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Gli esseri umani appartengono all'ordine dei primati, del quale fanno parte anche lemuri, tarsi, scimmie (come il cebo cappuccino o il babbuino) e le scimmie antropomorfe (come gibboni, scimpanzé, gorilla e oranghi).
Anche gli esseri umani, nel corso di milioni di anni, hanno subìto dei cambiamenti delle loro caratteristiche che li hanno fatto evolvere fino alla forma che hanno oggi.
Nonostante i primati appartengano a diverse specie, condividono molte caratteristiche, sia anatomiche che comportamentali. Quattro di queste sono:
I primati più strettamente imparentati con l'uomo sono le scimmie antropomorfe. Tra questi, gli scimpanzé e i bonobo sono i nostri "cugini più prossimi: il DNA umano e quello dello scimpanzé differiscono per meno dell'1% del totale. Quest'informazione indica che l'uomo e lo scimpanzé condividono un antenato comune comune vissuto circa 6 milioni di anni fa.
L'insieme delle scimmie antropomorfe viene
chiamato ominoidei, mentre l'uomo fa parte del
sottoinsieme degli ominini.
La storia dell'uomo ebbe inizio in Africa, dove vennero trovati i reperti più antichi. In seguito l'uomo si diffuse in tutti gli altri continenti a più ondate, da quella di 1,8 milioni di anni fa fino a quella di 50,000 anni fa.
I primi ominini appartenevano al gruppo degli ardipitechi, mentre, sempre in Africa, si sono evoluti anche la specie degli australopitechi, a cui appartiene lo scheletro di Lucy, trovato in Etiopia nel 1974.
L'evoluzione umana ha avuto un andamento "a forma di
cespuglio" con molte ramificazioni , la maggior parte
delle quali sono terminate con un'estinzione.
Il genere Homo, a cui oggi appartiene la sola
specie Homo sapiens, comprende diverse specie
estinte.
Gli ominini del genere Homo hanno un cranio molto più
grande di quello degli australopitechi e comparvero in Africa verso i 2,5 milioni di anni fa.
I primi ominini vennero chiamati Homo habilis, cioè "uomo dotato di manualità", a causa della vicinanza di strumenti di pietra vicino ai loro scheletri.
1,8 milioni di anni fa ca. comparve in Africa un altro ominine
chiamato Homo erectus. Era più alto e robusto di H. habilis,
aveva un cervello più grande e il volto più simile a quello
dell'uomo moderno.
Probabilmente già 50,000 anni fa H. erectus
sapeva usare il fuoco, anche se
certamente non sapeva
accenderlo.
La ricerca di cibo e di territori di caccia spinsero gli Homo
erectus a emigrare dall'Africa e a spostarsi in Asia e in Europa.
Homo erectus diede origine a diverse popolazioni di ominini
arcaici dalle quali, a partire da 50,000 anni fa, ebbe origine la specie Homo sapiens, che comprende gli uomini moderni.
Un altra specie prosperò in Europa e in Asia a partire da 165,000 anni fa: gli uomini di Neanderthal (Homo neanderthalensins), che si estinse intorno a 35,000 anni fa. Erano più tarchiati degli uomini attuali, avevano la fronte bassa, il mento poco pronunciato e la volta cranica schiacciata. Invece l'uomo moderno ha uno scheletro più gracile e un
cranio più rotondo, con una fronte alta e spaziosa e arcate
sopracciliari piccole; la mandibola, come la dentatura, è ridotta.
Inoltre la nostra specie presenta uno sviluppo più tardivo: ciò
richiede un periodo più lungo di dipendenza dai genitori,
prolungando però il periodo di apprendimento.