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Frederich George Hegel nasce nel 1770 in Prussia e muore nel 1831.
Vive in Prussia nel periodo storico caratterizzato da eventi importanti che hanno influito sul suo pensiero a partire dalla rivoluzione francese, il terrore giacobino e l’egemonia dell’invasione napoleonica.
Da giovane è convinto che il concetto kantiano di moralità e libertà possa essere utile al popolo tedesco in una situazione dove il popolo tedesco è sottomesso alla pressione francese.
I primi scritti di Hegel sono soprattutto di argomento religioso.
Egli sottolinea la funzione della religione come interiorizzazione di valori comuni, che fondano la religione popolare e costituiscono un momento importante dell’identità comune.
Nei suoi saggi, Hegel interpreta la religiosità ebraica come scissione dell’uomo dalla natura e da se stesso, mediante il messaggio dell’amore nel cristianesimo.
La critica è rivolta soprattutto a Fichte e Schelling: al primo rimprovera di aver teorizzato un «cattivo infinito», mentre al secondo contesta la concezione di Assoluto in quanto identità.
Al romanticismo egli rimprovera la pretesa di raggiungere l’infinito mediante l’intuizione, senza la «fatica del concetto».
I principi generali della concezione filosofica di Hegel sono spiegati attraverso quattro punti principali:
L’Assoluto si sviluppa diventando realtà, intesa come idea, la quale viene consapevole del proprio sviluppo attraverso l’umanità.
Questo processo si realizza attraverso gli individui , la cui coscienza particolare è sostanziata dallo Spirito.
La fenomenologia dello Spirito studia le manifestazioni dello Spirito.
Essa ricostruisce l’itinerario della coscienza, che nel suo passaggio dalla conoscenza comune a quella filosofica, arriva a comprendere di essere parte del movimento universale dello Spirito.
Hegel chiama figure i momenti fissati nel ricordo, per sottolineare che non hanno più dinamicità.
I momenti della Fenomenologia sono coscienza, autocoscienza e ragione; nel secondo momento troviamo le figure più note, il rapporto signoria-servitù e la coscienza infelice.
La ragione è il tentativo della coscienza di imporre la propria moralità al mondo, invano, poiché la moralità può farsi strada solo come Spirito.
La filosofia hegeliana è fondamentalmente storica, poiché nella storia si realizza lo sviluppo dell’Assoluto; la storia è vista come razionale ed orientata verso un fine ultimo, la libertà di tutti gli individui.
L’agire storico è determinato dalla ragione (Spirito dei popoli).
Il sistema hegeliano comprende tre momenti: l’idea in-sé (la logica), l’idea fuori-di-sé (la natura) e l’idea un-sé e per-sé (lo Spirito).
La logica è la struttura razionale della realtà ma è anche metafisica perché destinata a farsi mondo; inoltre l’identità tra logica e razionalità del mondo è compressibile solo se la logica si presenta come dialettica, articolata in tre momenti: intellettivo astratto, negativo-razionale e positivo-razionale o speculativo.
Hegel afferma che ogni realtà è in se stessa contraddittoria.
Hegel sottolinea il rapporto dialettico tra essere e non essere.
I tre momenti della logica del concetto soggettivo (concetto, giudizio e sillogismo) mostrano il superamento dell’individuale nell’universale; il concetto oggettivo invece definisce la struttura propria della realtà (meccanismo, chimismo e teologia).
La filosofia della natura: si divide in meccanica, fisica e organica.
La natura è il momento negativo dello sviluppo dell’idea.
La natura è l’idea che ha negato se stessa e rappresenta dunque una decadenza dell’idea da sé; la valutazione della natura è estremamente negativa.
Lo Spirito è l'Idea che diviene consapevole di sè attraverso l'uomo.
La filosofia dello Spirito soggettivo ripercorre l'emergere della coscienza dalla naturalità mediante l'uomo.
Le tappe dello Spirito soggettivo sono l'antropologia, la fenomenologia e la psicologia.
Lo Spirito oggettivo è la realizzazione dello Spirito nella storia, come diritto, come moralità e infine come eticità.
Il diritto stabilisce un tessuto normativo nel cui ambito deve svilupparsi l'azione del singolo.
La contraddizione tra la coercitività della legge e l'esigenza di una libera realizzazione morale viene superata attraverso l'interiorizzazione del diritto, che diviene così moralità, che rappresenta una dimensione collettiva interna al singolo.
Nel terzo momento dello Spirito oggettivo l'idea si dà un'esistenza storica, incarnandosi nelle istituzioni sociali che compongono la famiglia, la società civile e lo Stato, l'eticità è considerata la realizzazione della moralità stessa a livello storico-sociale nelle istituzioni.
Nello Stato si opera la sintesi tra moralità ed eticità, poiché l'eticità diviene anche dimensione interiore dei singoli, tra i quali si stabilisce, di conseguenza, un'unione profonda.
L'individuo è elemento parziale che trova la sua dimensione più reale e più autentica nello Stato, al quale risulta perciò subordinato.
Lo Spirito assoluto è l'Idea che diviene consapevole della propria realizzazione e della spiritualità del reale.
Esso è quindi conoscenza dell'Assoluto, sia nella sua forma sensibile (l'arte), sia nell'interiorità della coscienza che si pone di fronte all'Assoluto (la religione), sia infine come conoscenza del conoscersi stesso dell'Assoluto (la filosofia).
La filosofia coincide per Hegel con la storia della filosofia.