Introducing 

Prezi AI.

Your new presentation assistant.

Refine, enhance, and tailor your content, source relevant images, and edit visuals quicker than ever before.

Loading…
Transcript

Ugo Foscolo

La concezione d'amore per Foscolo assume una connotazione romantica e passionale: si tratta di un sentimento importante , vissuto come un'esperienza suprema che si intreccia con quella politica.

La critica illuminista ai pregiudizi e sopratutto l'affermazione di una visione laica e materialistica della vita favoriscono una maggiore liberta' dei costumi e un gusto alla trasgressione erotica che alimenta la diffusione di tendenze libertine.

Foscolo amo' molte donne la cui bellezza fu fonte di ispirazione per alcuni componimenti

Isabella Teotochi

Negli anni veneziani Foscolo ha modo di farsi apprezzare presso i piu' prestigiosi ambienti letterari:dotato di una carica passionale seducente ed accattivante, e' ammesso nel salotto di Isabella Teotochi, moglie del conte Albrizzi, della quale Ugo divenne l'amante. Lui ha 17 anni, lei 35.

"AMANTE SOLO PER CINQUE GIORNI MA AMICA PER TUTTA LA VITA"

A lei dedica "I Sepolcri""

a

Continua inoltre ad intrattenere una fitta corrispondenza con Foscolo, al quale non manca sollecitudine e premura neppure nell'illustre miseria di Edward Square Kensington:

« Scrivetemi pure quanto più spesso potete col mezzo di questi esseri erranti che trottano spesso per l'Europa sbadatamente come noi per la piazza di San Marco. Amatemi sempre, ed aggradite i saluti di Giuseppino. Addio, bello e sublime ingegno, addio. Isabella »

Ad Ugo Foscolo (9 dicembre 1824)

Lady Fanny Emerytt Hamilton

Dal 1804 fino ai primi mesi del 1806 Foscolo e' nella Francia del Nord con il contingente italiano dell'armata che Napoleone preparava per invadere l'Inghilterra. Qui ha una relazione con la profuga inglese Sophia Hamilton, detta Fanny, dalla quale avra' la figlia Mary.

La figlia

Mary Foscolo, più nota come Floriana

Nasce dalla relazione tra Ugo Foscolo e una giovane prigioniera inglese nel 1805 o 1806, probabilmente in Francia, dove si consumò la relazione dei genitori.

In seguito al matrimonio della madre sarà allevata dalla nonna materna fino alla morte di questa. Floriana riceverà dalla nonna, Lady Walker, un lascito di circa tremila sterline. In questo periodo Foscolo, in esilio volontario fuori dall'Italia, comincerà la ricerca della sua presunta figlia. C'è infatti da dire che fu Sofia ad attribuirgli la paternità. La troverà nel 1822 e i due andranno a vivere insieme al Digamma Cottage. Non la presenterà mai, tuttavia, come sua figlia ma solo come Miss Floriana. Nel 1824 Foscolo terminò sia i suoi soldi che quelli di Floriana e i due furono costretti a ritirarsi in un alloggio più modesto lasciando che i creditori si impossessassero del Digamma Cottage.

Nel 1826 il padre si ammalò e Floriana cominciò a curarlo, trasferendosi prima in uno dei più squallidi quartieri di Londra, Henriette Str. Brunswick Square, e quindi a Turnham Green, sempre a causa della malattia del padre che curò fino alla morte di questi il 10 settembre del 1827. Floriana diviene quindi l'erede delle opere letterarie di Foscolo fino alla morte, avvenuta, secondo alcuni, due anni dopo quella del padre, nel 1829.

Luigia Pallavicini

Foscolo scrive quest'ode in occasione della sua permanenza a Genova

A Genova infatti incontra la nobildonna Luigia Pallavicini, donna molto nota per la sua bellezza. Un giorno ella cadde da cavallo su una scogliera di Sestri Ponente. A causa di questo incidente si era deturpata il viso senza possibilità di rimedio. Lei però con molta forza decide di non rinunciare alla sua vita che aveva prima che avvenisse l'incidente. Infatti continua a partecipare alle feste. L'unica differenza è che si copre il viso con un velo. Foscolo colpito dalla sua forza le dedica quest'ode. Qui prevale la bellezza in quanto bellezza estetica. In quest'ode viene raccontato l'incidente che ha deturpato il viso della donna.

Ad un certo punto Foscolo esprime la sua rabbia, infatti la donna aveva deciso di dedicarsi ad attività virili, come andare a cavallo, piuttosto che alla poesia. Nella parte finale dell'ode Foscolo augura alla donna di guarire e di poter tornare, un giorno, alla sua bellezza originaria.

Nell'ode sono presenti molti riferimenti mitologici. Lo stile è particolarmente ricercato, ricco di figure retoriche e tendente al sublime.

Teresa Pichler

(Roma, 3 giugno 1769 – Milano, 19 maggio 1834)

Teresa Pichler era l’attrice, moglie di Monti, che ispirò a Foscolo la figura, appunto, di Teresa, l’amore impossibile di Jacopo.

La vicenda dell'Ortis

Il motivo principale per cui è stata oggetto dei critici è però forse da ricercare nella relazione che ebbe con Ugo Foscolo, e nel fatto che fu, con buone probabilità, la prima ispiratrice delle Ultime lettere di Jacopo Ortis.

Il primo incontro con Foscolo avvenne a Bologna nel 1797, dove confluirono per un breve periodo, entrambi fuggitivi, lei da Roma, lui da Venezia dove era appena stato ratificato il trattato di Campoformio. I due continuarono a frequentarsi a Milano, e Foscolo ne andava pazzo. Una lettera di Teresa a Mario Pieri sembrerebbe provare che il sentimento era, almeno all'inizio e almeno in parte, corrisposto: «Anche lui (Foscolo) aveva presa una furiosa passione per me... Mi aveva minacciato che si sarebbe ucciso; ma io non gli credevo. Eppure arrivò ad inghiottire una gran dose d'oppio; e sarebbe morto se al servo... non fosse venuto qualche sospetto».

La vicenda dell'Ortis

La notizia che Foscolo scrisse come premessa all'Ortis: «Consunto dal sentimento della vanità della vita... se la vigilanza d'un amico suo non l'avesse impedito, poco mancò che egli una notte non s'uccidesse». Sembra che i due si riferiscano allo stesso episodio.

[…] spesso rido di me, perché propriamente questo mio cuore non può sofferire un momento, un solo momento di calma. Purché io sia sempre agitato, per lui non rileva se i venti gli spirano avversi e propizj. Ove gli manchi il piacere, tosto ricorre al dolore.

Antonietta Fagnani

«E com'eri tu bella questa sera! Quante volte ho ritirati i miei occhi pieni di spavento! Sì, la mia fantasia e il mio cuore cominciano a crearsi di te una divinità»

A Milano stabilisce una breve(1801-1803) ma intensa relazione con la moglie del conte Arese, per la quale scrive l'ode All'amica risanata.

Foscolo, alla fine della relazione, scrisse al Pecchio che Antonietta «aveva il cuore fatto di cervello»

La relazione ci è nota attraverso le sole lettere di lui, il cui

destino costituisce un interessante "caso" letterario

All'amica risanata

All’amica risanata è un componimento d'occasione, cioè un testo che, secondo una “moda” tipica della poesia di fine Settecento, viene composto per celebrare un evento e un personaggio ad esso collegato. Qui l’occasione è la guarigione di Antonietta Fagnani Arese, nobildonna milanese e figura di spicco della società napoleonica del periodo, con cui Foscolo intreccia una relazione.

La donna è malata nell’inverno tra 1801 e 1802 e si ristabilisce solo nella primavera di quell’anno; in quel momento Foscolo inizia la composizione del testo, che lo impegna fino ai primi mesi del 1803.

L’ode è pronta quando ormai il legame tra i due si è sciolto: alla celebrazione della bellezza di Antonietta si affianca quindi nel testo la riflessione di Foscolo sul ruolo e sulle finalità della poesia.

Il testo

Alcuni versi...

Fiorir sul caro viso

veggo la rosa ; tornano

i grandi occhi al sorriso

insidïando ; e vegliano

per te in novelli pianti

trepide madri, e sospettose amanti.

Vedo tornare sul tuo caro viso

il colore roseo; tornano

a sorridere i grandi occhi,

abili a sedurre; e a causa tua le madri preoccupate

e le amanti insospettite sono prese da timore e restano sveglie,

tormentate da nuovi pianti.

Quirina Mocenni Magiotti di Montevarchi

Dopo vari spostamenti fra Venezia e Milano, nell'estate '12 il poeta prende dimora a Firenze, dove resta fino all'anno seguente. Qui si convolge in altri amori: particolarmente importante quello per Quirina Mocenni, la donna gentile, che gli restera' legata tutta la vita, soccorrendolo ancora negli ultimi difficili anni.

«Nessuna donna comprese e amò Foscolo più della Quirina Magiotti; dimenticata spesso da lui, non si mostrò e forse non si sentì offesa, giacché il suo affetto era sì puro e sì alto da non poter esser turbato o scemato per femminili dispetti o rancori. Amò senza pretese, senza esigenze; tollerante, mite; non mai rampognatrice e aspreggiatrice, soccorse al poeta nelle sue strettezze, or palese, or nascosta, delicata sempre. Amò, strano e sublime a dirsi, senza chiedere e pretendere amore; amò confidente d'altri amori del poeta; amò serena, costante, infaticabile nel temperare all' uomo amato le noie e i dolori della vita»

Learn more about creating dynamic, engaging presentations with Prezi