Introducing 

Prezi AI.

Your new presentation assistant.

Refine, enhance, and tailor your content, source relevant images, and edit visuals quicker than ever before.

Loading…
Transcript

ANNI 20

DALLA CRISI AL NEW DEAL

PROIBIZIONISMO

Intermite Fabiana, 5^C

Negli anni 20 gli USA conobbero una crescita economica senza pari, si ha una sorta di ideologia di fede nel progresso.

In molte case comparvero radio, frigo e cucina, che prima erano considerati beni di lusso, ora alla portata di tutti, perché si accedeva a questi beni con finanziamenti a rate a basso interesse.

Gli USA sembravano il paese del benessere e della ricchezza. Lo Stato non interveniva con il mondo degli affari.

L’economia era nelle mani dei finanzieri e imprenditori.

Nel corso degli anni 20 la prosperità economica degli USA fu vissuta come un momento di grande entusiasmo e consumi sfrenati e il fascino di quegli anni viene ricordato tuttora con la definizione di “Ruggenti anni 20”.

Contro questo mondo accusato di essere corrotto, troppo favoloso e privo di fede religiosa si scagliarono i conservatori che fecero pressione perché fosse abolito l’uso dell’alcol, percepito come la principale fonte del mal comportamento della società. Nel ‘19 fu approvata una legge che vietava la produzione, il consumo e la vendita di alcolici in tutti gli USA, ma il consumo di alcol non cessò, anzi, la gente cominciò a frequentare bar e locali notturni clandestini in cui illegalmente si servivano bevande alcoliche, la produzione di alcolici divenne redditizia e iniziò ad essere controllata da bande di criminali. Le conseguenze del proibizionismo furono l’aumento della delinquenza e corruzione. Per frenare queste conseguenze la legge venne abolita nel ‘33.

BIG CRUSH

Dietro l’apparente benessere economico si nascondeva il rischio di una crisi di sovrapproduzione. Questo problema si fece sentire nell’agricoltura statunitense, infatti,gli agricoltori iniziarono ad avere problemi a vendere i loro prodotti, così come l’industria tessile e edilizia crescevano lentamente. La sovrapproduzione era alimentata dal fatto che la ricchezza stesse in poche mani. Il salario dei lavoratori cresceva più lentamente della produzione. La capacità di acquisto delle masse era sempre meno in grado di assorbire ciò che si produceva. Il mondo delle banche e della finanza sembrava non avere problemi, soprattutto, il mondo delle borse che ebbe una straordinaria crescita.

Il miraggio di facili guadagni colse anche i piccoli risparmiatori a investire i propri soldi, molti comprarono azioni per poi rivenderle ad un prezzo più alto, più crescevano gli investimenti, più il valore delle azioni aumentava.

Nel ‘29 cominciarono primi segnali di crisi, le industrie si trovarono con una quantità crescente di merce invenduta, ormai producevano più di quanto i consumatori potessero comprare. Il clima divenne di incertezza e di paura, le azioni fermarono la loro salita, ci fù una serie di reazioni a catena, le banche chiedono la restituzione del denaro prestato a privati e industrie e il panico dilaga, si arriva a parlare di psicosi. Tutti corsero a vendere le azioni per non perdere i risparmi e crollò il prezzo delle azioni. Tra il 24 e il 28 Ottobre del ‘29 migliaia di Americani videro i loro risparmi andare in fumo nella borsa di Wall Street a New York, ci fu il Big Crush, il grande crollo, che rimase e rimane tuttora considerato come la più grande crisi economica di tutti i tempi.

GRANDE DEPRESSIONE

Al grande crollo della borsa seguì la grande depressione economica.

Ogni settore venne toccato dalla crisi, le banche non concessero più prestiti e chiusero, le industrie non potendo vendere i loro prodotti, perchè pochi potevano permetterseli, chiusero o licenziarono i dipendenti, i prezzi agricoli si abbassarono di più di quelli industriali e i piccoli proprietari non riuscirono più a far fronte ai debiti che avevano con le banche e persero la terra. Si diffusero fame e povertà e molti lavoratori si ritrovarono disoccupati e allo sbando, diminuiva, così la capacità di acquisto e altre imprese vennero trascinate a un fallimento. Gli USA erano in ginocchio. La crisi durò fino al 1932.

Si svolsero le elezioni presidenziali del 1932 dove venne eletto un esponente democratico, Francis Delano Roosevelt che ridiede fiducia e speranza agli americani, ebbe con loro un rapporto diretto e grazie alla radio i suoi discorsi entrarono in ogni casa. Propose al paese un piano di risanamento, per ripristinare una buona condizione economica e uscire dal buio della crisi che venne chiamato NEW DEAL, nuovo corso.

Il new deal tra i suoi obiettivi più importanti aveva il presupposto di superare la disoccupazione e il miglioramento delle condizioni di vita degli americani. Al centro del new deal c’era l’idea che spettasse allo Stato intervenire per risollevare l’economia. Vinse le elezioni anche nel ‘36.

NEW DEAL

Organizzò un gruppo di cervelli, brain trust, chiedendo a un gruppo di economisti esperti di indicare le misure necessarie per risollevare l’economia, era convinto che l’economia non si risanasse da sola ma grazie al governo per evitare un nuovo crollo. Chi poteva assumere i disoccupati? Lo Stato sia assumendoli direttamente, sia spendendo per la costruzione di pubbliche imprese. Per finanziare queste spese pubbliche fece indebitare lo Stato.

Fu svalutato il dollaro per rendere più facile l’esportazione di merci, fu istituito un sistema di controllo sulle banche e sul lavoro dei finanzieri. Si concessero prestiti ai contadini e si garantì alla maggior parte dei lavoratori la pensione di vecchiaia. Il "new deal" non fu un successo concreto perché la disoccupazione era ancora alta.

POST CRISI

I gravi problemi del dopoguerra e la crisi del ‘29 favorirono la diffusione in tutta Europa dei regimi autoritari, che si sostituirono ai regimi liberali.

Si pensava che una dittatura potesse gestire meglio questa situazione, in Italia si affermò il fascismo, nel corso degli anni ‘20 in molti stati Europei si affermarono regimi simili al fascismo. Molti paesi Europei dipendevano dall’America e dopo la crisi del ‘29 si fecero sentire le conseguenze anche in Europa.

La Germania subì le conseguenze più gravi della crisi del ‘29, il paese precipitò in una grave crisi finanziaria. Nel ‘33 i Tedeschi disoccupati arrivarono ad essere 6 milioni, questa situazione spianò la strada al dittatore Adolf Hitler che nel ‘33 conquistò il potere. La sua affermazione diede nuova forza alle tendenze antidemocratiche e anche nell’Europa centro orientale si affermarono movimenti che si ispiravano al nazismo.

La Gran Bretagna e la Francia subirono anch’esse la crisi economica, ma la Gran Bretagna affrontò subito le difficoltà e si seppe riprendere relativamente in tempi brevi, nel ‘36 la produzione arrivò ai livelli di quella del ‘29. Più difficile fu in Francia, perché alla crisi economica si affiancò anche una instabilità politica ci furono circa 20 governi diversi. In Germania e in Francia la democrazia riuscì a sconfiggere le tendenze autoritarie, ma le difficoltà interne impedirono questi paesi di applicarsi in politica estera, non riuscirono a fermare le mire espansionistiche di Hitler.

La Spagna fu dominata negli anni ‘20 dal regime autoritario del generale I di Rivera, il governo non riuscì ad affrontare la crisi del ‘29 ed essa si abbatté sulla fragile industria spagnola e provocò un rapido abbassamento dei prezzi dei prodotti agricoli, seguì una crisi politica che si concluse nel ‘31 con la proclamazione della repubblica e fine della monarchia. Seguirono anni di scontri violenti tra la sinistra e i conservatori, tra cui emerse il movimento della falange che si ispirava al fascismo di Mussolini.

In vista delle elezioni del ‘36 i partiti di sinistra si riunirono in un fronte popolare di cui facevano parte sia i democratici liberali che i socialisti e i comunisti. Il fronte popolare vinse le elezioni e introdusse alcune riforme sociali ed economiche, ma questa politica scatenò l’opposizione dei conservatori appoggiati dagli ecclesiastici e dai militari.

SPAGNA

Tra i militari, nel ‘36, scoppiò una rivolta contro il fronte popolare e la repubblica, a guidarla fu il generale Francisco Franco, il governo repubblicano cercò di contrastare la ribellione facendo ricorso alle milizie popolari, ma non riuscì ad evitare lo scoppio di una guerra civile. Fu una guerra sanguinosa e terribile, Francisco Franco ottenne la vittoria e instaurò una dittatura fascista, perché da una parte c’era l’esercito repubblicano e dall’altra le truppe della falange guidate da Francisco. In aiuto della Spagna repubblicana corsero migliaia di combattenti volontari europei e persino dagli Usa, dall’Italia giunsero molti antifascisti convinti che la lotta contro Franco potesse essere l’inizio di una lotta contro il fascismo. Anche le truppe della falange furono aiutate da molti volontari, la guerra spagnola si estese ad essere una guerra europea. La repubblica spagnola chiese l’appoggio alla Francia giudata dal socialista Bloom, ma il governo francese si limitò a promuovere un patto di non intervento (appoggiato dalla Gran Bretagna e anche dalla Germania e dall’Italia).

Hitler e Mussolini inviarono in aiuto a Franco truppe e mezzi militari.

L’Unione Sovietica intervenne in aiuto della repubblica, ma fu un appoggio debole. Le forze repubblicane subirono gravi sconfitte, mentre Franco utilizzò a pieno i mezzi tedeschi ricorrendo anche a bombardamenti aerei, fu una carneficina, più di 1 milione di uomini persero la vita, molte città furono distrutte. La repubblica spagnola abbandonata da Francia e Inghilterra fu sconfitta da Franco. Il 28 marzo del ‘39 Madrid cadde nelle mani di Franco e la repubblica venne sostituita dalla dittatura fascista, che rimase al potere quasi per 40 anni, fino al ‘75.

Famoso è il quadro di Picasso “Guernica” dove nell’aprile del ‘37 i bombardieri nazisti di Franco rasero al suolo la città di Guernica, provocando una strage tra la popolazione civile, Picasso volle denunciare l’orrore con il suo dipinto presentato all’Esposizione Nazionale di Parigi.

Learn more about creating dynamic, engaging presentations with Prezi