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Giuseppe Ungaretti nasce l’8 febbraio 1888, in una notte tempestosa, ad Alessandria d'Egitto da Antonio Ungaretti e Maria Lunardini, entrambi lucchesi. I suoi genitori si erano trasferiti per lavoro, dal momento che il padre lavorava alla costruzione del canale di Suez. Giuseppe avrà sempre un ricordo profondo del deserto che osservava nella sua città di infanzia.
FOTO
Resta orfano del padre che muore in un incidente ...
Resta orfano del padre che muore in un incidente di lavoro (1890). La madre fa di tutto per mandare avanti la famiglia e garantire al figlio una discreta educazione. Frequenta l'Ecole Suisse Jacot, ed è lì, tra i banchi di scuola, che scopre la passione per la letteratura. Frequenta Enrico Pea presso la “Baracca rossa”, un ritrovo per anarchici e socialisti. Attraverso le riviste «Mercure de France» e «La voce» si apre alla poesia contemporanea francese e italiana.
1970
Muore in Italia
1912 torna in Europa
2017
1915
Si arruola volontario
1888 nasce in Egitto
Parigi
Fronte meridionale
Alessandriai
Nel 1912, dopo cinque giorni passati sul ponte di una nave, arriva in Italia e, successivamente, si stabilisce in Francia, a Parigi, per studiare alla Sorbonne. Prende alloggio in un alberghetto, in rue Des Carmes, «appassito vicolo in discesa», insieme all’amico Mohammed Sceab, che morirà suicida.
Parigi in quegli anni brulica di artisti da tutto il mondo: Ungaretti ha l’occasione di stringere amicizie importantissime, che lo legano all’avanguardia artistico-letteraria. Bastino questi nomi: Apollinaire, Palazzeschi, Picasso, Modigliani, De Chirico.
Nel 1915, poco dopo aver pubblicato le sue prime poesie sulla rivista «Lacerba», si arruola volontario in fanteria per lo scoppio della Grande Guerra: comincia quella straordinaria e drammatica esperienza al fronte, circondato, asfissiato dalla morte. Combatte sul Carso e sul fronte francese.
In trincea Ungaretti scrive «lettere piene d’amore»: le poesie che andranno a far parte della raccolta Il porto sepolto, pubblicata prima a Udine in pochissime copie, grazie all’amico Ettore Serra. Sono poesie fulminanti, rapide, concise, dove l’emozione che le sostiene cerca la costante complicità del lettore.
cos'è la poesia?
Un’intera nottata
buttato vicino
a un compagno
massacrato
con la bocca
digrignata
volta al plenilunio
con la congestione
delle sue mani
penetrata
nel mio silenzio
ho scritto
lettere piene d’amore
Non sono mai stato
tanto
attaccato alla vita.
Come questa pietra
del S. Michele
così fredda
così dura
così prosciugata
così refrattaria
così totalmente
disanimata
Come questa pietra
è il mio pianto
che non si vede
La morte
si sconta
vivendo.
Chiuso fra cose mortali
(anche il cielo stellato finirà)
perchè bramo Dio?
Chiuso fra cose mortali
(anche il cielo stellato fini...
Di che reggimento siete
fratelli?
Parola tremante
nella notte
Foglia appena nata
Nell'aria spasimante
involontaria rivolta
dell'uomo presente alla sua
fragilità
Fratelli
Di queste case
non è rimasto
che qualche
brandello di muro
Di tanti
che mi corrispondevano
non è rimasto
neppure tanto
Ma nel cuore
nessuna croce manca
è il mio cuore
il paese più straziato.
Bosco di Courton, luglio 1918
Si sta come
d'autunno
sugli alberi
le foglie
Commiato
Il porto sepolto
Vi arriva il poeta
e poi torna alla luce con i suoi canti
e li disperde.
Di questa poesia
mi resta
quel nulla
d'inesauribile segreto.
Gentile
Ettore Serra
poesia
è il mondo l'umanità
la propria vita
fioriti dalla parola
è la limpida meraviglia
di un delirante fermento
Quando trovo
in questo mio silenzio
una parola
scavata è nella mia vita
come un abisso
Mattina
Santa Maria la Longa 26 gennaio 1917
M'illumino
d'immenso
M' illumino
d'immenso
con un breve
moto
di sguardo