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E' un programma di azione sottoscritta nel 2015 e rappresenta una sfida globale che mira a porre fine alla povertà, a lottare contro l‘ineguaglianza, ad affrontare i cambiamenti climatici, a costruire società pacifiche che rispettino i diritti umani.
Problemi pratici:
Ad oggi è giusto riconoscere che diversi obiettivi di quest'agenda saranno difficili da esaudire entro la scadenza previstra. Il problema del cambiamento climatico ad esempio richiederà ben più di 10 anni per rendere il nostro pianeta un posto sicuro. L´Agenda 2030 porta con sé una grande novità: per la prima volta viene espressa l’insostenibilità dell’attuale modello di sviluppo, non solo sul piano ambientale, ma anche su quello economico e sociale, superando in questo modo l’idea che la sostenibilità sia unicamente una questione ambientale e affermando una visione integrata delle diverse dimensioni dello sviluppo.
I 17 obiettivi sono interconnessi e mirano ad uno sviluppo sostenibile su tutti i piani: sociale, ambientale ed economico. Il 25 settembre 2015, i 193 stati dell’Assemblea Generale dell’ONU hanno adottato l’Agenda 2030 intitolata “Trasformare il nostro mondo. L’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile”.
Consumo e produzione responsabile
Si propone di raggiungere entro il 2030:
la gestione sostenibile e l'uso efficiente delle risorse naturali;
dimezzare lo spreco pro capite globale di rifiuti alimentari;
la gestione ecocompatibile di sostanze chimiche e dei rifiuti;
riciclaggio e riutilizzo;
incoraggiare le grandi aziende ad essere sempre piu' ecosostenibili.
-Sostituire i combustibili fossili inefficaci;
-appoggiare i paesi poveri e in via di sviluppo a prendere una via il piu' ecosostenibile possibile;
-raggiungere la gestione sostenibile e l’utilizzo efficiente delle risorse naturali;
La fonte delle materie prime sono le risorse naturali. Possono essere biologiche o minerali mentre le prime sono rinnovabili, le seconde no.
Materie prime rinnovabili: di origine animale o vegetale e si possono rigenerare al termine di ogni ciclo di consumo;
Materie prime non rinnovabili: di origine mineraria (combustibili fossili, o metalli). In natura ce n’è solo una data quantità che non può essere rinnovata in tempi confrontabili con le attività umane. Ad oggi praticamente tutti i settori industriali dipendono dall’approvvigionamento di materie prime minerali. Vari minerali giocano un ruolo determinante nella produzione di plastiche di uso quotidiano: basta pensare al carbonato di calcio e al talco
I 3 pilastri della sostenibilità:
per: risparmiare energie, inquinare di meno e proteggere la natura e l’ambiente
Il nostro sistema economico globale è stato a lungo dominato da un modello lineare con un approccio alla produzione e al consumo del tipo "prendi, produci e smaltisci". Questo modello lineare è uno spreco e si basa su un pensiero a breve termine, che fa affidamento su grandi quantità di risorse ed energia facilmente accessibili, molte delle quali sono a rischio di esaurimento rapido.
La vera sostenibilità è piuttosto circolare, in cui le risorse vengono recuperate alla massima qualità, riutilizzate e mantenute in circolazione il più a lungo possibile. I dirigenti delle aziende devono ora incorporare la sostenibilità in ogni aspetto delle loro operazioni.
Il problema principale del sistema attuale di gestione dei rifiuti è l’assenza di una relazione economica tra i costi e il corretto comportamento dei cittadini e degli operatori economici (che non hanno una motivazione economica per ridurre i rifiuti né per favorire il riciclo o il riutilizzo). Il primo principio dovrebbe essere quello di attribuire i costi di gestione dei rifiuti ai produttori/importatori di beni potenzialmente generatori di rifiuti.
La direttiva generale sui rifiuti stabilisce, una gerarchia dei rifiuti dando priorità alla prevenzione, al riutilizzo e al riciclaggio rispetto all’incenerimento con recupero energetico e ricorrendo allo smaltimento in discarica.
Considerazioni personali
Con lo sviluppo si vede crescere una maggiore consapevolezza, ma non sempre questa è correlata a una seria responsabilità individuale. Il consumismo rappresenta ad oggi il principale nemico dello sviluppo sostenibile, il modello usa e getta è sempre più preoccupante, perciò a questo punto è necessario che ognuno prendi coscienza che anche il piccolo se non è solo può fare la differenza. Alla base del modello consumistico c'è proprio l'impiego della plastica, e molto spesso questa non è neppure riciclabile. Le aziende difficilmente abbandoneranno questo modello, e sicuramente non subito, perciò ognuno nel suo piccolo dovrebbe evitare quando possibile prodotti non riciclabili e fare più attenzione a tutte le sue azioni, perché ognuna di queste ha un peso.
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