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I discepoli di Hegel si dividono in due correnti, denominate già all'epoca Destra e Sinistra hegeliane, che si differenziano soprattutto su due questioni interpretative.
La Destra identifica lo Spirito con Dio (conciliazione tra hegelismo e cristianesimo); la Sinistra identifica Dio con l'umanità (visione metaforica del cristianesimo);
la Destra assume una posizione politica conservatrice, enfatizzando l'identità teorizzata da Hegel tra razionale e reale; la Sinistra, al contrario, è progressista e valorizza soprattutto l'aspetto conflittuale della realtà e la concezione dialettica di Hegel.
Il maggiore rappresentante della Sinistra hegeliana è Feuerbach.
Egli muove ad Hegel la critica di aver invertito il rapporto tra essere e pensiero: il punto di partenza della filosofia non è il pensiero, ma l'essere concreto, l'uomo nella sua naturalità e fisicità.
Nella sua concezione la religione è l'alienazione dell'uomo.
Non è Dio che ha creato l'uomo, ma l'uomo che ha creato Dio.
Nell'alienazione religiosa occorre cogliere le istanze da cui è sorta l'esigenza stessa della religione, riconducibili fondamentalmente al desiderio dell'uomo di superare i propri limiti.
Il termine naturale di tale esigenza non è però Dio, ma l'umanità che in quanto genere, ne possiede i predicati.
La filosofia deve fondarsi integralmente sull'uomo ed è quindi propriamente antropologia.