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Le principali cause dell'eccessiva produzione di fosforo e azoto sono le attività umane: l'agricoltura intensiva, con l'uso di fertilizzanti, ma anche gli scarichi di acque reflue urbane.
Da qui, si innescano poi una serie di reazioni a catena che portano ad una drastica diminuzione della qualità delle acque e ad una degradazione dell’ecosistema interessato; Economy forum stima che il 50% dei fosfati utilizzati in agricoltura e nell’industria finiscono nel terreno.
Rimedi
Varie crisi idriche negli scorsi decenni sono avvenute proprio a causa dell’eutrofizzazione. Ed è per questo che non solo è essenziale adottare pratiche agricole sostenibili per ridurre il deflusso di nutrienti nei corsi d'acqua, ma anche occorre trovare una soluzione per interrompere il decorso del fenomeno laddove si sia già creato.
Il primo passo per evitare l’eutrofizzazione è quindi il monitoraggio degli specchi e corsi d’acqua, solo analizzando lo stato di salute di queste risorse si possono studiare i cambiamenti ambientali e intervenire per arginarli.
Allo stesso tempo occorre però che vengano fatti notevoli sforzi per migliorare la gestione delle acque reflue urbane e industriali, ma anche il corretto uso di fertilizzanti in agricoltura e l’adozione di sistemi meno impattanti sono elementi altrettanto cruciali. Infine, la sensibilizzazione pubblica sull’importanza di questo fenomeno può essere fondamentale per invertire la rotta e iniziare a tutelare in modo costante le risorse idriche e l’intero Pianeta.
Tutto questo però richiede una collaborazione tra governi, comunità locali, agricoltori, e settori industriali per sviluppare e attuare politiche e pratiche che proteggano le fonti di acqua e i loro fragili ecosistemi.
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Le distese di alghe solitamente tendono a coprire tutta la superficie dell'acqua. Essendo così fitte e diffuse, le alghe riescono a bloccare il filtrare della luce solare verso le zone più profonde di laghi e fiumi, e questo comporta una riduzione della quantità di ossigeno disponibile nell’acqua e quindi l’impossibilità per altre forme di vita acquatica di svilupparsi o anche solo di sopravvivere; si ha anche un declino delle macrofite, le quali non riescono più a svolgere le loro normali attività fotosintetiche e infine il problema influisce anche sulle capacità predatorie degli organismi che faranno più fatica a intercettare e a catturare le prede.
Un altro problema sono i nutrienti aggiuntivi che quando sono rilasciati alimentano più fioriture algali e, col passare del tempo, ci sono meno possibilità che l'equilibrio dell'ecosistema ritorni. Se dal principio avviene diminuzione di biodiversità, poi col tempo sopraggiunge non solo l’ipossia ovvero la mancanza di ossigeno che rende incompatibile l’ambiente con la vita, ma anche le acque diventano tossiche; conseguentemente ad essere influenzato è anche l’ecosistema oceanico.
Di norma un fiume o un lago, riceve delle sostanze nutritive come, per esempio, l'azoto e il fosforo che sono fondamentali per la nascita e lo sviluppo dei vegetali.
Quando troviamo una quantità eccessiva di queste sostanze, accade la proliferazione delle alghe e macrofite in superficie che possono anche accumularsi sul fondale, in quanto non adeguatamente e possono essere consumate dagli organismi dei livelli piu alti.
Sul fondale si trovano anche dei batteri che vanno ad attaccare queste piante acquatiche, decomponendole e consumando ossigeno, creando sofferenza alle comunità bentoniche. Tutto questo processo si chiama eutrofizzazione(si interessa principalmente alle zone di foce e agli ecosistemi lacustri).Pur trattandosi di un fenomeno naturale, nel corso dei decenni si è assistita ad una continua crescita dell'evento per le modificate condizioni ambientali, avendo come risultato un impatto negativo sia sulla qualità dell'acqua che sull'ecosistema.