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Difesa civile non armata e nonviolenta

Corso di formazione generale

Servizio Civile Universale

Roma, dicembre 1939.

La Cecoslovacchia è già stata occupata dai nazisti e in un'aula della facoltà di Lettere una ragazza si alza dal suo banco.

Prima che arrivi il professore, sulla lavagna compare una scritta...

Roma,

dic '39

W

"Viva gli studenti di Praga morti per la patria e la libertà".

(A poche aule di distanza ci sono i delegati della "Gioventù Universitaria Fascista", che dispongono di un telefono per mettersi in contatto con la direzione della GUF o con le forze di polizia. Ma nessuno denuncia la ragazza, e il professor Pietro Paolo Trompeo dà la sua benedizione alla scritta cominciando la lezione come se nulla fosse, senza neppure cancellare la lavagna, dove la scritta rimarrà presente per parecchi giorni).

Si può parlare di lotta non violenta?

Si può parlare di...

A mani nude contro il fascismo...

Questo episodio, e in generale tutte le azioni di resistenza non armata e nonviolenta compiute in quegli anni nelle università, nei sindacati, nelle chiese e nelle famiglie, sono pagine di storia minima che disegnano a tratti morbidi un quadro molto diverso da quello a cui ci ha abituato la storiografia ufficiale, tutta centrata sulle battaglie e le azioni militari.

Durante il fascismo, i gruppi armati di resistenza sono stati solamente la punta dell'iceberg di un movimento popolare vasto e diffuso, formato da milioni di italiani che attraverso la non collaborazione e il sostegno ai perseguitati hanno creato un contesto sociale senza il quale la liberazione sarebbe stata impossibile.

Perchè con il Servizio Civile difendo il Paese?

Si può parlare di...

La difesa nazionale

La difesa nazionale

Art. 52 Costituzione

La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino.

Il servizio militare è obbligatorio nei limiti e modi stabiliti dalla legge.

Nella dottrina militare

Nella dottrina militare si considera che le possibili situazioni in cui coalizioni, Stati e gruppi, possono trovarsi in relazione alla conflittualità si riconducano essenzialmente a tre tipi: pace, crisi e guerra.

Nella dottrina militare

PACE

Pace

È «una condizione delle relazioni tra gruppi, classi o Stati in assenza di violenza (diretta o indiretta) e di minaccia di violenza reciproca».

In pace, lo strumento militare deve assicurare la deterrenza e garantire l'adeguato supporto alle decisioni politiche mediante l’approntamento e la disponibilità di forze prontamente ed efficacemente impiegabili sia per lo svolgimento di operazioni di guerra sia per condurre operazioni di risposta alle crisi (Crisis Response Operations - CRO).

CRISI

Crisi

Se la crisi riguarda direttamente uno Stato: le Forze destinate alla difesa devono essere in grado di sostenere le decisioni dell'autorità politica con azioni adeguate alla situazione.

Se un Paese si impegna nella soluzione di una crisi fra altri Stati: le Forze di difesa possono essere chiamate ad intervenire a sostegno dell'attività politica e diplomatica nella condotta di operazioni di risposta alle crisi.

  • Una situazione in cui si manifestano, con evidenza, minacce o rischi, ovvero dove la violenza viene esercitata in forme varie, sebbene in maniera ancora contenuta.
  • Il confine che delimita lo stato di pace da quello di crisi è difficilmente individuabile e, quindi, facilmente oltrepassabile.
  • Lo “stato di crisi” insorge quando due o più parti perseguono obiettivi ritenuti incompatibili tra loro, per conseguire i quali ricorrono alla violenza o minacciano di ricorrervi.
  • La crisi è caratterizzata da una condizione di precarietà, che può essere ricomposta o degenerare in stato di guerra.
  • Si può instaurare sia tra Nazioni (inter-statale), sia tra elementi interni ad una medesima Nazione (intra-statale).

GUERRA

Guerra

E’ una situazione in cui lo scontro tra opposte volontà si manifesta con l’uso estensivo e generalizzato della violenza.

In funzione del grado di coinvolgimento delle risorse di una Nazione, la guerra può essere distinta in:

  • guerra generale. Condotta quando sono in gioco gli interessi vitali della nazione;
  • guerra/conflitto regionale o limitato. In questo caso la limitazione è riferibile a operazioni di risposta alle crisi (CRO), che comprendono sia operazioni di sostegno alla pace (Peace Support Operations, generalmente svolte su mandato di un’organizzazione internazionale), sia altri tipi di operazioni svolte in ambito nazionale o multinazionale.

L'ONU

Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU)

L'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) è stata istituita dopo la Seconda Guerra Mondiale da 51 Paesi ed è in funzione dal 1° gennaio 1946, in seguito all'entrata in vigore della Carta delle Nazioni Unite il 24 ottobre del 1945.

Oggi l'Organizzazione è costituita dalla quasi totalità degli Stati (193 membri). Santa Sede e Palestina hanno lo status di osservatore permanente. Circa 4.200 organizzazioni nongovernative beneficiano dello status consultivo presso il Consiglio economico e sociale. La sede centrale dell'ONU è a New York.

L’incipit del Preambolo della Carta delle Nazioni Unite

“Noi popoli delle Nazioni Unite, decisi

a salvare le future generazioni dal flagello della guerra, che per due volte nel corso di questa generazione ha portato indicibili afflizioni all’umanità,

a riaffermare la fede nei diritti fondamentali dell’uomo, nella dignità e nel valore della persona umana, nella eguaglianza dei diritti degli uomini e delle donne e delle nazioni grandi e piccole,

a creare le condizioni in cui la giustizia ed il rispetto degli obblighi derivanti dai trattati e dalle altri fonti del diritto internazionale possano essere mantenuti,

a promuovere il progresso sociale ed un più elevato tenore di vita in una più ampia libertà, (…)”.

Articolo 1 - I fini delle Nazioni Unite

1. Mantenere la pace e la sicurezza internazionale, ed a questo fine: prendere efficaci misure collettive per prevenire e rimuovere le minacce alla pace e per reprimere gli atti di aggressione o le altre violazioni della pace, e conseguire con mezzi pacifici, ed in conformità ai princìpi della giustizia e del diritto internazionale, la composizione o la soluzione delle controversie o delle situazioni internazionali che potrebbero portare ad una violazione della pace;

2. Sviluppare tra le nazioni relazioni amichevoli fondate sul rispetto e sul principio dell’eguaglianza dei diritti e dell’auto-decisione dei popoli, e prendere altre misure atte a rafforzare la pace universale;

3. Conseguire la cooperazione internazionale nella soluzione dei problemi internazionali di carattere economico, sociale culturale od umanitario, e nel promuovere ed incoraggiare il rispetto dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali per tutti senza distinzioni di razza, di sesso, di lingua o di religione;

4. Costituire un centro per il coordinamento dell’attività delle nazioni volta al conseguimento di questi fini comuni.

L’Assemblea Generale

Organo plenario delle Nazioni Unite in cui sono rappresentati su base di uguaglianza tutti gli Stati Membri, si riunisce in sessione ordinaria annuale, sessioni speciali e sessioni speciali d’emergenza. L’Assemblea può discutere di qualsiasi questione che rientri nei fini delle Nazioni Unite e indirizzare raccomandazioni agli Stati (membri e non membri).

In tema di mantenimento della pace, le sue funzioni incontrano i limiti stabiliti dalla Carta, che assegna la responsabilità principale in questa materia al Consiglio di Sicurezza.

L’Assemblea adotta il bilancio dell’Organizzazione; decide sull’ammissione di nuovi Membri, sulla sospensione ed espulsione di Stati membri, sulla scelta dei Membri elettivi del Consiglio di Sicurezza, sull’elezione dei Membri del Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite.

Il Consiglio di Sicurezza

Lo Statuto delle Nazioni Unite affida al Consiglio di Sicurezza la responsabilità principale del mantenimento della pace e della sicurezza internazionali.

Il Consiglio può essere convocato in qualunque momento, ogni qual volta la pace venga minacciata. Tutti gli Stati Membri sono tenuti a rispettare le decisioni del Consiglio.

Esso è composto da 15 membri. Cinque di essi — Cina, Francia, Federazione Russa, Gran Bretagna e Stati Uniti — sono membri permanenti. Gli altri 10 vengono eletti dall’Assemblea con un mandato biennale.

Le decisioni del Consiglio richiedono una maggioranza di almeno nove voti. Ad eccezione delle votazioni su questioni procedurali, nessuna decisione può essere presa nel caso in cui un voto negativo, o veto, venga espresso da un membro permanente.

Le operazioni militari

di pace

Le operazioni militari

INTRO

Le operazioni militari di risposta alle crisi includono l’uso di strumenti politici, diplomatici e militari, secondo quanto stabilito dalle leggi internazionali, al fine di prevenire o risolvere un conflitto.

Oltre alle forze militari, coinvolgono le autorità diplomatiche, le organizzazioni internazionali, la popolazione civile, le organizzazioni governative e non governative (Non Governative Organizations - NGO), quelle private.

Esse sono condotte con imparzialità in supporto ad un mandato stabilito, di norma, da una organizzazione internazionale (ad esempio l'ONU e l'Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa - OSCE) e si propongono di raggiungere una stabilità politica a lungo termine, ovvero le altre condizioni specificate nel mandato.

PSOs

Nella categoria delle Peace Support Operations rientrano diverse operazioni, che nella dottrina militare godono di specifiche definizioni.

PSOs

Peacekeeping: operazioni per il mantenimento della pace

Peace Enforcement: operazioni per l’imposizione della pace Conflict Prevention: operazioni per la prevenzione dei conflitti

Peacemaking: operazioni di edificazione della pace

Peace Building: operazioni per il consolidamento della pace

Peacekeeping

Peacekeeping

Operazioni per il mantenimento della pace, riguardano attività sviluppate a seguito di un accordo di pace o di un cessate il fuoco che abbia realizzato un ambiente dove il livello del consenso o della condiscendenza è alto mentre la minaccia di un’azione disgregativa è bassa.

Esse hanno lo scopo di monitorare e favorire l'implementazione dell'accordo stesso. In questo contesto le formazioni militari devono possedere la capacità di utilizzare la forza, anche se, normalmente, essa sarà applicata solo per autodifesa.

Peace Enforcement

Peace Enforcement

Operazioni per l’imposizione della pace, concernono operazioni di natura coercitiva condotte qualora non sia stato raggiunto il consenso di tutte le parti in causa, o quando esso sia incerto.

Hanno lo scopo di mantenere o di ristabilire la pace, o di imporre le condizioni specificate nel mandato.

Alcuni esempi di missioni di imposizione della pace:

  • Guerra di Corea 1950-1953, intervento ONU per ristabilimento dello status quo ante rispetto all'invasione militare della Corea del Nord.
  • Guerra del Golfo nel 1990-1991 per la liberazione del Kuwait, occupato dall'Iraq di Saddam Hussein.
  • Quando durante la guerra in Afghanistan, nel 2001 il Consiglio di sicurezza dell'ONU ha autorizzato la costituzione della Forza Internazionale di Assistenza per la Sicurezza (ISAF) a guida NATO.
  • Intervento militare in Libia nel 2011, con operazioni militari di singoli paesi e di quelli membri NATO dietro mandato ONU.

Conflict Prevention

Conflict Prevention

Operazioni per la prevenzione dei conflitti, comprendono una vasta gamma di attività, diplomatiche e/o militari, finalizzate ad individuare le possibili cause del conflitto, monitorarne gli indicatori e assumere tutte le azioni opportune per impedirne l'insorgere, l'intensificazione ovvero la ripresa delle ostilità.

Impegno a stabilire una cultura che valorizzi le persone

Confronto sulle Conformità e sulle Buone pratiche

valutazione della situazione dei conflitti

formazione delle figure chiave

Informazioni su Contratti e Polizze

esame dei processi aziendali

Peacemaking

Peacemaking

Operazioni di pacificazione, riguardano un’ampia gamma di attività diplomatiche, e possono anche includere la minaccia dell'uso della forza.

Esse sono condotte dopo l’insorgere di un conflitto armato, al fine di stabilire un cessate il fuoco o raggiungere un sollecito accordo di pace.

Peace Building

Peace Building

Operazioni per il consolidamento della pace, sono condotte normalmente da organizzazioni civili con il supporto militare, se richiesto, e agiscono sulle cause alla base del conflitto e, nel lungo termine, sulle necessità della popolazione.

Possono svolgersi nell'ambito dell’intero spettro delle operazioni di sostegno alla pace, ed in particolare nelle operazioni di Peacekeeping e Peace Enforcement.

Le forze di pace italiane

ITA

La nonviolenza

La nonviolenza

Cit.

La nonviolenza non è una rinuncia ad ogni lotta contro la malvagità. Al contrario, la nonviolenza come la concepisco io è una lotta contro la malvagità ancora più attiva e più vera della rappresaglia, la cui reale natura è quella di fare aumentare la malvagità. Quella che mi propongo è un’opposizione mentale e perciò morale all’immoralità. Cerco di spuntare il filo della spada del tiranno non levandogli contro un’arma ancora più affilata, ma frustrando la sua aspettativa di vedermi opporre resistenza fisica. Offrendogli la resistenza dell’anima, non posso che confonderlo. Sulle prime ne resterà sconcertato, poi, alla fine, si sentirà spinto ad un’intesa che non lo umilierà, ma lo solleverà.

Mahatma Gandhi

Cos'è la nonviolenza?

Cos'è la nonviolenza?

E’ al tempo stesso una filosofia di vita, un metodo di gestione dei conflitti e una strategia d'azione che hanno come scopo quello di costruire una società più giusta e più solidale.

E' un metodo di lotta politica che consiste nel rifiuto di ogni atto che porti a ledere fisicamente i rappresentanti e i sostenitori del potere cui ci si oppone, limitando l’azione a forme di non collaborazione, di boicottaggio e simili.

La nonviolenza...

La nonviolenza...

Dimensione filosofica

UNA FILOSOFIA di vita: desiderio di benevolenza nei confronti di tutti gli esseri umani; l’esigenza di giustizia e il rispetto dei diritti dell’uomo; rifiuto di ogni sorta di legittimazione della violenza; fiducia nel senso di responsabilità.

Dimensione strategica

Che si esprime in AZIONI: Mezzi coerenti con il fine che ci si propone; una forza di costrizione senza violenza che combatte le cause e le strutture dell’ingiustizia; la volontà di avviare un programma costruttivo alternativo.

Dimensione culturale

Per promuovere UNA CULTURA DELLA NON-VIOLENZA: approccio positivo ai conflitti personali, politici, sociali e internazionali; educazione alla non-violenza e alla gestione non-violenta dei conflitti a partire dalla scuola; istituzionalizzazione della formazione alla non-violenza a tutti i livelli della società

Dimensione politica

E’ costruire UNA CITTADINANZA BASATA SULLA RESPONSABILITA’, LA TOLLÉRANZA E LA PACE: una democrazia basata sulla partecipazione attiva dei cittadini; una società basata sul rispetto dell’altro e sulla tolleranza; un vivere insieme che riposa sul diritto e la giustizia per tutti.

Dcnan

La difesa civile non armata e nonviolenta

Dcnan

Comitato

Dcnan

Il Comitato di consulenza per la Difesa civile non armata e nonviolenta

Il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 18 febbraio 1984 istituisce presso la Presidenza del Consiglio dei ministri il Comitato per la Difesa civile non armata e nonviolenta, formato da: rappresentanti di organismi pubblici (Difesa, Interno, protezione civile, Anci) ed esperti della materia

L’Art. 8 della legge 230/1998 (riforma dell'obiezione di coscienza al servizio militare): l’Unsc ha il compito di “...predisporre forme di ricerca e sperimentazione sulla difesa civile non armata e nonviolenta”.

Già a partire dal 2001, l'Ufficio proponeva iniziative relative a forme di ricerca e sperimentazione di difesa civile non armata e nonviolenta

La Dcnan

La Difesa Civile non Armata e Nonviolenta

  • Non è semplicemente un modo alternativo (o diverso) da quello militare di risolvere i conflitti ed attuare la difesa, ma assume una più netta vocazione per la costruzione della pace con mezzi pacifici.
  • Si impegna nell'identificare i nodi conflittuali che tradizionalmente possono portare all'impiego di mezzi militari o all'uso della forza gestendoli al contrario con tecniche nonviolente.
  • E’ connaturata alla costruzione della pace mediante un vasto arco di attività di solidarietà, finalizzate a realizzare condizioni di giustizia sociale, eguaglianza sostanziale, sicurezza umana.
  • Costituisce un punto di riferimento anche in relazione alla gestione dei conflitti interni, primariamente con riferimento a quelli di carattere sociale.

Le radici culturali della Dcnan

Basi della nonviolenza:

  • Centralità della dignità di ogni essere umano
  • Difesa dei valori della vita umana
  • Difesa dei diritti umani
  • Difesa dei valori condivisi
  • Difesa della giustizia
  • Difesa della partecipazione attiva

SCN e Dcnan

In quali modi il servizio civile può essere difesa civile non armata e nonviolenta?

  • Il SC è Dcnan quando è strumento di pace
  • Quando promuove la cultura della pace positiva:

- costruire la pace non è solo difendersi

- non è solo frutto delle politiche di sicurezza

  • Quando previene l’escalation dei conflitti
  • Quando insegna il valore della interdipendenza
  • Quando insegna a dire “mi interessa”
  • Quando insegna corresponsabilità e partecipazione
  • Quando impegna le dimensioni della solidarietà personale e collettiva
  • Quando forma ed educa alla nonviolenza

Corpi Civili di Pace

Corpi civili di Pace

  • L’istituzione dei Corpi Civili di Pace rappresenta una novità quasi assoluta nel panorama europeo e mondiale.
  • Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto interministeriale, che disciplina l’organizzazione del contingente di Corpi Civili di Pace, è partita parte la sperimentazione che ha coinvolto 500 giovani nel triennio 2014/15/16
  • Nel 2011, nell’ambito del Servizio Civile Nazionale, è stato realizzato in Albania il progetto sperimentale di ricomposizione dei conflitti: “Caschi Bianchi oltre le vendette”

YouTube: #ScegliamoLaPace

Corpi civili di Pace

L’intervento dei Corpi Civili di Pace sarà realizzato in vari campi di azione:

  • sostegno ai processi di democratizzazione, di mediazione e di riconciliazione;
  • sostegno alle capacità operative e tecniche della società civile locale, anche tramite l’attivazione di reti tra persone, organizzazioni e istituzioni, per la risoluzione dei conflitti;
  • monitoraggio del rispetto dei diritti umani e del diritto umanitario;
  • attività umanitarie, inclusi il sostegno a profughi, sfollati e migranti, il reinserimento sociale degli ex-combattenti, la facilitazione dei rapporti tra le comunità residenti e i profughi, sfollati e migranti giunti nel medesimo territorio;
  • educazione alla pace;
  • sostegno alla popolazione civile che fronteggia emergenze ambientali, nella prevenzione e gestione dei conflitti generati da tali emergenze.

Corpi civili di Pace

Questo modello sperimentale si propone l’obiettivo di ricercare soluzioni alternative all’uso della forza militare per la risoluzione dei conflitti.

Competenze, capacità e sensibilità particolari, che non mancheranno ai giovani che sceglieranno di impegnarsi su “nuovi fronti”, saranno anche sviluppate da una formazione mirata e qualificata, appositamente prevista dal decreto interministeriale.

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