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CHE GARA MITICA!

ATENA E POSEIDONE

ATENA E POSEIDONE

IL MITO

IL MITO

Il Fato aveva predetto che l’Attica sarebbe diventata la regione più forte, ricca e importante di tutta la Grecia. Poseidone e Atena volevano entrambi governare l’Attica. Poseidone fece apparire una fontana d’acqua (o un cavallo, secondo altre versioni), Atena un ulivo. Dato che nessuno dei due voleva cedere all’altro la città, si decise a votazione. Gli dei votarono Poseidone, le dee votarono Atena e poichè le dee erano in maggior numero rispetto agli dei, la città venne data ad Atena e venne chiamata Atene.

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Atena e Poseidone, vaso a figure rosse

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La contesa fra Atena e Poseidone, vaso a figure rosse

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Titolo dell’opera: Atena e Poseidone in gara per il dominio dell’Attica

Autore: Donatello Datazione: XV sec. Collocazione: Firenze, Palazzo Medici Riccardi, Museo

OMERO ED ESIODO

OMERO ED ESIODO

IL MITO

IL MITO

Molti si riunirono per onorare con grandi gare il funerale di Anfidamante. Giunsero anche Omero ed Esiodo, e cominciarono a confrontarsi di fronte a una giuria. Al termine di una gara il basileus della città, ordinò ad ognuno dei due di recitare il brano più bello delle loro opere. Esiodo recitò un passo delle opere e i giorni, mentre Omero scelse una scena di combattimento tratta dall'Iliade.Venne decretata la vittoria di Esiodo, ritenendo giusto, a suo parere, premiare coloro che esaltavano la pace e non la guerra, le stragi e i massacri.

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Esiodo accompagnato da una Musa, dipinto di Gustave Moreau

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Testa di Omero conservata al British Museum

ULISSE E I PROCI

IL MITO

IL MITO

Penelope indisse una gara che riteneva impossibile per i pretendenti: avrebbe potuto sposarla chi fosse riuscito a scoccare una freccia con l'arco di Odisseo facendola passare attraverso i fori di dodici scuri allineate. Come Penelope aveva previsto, nessuno dei pretendenti riuscì neanche a tendere l'arco. Travestito da mendicante, Odisseo chiese di provare, riuscì facilmente nell'impresa e, dopo aver svelato la sua vera identità, uccise tutti i pretendenti.

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Titolo dell’opera: Ulisse saetta i Proci

Autore: Luca Cambiaso

Datazione: 1527-1585

Collocazione: Palazzo della meridiana, Genova Tecnica: affresco

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GIOCHI FUNEBRI IN ONORE DI PATROCLO

GIOCHI FUNEBRI DI PATROCLO

IL MITO

LE GARE

La corsa dei carri: i partecipanti furono Diomede, Antioco, Menelao, Merione ed Eumelo. Vinse Diomede

Lo scontro di pugilato: si sfidarono Epeo e Eurialo. Vinse Epeo

Lotta: combatterono Aiace Telamonio e Odisseo, che pareggiarono.

Gara di corsa: gareggiarono Aiace Oileo, Odisseo e Antiloco. Vinse Odisseo, con l'aiuto di Atena

Duello armato: si sfidarono Aiace Telamonio e Diomede, che terminarono con un pareggio

Lancio del blocco di ferro: i partecipanti furono Polipete, Leonteo, Aiace Telamonio ed Epeo. Vinse Polipete

Tiro con l'arco: si sfidarono Merione e Teucro. Vinse Merione

Lancio dell'asta: gareggiarono Agamennone e Merione. Vinse Agamennone, che però chiese che il primo premio venisse dato a Merione

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Titolo dell’opera: Vaso Francoise Autore: Kleitias e Ergotimo

Datazione: 570 a.C.

Collocazione: Museo Archeologico nazionale di Firenze

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GIOCHI FUNEBRI IN ONORE DI ANCHISE

GIOCHI IN ONORE DI ANCHISE

IL MITO

LE GARE

La regata: gara fra navi

La corsa a piedi: si sfidano i troiani Niso, Eurialo, Dioreo, Salio, Parto e i siciliani Panope ed Elimo.

Il pugilato: c'erano due premi, un toro al vincitore e una spada ed un elmo al vinto.

La gara dell'arco: vi partecipano Ippocoonte, Mnesteo, Eurizione e Aveste. Vinse Eurizione colpendo una colomba legata ad un palo.

Ludus Troiae: è un gioco per giovani cavalieri. Si sfidano tre squadre di giovani.

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Soggetto: Addio di Anchise al figlio Enea e alla Sibilla alle porte dell’Averno

Autore: Wilhelm Bottner

Datazione: 1780

Ubicazione: Parigi

Misure: cm 136 x 98

Materiale: Olio su rame

Stato di conservazione: Mediocre

Provenienza: Parma, Accademia di Belle Arti;

APOLLO E GIACINTO

IL MITO

IL MITO

Apollo s’innamorò di un giovane della Laconia, Giacinto. Anche Zefiro, vento dell'ovest, si era infatuato di Giacinto, ma aveva perso le due sfide per poter conquistare il giovane.Un giorno Apollo e Giacinto iniziarono una gara di lancio col disco. Zefiro colse l'occasione per vendicarsi di Apollo e cambiò il vento in modo tale che il disco di Apollo colpisse Giacinto . Apollo cercò di salvare il giovane, ma invano. Decise così di trasformarlo in un fiore color rosso porpora, come il suo sangue, perchè tutti lo potessero ricordare.

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Giacinto

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Titolo dell’opera: La morte di Giacinto

Autore: Gianbattista Tiepolo

Datazione: 1752-53

Collocazione:  Madrid, Museo Thyssen-Bornemisza

Tecnica: olio su tela

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Titolo dell’opera: La morte di Giacinto

Autore: Jean Broc

Datazione: 1801

Collocazione: collezione della città di Poitier

Tecnica: olio su tela

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Titolo dell’opera: La morte di Giacinto

Autore:  Pieter Paul Rubens

Datazione: 1636-38

Collocazione: Madrid, Prado

Tecnica: olio

PELOPE E IPPODAMIA

IL MITO

IL MITO

Pelope inizialmente viveva nella terra lasciata dal padre, la Paflagonia, dove governava con giustizia sia la Frigia sia la Lidia. Costretto da un'invasione di barbari, intraprese un viaggio attraverso la Grecia alla ricerca di un regno da governare. Giunse quindi alla corte del re Enomao. Questi non aveva concesso a nessuno la mano della figlia, a meno che non lo avesse vinto a una gara a cavallo. Enomao era sicuro di vincere ogni sfida, poiché aveva dei cavalli divini. Pelope che, nel frattempo, si era innamorato di Ippodamia, la figlia del re, chiese a Mirtilo, figlio di Ermes, di sabotare il carro di Enomao. Vinta la gara Pelope uccise Mirtilo che, in punto di morte, lo maledì.

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Pelope e Ippodamia sull’anfora da Casalta.

Scuola del Pittore del Dinos, 420-410 a.C.

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Bassorilievo raffigurante Pelope sulla quadriga

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Vaso a figure rosse, Pittore del Sakkos Bianco, 320-310 a.C.

ATALANTA E MELANIONE

ATALANTA E MELANIONE

IL MITO

IL MITO

Atalanta era la figlia di Iaso , re dell’Arcadia, e di Climene. Venne abbandonata dal padre poiché donna. Crebbe bella e forte e decise di rimanere vergine, ma il padre, sapute le gesta delle figlia, le chiese di sposarsi per governare sul regno. Lei disse che si sarebbe sposata solo con colui che l’avrebbe superata in una gara di corsa. Melanione si innamorò perdutamente di lei e decise di sfidarla. Così Afrodite, la dea dell’amore, decise di dare a Melanione delle mele d’oro per distrarre Atalata e vincere la sfida. Inebriata dalla bellezza di queste mele d’oro, Atalanta si fermò ogni volta per raccoglierle e così perse la sfida e sposò Melanione.

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Titolo dell’opera: Atalanta e Ippomene Autore: Guido Reni

Datazione: 1620-21

Collocazione: Museo di Capodimonte, Napoli Tecnica: olio su tela

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Titolo dell’opera: Atalanta e Ippomene

Autore: Nicolas Colombel

Datazione: 1699

Collocazione: Liechtenstein Museum, Vienna

Tecnica: olio su tela

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Titolo dell’opera: Atalanta e Ippomene Autore: Sebastiano Marsili

Datazione: 1570-72

Collocazione: Museo di Palazzo Vecchio, Firenze Tecnica: olio su tavola

ATENA ED ARACNA

ATENA E ARACNE

IL MITO

IL MITO

Aracne, figlia del tintore Idmone, era una fanciulla che viveva nella città di Ipepe, nella Lidia. Era molto conosciuta per la sua abilità di tessitrice e un giorno sostenne che neanche Atena, la più abile delle tessitrici, avrebbe potuto vincerla e la sfidò. Atena sotto mentite spoglie, cercò di convincere Aracne a lasciar perdere, ma la giovane non demorse. A quel punto Atena si rivelò e accettò la sfida. Finita la gara, Atena, per non riconoscere la sconfitta, stracciò la tela di Aracne, che tentò di suicidarsi. La dea decise che, però, il suicidio non era una punizione giusta e trasformò Aracne in un gigantesco ragno, così che potesse tessere tele per il resto della sua vita.

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Titolo dell’opera: Le filatrici (La favola di Aracne)

Autore: Diego Velázquez

Datazione: 1657 ca.

Tecnica: olio su tela

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Titolo dell’opera: Aracne e Minerva

Autore: Herman Posthumus

Datazione: 1540-1543

Collocazione: Landshut, Stadtresidenz, Sala di Aracne

Tecnica: affresco

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APOLLO E MARSIA

IL MITO

IL MITO

Atena costruì un flauto, ma poiché diventava rossa quando lo suonava, lo gettò, maledicendo tutti coloro che lo avessero suonato. Un giovane satiro, Marsia, però, lo raccolse e diventò così bravo a suonarlo che decise di sfidare Apollo. Ovviamente Apollo vinse la sfida, poiché barò. Come punizione per aver sfidato un dio, Apollo decise di appendere Marsia ad un albero e di scorticarlo vivo.

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Titolo dell’opera: Apollo e Marsia Autore: Luca Giordano

Datazione: 1696

Collocazione: El Escorial, Palazzo, Patrimonio Nacional Tecnica: olio su tela

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Titolo dell’opera: Apollo scortica Marsia Autore: Tiziano

Datazione: 1570

Collocazione: Cechia, Castello di Kromeriz Tecnica: olio su tela

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Titolo dell’opera: Apollo e Marsia

Autore: Michelangelo Anselmi Parmese

Datazione: 1540 ca.

Collocazione: Washington, National Gallery of Art

Tecnica: olio su tavola

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Titolo dell’opera: La contesa di Apollo e Marsia

Autore: Tintoretto

Datazione: 1544-45

Collocazione: Hartford, Wadsworth Atheneum

Tecnica: olio su tavola

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