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TINA MODOTTI

TINA MODOTTI

Inizia la sua carriera da fotografa. Dopo un primo periodo definito "romantico", tra il 1923 e il 1926, dopo la partenza di Weston per gli Stati Uniti e l'affiliazione di Tina al Partito comunista messicano, passa al periodo "politico", tra il 1927 e il 1930.

si trasferisce negli Stati Uniti, dove il padre era precedentemente immigrato in cerca di fortuna. Tina inizia a lavorare come operaia tessile e sarta. Poco dopo inizia a lavorare nel teatro e nel cinema.

1923

1913

BIOGRAFIA

Nasce a Udine nel 1896 da una povera famiglia operaia. Fu costretta a lavorare fin da giovanissima.

Birth

1917

.Modotti ebbe modo di conoscere diversi esponenti dell'ala radicale del comunismo, tra cui i tre funzionari del Partito Comunista Messicano con cui ebbe tra l'altro delle relazioni sentimentali, Xavier Guerrero, Julio Antonio Mella e Vittorio Vidali.

sposa il poeta e pittore canadese detto “Robery”, il quale morirà nel 1922 dopo aver contratto il vaiolo in Messico. Qui Tina si reca per assistere al suo funerale e l’anno seguente decide di trasferirsi con il novo partner, il fotografo Edward Weston.

Death

Nella notte del 5 gennaio, dopo una cena con amici, Tina Modotti muore, colpita da infarto, dentro un taxi che la sta riportando a casa. . La sua tomba è nel grande Panteón de Dolores a Città del Messico, e riporta parte di una poesia scritta per lei da Pablo Neruda.

1928

1942

dopo l’uccisione del rivoluzionario cubano Antonio Mella, suo compagno, fu considerata persona sospetta ed espulsa dal Messico. Cominciò così a vagare per l’Europa, impegnandosi in Polonia, in Francia, nella Russia staliniana, in Spagna, abbandonando definitivamente la fotografia.

dopo il collasso del movimento repubblicano, la Modotti lasciò la Spagna con Vidali per tornare in Messico sotto falso nome.

1938

epitaffio di neruda

“Tina Modotti, sorella non dormi, no, non dormi: forse il tuo cuore sente crescere la rosa di ieri, l’ultima rosa di ieri, la nuova rosa. Riposa dolcemente sorella. Sul gioiello del tuo corpo addormentato ancora protende la penna e l’anima insanguinata come se tu potessi, sorella, risollevarti e sorridere sopra il fango”.

"RIVOLUZIONE SU PELLICOLA"

Quando Tina conobbe il Messico nel 1923, trovò una nazione in transizione: il Messico cercava di ricostruire le sue infrastrutture nazionali e di creare la propria identità dopo la Rivoluzione del 1910. L'indigenismo era una filosofia che molti funzionari governativi, intellettuali e artisti vedevano come un mezzo per il paese per ridefinire ciò che significava essere messicano. I sostenitori dell'indigenismo credevano che attraverso la cultura indigena, passata e presente, il Messico sarebbe stato in grado di rinascere lanciandosi nell'era moderna.

La carriera di Tina come fotografa fu in auge negli ultimi anni degli anni Venti. Il suo impegno politico, la portò a pubblicare le sue fotografie su numerose riviste.

Si guadagnò inoltre la fiducia delle istituzioni messicane che la invitarono a realizzare la sua prima mostra individuale nella Biblioteca Nazionale del Messico. Alla conclusione della mostra Siqueiros giudicò Tina Modotti la prima fotografa rivoluzionaria.

LA RIVOLUZIONE MESSICANA

fotografie e temi

La fotografia di Tina è forse l’opera in assoluto che meglio rappresenta la società messicana degli anni tra le due guerre.

Nei suoi ritratti viene privilegiata l’inquadratura dal basso verso l’alto; la luce diventa più radente; i copricapo vengono spesso utilizzati per sfumare il passaggio dall’ombra alla luce ed evitare contrasti troppo bruschi. Tina collega il Tehuana alla Rivoluzione e sottolinea la posizione della donna indigena nella società messicana e nel nuovo stato. Attraverso le sue foto, è stata in grado di relazionarsi con queste donne e di acquisire forza da loro prima della sua espulsione dal Messico.

Spesso ritrae strumenti e oggetti comuni: falce e martello rappresentavano i poveri, i campesinos messicani e gli indigeni e avrebbero ricordato ai messicani gli ideali rivoluzionari.

All'epoca in cui sono state scattate queste fotografie, Modotti si stava impegnando sempre di più con il Partito Comunista Messicano, e molte opere di questa serie riflettono i suoi ideali comunisti.

Worker’s Parade

1.

Mujeres de Tehuantepec

3.

Autorretrato

4.

MANOS DE CAMPESINO

CON PALA

5.

manos de titiritero

“La fotografia, proprio perché può essere prodotta solo nel presente e perché si basa su ciò che esiste oggettivamente davanti alla macchina fotografica, rappresenta il medium più soddisfacente per registrare con obiettività la vita in tutti i suoi aspetti ed è da questo che deriva il suo valore di documento. Se a questo si aggiungono sensibilità e intelligenza e, soprattutto, un’idea chiara sul ruolo che dovrebbe avere nel campo dello sviluppo storico, credo che il risultato sia qualcosa che merita un posto nella produzione sociale, a cui tutti noi dovremmo contribuire”.

(Tina Modotti, 1929).

citazione

LOLA ALVAREZ BRAVO

LOLA ALVAREZ

BRAVO

Anda Dolores Concepcion Martinez nasce a Lagos de Moreno (Jalisco). Dopo l’abbandono della madre, si trasferisce con il padre e il fratello a Città del Messico. Qui il padre muore prematuramente (1916)

Lola Álvarez Bravo avrà la possibilità di entrare in relazione con i più importanti artisti di quel particolare momento di piena effervescenza, ricco di stimoli, di speranze e di grandi sogni politici.

1924/25

1903

la vita

1922

Nel 1922 si iscrisse alla Escuela Nacional Preparatoria, dove conobbe Frida Kahlo.È proprio in Messico che incontra Manuel Álvarez Bravo.

Death

Iniziò a catalogare fotografie nel Dipartimento della Pubblica Istruzione e due anni dopo fu assunta per gestire i seminari di fotografia dell'Università Nazionale Autonoma del Messico

Rimase in Messico fino al 1971 e morì nel 1993

1935

1993

1953

La sua galleria – la Galería de Arte Contemporáneo in Calle Amberes 12 – dedicherà a Frida Khalo la prima retrospettiva delle opere

Lola Alvarez Bravo è stata una figura chiave del rinascimento artistico post-rivoluzionario in Messico. Nel Messico post-rivoluzionario degli anni Trenta – terra promessa del socialismo internazionale – è stata la prima donna fotografa messicana di professione e una delle pioniere del fotomontaggio, non solo sensibile e ispirata ritrattista (ha fotografato gente comune e innumerevoli personalità del mondo letterario e artistico messicano), ma anche attenta e impegnata in un’opera documentaria del mondo contadino e operaio e, in particolare, del mondo femminile all’interno della società del tempo, oltre che insegnante, gallerista e regista.

periodo storico-sociale

Lola Alvarez Bravo è influenzata dalle istanze del Surrealismo nei temi, sceglie di fotografare figure isolate, di ambienti vagamente onirici, inquietanti o misteriosi. Realizza ritratti di intellettuali, artisti, di gente comune ed è particolarmente affascinata dalla ritrattistica femminile e da soggetti femminili (donne, maternità, nudo femminile e fotomontaggi).

Non rinuncia a denunciare la profonda ingiustizia sociale dello sfruttamento femminile nel periodo post-rivoluzione. Il suo desiderio è di andare al di là dell’apparenza, raccontare e approfondire i motivi, le radici dei problemi della società messicana – la povertà, l’abbandono, il lavoro minorile, la posizione marginale, a volte tragica della donna – di cui, riteneva, siamo tutti responsabili. Affermava di voler catturare l’essenza degli esseri e delle cose, il loro spirito, la loro realtà, sottolineando che l’interesse, la propria esperienza, il compromesso etico ed estetico costituiscono il terzo occhio del fotografo.

fotografie e temi

De generación en generación

1.

Indiferencia

3.

La gruta

4.

Por culpas ajenas

5.

6.

untitled

GRACIELA ITURBIDE

GRACIELA

ITURBIDE

.Graciela perde la figlia e la sua morte la spinse a dedicarsi alla fotografia. Iniziò a studiare all’Università Nazionale Autonoma del Messico e qui entrò in contatto con Manuel Alvarez Bravo che diventò il suo mentore.

1979

1970-71

Iturbide lavora per il pittore Francisco Toledo, che le chiede di fotografare il gruppo indigeno di Juchitán e sviluppa la serie Juchitàn de las Mujeres.

LA VITA

Le viene commissionato dal Etnografico Archivio dell'Istituto Nazionale Indigeno del Messico un lavoro in merito agli indiani Seri che vivono nel deserto del Sonora.

1978

Nasce nel 1942 a Città del Messico

vive e continua a lavorare a Città del Messico.

Iturbide viene invitata a lavorare a Cuba, Germania dell'est, India, Madagascar, Ungheria, Parigi e Usa realizzando un importante numero di lavori.

2016

1980-2000

Birth/Death

Ottiene numerosi premi e riconoscimenti tra cui il prestigioso Hasselblad Award, ritenuto il nobel per la fotografia.

2008

tra tradizione e globalizzazione

Con i suoi lavori, Graciela Iturbide, è riuscita a immortalare la cultura e il paesaggio della sua amata terra, il Messico.

Ci propone la visione di un Messico che se da una parte è ancora molto legato alla tradizione dall'altra lo vede aprirsi al modernismo e all'era della globalizzazione.

Questo fattore è evidente in alcuni scatti realizzati nel deserto del Sonora (al confine con gli Usa), in cui un uomo indossa i tipici abiti e occhiali dei cantanti americani e un altro ancora è lo scatto di una donna Seri i cui lunghi capelli sono sotto la vita, vestita con un abito tradizionale che sembra fluttuare nel deserto, mentre trasporta un articolo distintivo della vita urbana dell'epoca: uno stereo portatile. Probabilmente quell'oggetto è stato barattato con gli americani in cambio di oggetti artigianali.

Ma oltre a questi scatti Iturbide immortale i riti, le feste, gli usi e i costumi di un Messico che intende rinnovare le proprie tradizioni messe a dura prova dal colonialismo.

lavori

Graciela Iturbide ha un approccio fotografico molto semplice: lavora con la luce naturale, senza treppiede, flash o teleobiettivi e segue la sua curiosità e, non appena vede qualcosa che gli piace e scatta sempre in bianco e nero. Si arrende alla magia della sorpresa.

Lei non identifica il suo lavoro né nel surrealismo né nel realismo magico ma si definisce "complice" dei suoi modelli.

Le sue fotografie sono cariche di mistero e di una forza mitica le sue immagini magico-realistiche sono capaci di cogliere sia nel rituale dei gesti quotidiani, che nei paesaggi e negli oggetti la dimensione poetica e simbolica del Messico.

Tra i suoi lavori più importanti ci sono il progetto Juchitàn de las Mujers dove documenta la vita, le tradizioni e riti della società matriarcale del Juchitàn; il progetto Those who live in sand scatti che vedono protagonista il gruppo indigeno dei Seri che vive nel deserto del Sonora; Il bagno di Frida Khalo.

oltre a questi progetti ricorrenti sono gli scatti delle strade Messicane, il tema della morte, gli uccelli e alcuni suoi autoritratti.

Per Graciela la fotografia è un mezzo per conoscere il suo paese e la sua cultura e per rendere visibile ciò che, per molti, è invisibile.

Nuestra Señora de las Iguanas

1.

Cementerio Juchitàn

2.

Birds

3.

Deserto sonora

4.

Those who live in the sand

5.

FLOR Garduño

FLOR

Garduño

Early Life

Flor Garduño nasce a Città del Messico il 21 marzo. All'età di cinque anni, la sua famiglia si trasferì in un'hacienda a 25 km dalla capitale, dove ha vissuto a stretto contatto con gli animali e la natura, un'esperienza che ne ha esaltato il carattere.

Flor abbandona gli studi per lavorare come assistente in camera oscura di Manuel Álvarez Bravo, uno dei più prestigiosi fotografi messicani, perfezionando le sue capacità fotografiche .

la sua carriera di fotografa è definita a partire da questo periodo.

1979

1957

la vita

1976

Flor studia arti visive alla Old San Carlos Academy (UNAM), dove si concentra sulla ricerca degli aspetti strutturali della forma e dello spazio. Si interessa in particolare al lavoro di Kati Horna che, con la dimensione magica ed espressiva della sua fotografia, ha avuto un impatto significativo sullo sviluppo del lavoro di Flor

Inizia a lavorare presso il Dipartimento della Pubblica Istruzione sotto la supervisione della fotografa Mariana Yampolsky; durante questo periodo visita zone rurali remote per trovare temi appropriati per i libri scolastici, un'esperienza che le permette di approfondire la conoscenza del Messico e della vita dei gruppi indigeni e di definire il suo stile.

1981

1993

Si dedica alla rivista svizzera DU . pubblica il suo libro" Witness of Time", un successo clamoroso che venne tradotto in cinque lingue e le permise di programmare un ampio tour espositivo internazionale attraverso oltre quaranta paesi in America e in Europa.

la donna nel messico odierno

femminismo in messico

Creando la propria arte, nel periodo post-rivoluzionario, gli artisti poterono rivendicare la propria identità e la propria interpretazione della femminilità. Mentre le artiste nell'immediato periodo post-rivoluzionario hanno cercato a loro modo di ridefinire la loro personale percezione del corpo e del loro immaginario in modi nuovi, non hanno però in generale sostenuto il cambiamento sociale. Sono state le femministe che sono arrivate più tardi, guardando al loro lavoro, a caratterizzarlo come rivoluzionario per innescare un cambiamento sociale. Fino agli anni Ottanta, la maggior parte della discussione sul femminismo si è concentrata sulle relazioni di genere, sui diritti ai salari e sulla maternità. Dopo quel periodo di tempo, sono emersi i corpi, i bisogni personali e la sessualità. Alcune studiose femministe a partire dagli anni '80 hanno valutato i dati storici sulle donne e hanno dimostrato di aver partecipato a plasmare la storia del Paese.

"inner light"

Dopo la nascita della sua seconda figlia, Flor, intraprende un nuovo percorso che la riconduce “alle origini”, intese come radici dell’universo femminile, spesso rappresentate mediante la mitologia greca o cristiana, nella rappresentazione della fertilità. Le fotografie di "Inner Light" descrivono un regno profondamente personale in cui l'artista vaga attraverso il territorio sfaccettato del mitico femminile.

È come se l’obiettivo della sua fotocamera stesse cercando la forza vitale procreativa mentre si avvolge invisibilmente attraverso curve di carne, si irradia dall'amuleto della mano di un bambino, sgorga da calle tra i seni di una donna o scivola tra le dita di una donna come un serpente .

"Gatomonte" Messico, 1998

1.

"Medusa" Messico, 1998

2.

"Los limones" Messico, 1998

3.

"Magdalena" Messico, 1999

4.

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