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Ammirabile Luca - Cadini Roberto - Loconte Giuseppe - Micciantuono Gioia - Paparella Chiara - Vigilante Giorgia
Perché si insiste tanto sui rischi del fumo?
-Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, il fumo di sigaretta è la più importante causa di morte evitabile nella nostra società: ogni anno nel mondo a causa del tabacco perdono la vita circa 8 milioni di persone, delle quali 1,2 milioni non fumatrici, ammalate a causa del fumo passivo. Sempre secondo l’OMS, l’80 per cento degli 1,1 miliardi di fumatori nel mondo vive in Paesi a basso e medio reddito, e il fumo contribuisce così ad aggravare eventuali problemi di salute legati alla scarsità di risorse economiche.
-Secondo il ministero della Salute, le vittime della sigaretta in Italia ogni anno sono tra le 70.000 e le 83.000. Prima dell’entrata in vigore della cosiddetta legge Sirchia (2003) che ha vietato il fumo nei luoghi pubblici e di lavoro, fumava il 23,8 per cento della popolazione sopra i 14 anni. Dopo quella data, il calo dei fumatori è quasi raddoppiato, passando da una diminuzione di circa lo 0,7 per cento annuo tra il 1993 e il 2003 a una del 1,3 per cento annuo tra il 2003 e il 2018.
-Secondo i dati del 2018, l’abitudine al fumo è maggiormente diffusa tra i giovani. In particolare, la percentuale più elevata si raggiunge tra i 20-24 anni sia per gli uomini (32,4 per cento) sia per le donne (22,2 per cento). Il fumo di sigaretta è un'abitudine più frequente fra le classi socioeconomiche più svantaggiate (meno istruite e/o con maggiori difficoltà economiche) e negli uomini. Il consumo medio giornaliero è di circa 12 sigarette, tuttavia un quarto dei fumatori ne consuma più di un pacchetto.
-Ancora oggi l'Istituto superiore di sanità stima che il fumo di tabacco sia responsabile di un terzo delle morti per cancro e del 15 per cento circa di tutti i decessi che avvengono per qualunque causa, provocando più vittime di alcol, AIDS, droghe, incidenti stradali, omicidi e suicidi messi insieme. Il fumo aumenta di circa 10 volte il rischio di morire di enfisema (malattia dei polmoni provocata da un deterioramento degli alveoli in essi contenuti), raddoppia quello di avere un ictus e aumenta da due a quattro volte quello di essere colpiti da un infarto, danneggia la circolazione del sangue al cervello e agli arti e può favorire la comparsa di una disfunzione erettile nell'uomo. In generale, secondo l'OMS, il tabacco uccide metà dei suoi consumatori.
-Infine non bisogna trascurare l'impatto economico del fumo: per curarne le conseguenze, secondo i dati dell’Istituto superiore di sanità pubblicati nel 2017, in Italia sono stati spesi (solo in costi sanitari, per non parlare di quelli sociali e umani) circa 6,5 miliardi di euro l’anno. A livello mondiale si spendono circa 1.000 miliardi l’anno, a fronte di 270 miliardi di entrate legate a tasse e monopoli: un “affare” in perdita secca.
Quando fumiamo tabacco entriamo in contatto con all'incirca 4800 sostanze:
alcune si sviluppano solo durante la combustione, altre sono già presenti a sigaretta spenta.
Tra tutte queste sostanze, una delle più rilevanti per i suoi effetti sul nostro organismo è la nicotina.
La nicotina è un alcaloide
(composto organico) di origine vegetale, particolarmente concentrato nelle foglie del tabacco (Nicotiana tabacum).
Il suo nome deriva da quello dell'ambasciatore francese Jean Nicot, che nel 1550 introdusse in Europa i semi della pianta.
Parliamo di una sostanza psicoattiva che da a chi la consuma dipendenza e assuefazione. Dal momento della sua assunzione, la nicotina si diffonde molto velocemente nel corpo attraverso il sistema circolatorio e in meno di dieci secondi arriva sino ai recettori nicotinici, situati nell'amigdala (ovvero quella parte del nostro cervello che regola le emozioni). A contatto con i recettori, la nicotina rilascia delle sostanze psicotrope, che agiscono attivamente sulle funzioni psichiche. Tra queste per esempio possiamo riconoscere la dopamina, che provoca nel fumatore un senso di gioia e gratificazione.
La nicotina viene prontamente assorbita attraverso la mucosa del tratto gastrointestinale e respiratorio.
Da qui, passa nel sangue e nel giro di pochissimi secondi raggiunge il cervello, dove espleta la sua azione. Provoca in chi la consuma sensazioni di rilassamento, controllo di sé ed euforia, ma di breve durata: l'organismo umano, infatti, impiega circa due ore di tempo per dimezzare il livello di nicotina nel sangue. È questo il motivo principale per cui il fumatore diventa preda di una vera e propria dipendenza.
I polmoni, essenziali per l’apporto di ossigeno al sangue e ai tessuti, sono fortemente compromessi nel corpo di un fumatore. Il danno che si viene a creare dopo anni di dipendenza dal tabacco è solo in parte reversibile. Si presentano anneriti, perennemente infiammati e poco elastici.
Fanno più danni dieci sigarette al giorno fumate per quarant'anni che quaranta sigarette quotidiane accese per dieci anni. Questo perché, oltre una certa soglia, la capacità dei polmoni di assorbire le sostanze tossiche sprigionate da una sigaretta raggiunge la saturazione. Non è un caso che sia considerata più dannosa la prima sigaretta, piuttosto che la ventesima».
La dilatazione degli alveoli polmonari determina una perdita di elasticità dell'organo.
Il polmone del fumatore ha un colore nero che deriva dal catrame e dalle sostanze assunte attraverso il fumo che si sono depositate nei tessuti.
C’è una parte del polmone del fumatore che, pur insufflando aria, non si gonfia. Questo è dovuto a una cicatrizzazione del tessuto che ostacola ulteriormente una corretta funzionalità.
Il muco è normalmente prodotto dall'epitelio respiratorio per prevenire l'ingresso nei polmoni di sostanze estranee (come agenti patogeni, sostanze irritanti, sostanze tossiche ecc.). Le ciglia poi, con il loro movimento, spingono il muco verso la faringe per favorirne la deglutizione, quindi, l'eliminazione. Appare, pertanto, chiaro come nei fumatori questo equilibrio fra attività del muco e attività delle ciglia risulti alterato. La mancata azione delle ciglia fa sì che il muco ristagni, favorendo lo sviluppo d'infezioni di vario genere, oltre a promuovere l'insorgenza di patologie respiratorie. L'organismo tenta di sopperire alla mancanza dell'attività cigliare con lo stimolo della tosse, che spesso diventa cronica.
Ci sono molti danni del fumo non letali, ovvero danni alla salute che non causano immediatamente la morte ma possono ridurre la qualità della vita a lungo termine. Alcuni esempi includono:
Malattie polmonari croniche: Il fumo può causare bronchite cronica, enfisema polmonare e altre malattie polmonari croniche che possono causare difficoltà respiratorie, tosse cronica, sibili e mancanza di fiato.
Malattie cardiovascolari: Il fumo può aumentare il rischio di malattie cardiovascolari, come l'arteriosclerosi, l'ipertensione e l'infarto miocardico. Queste malattie possono causare danni permanenti al cuore e ai vasi sanguigni, portando a insufficienza cardiaca e ictus.
Malattie della bocca e della gola: Il fumo può causare il cancro della bocca e della gola, nonché danni ai denti e alle gengive.
Malattie della pelle: Il fumo può causare danni alla pelle, come rughe premature e invecchiamento precoce.
Il fumo ha tante conseguenze ,come per esempio, la comparsa di alcune malattie meno gravi,ma anche terminali.
Di malattie terminali possiamo citare alcuni tumori,come:
- tumore al fegato
- tumore al cavo orale
- tumore ai reni
Il fegato è il più grande organo del corpo umano,situato nella parte superiore destra dell'addome ed è diviso in due lobi, uno sinistro e uno destro, più grande
Il fegato è fondamentale per mantenere di un buono stato di salute infatti, rimuove le sostanze di scarto dal sangue e produce la bile e molti enzimi necessari alla digestione.
Il tumore del fegato è provocato dalla proliferazione incontrollata di cellule all'interno dell’organo,ci sono tanti fattori che potrebbero scatenarlo come per esempio l’età,obesità e alterazioni del metabolismo,ma anche il fumo aumenta il rischio di tumore del fegato.
Il tumore del fegato è stato anche chiamato tumore silenzioso perché, soprattutto nelle fasi iniziali, non dà alcun segno di sé.
Via via che la malattia si diffonde iniziano a comparire sintomi specifici, tra i quali il dolore alla parte superiore dell'addome, che si può irradiare anche alla schiena e alle spalle, l'ingrossamento del ventre, la perdita di peso e di appetito, la nausea, il vomito, la sensazione di sazietà, la stanchezza, l'ittero (ovvero il colore giallo della pelle), la colorazione scura delle urine e la febbre.
Si tratta di sintomi poco specifici, che possono presentarsi anche in malattie del tutto diverse. In ogni caso vanno riferiti al medico, che valuterà la situazione.
Non è purtroppo possibile prevenire il cancro del fegato, se non evitando i più comuni fattori di rischio che comprendono l’esposizione ai virus dell’epatite, il consumo eccessivo di alcol, abitudini che favoriscono il sovrappeso e l’obesità, con alterazioni del metabolismo.
I pazienti a rischio (ovvero quelli con malattie croniche del fegato o con cirrosi), devono rimanere sotto controllo medico e possono sottoporsi a ecografie periodiche per individuare eventuali formazioni tumorali epatiche in fasi più precoci e quindi più curabili.
I reni sono due organi pari, posti simmetricamente nella parte posteriore dell'addome, a livello lombare.
In genere il cancro del rene si origina dalla proliferazione incontrollata di cellule che rivestono l'interno di questi tubuli, anche se talvolta può aver inizio anche da altri tessuti o dalla capsula che riveste esternamente l'organo stesso. I tumori del rene e delle vie urinarie rappresentano una proporzione variabile tra il 2 e il 5 per cento (a seconda dell’età) di tutti i tumori e nel genere maschile hanno una frequenza quasi doppia rispetto a quello femminile,e in Italia,per esempio, ogni anno muoiono circa 3.700 persone a causa del tumore del rene.
La principale e la più diffusa è il fumo di sigaretta: il numero di sigarette fumate ogni giorno e il numero di anni di esposizione sono direttamente proporzionali all'aumento del rischio di questa malattia.
Altri due fattori di rischio molto importanti sono l’obesità e l’ipertensione arteriosa. Fumo e obesità hanno un ruolo preponderante, rispettivamente, nel sesso maschile e in quello femminile.
Anche l'esposizione cronica ad alcuni metalli e sostanze particolari (come cadmio, fenacetina e trielina) e al momento attuale non è possibile prevenire il tumore del rene, se non evitando fattori di rischio come il fumo.
Il tumore renale localizzato non dà sintomi specifici e la diagnosi è di solito incidentale, cioè avviene per caso durante esami eseguiti per altri motivi.
Il tumore del rene è generalmente asintomatico se non in fase avanzata. I sintomi classici sono tre: una massa palpabile nell'addome, sangue nelle urine (ematuria) e dolore localizzato a livello lombare.
I reni sono due organi pari, posti simmetricamente nella parte posteriore dell'addome, a livello lombare.
In genere il cancro del rene si origina dalla proliferazione incontrollata di cellule che rivestono l'interno di questi tubuli, anche se talvolta può aver inizio anche da altri tessuti o dalla capsula che riveste esternamente l'organo stesso. I tumori del rene e delle vie urinarie rappresentano una proporzione variabile tra il 2 e il 5 per cento (a seconda dell’età) di tutti i tumori e nel genere maschile hanno una frequenza quasi doppia rispetto a quello femminile,e in Italia,per esempio, ogni anno muoiono circa 3.700 persone a causa del tumore del rene.
La principale e la più diffusa è il fumo di sigaretta: il numero di sigarette fumate ogni giorno e il numero di anni di esposizione sono direttamente proporzionali all'aumento del rischio di questa malattia.
Altri due fattori di rischio molto importanti sono l’obesità e l’ipertensione arteriosa. Fumo e obesità hanno un ruolo preponderante, rispettivamente, nel sesso maschile e in quello femminile.
Anche l'esposizione cronica ad alcuni metalli e sostanze particolari (come cadmio, fenacetina e trielina) e al momento attuale non è possibile prevenire il tumore del rene, se non evitando fattori di rischio come il fumo.
Il tumore renale localizzato non dà sintomi specifici e la diagnosi è di solito incidentale, cioè avviene per caso durante esami eseguiti per altri motivi.
Il tumore del rene è generalmente asintomatico se non in fase avanzata. I sintomi classici sono tre: una massa palpabile nell'addome, sangue nelle urine (ematuria) e dolore localizzato a livello lombare.
A seconda dello stadio di gravità i tumori del rene sono classificati in:
* stadio I: il tumore è limitato al rene con diametro massimo di 7 cm;
* stadio II: il tumore è confinato al rene, ma con diametro > 7 cm;
* stadio III: il tumore non è più confinato al rene, ma non ha ancora dato metastasi a distanza;
* stadio IV: il cancro ha dato metastasi a distanza (in polmoni, fegato, ossa…).
In Italia, secondo i dati AIOM del 2020, il tumore del polmone è la seconda malattia più frequente negli uomini nella fascia di età 50-69 anni e dopo i 70 anni e la prima causa di morte. Si stima che nei maschi, il tasso di mortalità per il tumore del polmone sia in diminuzione dell’11,2% rispetto al 2015.
Il tumore del polmone nelle donne è invece meno frequente rispetto agli uomini: compare al terzo posto dopo i 70 anni e al quarto posto tra 50-69 anni , e rappresenta la seconda causa di morte per le donne.
Il tumore del polmone è una patologia che origina nei polmoni provocando una crescita incontrollata di cellule maligne, dagli alveoli ai tessuti polmonari, che compromettono la funzione dei polmoni di trasferire l’ossigeno respirato al circolo sanguigno e di depurarlo dall’anidride carbonica prodotta dall’organismo. Le sostanze cancerogene contenute nel fumo di sigaretta danneggiano le cellule che rivestono gli alveoli e deteriorano immediatamente il tessuto polmonare: inizialmente all’inizio l’organismo reagisce cercando di riparare il danno, con l’aumento della durata e della quantità di esposizione attiva e passiva al fumo di sigaretta, aumenta anche il rischio di danni irreparabili ai tessuti polmonari. Un volta formata, la massa di cellule tumorali può ostruire il flusso dell’aria o provocare emorragie.
Fumatori:
-Uso o abuso prolungato di sigarette, sigari o altro che produce fumo derivante da sostanza cancerogene
Ex fumatori:
-Utilizzo di sigarette elettroniche, iqos o tutto ciò che riconduce al fumo tossico
Non fumatori:
-Esposizione a sostanze cancerogene come l'amianto o l'arsenico
-Inquinamento atmosferico anche se in modo minore