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Transcript

SCUOLA SICILIANA

Quadro

introduttivo

Che cos'è e quando nasce?

  • Alla corte di Federico II di Svevia in Sicilia, tra il 1230 ed il 1250 si riuniscono poeti che imitano la poesia trobadorica utilizzando il dialetto siciliano anziché la lingua d'oc.
  • L'impero di Federico II contendeva alla Chiesa il primato politico e culturale in Europa e volle creare un polo culturale laico, aperto alla lingua volgare. Vi confluirono filosofi, scienziati, letterati e poeti.

  • A differenza della situazione dell'Italia del Nord, in cui la realtà comunale favoriva contrasti tra fazioni politiche dei Guelfi e dei Ghibellini, in Sicilia vi era un forte potere monarchico assoluto e accentratore, senza possibilità di opposizione.
  • A differenza dei trovatori provenzali che si spostavano di corte in corte, i rimatori siciliani operano nell'ambito di un'unica corte imperiale.
  • I poeti siciliani sono tutti funzionari dello Stato, come notai e giudici e nei loro versi trattano unicamente temi amorosi.
  • La poesia infatti rappresenta per questi poeti-funzionari un'evasione dalla realtà o un segno di appartenenza all'élite culturale e il tema dell'amore è trattato come un gioco elegante e raffinato.

Contesto storico

Le Tematiche principali

La poesia siciliana riprende i temi della poesia provenzale in particolare il tema dell'AMORE, già teorizzato nel trattato di Andrea Cappellano

si rifà all'IDEALE CAVALLERESCO

Le

Tematiche

è una poesia più astratta e distaccata dalla realtà; l'amore non ha connotazioni fisiche ma è interiorizzato.

EVASIONE dalla realtà

Non sono presenti argomenti di natura politica e civile

-Psicologia e fenomenologia dell'amore

-riflessione e analisi interiore

MOTIVI RICORRENTI

  • Omaggio feudale alla dama, cantata come depositaria di ogni virtù e pregio e di fronte a cui il poeta si dichiara servitore.
  • Lodi dell'eccellenza della donna (fisiche e spirituali)
  • Speranza di ottenere una ricompensa della "servitù d'amore", non fisica, ma un riconoscimento.
  • Ritegno a rivelare il proprio amore, per timore dei "malparlieri".
  • Dolore per la lontananza, rimpianto delle gioie d'amore perdute.

L'amor cortese

Tutti questi motivi, già codificati dai trovatori in un'elegante convenzione, sono ulteriormente stilizzati in quanto privati di ogni legame con circostanze reali e immersi in un'atmosfera rarefatta.

I POETI SICILIANI

Lo stesso Federico II e i suoi due figli Enzo e Manfredi si dedicarono all'attività poetica, pur senza raggiungere livelli di eccelsa qualità.

I maggiori esponenti

gli esponenti più importanti sono

Jacopo

da Lentini

  • Riconosciuto da Dante (Purgatorio, canto XXIV) come fondatore della scuola siciliana e al quale è probabilmente attribuita l'invenzione del sonetto.
  • Di lui restano solo 38 componimenti (canzoni, canzonette e sonetti).
  • Sviluppa tre motivi fondamentali che saranno presenti nella poesia del Dolce Stilnovo:

- riservatezza e incomunicabilità (il poeta non può manifestare il suo amore se non svilendo sé e la donna);

- ineffabilità del sentimento;

- la lontananza.

Guido delle Colonne

Più scarna, ma notevolmente raffinata sul piano stilistico per la ricchezza di figure retoriche e per il sottile gioco analogico, è la produzione poetica di Guido delle Colonne (Messina, circa 1210 - circa 1280), del quale sono pervenute cinque canzoni:

  • La mia gran pena e lo gravoso affanno
  • Gioiosamente canto
  • Amor, che lungiamente m'ài menato
  • Ancor che l'aigua per lo foco lassi , citata da Dante nel De vulgari eloquentia.
  • La mia vit'è si fort'e dura e fera

Pier delle Vigne

Dante lo colloca come personaggio nell'Inferno (canto XIII); fu strettissimo collaboratore di Federico II, caduto poi in disgrazia e morto suicida.

Ha dato un contributo anche allo sviluppo del volgare di scuola siciliana con alcune canzoni, anche se solamente due sono a lui attribuibili con certezza, ed un sonetto di corrispondenza con Jacopo da Lentini e Jacopo Mostacci sulla natura dell'amore.

Cielo d'Alcamo

Il poeta fu molto probabilmente vicino alla Magna Curia di Federico II, anche se gli studiosi hanno ipotizzato si trattasse di un giullare.

È autore del CONTRASTO "Rosa fresca aulentissima" , dialogo tra la donna, almeno inizialmente ritrosa, e l'innamorato, in cui sono presenti, sul piano stilistico, riferimenti a generi propri della letteratura provenzale, come la pastorella. Si alternano nella lingua termini e immagini della tradizione cortese e della tradizione popolare e dialettale.

FORME METRICHE E LINGUA

metrica e lingua

canzone

  • Ereditata dalla poesia trobadorica, i cui testi circolavano alla corte di Federico II.
  • È un testo formato da un certo numero di strofe o stanze, cioè gruppi di versi omogenei tra loro per quantità e assortimento (ad esempio: settenari ed endecasillabi secondo un'alternanza che rimane costante).
  • Ogni strofa è divisa in due parti, fronte e sirma, che possono essere divise a loro volta rispettivamente in due piedi e due volte.
  • Tra fronte e sirma ci può essere un verso di collegamento detto chiave.
  • È un'invenzione dei lirici siciliani.
  • Composto da 14 endecasillabi, suddivisi in quattro strofe: due quartine (fronte) e due terzine (sirma).
  • Le strofe possono presentare vari schemi, tra cui quello alternato (ABAB ABAB) o quello incrociato (ABBA ABBA) nella fronte, mentre nella sirma sono presenti schemi più vari.

sonetto

TOSCANIZZAZIONE E "RIMA SICILIANA"

lingua

  • Scritte in origine in siciliano colto, con latinismi, gallicismi e provenzalismi, le poesie però ci sono giunte nella forma toscanizzata, perché i manoscritti originali giunti in Toscana vennero coipiati e corretti ("amuri" divenne "amore", "cori "cuore"...).
  • Le rime che in siciliano erano perfette divennero "imperfette" e così furono tramandate, dimenticando che i copisti avevano "toscanizzato" le parole.
  • La "rima siciliana" divenne un fenomeno culturale e fu imitata anche nei secoli successivi.
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