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più a fuoco
Struttura dell'epitafio
IL PRIMO VERO STOREOGRAFO
La sua rivoluzione è da ricercare nel
metodo
Egli coniuga alla testimonianza oculare un'analisi critica e razionale basata sulla rigorosa ricostruzione dei fatti e delle loro cause
terminus ante quem 424/423 a.C
In cui egli ( trentenne) fu inviato in qualità di stratego a presidiare le postazioni ateniesi a nord nell'Egeo
Probabilmente discendente da una famiglia nobile ateniese, i Filaidi
ESILIO
cap 26 del V libro
a causa della fallimentare strategia
Probabilmente in Italia o in Tracia
Ed è qui che egli raccoglie materiale utile per la composizione delle sue opere
non sono noti nè data nè luogo di sepoltura
Sicuramente dopo la guerra del Peloponneso
Forse ad Atene, o in Tracia oppure in Italia
Sebbene sia proprio l'imparzialità la principale caratteristica dell'opera di TUCIDIDE
Ma attraverso le STORIE è possiblie farsi un'idea precisa delle sue opinioni politiche
IDEOLOGIA MODERATA
prendendo le distanze dalle espressioni più radicali
disprezzo nei confronti della volubile e incompetente MASSA
PERICLE con il suo governo
MODELLO DELLL'UOMO POLITICO
capace di sintetizzare l'oligarchia e la democrazia in un'improntata moderazione
unica GUIDA che poteva reggere il popolo senza violarne lalibertà
Al termine del primo anno di guerra
durante PAUSA INVERNALE
Solenni FUNERALI DI STATO per i caduti
Tale compito veniva affidato ad un cittadino eminente
DISCORSO ORIGINALE?
Pericle si avvia alla tribuna per parlare
cap 34-36
La celebrazione dei caduti
cap 34-36
Il passato glorioso di Atene
cap 34-36
I pregi della costituzione ateniese
cap 37-39
Confronto tra Atene e Sparta
cap 37-39
Le buone qualità dei cittadini ateniesi cap 40-42
Atene modello per la Grecia
cap 40-42
I motivi che spinsero i soldati a combattere
cap 40-42
La più insigne delle sepolture
cap 43-46
Onore e gloria nel ricordo
cap 43-46
Conclusione
cap 43-46
FIGURE RETORICHE
CLIMAX ASCENDENTE
PRETERIZIONE
Ed io, dato che non voglio fare lunghi discorsi a chi conosce già, lascerò perdere, fra questi fatti, le imprese compiute durante le guerre, grazie alle quali furono conquistati i singoli possedimenti, o quando noi o i nostri padri respingemmo con valore il nemico barbaro o greco che ci attaccava.
cap 34-36
Utilizziamo infatti un ordinamento politico che non imita le leggi dei popoli confinanti, dal momento che, anzi, siamo noi ad essere d'esempio per qualcuno, più che imitare gli altri. E di nomr, per il fatto che non si governa nell'interesse di pochi ma di molti, è chiamato democrazia; per quanto riguarda le leggi per dirimere le controversie private, è presente per tutti lo stesso trattamento; per quanto poi riguarda la dignità, ciascuno viene preferito per le cariche pubbliche a seconda del campo in cui sia stimato, non tanto per appartenenza ad un ceto sociale, quanto per valore; e per quanto riguarda poi la povertà, se qualcuno può apportare un beneficio alla città, non viene impedito dall'oscurità della sua condizione.
cap 37-39
Infatti, la terra intera è la tomba per gli uomini illustri, e non solo un'iscrizione sulle steli nella loro terra natale li ricorda, ma anche in terra straniera risiede in ognuno un ricordo non scritto, affidato alla mente più che alle cose materiali. Ed ora voi, imitandoli e, giudicando che la felicità deriva dalla libertà e la libertà dal coraggio, non preoccupatevi dei pericoli della guerra. Infatti non coloro che vivono malamente, che non hanno alcuna speranza di un bene futuro non avrebbero riguardo per la propria vita, ma coloro che, continuando a vivere, corrono il rischio di una modificazione in senso contrario della loro vita e per i quali, se dovessero subire una sconfitta, le differenze ( rispetto alla situazione precedente ) sarebbero davvero pesanti. Infatti, per un uomo dagli intenti elevati, è più dolorosa l'umiliazione legata all'essere stato vile che la morte che sopraggiunge inavvertita accompagnata allo stesso tempo da un atteggiamento virile e dalla speranza comune.
In sintesi io affermo che tutta la nostra città sia un modello didattico della Grecia e che mi sembra che i nostri uomini, presi singolarmente, rivolgano la loro indipendente personalità, con moltissima versatilità, accompagnata da decoro, alle più svariate occupazioni. E proprio la potenza della città, che abbiamo conseguito in seguito a queste nostre capacità, rivela che questo non è uno sfoggio di parole di questo momento, quanto piuttosto la verità dei fatti. cap 40-42
De Republica I libro
Nel primo libro Scipione – portavoce di Cicerone – sostiene che delle tre forme di governo (monarchia, aristocrazia e democrazia), nessuna gli sembra preferibile perché ciascuna di esse può degenerare rispettivamente in tirranide, oligarchia e oclocrazia (“governo della plebe”). La migliore forma di governo- sostiene Scipione – è quella mista attuata nella repubblica romana, nella quale è possibile rinvenire il potere monarchico nel consolato, il potere aristocratico nel Senato, il potere democratico nelle assemblee popolari e nei tribuni della plebe.
Magna Charta Libertatum intitolato Habeas Corpus (“Sii padrone del tuo corpo”) che dava il diritto agli uomini di non essere trattenuti in prigione senza regolare processo.
Habeas Corpus in Francia fu emanata solo nel 1792, dalla Costituzione della Rivoluzione francese; in Italia dall’articolo 26 dello Statuto albertino, cioè lo Statuto concesso ai Piemontesi da Carlo Alberto nel 1848; e in seguito con l’articolo 13 della Costituzione italiana del 1948, seguita a vent’anni di regime fascista in cui l’arresto arbitrario era di nuovo consentito.
Nel discorso di Gettysburg Abramo Lincoln, come Pericle, incomincia con un riconoscimento ai predecessori ed esorta i sopravvissuti ad emulare le azioni dei defunti; focalizza, inoltre, tale emulazione al sistema democratico dell'Unione ("governo del popolo, dal popolo, per il popolo)
Kennedy e l'arma retorica
Non c’è dubbio che Kennedy fosse un oratore al tempo stesso classico e spregiudicato.
il 20 gennaio 1961, al momento del suo insediamento alla Casa Bianca,pronunciò il famoso «Ask not» («non chiedete»): «Non chiedete che cosa il vostro Paese può fare per voi, ma cosa voi potete fare per il vostro Paese»
discorso di prodigioso fascino, di cui è rimasto un segno nella memoria collettiva
La moglie Jacqueline era ovviamente di parte, e forse un tantino esagerata, quando defini il discorso di insediamento di Kennedy «bello e sublime», «uno dei più commoventi che siano mai stati pronunciati», degno di essere ricordato negli annali della storia umana «accanto all’orazione funebre di Pericle».
Lo stesso Kennedy aveva già parafrasato Pericle in campagna elettorale, nel Massachusetts, sovrapponendo ancora una volta americani e ateniesi: «Noi non imitiamo nessuno, perché siamo un modello per gli altri».
In un articolo su La Repubblica, Umberto Eco, celebre scrittore italiano di fama internazional, esprime la sua disapprovazione nei confronti della politica periclea.
affermando: "Pericle fa il discorso in lode dei primi caduti. Usare i caduti a fini di propaganda politica è sempre cosa sospetta, e infatti sembra evidente che a Pericle i caduti importavano solo come pretesto: quello che egli voleva elogiare era la sua forma di democrazia, che altro non era che populismo … Oggi diremo che si trattava di un populismo Mediaset".