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Corso di formazione generale
Servizio Civile Universale
(A poche aule di distanza ci sono i delegati della "Gioventù Universitaria Fascista", che dispongono di un telefono per mettersi in contatto con la direzione della GUF o con le forze di polizia. Ma nessuno denuncia la ragazza, e il professor Pietro Paolo Trompeo dà la sua benedizione alla scritta cominciando la lezione come se nulla fosse, senza neppure cancellare la lavagna, dove la scritta rimarrà presente per parecchi giorni).
Questo episodio, e in generale tutte le azioni di resistenza non armata e nonviolenta compiute in quegli anni nelle università, nei sindacati, nelle chiese e nelle famiglie, sono pagine di storia minima che disegnano a tratti morbidi un quadro molto diverso da quello a cui ci ha abituato la storiografia ufficiale, tutta centrata sulle battaglie e le azioni militari.
Durante il fascismo, i gruppi armati di resistenza sono stati solamente la punta dell'iceberg di un movimento popolare vasto e diffuso, formato da milioni di italiani che attraverso la non collaborazione e il sostegno ai perseguitati hanno creato un contesto sociale senza il quale la liberazione sarebbe stata impossibile.
Art. 52 Costituzione
La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino.
Il servizio militare è obbligatorio nei limiti e modi stabiliti dalla legge.
Nella dottrina militare si considera che le possibili situazioni in cui coalizioni, Stati e gruppi, possono trovarsi in relazione alla conflittualità si riconducano essenzialmente a tre tipi: pace, crisi e guerra.
È «una condizione delle relazioni tra gruppi, classi o Stati in assenza di violenza (diretta o indiretta) e di minaccia di violenza reciproca».
In pace, lo strumento militare deve assicurare la deterrenza e garantire l'adeguato supporto alle decisioni politiche mediante l’approntamento e la disponibilità di forze prontamente ed efficacemente impiegabili sia per lo svolgimento di operazioni di guerra sia per condurre operazioni di risposta alle crisi (Crisis Response Operations - CRO).
Se la crisi riguarda direttamente uno Stato: le Forze destinate alla difesa devono essere in grado di sostenere le decisioni dell'autorità politica con azioni adeguate alla situazione.
Se un Paese si impegna nella soluzione di una crisi fra altri Stati: le Forze di difesa possono essere chiamate ad intervenire a sostegno dell'attività politica e diplomatica nella condotta di operazioni di risposta alle crisi.
E’ una situazione in cui lo scontro tra opposte volontà si manifesta con l’uso estensivo e generalizzato della violenza.
In funzione del grado di coinvolgimento delle risorse di una Nazione, la guerra può essere distinta in:
L'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) è stata istituita dopo la Seconda Guerra Mondiale da 51 Paesi ed è in funzione dal 1° gennaio 1946, in seguito all'entrata in vigore della Carta delle Nazioni Unite il 24 ottobre del 1945.
Oggi l'Organizzazione è costituita dalla quasi totalità degli Stati (193 membri). Santa Sede e Palestina hanno lo status di osservatore permanente. Circa 4.200 organizzazioni nongovernative beneficiano dello status consultivo presso il Consiglio economico e sociale. La sede centrale dell'ONU è a New York.
“Noi popoli delle Nazioni Unite, decisi
a salvare le future generazioni dal flagello della guerra, che per due volte nel corso di questa generazione ha portato indicibili afflizioni all’umanità,
a riaffermare la fede nei diritti fondamentali dell’uomo, nella dignità e nel valore della persona umana, nella eguaglianza dei diritti degli uomini e delle donne e delle nazioni grandi e piccole,
a creare le condizioni in cui la giustizia ed il rispetto degli obblighi derivanti dai trattati e dalle altri fonti del diritto internazionale possano essere mantenuti,
a promuovere il progresso sociale ed un più elevato tenore di vita in una più ampia libertà, (…)”.
1. Mantenere la pace e la sicurezza internazionale, ed a questo fine: prendere efficaci misure collettive per prevenire e rimuovere le minacce alla pace e per reprimere gli atti di aggressione o le altre violazioni della pace, e conseguire con mezzi pacifici, ed in conformità ai princìpi della giustizia e del diritto internazionale, la composizione o la soluzione delle controversie o delle situazioni internazionali che potrebbero portare ad una violazione della pace;
2. Sviluppare tra le nazioni relazioni amichevoli fondate sul rispetto e sul principio dell’eguaglianza dei diritti e dell’auto-decisione dei popoli, e prendere altre misure atte a rafforzare la pace universale;
3. Conseguire la cooperazione internazionale nella soluzione dei problemi internazionali di carattere economico, sociale culturale od umanitario, e nel promuovere ed incoraggiare il rispetto dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali per tutti senza distinzioni di razza, di sesso, di lingua o di religione;
4. Costituire un centro per il coordinamento dell’attività delle nazioni volta al conseguimento di questi fini comuni.
Organo plenario delle Nazioni Unite in cui sono rappresentati su base di uguaglianza tutti gli Stati Membri, si riunisce in sessione ordinaria annuale, sessioni speciali e sessioni speciali d’emergenza. L’Assemblea può discutere di qualsiasi questione che rientri nei fini delle Nazioni Unite e indirizzare raccomandazioni agli Stati (membri e non membri).
In tema di mantenimento della pace, le sue funzioni incontrano i limiti stabiliti dalla Carta, che assegna la responsabilità principale in questa materia al Consiglio di Sicurezza.
L’Assemblea adotta il bilancio dell’Organizzazione; decide sull’ammissione di nuovi Membri, sulla sospensione ed espulsione di Stati membri, sulla scelta dei Membri elettivi del Consiglio di Sicurezza, sull’elezione dei Membri del Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite.
Lo Statuto delle Nazioni Unite affida al Consiglio di Sicurezza la responsabilità principale del mantenimento della pace e della sicurezza internazionali.
Il Consiglio può essere convocato in qualunque momento, ogni qual volta la pace venga minacciata. Tutti gli Stati Membri sono tenuti a rispettare le decisioni del Consiglio.
Esso è composto da 15 membri. Cinque di essi — Cina, Francia, Federazione Russa, Gran Bretagna e Stati Uniti — sono membri permanenti. Gli altri 10 vengono eletti dall’Assemblea con un mandato biennale.
Le decisioni del Consiglio richiedono una maggioranza di almeno nove voti. Ad eccezione delle votazioni su questioni procedurali, nessuna decisione può essere presa nel caso in cui un voto negativo, o veto, venga espresso da un membro permanente.
di pace
Le operazioni militari di risposta alle crisi includono l’uso di strumenti politici, diplomatici e militari, secondo quanto stabilito dalle leggi internazionali, al fine di prevenire o risolvere un conflitto.
Oltre alle forze militari, coinvolgono le autorità diplomatiche, le organizzazioni internazionali, la popolazione civile, le organizzazioni governative e non governative (Non Governative Organizations - NGO), quelle private.
Esse sono condotte con imparzialità in supporto ad un mandato stabilito, di norma, da una organizzazione internazionale (ad esempio l'ONU e l'Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa - OSCE) e si propongono di raggiungere una stabilità politica a lungo termine, ovvero le altre condizioni specificate nel mandato.
Nella categoria delle Peace Support Operations rientrano diverse operazioni, che nella dottrina militare godono di specifiche definizioni.
Peacekeeping: operazioni per il mantenimento della pace
Peace Enforcement: operazioni per l’imposizione della pace Conflict Prevention: operazioni per la prevenzione dei conflitti
Peacemaking: operazioni di edificazione della pace
Peace Building: operazioni per il consolidamento della pace
Operazioni per il mantenimento della pace, riguardano attività sviluppate a seguito di un accordo di pace o di un cessate il fuoco che abbia realizzato un ambiente dove il livello del consenso o della condiscendenza è alto mentre la minaccia di un’azione disgregativa è bassa.
Esse hanno lo scopo di monitorare e favorire l'implementazione dell'accordo stesso. In questo contesto le formazioni militari devono possedere la capacità di utilizzare la forza, anche se, normalmente, essa sarà applicata solo per autodifesa.
Operazioni per l’imposizione della pace, concernono operazioni di natura coercitiva condotte qualora non sia stato raggiunto il consenso di tutte le parti in causa, o quando esso sia incerto.
Hanno lo scopo di mantenere o di ristabilire la pace, o di imporre le condizioni specificate nel mandato.
Alcuni esempi di missioni di imposizione della pace:
Operazioni per la prevenzione dei conflitti, comprendono una vasta gamma di attività, diplomatiche e/o militari, finalizzate ad individuare le possibili cause del conflitto, monitorarne gli indicatori e assumere tutte le azioni opportune per impedirne l'insorgere, l'intensificazione ovvero la ripresa delle ostilità.
Impegno a stabilire una cultura che valorizzi le persone
Confronto sulle Conformità e sulle Buone pratiche
valutazione della situazione dei conflitti
formazione delle figure chiave
Informazioni su Contratti e Polizze
esame dei processi aziendali
Operazioni di pacificazione, riguardano un’ampia gamma di attività diplomatiche, e possono anche includere la minaccia dell'uso della forza.
Esse sono condotte dopo l’insorgere di un conflitto armato, al fine di stabilire un cessate il fuoco o raggiungere un sollecito accordo di pace.
Operazioni per il consolidamento della pace, sono condotte normalmente da organizzazioni civili con il supporto militare, se richiesto, e agiscono sulle cause alla base del conflitto e, nel lungo termine, sulle necessità della popolazione.
Possono svolgersi nell'ambito dell’intero spettro delle operazioni di sostegno alla pace, ed in particolare nelle operazioni di Peacekeeping e Peace Enforcement.
La nonviolenza non è una rinuncia ad ogni lotta contro la malvagità. Al contrario, la nonviolenza come la concepisco io è una lotta contro la malvagità ancora più attiva e più vera della rappresaglia, la cui reale natura è quella di fare aumentare la malvagità. Quella che mi propongo è un’opposizione mentale e perciò morale all’immoralità. Cerco di spuntare il filo della spada del tiranno non levandogli contro un’arma ancora più affilata, ma frustrando la sua aspettativa di vedermi opporre resistenza fisica. Offrendogli la resistenza dell’anima, non posso che confonderlo. Sulle prime ne resterà sconcertato, poi, alla fine, si sentirà spinto ad un’intesa che non lo umilierà, ma lo solleverà.
Mahatma Gandhi
E’ al tempo stesso una filosofia di vita, un metodo di gestione dei conflitti e una strategia d'azione che hanno come scopo quello di costruire una società più giusta e più solidale.
E' un metodo di lotta politica che consiste nel rifiuto di ogni atto che porti a ledere fisicamente i rappresentanti e i sostenitori del potere cui ci si oppone, limitando l’azione a forme di non collaborazione, di boicottaggio e simili.
Dimensione filosofica
UNA FILOSOFIA di vita: desiderio di benevolenza nei confronti di tutti gli esseri umani; l’esigenza di giustizia e il rispetto dei diritti dell’uomo; rifiuto di ogni sorta di legittimazione della violenza; fiducia nel senso di responsabilità.
Dimensione strategica
Che si esprime in AZIONI: Mezzi coerenti con il fine che ci si propone; una forza di costrizione senza violenza che combatte le cause e le strutture dell’ingiustizia; la volontà di avviare un programma costruttivo alternativo.
Dimensione culturale
Per promuovere UNA CULTURA DELLA NON-VIOLENZA: approccio positivo ai conflitti personali, politici, sociali e internazionali; educazione alla non-violenza e alla gestione non-violenta dei conflitti a partire dalla scuola; istituzionalizzazione della formazione alla non-violenza a tutti i livelli della società
Dimensione politica
E’ costruire UNA CITTADINANZA BASATA SULLA RESPONSABILITA’, LA TOLLÉRANZA E LA PACE: una democrazia basata sulla partecipazione attiva dei cittadini; una società basata sul rispetto dell’altro e sulla tolleranza; un vivere insieme che riposa sul diritto e la giustizia per tutti.
La difesa civile non armata e nonviolenta
Il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 18 febbraio 1984 istituisce presso la Presidenza del Consiglio dei ministri il Comitato per la Difesa civile non armata e nonviolenta, formato da: rappresentanti di organismi pubblici (Difesa, Interno, protezione civile, Anci) ed esperti della materia
L’Art. 8 della legge 230/1998 (riforma dell'obiezione di coscienza al servizio militare): l’Unsc ha il compito di “...predisporre forme di ricerca e sperimentazione sulla difesa civile non armata e nonviolenta”.
Già a partire dal 2001, l'Ufficio proponeva iniziative relative a forme di ricerca e sperimentazione di difesa civile non armata e nonviolenta
La Difesa Civile non Armata e Nonviolenta
Basi della nonviolenza:
In quali modi il servizio civile può essere difesa civile non armata e nonviolenta?
- costruire la pace non è solo difendersi
- non è solo frutto delle politiche di sicurezza
YouTube: #ScegliamoLaPace
L’intervento dei Corpi Civili di Pace sarà realizzato in vari campi di azione:
Questo modello sperimentale si propone l’obiettivo di ricercare soluzioni alternative all’uso della forza militare per la risoluzione dei conflitti.
Competenze, capacità e sensibilità particolari, che non mancheranno ai giovani che sceglieranno di impegnarsi su “nuovi fronti”, saranno anche sviluppate da una formazione mirata e qualificata, appositamente prevista dal decreto interministeriale.