).

Il Verismo ha le sue radici nel Positivismo (corrente ispirata ad alcune idee riferite all'esaltazione del progresso e del metodo scientifico) e nel Naturalismo (movimento letterario che si propone di descrivere la realtà con gli stessi metodi usati nelle scienze naturali).

FRANCESCCO PAOLO MICHETTI:

"LA PITTURA DEGLI UMILI"

LA VITA DI GIOVANNI VERGA

Giovanni Verga nacque a Catania nel 1840 da una famiglia di piccoli proprietari terrieri.

Gia' tra i sedici ed i diciassette anni scrisse il suo primo romanzo.

Nella giovinezza frequenta la facolta' di giurisprudenza ma senza laurearsi. Partecipa con passione alle vicende della seconda guerra di indipendenza (episodio del Risorgimento,1859), arruolandosi nella Guardia Nazionale durante la spedizione dei Mille (scopo della spedizione fu di appoggiare le rivolte scoppiate nell'isola e capovolgere il governo borbonico). Nel 1869 si reca a Firenze dove conosce Luigi Capuana.

Successivamente trasferisce la sua residenza a Milano.

Fondamentale per la sua formazione di verista è il suo incontro a Parigi con Emile Zola, uno dei piu' grandi esponenti del naturalismo.

Durante il suo soggiorno a Milano, il centro culturale piu' importante di Italia, Verga scrive le sue opere piu' importanti.

Muore a Catania nel 1922.

LE SUE OPERE

Amore e Patria, 1856-1857;

I carbonari della montagna, 1860;

Una peccatrice, 1866;

Storia di una capinera, 1871;

Eva, 1873;

Eros, 1875;

Tigre reale, 1875;

I Malavoglia, 1881;

Il marito di Elena, 1882;

Mastro-don Gesualdo, 1889;

Dal tuo al mio, 1906;

La duchessa di Leyra, 1964.

CAVALLERIA RUSTICANA

CAVALLERIA RUSTICANA

Cavalleria Rusticana è un'opera in un unico atto di Pietro Mascagni, tratto dalla novella omonima di Giovanni Verga.

Cavalleria rusticana fu la prima opera composta da Mascagni ed è certamente la più nota fra le sedici composte dal compositore livornese. Il suo successo fu enorme già dalla prima volta in cui venne rappresentata al Teatro Costanzi di Roma, il 17 maggio 1890, e tale è rimasto fino a oggi.

Venne rappresentata nel dicembre 1917 al Teatro Reale di Madrid, anche lì con grande successo.

Per avere un'idea del successo riscosso dall'opera di Mascagni, basti pensare che alla sua morte, l'opera era già stata rappresentata più di quattordicimila volte solo in Italia.

https://www.youtube.com/watch?v=vgKjhTiia9k

RECITAZIONE:

TRAMA

Turiddu Macca, ritornato nel suo paese dopo il servizio militare, ha l'amara sorpresa di trovare fidanzata con Alfio, ricco carrettiere, la sua bella innamorata, Lola, che presto si sposa.

Egli allora corteggia e affascina Santa per far morire di gelosia Lola, la quale, durante l'assenza del marito, finisce per concedere il suo amore al giovane.

Santa, però, ferita nell'orgoglio e disperata, rivela a compare Alfio, tornato a casa per festeggiare la Pasqua, il tradimento della moglie.

L'orgoglioso carrettiere, per difendere il suo onore offeso, sfida a duello mortale il rivale, che, consapevole della colpa commessa e obbediente alle leggi della cavalleria del mondo contadino, accetta di battersi.

Così Turiddu va incontro al suo destino, e fra i solitari fichidindia della Canziria cadrà come un masso, ucciso a coltellate da compare Alfio.

PERSONAGGI

oSantuzza, giovane contadina, fidanzata di Turiddu;

oTuriddu, giovane contadino;

oLucia, madre di Turiddu;

oAlfio, carrettiere, marito di Lucia;

oLola, moglie di Alfio e amante di Turiddu.

I MALAVOGLIA

I MALAVOGLIA

I Malavoglia è il romanzo più conosciuto dello scrittore siciliano Giovanni Verga, pubblicato a Milano dall'editore Treves nel 1881.

È una delle letture più diffuse e indicate nei programmi di letteratura italiana, all'interno del sistema scolastico italiano. Fa parte del ciclo dei Vinti.

DESCRIZIONE

Il romanzo narra la storia di una famiglia di pescatori che vive e lavora ad Aci Trezza, un piccolo paese siciliano nei pressi di Catania. Il romanzo ha un'impostazione corale, e rappresenta personaggi uniti dalla stessa cultura ma divisi dalle loro diverse scelte di vita, soverchiate comunque da un destino inevitabile.

Lo scrittore adotta la tecnica dell'impersonalità, riproducendo alcune caratteristiche del dialetto e adattandosi quanto più possibile al punto di vista dei differenti personaggi, rinunciando così all'abituale mediazione del narratore.

L'opera va inserita nel Ciclo dei Vinti, insieme a Mastro-don Gesualdo e a La Duchessa de Leyra, opere che affrontano il tema del progresso, visto dal punto di vista degli "sconfitti" di ogni strato sociale. La Duchessa de Leyra rimase solo abbozzato, mentre altri due romanzi previsti nel Ciclo (L'Onorevole Scipioni e L'uomo di lusso) non vennero neppure iniziati.

TRAMA

Malavoglia è il soprannome dei Toscano, una famiglia di pescatori di Aci Trezza. Capofamiglia è il vecchio padron 'Ntoni, con lui nella casa del "nespolo" vivono il figlio Bastianazzo con la moglie Marezza detta la "Longa" e i loro cinque figli 'Ntoni, Luca, Mena, Alessi e Lia.

Il giovane 'Ntoni parte per il servizio militare e la famiglia perde uno dei maggiori sostegni.

Per questo il vecchio 'Ntoni decide di prendere a credito una partita di lupini che conta di rivendere al mercato di Riposto.

Durante il viaggio per mare la "Provvidenza", la barca dei Malavoglia, naufraga: il carico si perde, Bastianazzo muore. Padron 'Ntoni pressato dai debiti è costretto a vendere la casa del "nespolo".

Una serie di sventure si abbatte sui Malavoglia troncando ogni speranza di riscatto.

Luca arruolatosi muore nella battaglia di Lissa, seguito poco dopo da Maruzza vittima di un'epidemia di colera (malattia infettiva che colpisce l'intestino).

L'inquieto 'Ntoni si dà al contrabbando e viene arrestato.

Lia, compromessa per una presunta relazione col brigadiere don Michele, lascia il paese e diventa una prostituta.

Mena per le difficoltà familiari non può sposare compare Alfio e triste e sfiorita invecchia precocemente.

Alla morte del vecchio 'Ntoni, che si spegne solo e disperato in un letto d'ospedale, il suo posto viene preso da Alessi, che dopo aver sposato la Nunziata, riscatta la casa del "nespolo" e riprende l'attività del nonno.

Una notte, scontata la pena, torna 'Ntoni, ma solo per dare l'addio definitivo a una vita che non gli appartiene più.

PERSONAGGI

PADRON 'NTONI: Il nonno, una figura per molti aspetti leggendaria, è il capo della famiglia Malavoglia.

BASTIANAZZO: Presente nel romanzo soprattutto perché viene citato dagli altri personaggi, Bastianazzo muore nel naufragio della Provvidenza.

LA LONGA: Maruzza, detta la Longa, è la moglie di Bastianazzo.

'NTONI: È il maggiore dei figli di Bastianazzo e la Longa.

LUCA: Secondogenito di Bastianazzo e la Longa, più giudizioso del fratello 'Ntoni, è un personaggio di cui si sa poco. Muore durante un’azione militare.

MENA: Subisce molto l’influenza della società del suo tempo, tanto che alla fine non sposerà Alfio, pur avendone la possibilità, temendo che si torni a parlare della fuga della sorella Lia.

ALESSI: È lui che alla fine riuscirà a riacquistare la casa del nespolo, a sposare la giovane di cui si era innamorato da ragazzino (Nunziata), e a risollevare il buon nome della famiglia Malavoglia.

LIA: È la minore dei Malavoglia, ed è corteggiata da Don Michele, un brigadiere corrotto che sarà ferito dal fratello 'Ntoni. Fuggirà da Aci Trezza senza dare più nessuna notizia. Solo Alfio Mosca la incontra un giorno ma non rivelerà ai familiari che è diventata una prostituta.

Per le macchine fotografiche "Canon"

IL GIAPPONE

MACCHINA FOTOGRAFICA "CANON"

IL GIAPPONE

Canon ha annunciato un nuovo piano di sviluppo per la costruzione di una nuova fabbrica, sull’isola di Kyushu, dedicata alla produzione di reflex digitali e compatte.

Il mercato tira e Canon risponde con un investimento di circa 120 milioni di euro. Canon ha comunicato alla stampa che il nuovo stabilimento le permetterà di fronteggiare l’attacco di Sony nella fascia bassa delle digitali e di Nikon in quella dei modelli professionali.

PARLIAMO UN PO' DELLA MACCHINA FOTOGRAFICA CANON

Canon è un'azienda giapponese, tra le maggiori produttrici mondiali di fotocamere digitali, videocamere e stampanti multifunzione.

Fondata il 10 agosto 1937, è stata la prima azienda in Giappone a sviluppare e produrre fotocamere indirette a raggi X.

Nel 1970 è entrata nel settore delle apparecchiature per le aziende introducendo sul mercato giapponese la prima copiatrice a carta comune.

L'attività di Canon oltreoceano è iniziata con l'apertura a New York, nel 1970 è stata fondata "Canon Taiwan" e gradualmente è stata creata un'organizzazione per lo sviluppo, la produzione e la vendita con sedi nelle Americhe, in Europa e in Asia.

I concorrenti principali di Canon sono Fujifilm, Nikon, Sony, Panasonic, Pentax, Konica, Minolta, Agfa, Leica, Olympus, Epson, Samsung, Kodak, Polaroid, Hewlett-Packard, Dell e Xerox.

PARLIAMO UN PO' DELLA MACCHINA FOTOGRAFICA CANON

TERREMOTI

TERREMOTI

I terremoti e l'attività sismica in Giappone hanno una lunga storia, essendo un'area ad alto rischio sismico a causa della sua posizione geografica situata in prossimità dei confini delle maggiori placche tettoniche (La litosfera è suddivisa in una decina di placche tettoniche. Queste placche si possono paragonare a zattere che "galleggiano" sullo strato immediatamente sottostante del mantello).

Dal primo terremoto documentato nel 599 fino all'ultimo, il terremoto del Tohoku del 2011, questa voce ripercorre la storia dei terremoti di maggiore intensità avvenuti sul suolo nipponico.

Molto frequenti

anello di fuoco circumpacifico

MAPPA

DOVE SI TROVA IL GIAPPONE?

Paese all'avanguardia per quanto riguarda le industrie

MAPPA

Vista in Giappone

Tokyo

Animali che si trovano in Giappone

PARLIAMO UN PO' DEL GIAPPONE

Hokkaido

Honshu

  • Capitale: Tokyo (si trova nell'isola di Honshu, con 13 milioni di abitanti), la borsa è tra le più importanti del mondo
  • Le isole principali sono quattro: Hokkaido, la più settentrionale, Honshu, la più vasta, Kyushu e Shikoku
  • Un alto livello di istruzione, alta fequenza scolastica
  • Un basso livello di mortalità infantile nel mondo
  • Superficie coltivabile molto litimitata, the, pesce, pollame
  • Molto sviluppata l'industria siderurgica, meccanica, automobilistica e motociclistica
  • Le imprese hanno riscosso successo anche nel campo dell'elettronica e dell'informatica
  • Fanno esportazioni
  • Vi sono molti vulcani
  • Si è praticata la scelta dell'energia nucleare
  • Le città più importanti sono: Hiroshima e Nagasaki
  • A Tokyo ci si muove in metropolitana, in auto, in treno
  • Molto sviluppata anche la stampa
  • Grandi gruppi industriali hanno filiali in tutta l'Asia, in Europa, negli USA e nell'America Latina (Toyota, Honda, Nissan)

Kyushu

Shikoku

OSCAR WILDE

Famous sentence:

INGLESE

"He dreams as if I were to live forever; Live as if I were to die today."

(Oscar Wilde)

Few people have succeeded in making their lives a work of art, as Oscar Wilde did.

The one painted by Wilde, however, is not a work on which the spectator can rest his gaze, reconciling with their senses, but it is rather a living work that carries behind the blows of fate, enriched with strokes that perhaps make the portrait face less luminous but sculpt the bottom of the soul.

It is a work where tears mingle with joy, love becomes guilt and elegance turns into mud. The life of Wilde is a portrait that in many, hypocrites and bigots, they wanted to destroy, lest they revise in it the sign of their most reseasoned drives.

OSCAR WILDE

Una foto rivela la sua passione segreta nel carcere di Reading

THE PRISON

THE PRISON

The problem of prisons and their primary objective, which is not to punish but to retrieve the people who incurred for different problems, although should be sought else where and the real issues that have to do with the environment in which these people are born and grow, is an issue that even Oscar Wilde felt deeply, being him self stumbled upon one of those environments, which makes memory and reflections, with clarity and hardness, sparing nothing to what in him was the out come of that time lived locked up, byrecluse.

Difficult today to feel free from the prisons of different type, very physical and spirit and we hold things to do to not turn his life in a precarious consumption.

THE LIFE

THE LIFE

Jailed in 1895 for the accusation of sodomy, Oscar Wilde wrote in 1897, after his iberazione, in "The Ballad of Reading gaol": a poem of protest which tells with popularrhythm the cruelty of the prison, a reflection on living conditions in captivity even for the children of inmates.

At the beginning of the summer of 1896, the Irish dramatist, during his imprisonment, witnessed the hanging of Charles Thomas Wooldridge – soldier of the guard stationed at Windsor – that he had killed his wife was cheating on him.

"That guy is going to swing," said the other prisoners, and that – in their jargon – meant that three weeks later would have been hanged. A pain even more tangible in a man – like him – accustomed to living well in Victorian England and plunged suddenly in the darkness of a cell.

In the rooms of the ballad, there's no sign of feelings like compassion or pity; There is no place for a thrust to the hypocrisy of British society: the humanity with which he describes the hours spent by fellow of imprisonment until runtime capital, is in contrast a cold existential statement:

"each man kills what he loves".

HIS WORKS

HIS WORKS

A verse that reappears throughout the work as a refrain; If it is repeated a thousandtimes: Oscar, which already killed the love of his wife Constance, endeavour now to kill the love of Bosie, her lover.

Never as in this ballad you feel you get in front of anauthentic and intense: the experience of captivity Wilde made him know the pain and taught him the simplicity, causing it to become the best of the new masters of the genre such as Kipling or Alfred Edward Housman, whose had surely read A Shropshire Lad.

The hardness of the stanzas seem to mutate even the approach to art: no longer reign of hedonistic expression, provocative and more introspective dimension and painful, but joyful.

Always constant, the Irish author's attachment to life which, indeed, in this work draws even more force from the prison experience.

LA FOTOGRAFIA COME SCELTA

PERCHE' PROPRIO LA FOTOGRAFIA?

La fotografia è un’arte, nonché tecnica, che ho scoperto da poco e che già mi piace parecchio!

Mi piace perché porto sulla macchina tutto ciò che vedo in giro: paesaggi, edifici, persone, espressioni, quadri e tant’altro!

Ammetto di non conoscere molto il mondo della fotografia, eppure cerco di cavarmela, appassionandomi sempre di più.

Inoltre adoro aggiungere per ogni foto, vari effetti come: luminosità, contrasto, ombra, nitidezza, saturazione e sfumatura!

Penso che in una foto si possa racchiudere un solo mondo, unico, stupendo e soprattutto tuo!

Detto ciò, sono felice di aver scelto un argomento del genere per la mia tesina e sono certa che non me ne pentirò :)

ECCO ALCUNE DELLE FOTO SCATTATE DA ME

LA BELLE E'POQUE

FRANCESE

FRANCESE

L'image de la Belle Epoque, est liée à des événements et des fonctionnalités sociales et des costumes, plutôt que des événements politiques et historiques.

L'Europe qui arborait, surtout entre Paris et Vienne, cancan la compagnie, de la Bella Otero, de grands artistes, avait un fond de historiquement exact : les années du colonialisme, du chancelier Bismarck, l'expansion des grandes familles capitalistes.

LA BELLE E'POQUE

PARTIE #1

PARTIE #1

Le nom "Belle E'poque" marque une période historique qui va de la fin du XIX* (dix-neuvième) siècle jusqu'au début de la Première Guerre mondiale, en 1914 (dix-neuf cent quatorze).

C'est justement après la Grande Guerre que nait l'expression "Belle E'poque". Dans un moment de crise et de ruine, on considérait ces années comme un age d'or, heureux et prospère.

En effet, pendant cette période, les arts se renouvèlent et les progrès sociaux, économiques, technologiques et scientifiques sont nombreux: on invente l'automobile, l'avion, le téléphone; on fait d'importantes découvertes en médecine.

PARTIE #2

PARTIE #2

Dans ce contexte, la France, un pays riche et développé industriellement, contribue à la modernisation.

Les frères Renault s'adonnent à la fabrication industrielle de l'automobile et contribuent à la diffusion de ce moyen de transport dans le pays.

Marcel Deprez et Aristide Bergès mettent au point un système pour transporter l'électricité et contribuent ainsi à la diffusion de l'éclairage domestique.

Les frères Lumière, ingénieurs et industriels, développent à Lyon les techniques de la photographie qu'ils appliquent aussi au cinéma.

Pour la médecine, en 1881 (dix-huit cent quatre-vingt-un) le grand savant Louis Pasteur met au point des vaccins contre le charbon, une maladie mortelle pour les hommes.

PARTIE #3

PARTIE #3

Pierre et Marie Curie isolent le radium et découvrent la radioactivité en collaboration avec Becquerel. Ils recoivent le prix Nobel de physique en 1903 (dix-neuf cent trois).

A' Paris, les Expositions universelles de 1889 (mille huit cent quatre-vingt-neuf) et 1900 (mille neuf cents), représentent "le bilan" d'un siècle de progrès techniques. C'est à l'occasion de l'Exposition universelle de 1889 (mille huit cent quatre-vingt-neuf) qu'on construit la Tour Eiffel.

Pour l'Exposition de 1900 (mille neuf cents) on batit le Grand Palais et le Petit Palais et on inaugure le pont Alexandre III, l'un des plus emblématiques de la capitale.

En somme, la Belle E'poque est une période foisonnante dans tous les domaines.

N'oublions pas que c'est pendant cette meme période que le Titanic coule et que la Première Guerre mondiale se prépare!

Joie de vivre et luxe débridé!

Per l'uso della fotocamera

EDUCAZIONE FISICA

LA MOVIOLA NEI VARI SPORT

La Moviola è un dispositivo utilizzato, soprattutto in passato, per la visione di filmanti in fase di montaggio.

LA MOVIOLA NEI VARI SPORT

PARLIAMONE UN PO'

PARLIAMONE UN PO'

Il suo impiego è legato al montaggio cinematografico inteso in senso tradizionale.

L'utilizzo prima della Moviola e poi delle più recenti tecnologie si è esteso, da molti decenni, trovando sbocchi anche nel mondo dello sport e nei mass media sportivi.

In questi ambiti, il termine moviola è assurto da semplice marchio di fabbrica a termine generico.

LA SUA STORIA

LA SUA STORIA

Inventata negli Stati Uniti dall'ingegnere olandese Iwan Serrurier (1917), la Moviola fu pensata in un primo momento come proiettore cinematografico destinato al grande pubblico.

A questo scopo, la scelta del nome fu un evidente richiamo al fonografo Victrola, particolarmente popolare nell'America di quegli anni; Serrurier, infatti, riteneva che la sua invenzione avrebbe significato per la musica a casa (ad esempio, anche la Moviola era dotata di un mobile in legno da arredamento, esattamente come la Victrola).

Questi primi modelli, tuttavia, non ebbero molto successo sul mercato per via soprattutto dei loro costi elevati (600 dollari nel 1920, pari all'incirca a 20.000 dollari odierni).

L'avvento del cinema sonoro, dei formati in 65 e 70 mm e la necessità di un'apparecchiatura di montaggio portatile durante la seconda guerra mondiale contribuirono alla grande crescita di mercato della Moviola.

Il figlio di Iwan Serrurier, Mark Serrurier, succedette alla guida della società nel 1946, e nel 1966 la vendette alla Magnasync Corporation (filiale della Craig Corporation) per tre milioni di dollari.

UTILIZZO

L'UTILIZZO

Michael Kahn

lavorò con

La Moviola permise ai montatori di studiare le singole inquadrature nelle salette, permettendo di scegliere i punti di taglio più adatti.

Questo meccanismo permette di spostare la pellicola in modo continuo anziché intervallato e, al prezzo di una nitidezza lievemente minore, riduce il rumore e permette di visionare la pellicola fino a dieci volte la velocità nominale, riducendone anche l'usura.

Inoltre, rendono possibile l'uso di pellicole sia a 16 che 35 mm sulla stessa macchina e permettono di gestire colonne sonore multiple, a seconda del numero di piatti di cui è dotata ogni macchina.

Un altro vantaggio consiste nel fatto che è possibile caricare rulli di pellicola molto lunghi, anche di venti minuti, mentre una Moviola tradizionale carica al massimo 300 metri di pellicola, circa 11 minuti, visionabili con qualche difficoltà per via dell'assenza del trasporto ad alta velocità.

Tuttavia, alcuni montatori continuano a preferire la moviola verticale, tra cui Michael Kahn, famoso per il suo lavoro con Steven Spielberg.

Steven Spielberg

TECNOLOGIA

LA MACCHINA FOTOGRAFICA "REFLEX"

La reflex, è un tipo di fotocamera dotata di un sistema di mira che permette di osservare dal mirino ottico l'inquadratura in ingresso dallo stesso obiettivo.

LA MACCHINA FOTOGRAFICA "REFLEX"

I SUOI ELEMENTI

QUALI SONO?

I SUOI ELEMENTI

1. Obiettivo - E' l'elemento che permette il passaggio della luce all'interno del corpo della fotocamera: è formato da una o più lenti che “trasmettono” l’immagine reale di un soggetto inquadrato sul piano focale. Il piano focale è il piano posto ad una distanza per la quale un obiettivo forma un’immagine nitida.

5. Mirino - E' il dispositivo che permette di scegliere e comporre l'inquadratura. All'interno del mirino ci sono gli indicatori per valutare la messa a fuoco e l'esposizione del soggetto.

Il grande vantaggio del mirino reflex sta nella possibilità di inquadrare la scena attraverso l'obiettivo stesso, potendo vedere quindi esattamente l'immagine che si formerà sul sensore. La copertura del mirino è un fattore importante per la composizione dell’immagine.

Con lo sviluppo della fotografia digitale è nato anche un tipo di mirino elettronico e sono diventati possibili sistemi non reflex e senza specchio.

2. e 3. Specchio - E' l'elemento mobile che permette di inquadrare nel mirino l’immagine vista dall’obiettivo. Normalmente lo specchio è inclinato di 45°, proprio per riflettere verso l'alto la luce che attraversa l'obiettivo.

4. Pentaprisma – E’ il sistema ottico in grado di invertire la destra con la sinistra nell’immagine riflessa dallo specchio reflex.

Per motivi economici molte fotocamere utilizzano al posto del pentaprisma un sistema di cinque specchi, detto appunto pentaspecchio.

Non influisce tuttavia, in alcun modo, sulla qualità delle immagini.

6. Otturatore - E' il dispositivo che permette di fare arrivare luce al sensore quando si preme il pulsante di scatto. L'otturatore può essere di due tipi: centrale e a tendina. Nell'otturatore centrale si ha una serie di lamelle mobili poste tra le lenti dell'obiettivo;

Nell'otturatore a tendina, invece, abbiamo due tendine poste vicino al sensore: quando si scatta la foto.

8. Diaframma - E' l'elemento interno all'obiettivo attraverso il quale passa la luce che entra nella fotocamera prima di raggiungere il sensore. E' costituito da un insieme di lamelle che vanno a formare un piccolo foro di ampiezza variabile, permettendo di dosare la quantità di luce.

9. Percorso della luce -

I raggi luminosi sono raccolti e passano attraverso l'obiettivo e arrivano allo specchio che li riflette verso il pentaprisma che, a sua volta, li "raddrizza" e li invia al mirino, dove inquadriamo la scena. Quando premiamo il pulsante di scatto il diaframma nell'obiettivo si chiude al diametro da noi voluto, lo specchio si alza, l'otturatore si apre per il tempo da noi stabilito e i raggi luminosi si vanno a depositare sul sensore. Sul sensore si formerà l'immagine.

7. Sensore - E' l'elemento della fotocamera esposto alla luce: si tratta di un componente elettronico che cattura le immagini e le "traduce" in dati per essere immagazzinati nella scheda di memoria.

E ANCORA...

Fin qui abbiamo visto le parti essenziali alla base del funzionamento di una Reflex: aggiungiamo qualche breve cenno ad altri importanti elementi.

Pulsante di scatto -

Il pulsante di scatto aziona l’otturatore ed il diaframma: una prima leggera pressione del pulsante permette la messa a fuoco e la lettura dell’esposizione all’interno del mirino.

Esposimetro - Nelle reflex l'esposimetro legge e misura la luce che attraversa le lenti del sistema ottico e va a cadere sulla superficie sensibile.

Selettore della sensibilità (ISO) - Permette di impostare la velocità ISO (sensibilità alla luce del sensore) in base al livello di luminosità dell’ambiente.

Selettore della compensazione dell’esposizione - La compensazione dell’esposizione può aumentare (più luminosa) o diminuire (più scura) l’esposizione standard impostata dalla fotocamera.

Flash - La maggior parte delle reflex sono dotate di un piccolo flash incorporato. C’è la possibilità di aggiungere un flash esterno, molto più potente e funzionale.

Controllo della nitidezza - La profondità di campo è la distanza tra i soggetti più vicini e quelli più lontani dalla fotocamera entro la quale l’immagine appare nitida. La visione attraverso il mirino è a diaframma tutto aperto.

Scheda di memoria - E’ l’elemento che permette di memorizzare le immagini.

Messa a fuoco/Schermo di messa a fuoco -

Sul sensore si forma l’immagine degli oggetti che si trovano davanti all’obiettivo. In linea generale, una fotografia viene considerata tecnicamente ben riuscita quando è dotata di nitidezza, ossia quando è perfettamente a fuoco:.

Tutte le fotocamere sono poi dotate di autofocus, con messa a fuoco automatica.

Uno schermo di messa a fuoco è formato da materiale traslucido, solitamente vetro smerigliato, che ci permette di visualizzare in anteprima l'immagine inquadrata in un mirino. Uno schermo di messa a fuoco ha incisi dei segni che forniscono un aiuto per la messa a fuoco manuale o per gli allineamenti della composizione.

PROGETTO ESAMI DI TECNOLOGIA

LINK AL SITOWEB E AL PREZI

SITOWEB:

http://cms.canton-tower.webnode.it/

PREZI:

https://prezi.com/kz52xkc41bjf/edit/#4_30863873

ARTE

LA FOTOGRAFIA IN GENERALE

Possiamo parlare di fotografia d'arte come parliamo di pittura e di scultura.

L'immagine fotografica è considerata da gran parte dei critici al pari delle discipline pittoriche.

Negli ultimi anni il panorama si è allargato ed è stato rivoluzionato dall'uso degli apparecchi digitali che ha moltiplicato le possibilità di ogni artista.

LA FOTOGRAFIA IN GENERALE

COS'E' LA FOTOGRAFIA?

Disegnare con la luce.

COS'E' LA FOTOGRAFIA?

Il termine fotografia deriva dal greco antico

La fotografia è la tecnica e l’arte di riprodurre immagini non in movimento, a colori o in bianco e nero, su un materiale che cambia colore a contatto con la luce o su un supporto digitale.

Fotografia significa quindi letteralmente scrittura (grafia) con la luce (fotos).

Ma la fotografia è molto di più: è arte, documento, informazione, passione e pensiero; un mondo dove realtà e finzione, emozione e studio, spirito e materia si mescolano e si fondono.

La fotografia è la fusione di due attimi, indissolubili e distanti tra di loro.

Da una parte il soggetto ritratto, dall’altra lo stato d'animo del fotografo.

Il loro incontro fa nascere una possibile visione della realtà.

FRASI

Il desiderio di scoprire, la voglia di emozionare,

il gusto di catturare:

tre concetti che riassumono l'arte della fotografia.

(Helmut Newton)

"La fotografia ti permette di fermare l'attimo, cogliere un istante, fermare il tempo. Lasciare ai posteri un ricordo della tua vita, lasciare che qualche altro veda con i tuoi occhi."

(Gianni Amodio)

Ogni fotografia è un momento privilegiato,

trasformato in un piccolo oggetto

che possiamo conservare e rivedere

(Susan Sontag)

Le fotografia può raggiungere l'eternità

attraverso il momento.

(Henri Cartier-Bresson)

ECCO ALCUNE FOTO CHE RACCHIUDONO VARI MOMENTI:

ECCO ALCUNE FOTO CHE RACCHIUDONO VARI MOMENTI:

PARLANDO DI GUERRA

La fotografia è servita spesso a pianificare e a condurre le guerre.

Molte foto vengono scattate di proposito da persone qualunque, magari durante un attentato, altre invece vengono scattate da coraggiosi giornalisti o fotografi, che per mostrare a tutti cosa succede nel mondo, hanno la forza di fotografare e registrare di tutto.

FOTO DI VITA QUOTIDIANA

Per passatempo o semplicemente per voglia, giornalmente si sceglie di scattarsi delle foto in compagnia o anche da solo.

RICORDANDO I MOMENTI STORICI

NELSON MANDELA

I CAMPI DI CONCENTRAMENTO

IL GRUPPO DEI BEATLES

NON DIMENTICARE, NEANCHE SE PASSA IL TEMPO

Le foto ricorrenti ai momenti storici, sono state fatte più che altro per l'esigenza del ricordo, per non dimenticare tutto quello che c'è stato anni fa, visto che ormai si è troppo distratti dalla tecnologia e si tralasciano momenti speciali.

IMMAGINI DI PAESAGGI

Poi quando capita di partire per andare ad esplorare il mondo e quindi per scoprire nuovi luoghi, non si perde l'opportunità di scattare varie foto.

MUSICA

Per l'utilizzo della videocamera

IL CINEMA SONORO

Il cinema sonoro è il cinema in cui le immagini sono accompagnate da suono.

Il cinema nasce infatti come cinema muto, cioè privo di suono, solo successivamente viene realizzata e utilizzata la possibilità di aggiungere alle immagini il suono.

L'ENTRATA NEL SUONO E LE VOCI NEL CINEMA

LE ORIGINI DEL CINEMA SONORO

LE ORIGINI DEL CINEMA SONORO

Le origini del cinema risalgono ufficialmente al 1895, quando i fratelli Lumière proiettarono davanti a un pubblico esterrefatto il loro primo breve filmato, che mostrava l’arrivo di un treno in stazione.

Questo filmato era un esperimento, frutto dei grandi progressi nel campo della fotografia.

Fino alla fine degli anni ’20 non comparve, però, la colonna sonora: si trattava quindi di cinema muto.

I dialoghi erano scritti e venivano inquadrati fra una scena e l’altra; gli altri suoni, invece, erano “dal vivo”.

L’avvento del cinema sonoro risale al 1927, anno in cui venne proiettato il film “Il cantante di jazz”.

Questo avvenimento segnò un decisivo salto di qualità nel linguaggio cinematografico, che scopriva nuove possibilità espressive.

LA COLONNA SONORA

LA COLONNA SONORA

Si denomina colonna sonora lo spazio riservato, su una pellicola cinematografica, alla registrazione del suono rispetto a quello occupato dall’immagine.

Ma, per colonna sonora si intende anche l’insieme degli eventi sonori inerenti a una realizzazione cinematografica: il parlato, gli effetti sonori e la musica.

Il parlato è la parte del sonoro che riguarda l’uso della voce e consiste in monologhi e dialoghi; talvolta sono anche presenti voci fuori campo.

Gli effetti sonori sono, invece, le voci di sottofondo, i versi degli animali e i rumori ambientali.

La musica, componente essenziale di quasi tutti film, si trova nei titoli di testa, all’interno del film e nei titoli di coda.

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