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Prodotto da Chiara Bencivinni VH
Tito Livio nacque a Padova nel 59 a.C. da una famiglia benestante, che gli permise avanzati studi retorici e anche filosofici. Il giovane Livio assistette alla fine della repubblica e alla conclusione della guerra civile si recò a Roma per raccogliere la documentazione necessaria a realizzare la grande opera storica che stava progettando. A spostarsi da Padova non lo spinsero motivi di carriera, ma fu la pubblicazione dei primi libri della sua monumentale opera storia, "Ab Urbe condita libri", cioè la storia di Roma dalla sua formazione: ciò attirò su di lui l'attenzione di Augusto.
Lo storico che ha narrato la grandezza di Roma: Tito Livio fu uno dei più importanti storici latini e, assieme a Orazio e Virgilio, uno dei maggiori rappresentanti dell’età d’oro della letteratura latina.
Tito Livio: Wikipedia
Livio non espresse mai una critica diretta o vera resistenza politica al principato: quello manifestato da Livio è conservatorismo morale, rimpianto di valori e di consumi di vita antichi perduti durante il tempo delle guerre civili.
Il conservatorismo e il moralismo di Livio sono legati anche alle sue origini provinciali che egli non dimenticò mai.
Asinio Pollione rimproverava allo storico la sua "patavinitas" ( padovanità).
Livio morì a Padova nel 17 d.C.
http://www.padovando.com
La grandezza storica di Roma "caput mundi", per l'autore, è voluta dal Fato: il racconto storiografico è quindi orientato a una visione nazionalistica e celebrativa. Roma ha dato un grande esempio di virtù, ma il benessere e la ricerca del lusso ha corrotto le basi morali della vita civile. Dopo le immani catastrofi subite, i Romani sono sempre riusciti a riprendersi grazie alla loro "virtus".
Livio fu un conservatore filo-senatorio:nella sua opera idealizza il senato come vero cuore della patria, nelle lotte sociali propende per i patrizi e codanna gli eccessi della plebs.
Questa posizione nasce anche da un scarsa attenzione rivolta dallo storico meccanismi e ai retroscena sociali, economici e di potere.
Anche in campo religioso Livio manifesta il suo conservatorismo: egli percepisce la religione con funzione civile.
https://www.studiarapido.it/giustizia-processi-nellantica-roma/#.W-nYdtVKjIU
https://ilnuovotorrazzo.it
Alla base dell'opera sta una particolare concezione ideale della storia: nell'introduzione Livio dichiara le sue intenzioni e svela lo sguardo pessimistico che getta sul presente, segnato dalla violenza delle guerre civili.
La sua concezione della storia appare subito animata da un profondo e sincero amore per Roma, ma subito segue l'amara constatazione della difficile situazione causata dalle guerre civili: Roma soffre per la sua stessa grandezza e attraversa una fase di profonda crisi. L'atteggiamento di fondo nei confronti del presente è caratterizzato dal pessimismo e fatalismo: Livio non ricerca le cause della corruzione dei costumi, come Sallustio, ma li accetta come mali inevitabili.
Lo storico dichiara di volersi rifugiare nella narrazione del passato per recuperare l'originaria "virtus" e gli antichi valori che hanno reso grande Roma.
Livio si interroga sulle cause della grandezza di Roma e le individua nel mos maiorum: da ciò deriva la funzione centrale degli "exempla", ma deriva anche una giustificazione dell'imperialismo romano. Perciò la sua posizione è consonante con la politica di restaurazione morale.
Livio non ha uno sguardo scettico e razionale, ma quasi si immedesima; la sua opera riveste un valore antropologico.
Romolo e Remo, La fontana Orione: http://www.colapisci.it
Livio era apprezzato e protetto da Augusto: la sua opera era molto valorizzata. Eppure Livio aveva attribuito all'imperatore solo lodi formali: il principato non è la soluzione per i mali di Roma, anzi la decadenza che si è innescata è inarrestabile. Vi è una sorta di contraddizione tra la posizione dello storico e il suo gradimento a corte che può essere spiegata con il fatto che Livio non era uno storico-militante, ma uno storico-letterario, che si rifugia nel passato, dal quale recupera i valori del mos maiorum.
Il tabularium
(powerpoint Mondadori)
Noto anche in italiano come Storia di Roma, o anche letteralmente Storia di Roma dalla sua fondazione, è il titolo derivato dai codici con cui l'autore dell'opera Tito Livio indica quella che sarà la suddivisione della storia della fondazione di Roma in annales o libri. L'opera è nota anche con il titolo Historiae (Storie).
Il suo progetto storiografico comprendeva all'incirca 142 libri: di questi sono sopravvissuti i libri dal 1° al 10°, che trattano dal periodo della fondazione di Roma al 293 a.C., e i libri dal 21° al 45° che trattano del periodo che va dall'inizio della seconda guerra punica alla celebrazione del trionfo di Lucio Emilio Paolo.
Gli eventi sono disposti seguendo il metodo annalistico, illustrati anno per anno secondo una scansione cronologica dei fatti. Seguendo questo schema Livio è costretto a forzare molte volte i tempi del racconto per rimanere nello schema anni/libri.
La narrazione si dilata man mano che ci si avvicina alla storia contemporanea, di maggiore interesse per lo scrittore e per i lettori stessi.
La perdita di pezzi dell'opera è da spiegarsi con la sua suddivisione in decadi, ovvero la sua pubblicazione per gruppi di dieci libri, cui si accenna per la prima volta nel V secolo d.C., ma che risale all'autore stesso.
https://www.libroteka.it
Le sue fonti sono rappresentate dagli annalisti latini arcaici e di età sillana ( Macro, Anziate ecc..) per gli anni raccolti nella prima decade; a questi si aggiunge lo storico greco Polibio per le decadi successive.
Livio però non si preoccupa di sottoporre a un vaglio critico la fonte, non opera cioè ulteriori indagini, ricerche o confronti, ma la rielabora e l'abbellisce. Trascura quindi quello che era il metodo della storiografia greca: l'esame critico dei documenti, attiva partecipazione alla vita politica.
Questo atteggiamento fa di lui più un "exornator rerum" che un vero e proprio storico.
Nella sua opera non vi è una deformazione dei fatti , ma talvolta Livio si discosta dalla fonte solo per rendere più efficace e coinvolgente la narrazione: inoltre va aggiunto che l'enorme quantità dei dati trattati ha determinato talvolta ripetizioni, sovrapposizioni o contraddizioni.
Paul Jamin, Brenno e il suo bottino (1893)
Punto di forza degli Ab Urbe condita libri è una tecnica narrativa efficace e raffinata: Livio è abile nei passaggi da una situazione all'altra, da scenari di politica interna a scenari di guerra; ciò conferisce varietà e movimento al racconto. Livio vuole catturare l'attenzione del lettore e renderlo partecipe anche emotivamente nelle vicende.
Molto evidente è l'influenza della storiografia ellenistica, ma a differenza di quella Livio non arriva mai ad inventare i fatti. E' maestro degli effetti psicologici nei tratti dei personaggi, sui quali esprime un giudizio che può anche mutare nel corso delle vicende.
Vivaci risultano le scene di massa che coinvolgono popolazioni o esercito: si può notare qui l'inesperienza militare di Livio, che spesso racconta in modo ripetitivo le battaglie affidandosi all'espediente narrativo della peripezia.
Negli Ab Urbe condita libri vi sono mescolati altri generi letterari , come l'epica e la tragedia: epica è la concezione liviana di una storia fatto di successione di eroi.
La narrazione di Livio si fa spesso drammatica: l'arte oratoria fa sentire la sua influenza attraverso discorsi diretti.
Pietro da Cortona, Il ratto delle sabine (1629)
Livio vorrebbe imitare la prosa ciceroniana: in lui si riscontra un andamento solenne e maestoso che differenzia il suo stile sia dalla "inconcinnitas" di Sallustio, sia dalla limpida sinteticità di Cesare. Molto varia è la gamma dei registri stilistici; i toni solenni e l'impiego di arcaismi sono frequenti nella prima decade.
Egli mantiene una prosa di livello alto e sorvegliato, però nell'andamento dell'opera si possono rilevare notevoli disuguaglianze. Nella costruzione del periodo, Livio lo costruisce in modo complesso e articolato, con notevole tendenza all'ipotassi, diversamente, in alcuni punti, lo stile si semplifica al punto di diventare dimesso.
La lingua rivela alcuni vocaboli derivati dal "sermo cotidianus" e dalla parlata provinciale: da qui l'accusa di "patavinitas" . Nel complesso la forma espressiva è nitida.
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Colonna rostrata
Il meraviglioso in Livio: Romolo e Remo
[4] Sed debebatur, ut opinor, fatis tantae origo urbis maximique secundum deorum opes imperii principium. Vi compressa Vestalis cum geminum partum edidisset, seu ita rata seu quia deus auctor culpae honestior erat, Martem incertae stirpis patrem nuncupat. Sed nec di nec homines aut ipsam aut stirpem a crudelitate regia vindicant: sacerdos vincta in custodiam datur, pueros in profluentem aquam mitti iubet. Forte quadam divinitus super ripas Tiberis effusus lenibus stagnis nec adiri usquam ad iusti cursum poterat amnis et posse quamvis languida mergi aqua infantes spem ferentibus dabat. Ita velut defuncti regis imperio in proxima alluvie ubi nunc ficus Ruminalis est—Romularem vocatam ferunt—pueros exponunt. Vastae tum in his locis solitudines erant. Tenet fama cum fluitantem alveum, quo expositi erant pueri, tenuis in sicco aqua destituisset, lupam sitientem ex montibus qui circa sunt ad puerilem vagitum cursum flexisse; eam submissas infantibus adeo mitem praebuisse mammas ut lingua lambentem pueros magister regii pecoris invenerit—Faustulo fuisse nomen ferunt—ab eo ad stabula Larentiae uxori educandos datos. Sunt qui Larentiam volgato corpore lupam inter pastores vocatam putent; inde locum fabulae ac miraculo datum.
Romanelli Giovanni Francesco, Ritrovamento di Romolo e Remo da parte del pastore Faustolo: http://catalogo.fondazionezeri.unibo.it
Romolo e Remo allattati dalla lupa (dipinto di Rubens, ca. 1616, Roma, Musei Capitolini) http://unascuola.it
Fonte: http://www.thelatinlibrary.com/
Ma era dovuta al Fato, a mio parere, la nascita di una città così grande e l'inizio dell'impero più potente, secondo solo a quello degli dèi. La vestale, dopo avere subito violenza e avere partorito due gemelli, annunciò che era Marte il padre di quell'incerta discendenza, sia che ne fosse convinta, sia perchè era più accettabile un dio come autore del misfatto. Ma né gli dèi né gli uomini sottraggono lei e i figli alla crudeltà del re; la sacerdotessa viene gettata in prigione in catene, e si ordina di lasciare i bambini nella corrente del fiume. Per un caso miracoloso il Tevere era uscito dalle rive e aveva formato stagni tranquilli, e non ci si poteva avvicinare al corso vero e proprio del fiume, tuttavia esso dava l'illusione a coloro che portavano i bambini che essi potessero essere sommersi anche dall'acqua placida. Così, come obbedendo all'ordine del re, abbandonarono i bambini nella pozza più vicina, dove ora sorge il fico Ruminale- chiamato un tempo Romulare, si dice-. Allora quei luoghi erano ampiamente disabitati. Si narra che l'acqua del fiume lasciò all'asciutto quel cesto galleggiante, nel quale erano stati abbandonati i bambini, e una lupa assetata, scesa dai monti circostanti, deviò il suo cammino attirata dal vagito infantile; pare che essa, dopo essersi abbassata, offrisse ai bambini le proprie mammelle con un atteggiamento tanto materno che un pastore del bestiame reale la trovò mentre leccava con la lingua i piccoli. Egli si chiamava Faustolo, come si tramanda: portò i bambini nella capanna e li diede da allevare alla moglie Larenzia. C'è chi sospetta che Larenzia fosse una prostituta, chamata lupa tra i pastori; da qui forse nacque la leggenda miracolosa.
Fonte: In Nuce ( libro di testo)
http://www.inklink.it
"quia"= le due cause ipotizzate sono presentate attraverso una "variatio".
"forte/ divinitus" =i due termini hanno valore avverbiale che apparentemente hanno valore contrastante, ma lo storico li unisce per sottolineare come dietro l'aspetto casuale degli eventi vi sia un disegno provvidenziale.
il "fico Ruminale"= era una pianta protettrice dei lattanti
" lambentem" = l'espressione è segnata da un'alliterazione
" sunt qui "= qui è introdotto il tentativo di interpretazione razionalistica del mito.
https://www.little-iul.com
Rubens - Mars et Rhea Silvia: https://cs.wikipedia.org