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Carpino Lorenzo Limongco Yuri
Pecoraro Davide
La Mesopotamia significa "Terra in mezzo i fiumi" perchè è situata tra i fiumi Tigri ed Eufrate. In Mesopotamia sono nate le prime grandi civiltà della storia tra cui i Sumeri, i Babilonesi e gli Assiri.
La Mesopotamia è detta anche
MEZZALUNA FERTILE
per la sua forma e per il suo territorio rigoglioso grazie alle irrigazioni dei fiumi Tigri ed Eufrate
A differenza delle altre grandi religioni,quella mesopotamica non ha un fondatore, ma è il risultato delle credenze religiose che si sono accumulate nel tempo.
Nel tempo i vari popoli che si sono succeduti misero in comune le loro abitudini e le loro tradizioni.
In questo quadro storico si sviluppò la religione.
La religione della Mesopotamia era politeistica poichè venivano adorate molte divinità e antropomorfica , ovvero avevano sembianze umane
POLITEISTICA
ANTROPOMORFICA
Le divinità mesopotamiche erano antropomorfe perchè avevano aspetti e sentimenti umani.
Erano sia maschi, sia femmine e avevano una vita simile a quella degli umani: vivevano in famiglia e provavano gioia, dolore, gelosia, rabbia, proprio come gli uomini.
La religione era lo specchio della vita reale: gli dei apparvero agli uomini come i re e i funzionari che governavano il paese e ai quali si doveva un’obbedienza assoluta: essi non erano amati dai fedeli, ma temuti e rispettati.
Come un suddito non poteva opporsi alla volontà del suo re, così i mortali non potevano disobbedire alla volontà divina.
L’angoscia, la malattia, il dolore, la fame, erano tutte punizioni comminate dagli dei. I demoni erano visti come divinità di rango inferiore che eseguivano le punizioni divine.
Inizialmente il re era anche il sommo sacerdote.
In seguito, poichè il sovrano era molto impegnato nel governo dello Stato, il potere religioso venne affidato ai sarcedoti.
I sacerdoti erano suddivisi in gradi gerarchici (dal sommo sacerdote, fino al semplice sacerdote) e il ruolo era tramandato di padre in figlio a condizione, però, che la persona fosse priva di difetti fisici e conoscesse la scrittura.
I più importanti erano gli indovini (detti baru) che praticavano la divinazione e la magia.
Divinazione
Arte di indovinare il futuro. Tante erano le tecniche divinatorie: ad es. l'osservazione del volo degli uccelli e la lettura nella sfera di cristallo.
Magia
Era utilizzata per dominare gli spiriti malvagi, anche attraverso
pratiche di esorcismo.
I mesopotamici non credevano in un'aldilà felice: l’Oltretomba era un luogo oscuro, al quale si era destinati nel caso in cui ci si comportava male durante la vita.
Se i defunti non erano ben riveriti dai loro parenti vivi, potevano trovarsi male nell’Oltretomba, vivendo una esistenza drammatica. Per questo motivo i morti dovevano essere ben accuditi, altrimenti avrebbero perseguitato i parenti con malattie e disgrazie.
I popoli della Mesopotamia adoravano divinità legate a elementi naturali
Vento
Acqua
Sole
Terra
I poteri delle divinità legati agli elementi naturali avevano carattere distruttivo o protettivo.
In questo modo rappresentavano il bene e il male
nella vita quotidiana.
A capo della religione mesopotamica
vi erano due triadi.
La triade è composta da
3 divinità collegate tra di loro!
2 erano le principali triadi:
quella celeste e quella astrale
Anu
Dio del cielo, sorvegliante degli dèi e degli uomini
Enlil
Ea
Dio dell’aria e del vento
Dio delle acque
Shamash o Utu
Dio del sole e della giustizia
Sin
Ishtar o Inin
Dio della luna
e della
saggezza
Dea della bellezza, dell’amore, della fertilità e della guerra
- Marduk: dio dell’agricoltura, che divenne in seguito creatore e signore del mondo.
- Assur: dio della guerra e sposo di Istar.
Le divinità adorate dai popoli mesopotamici erano tante: più di 3.000
Il cielo e gli astri erano ritenuti la casa degli dei: l’ osservazione e lo studio dei loro movimenti permetteva di conoscere meglio il destino degli uomini che si pensava legato alla volontà degli dei. Secondo i mesopotamici gli astri influenzavano, in modo positivo o negativo, la vita degli uomini.
Per questo motivo l’astrologia era importante per i mesopotamici.
Il tempio rappresentava la casa dei Dio protettore della città.
Ogni città ne aveva uno
Accanto ai templi c’erano le torri delle ziggurat sulla cui sommità c’era la cella sacra.
Nella cella principale della ziggurat, veniva posta la statua della divinità.
Tutti i beni del popolo della città appartenevano al dio protettore.
Le statue delle divinità hanno un aspetto antropomorfo e sono la rappresentazione delle forze della natura: cielo, terra, aria, acqua.
Nel tempio dello Ziqqurat venivano rappresentati innumerevoli rituali:
- il Matrimonio sacro
- il Dramma della Morte
- il Dramma della Battaglia
Le feste erano legate al ciclo della natura
e quindi alle stagioni.
La festa più importante era quella dell’anno nuovo, detta Akitu, che si svolgeva in primavera.
Questa festa durava dodici giorni e aveva lo scopo di purificare il popolo e il regno dai peccati commessi durante l’anno, tramite la richiesta del perdono da parte del sovrano verso il dio Marduk.
Questa festività era anche di buon auspicio per la fertilità e la prosperità della terra . Durante la festa si celebrava il matrimonio del re, Marduk con la somma sacerdotessa, la dea Ishtar.
Durante la festa si svolgevano anche delle rappresentazioni teatrali raffiguranti la lotta e la vittoria di Marduk contro le forze del male e lunghe processioni con la statua del dio.
La letteratura sacra mesopotamica è molto ampia. E' composta da inni, preghiere, salmi penitenziali, formule magiche, opere sull’arte della divinazione , leggende ed epopee mitologiche.
In particolare l'epopea è la narrazione poetica di gesta eroiche; è un poema epico che raccoglie racconti leggendari elaborati dalla tradizione.
Epopea di Gilgamesh è la più antica della storia dell’umanità. Il poema di Gilgamesh è stato scritto in Mesopotamia nel III millennio a.C., secoli prima dei poemi omerici.
L’epopea di Gilgamesh narra le imprese di Gilgamesh e del suo compagno Enkidu.
L’eroe è inizialmente è un sovrano che opprime il suo popolo, finché gli dèi decidono di opporgli Enkidu l’uomo selvaggio abitatore della steppa che vive come gli animali.
Enkidu s’ingentilisce grazie all’incontro con una donna: Shamkhat. I due eroi combattono. Lo scontro è violento e leale. I due diventano amici, riconoscendosi ugualmente forti e valorosi.