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Transcript

David Hume

Giovanna Da Silva, Gaia Geminiani,

Sara Marcacci, Elena Montesi 2°L

ESTRATTO del

TRATTATO sulla NATURA UMANA

opera

Pubblicato in forma anonima nel 1740, l'Estratto è stato scritto dal filosofo David Hume.

L'opera è un tentativo di rielaborazione del Trattato, considerato troppo oscuro e difficile da comprendere.

Essa si focalizza maggiormente sul primo libro dell'originale Trattato, intitolato "Sull'intelletto", il quale consiste in un'approfondita escursione per comprendere a fondo l'intelletto umano e il suo funzionamento. In particolare vengono approcciate, in maniera onnicomprensiva, le idee e la loro natura. Ed anche il principio di causalità, il quale rientra tra i principali temi della filosofia di Hume, e la teoria della conoscenza.

Inoltre viene anche proposto un accenno al secondo volume del Trattato, intitolato "Sulle passioni", e specificamente, l'autore focalizza la propria attenzione sul libero arbitrio.

in relazione al pensiero dell'autore..

Nel corso dell'opera Hume portò l'empirismo, secondo cui la conoscenza deriva soltanto dall'esperienza, allo scetticismo.

L'autore ritiene che la nostra conoscenza non possegga fondamenta sufficientemente solide e perciò sia incerta. Tuttavia questo scetticismo viene considerato moderato, poiché Hume afferma anche che la conoscenza, essendo utile e pratica alla vita dell'uomo, non deve essere rinnegata.

causa-effetto

Per spiegare i fenomeni di causa - effetto e le sue riflessioni a riguardo, Hume innanzitutto chiarisce dei concetti definendo le percezioni, le quali vengono divise in impressioni e idee. Tra le impressioni e le idee c'è un rapporto di subordinazione: le idee (anche definite percezioni deboli) sono derivate dalle impressioni (anche definite percezioni forti), poiché non esistono idee innate, non possiamo pensare nulla che non abbiamo sperimentato; "Le impressioni hanno sempre la precedenza su esse [ovvero le idee] ", ciò significa qualsiasi idea presente nella nostra mentre corrisponde a un'impressione sperimentata in precedenza.

concetti

causa-effetto

. Le idee spesso risultano controverse per la nostra mente, che, nonostante sia questa a formarle, non riesce a comprenderne la natura, per ovviare a ciò l'autore sfrutta la chiarezza e la limpidità che contraddistingue le impressioni chiedendosi da

quell'idea; se questo quesito non può essere

risposto il termine è privo

di significato .

percezioni

"Chiama percezione tutto ciò che può essere presente alla mente".

In questa definizione rientrano tutte le attività che avvengono nel nostro intelletto, dalle più razionali (come le riflessioni) alle più istintive (come le passioni che proviamo o ciò che è suscitato dai sensi).

impressione

"La percezione della mente è ciò che egli chiama un'impressione", ovvero il modo in cui la nostra mente recepisce passioni, emozioni o immagini, che ci vengono comunicate dai nostri sensi.

idee

"Quando riflettiamo su una passione o un oggetto non presenti, questa percezione è un'idea".

rapporti & connessioni

"È evidente che tutti i ragionamenti concernenti questioni di fatto sono fondati sulla relazione causa ed effetto e noi non possiamo inferire l’esistenza di un oggetto da un altro a meno che essi non siano connessi l’un l’altro”.

Con questa frase l’autore pone due punti fermi del suo pensiero sui rapporti di causa ed effetto: che tutte le riflessioni non opinabili hanno come base un rapporto di causa - effetto (ciò rende il rapporto causa - effetto stesso non opinabile), e che non possiamo desumere un rapporto di qualunque tipo tra due oggetti, a meno che questi non siano connessi tra di loro. Per comprendere questi concetti è quindi necessario conoscere perfettamente l’idea di causa, per far ciò dobbiamo trovare, guardandoci intorno, qualcosa che sia causa di qualcos’altro.

esempio portato dall'autore..

esempio

L’autore porta come esempio, che tutti possiamo comprendere, le dinamiche di due palle su un tavolo da biliardo: una è ferma sul tavolo, mentre un’altra si muove verso quest’ultima velocemente. Si scontrano e la palla inizialmente ferma, inizia a muoversi. Questo è un esempio banale delle relazioni causa - effetto che possiamo apprendere coi sensi e la riflessione.

Da questo esempio possiamo dedurre tre circostanza presenti in tutte le relazioni causa - effetto: la contiguità, la priorità, la congiunzione costante.

Oltre a queste tre circostanze, non è possibile scoprire nulla di più di una causa.

contiguità

La contiguità, ovvero “prossimità” nel tempo e nello spazio, è una circostanza necessaria per l’efficienza di tutte le cause.

priorità

La priorità nel tempo è la seconda condizione necessaria per l'avvenire di tutti i rapporti causa-effetto,poiché "il movimento che costituiva la causa è precedente rispetto al movimento che ha rappresentato l'effetto".

"ogni oggetto che opera come causa produce sempre un certo oggetto come effetto", ovvero se ripeto l'esperimento delle palle da biliardo, sempre nelle stesse condizioni, x volte otterrò sempre lo stesso effetto dalla medesima causa.

Questa terza circostanza è la congiunzione costante tra causa ed effetto.

congiunzione costante

inferenza

"Se riusciamo a spiegare l'inferenza dell'urto delle due palle, saremo in grado di spiegare quest'operazione della mente in tutte le altre circostanze".

Con questa frase viene sintetizzato un pensiero che l'autore espone come conseguenza delle tre circostanze prima esposte. Per "inferenza" si intende un ragionamento logico induttivo ("processo mediante il quale si passa dalla considerazione di casi particolari a una conclusione universale" - dizionario Treccani), la quale avviene automaticamente nella nostra mente dopo aver assistito ad un fenomeno che evinciamo può accadere in futuro nelle medesime circostanze. Se, dunque, è possibile spiegare le dinamiche delle cause originali che hanno portato ad un determinato effetto, è possibile anche prevedere e spiegare le future applicazioni delle stesse dinamiche causa-effetto in altre circostanze.

conclusione

L'autore conclude questa riflessione sulle relazioni causa-effetto constatando che "non ci possono essere dimostrazione per nessuna congiunzione di causa ed effetto", poichè la nostra mente è in grado in ogni caso di concepire ciò che è metafisicamente possibile ed è dimostrabile, quindi il contrario di ciò che abbiamo concepito (proprio perchè questo è, per l'appunto, possibile e dimostrabile) è impossibile e implica una contraddizione.

anima

anima

& uguaglianza

Secondo Hume l'anima è un SISTEMA o SUCCESSIONE DI DIFFERENTI PERCEZIONI che unite tra loro non rappresentano nessuna perfetta identità. Hume afferma inoltre che ogni cosa è particolare e così anche le diverse percezioni che compongono la mente dunque l'essenza della mente non può essere il pensiero in generale. Inoltre l'anima non può essere neppure una sostanza, poiché l'uomo non ha nessuna idea di sostanza ma solo idee derivanti da impressioni che apprende dall'esperienza. Dunque non avendo percezioni innate, l'idea che l'uomo ha della mente non è altro che un insieme di percezioni particolari slegate da ogni concetto riconducibile alla sostanza. Si potrebbe dire allora che per il filosofo l'anima e l'identità personale dell'uomo sono da attribuire solo alla memoria e dunque pensa ad un'identità fittizia che è fondata su elementi che permettono di definire l'io in quanto entità collettiva.

"Egli afferma che l'anima, per quanto a lungo ci si possa pensare, non è che un sistema o successione di differenti percezioni, di calore e freddo, di amore e collera, di pensieri e sensazioni, tutte unite insieme ma senza alcuna perfetta semplicità o identità.[...] Ogni cosa che esiste è particolare e dunque sono le diverse particolari percezioni che compongono la mente. Dico che compongono la mente e non che le appartengono. La mente non è una sostanza alla quale ineriscano le percezioni. [...] Noi non abbiamo idee se non quelle derivate da impressioni e non abbiamo impressioni di sostanze né materiali né spirituali. Noi conosciamo che particolari qualità e percezioni. Così come l'idea che abbiamo di un corpo, per esempio di una pesca, non è che l'idea di un particolare sapore, colore, figura, misura, consistenza, ecc., allo stesso modo l'idea che abbiamo della mente è quella di percezioni particolari, senza alcuna nozione di tutto ciò che chiamiamo sostanza, sia semplice che composta."

(Dall'Estratto dal Trattato sulla Natura Umana )

Title

errore geometrico

uguaglianza

Partendo dal presupposto che Hume neghi l'infinita divisibilità dell'estensione allora la geometria non può essere ritenuta una scienza esatta riguardo questo aspetto. Infatti questa scienza si basa sul concetto di uguaglianza e disuguaglianza, e, pur ammettendo che esista una corretta misura dell'uguaglianza, se questa si calcola in base alla quantità dei punti contenuti in una linea, allora questo calcolo è inutile poiché i punti sono infiniti e non si possono contare. Se invece misuriamo l'uguaglianza di due lunghezze attraverso misure più piccole uguali tra loro non risolviamo nulla poiché si presuppone che quelle siano uguali sempre secondo lo stesso processo e dunque se procediamo secondo tale ragionamento, questo si svilupperà all'infinito senza giungere a nessuna conclusione. Infine Hume nega anche la possibilità di affidare l'uguaglianza all'apparenza generale, poiché essa è troppo imprecisa per definire una tale misura talmente perfetta.

esperienza

esperienza

L'esperienza è ciò che fa l'uomo.

Hume sostiene che senza l'esperienza non è possibile comprendere le cause delle cose.

Si può riportare l'esempio che ha citato il filosofo nel suo trattato. Per cercare di spiegarlo con parole semplici: una prima palla viene mossa e di conseguenza va a toccare una seconda palla, la quale si mette in movimento; bisogna fare questa operazione più volte , in modo tale da avere più esperienze."

Ora, l' intelletto, avendo già avuto una situazione simile, anticipa la vista e dà una conclusione più o meno simile a quella del passato.

Ma secondo Hume non c'è ragione che l'esperienza del passato si estenda anche a quella del futuro, " se non in base alla supposizione che esiste una rassomiglianza tra passato e futuro" .

Il fatto che l'uomo creda che il futuro sia simile al passato accade poichè l'uomo è abituato alla consuetudine.

La mente è portata alle abitudini, e vedendo la prima palla muoversi, il cervello anticipa l'effetto.

"La nostra esperienza passata non è sempre uniforme. Talvolta ad una causa segue un effetto, talvolta un altro: nel qual caso crediamo sempre che si verificherà quello che è più comune. Vedo una palla da biliardo che si muove verso un'altra. Non posso distinguere se si muove sul suo asse o è stata colpita in modo da scorrere su tutto il tavolo. Nel primo caso so che essa non si fermerà dopo l'urto. Nel secondo potrebbe fermarsi. Il primo è più comune e dunque vi faccio affidamento. Ma concepisco anche l'altro effetto e lo concepisco come possibile e come connesso con la causa. Se l'una concessione non differisse dall'altra per il sentire o il sentimento, non vi sarebbe alcuna differenza tra esse"

concezione & credenza

concezione

& credenza

E' necessario distinguere il significato di concezione dal significato di credenza.

Quando noi vediamo che la prima palla si muove, automaticamente crediamo che la seconda si muova ugualmente, questo sempre a causa delle consuetudini.

Quando noi abbiamo una dimostrazione, essa ci fa concepire una determinata cosa, ma soprattutto ci fa capire che il contrario non è possibile che avvenga (non sarebbe quindi possibile che la seconda palla non si muova). L'unica cosa che si può dire è che noi possiamo concepire il contrario, ma possiamo non crederci.

La credenza non è in grado di farci comprendere nessuna nuova caratteristica dell'oggetto che stiamo esaminando.

Si può dire quindi che la credenza deriva dalle nostre consuetudini ed è dunque ben diversa dalla realtà, è un modo differente di concepire un oggetto, che non concerne il nostro volere .

"poiché , dunque, la credenza implica una concezione e tuttavia è qualcosa di più, e poiché non aggiunge nessuna nuova idea alla concezione, ne consegue che essa è un modo differente di concepire un oggetto, qualcosa che è indistinguibile dal sentire e che non dipende dalla volontà come invece tutte le nostre idee"

Title

LIBERO ARBITRIO

libertà e necessità

libero arbitrio

"Tutti ammettono che le operazioni dei corpi esterni sono necessarie e che nella comunicazione del movimento, nell'attrazione e nella coesione reciproca, non c'è la minima traccia di indifferenza e libertà." (Dall'Estratto del Trattato sulla Natura Umana)

Usufruendo del principio di causalità, Hume dimostra che la nostra sensazione di libertà è soltanto apparente.

Il movente delle nostre azioni è il desiderio di mostrare la nostra libertà, perciò non riusciamo mai a liberarci dai legami della necessità.

In tal modo l'autore dimostra l'infondatezza della libertà, intesa come un'assenza di necessità, e di conseguenza afferma che il libero arbitrio non esiste.

Cos'è una necessità?

Una necessità orge ogni qual volta sia presente un'unione costante, tra i vari oggetti, e un'inferenza della mente , nel passare da un oggetto all'altro.

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