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Transcript

Nilde Iotti

protagonista della Prima Repubblica

“Questa Repubblica si può salvare. Ma, per questo, deve diventare la Repubblica della Costituzione.”

Biografia

Nilde Iotti

La figura di Nilde Iotti ha segnato la storia politica della repubblica italiana fin dai suoi esordi. Eletta all'Assemblea costituente nel 1946, cominciò fin da allora la sua lotta per i diritti delle donne al lavoro e in famiglia. Fu deputata parlamentare per più di cinquant'anni e si dimise soltanto nel 1999, per problemi di salute. Il 20 giugno 1979 fu la prima donna a essere eletta alla terza carica dello stato. Mantenne il suo ruolo per quasi tredici anni, un record ancora imbattuto.

Leonilda Iotti

Biografia

Nilde Iotti nacque il 10 aprile 1920 a Reggio Emilia. Il padre era un ferroviere laico e socialista, che sotto il fascismo fu perseguitato per le sue lotte sindacali al punto da perdere il lavoro. Nel 1934 morì, lasciando la famiglia in grandi ristrettezze economiche, ma Nilde riuscì a iscriversi all'università Cattolica di Milano, dove nel 1942 si laureò in lettere e filosofia.

Dopo l'8 settembre 1943 la politica entrò prepotentemente nella sua vita. Nell'Italia del nord occupata dai nazisti si stavano risvegliando i movimenti partigiani, e la donna scelse presto d'iscriversi al Partito comunista italiano (PCI) e di unirsi prima alle staffette, poi ai Gruppi di difesa della donna, una formazione antifascista del partito che rivestì un ruolo importante nell'animazione della Resistenza.

Ideologia politica

Madre costituente

Alla fine della guerra l'attività politica continuò con l'Udi, l'Unione donne italiane, che le affidò l’incarico di indagare sulle condizioni delle famiglie più bisognose e di cui divenne segretaria. Il ruolo le valse un notevole apprezzamento a livello locale, e alle elezioni del 2 giugno 1946 ottenne dalla sua circoscrizione 15.936 voti, che all'età di ventisei anni la portarono a Montecitorio come deputata all'Assemblea costituente, insieme ad altre ventuno donne.

Qui entrò a far parte della commissione dei 75, preposta alla vera e propria stesura della carta, incaricata della parte relativa ai diritti e ai doveri dei cittadini. Questa partecipazione le permise di battersi per l'affermazione del principio della parità tra i coniugi, del riconoscimento dei diritti dei figli nati fuori dal matrimonio e delle famiglie di fatto. Al riguardo affermò: «Dal momento che alla donna è stata riconosciuta, in campo politico, piena eguaglianza, col diritto di voto attivo e passivo, ne consegue che la donna stessa dovrà essere emancipata dalle condizioni di arretratezza e di inferiorità in tutti i campi della vita sociale

Il suo operato

La relazione con Palmiro Togliatti

Vita privata

Durante i lavori per l'assemblea Iotti ebbe modo di conoscere e innamorarsi di Palmiro Togliatti, il segretario generale del PCI, già sposato con Rita Montagnana, un'eminente esponente del partito. La loro storia fu fortemente osteggiata dai vertici del partito, che avevano un codice di condotta morale severissimo. La coppia tuttavia rimase insieme fino alla morte di Togliatti, che si spense nel 1964.

Impegno politico

Impegno politico

Il ruolo svolto in difesa dei diritti delle donne e delle famiglie nei lavori per la costituente segnò profondamente l'impegno profuso da Iotti nella sua attività parlamentare.

Si batté per l'inserimento del divorzio nell'ordinamento giuridico e lo difese nella battaglia del referendum abrogativo del 1974.

Il suo impegno più importante fu volto a rendere le elezioni del parlamento a suffragio diretto

Nilde Iotti si ritirò dalla politica il 18 novembre 1999 per problemi di salute e si spense pochi giorni dopo. Nel 2009 il presidente della repubblica Giorgio Napolitano la ricordò con queste parole: «Nella sua vicenda umana e politica si riflette la storia stessa dell'Italia repubblicana. La lezione politica di Nilde Iotti, anche nella costante affermazione del principio costituzionale dell'uguaglianza della donna nella società, nel lavoro e nelle professioni, mantiene oggi intatta tutta la sua forza e attualità».

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