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Il settore secondario africano

L'Africa è un continente ricco di materie prime, tutti questi beni possono essere considerati, però, la "disgrazia" dell'Africa. Infatti a controllarle non sono gli stati africani bensì le numerose multinazionali che operano in questi paesi. Queste multinazionali si arricchiscono a spese dei lavoratori, che sono sottopagati e che spesso rischiano la vita. La colpa non è solamente delle multinazionali ma anche e soprattutto dei capi di stato Africani che spesso sono complici dello sfruttamento e che invece di aiutare i propri cittadini si arricchiscono.

I paesi occidentali accedono alle risorse africane, senza dover pagare le conseguenze ambientali e sociali. Questo modello di sviluppo (cioè l'accesso a beni naturali africani) se fosse bilanciato con il rispetto dei diritti umani (diritti sociali e dei lavoratori, eliminazione del lavoro infantile, ecc.) e dell'ambiente, ( la riparazione dei danni ambientali e un equo risarcimento alle comunità locali che sono i legittimi proprietari del terreno) sarebbe equo, purtroppo non è ancora così.

L'Africa esporta minerali e petrolio, le due produzioni con il più alto coefficiente di ritorno finanziario. Oro, diamanti, rame si trovano in gran quantità in molti paesi dell'Africa Occidentale e Australe. Il petrolio è oggi pompato dai pozzi di tutta la fascia sahariana, in Nigeria e lungo le coste occidentali, in Egitto e Libia al nord, e nel sud Sudan. Giacimenti si trovano nel nord e sulle coste del Kenya, lungo la Rift Valley al confine tra Uganda e Repubblica Democratica del Congo. È possibile che vi siano giacimenti sfruttabili commercialmente lungo le coste somale. Molto importanti sono i giacimenti di coltan, nella Repubblica Democratica del Congo, minerale necessario alla produzione di prodotti elettrici. Sono molti i depositi di oro, ferro, bauxite, rame, carbone, titanio, uranio e altri minerali non ancora sfruttati.

Settore petrolchimico

Anche il petrolio, che rientra in quella che viene definita "maledizione delle risorse" è presente in vaste aree del continente africano. Quest’ultimo non ospita giacimenti importanti come quelli mediorientali, ma la miscela che vi viene estratta è più ‘pulita’, più pregiata, ed economicamente più conveniente. Nel continente nero si iniziò a estrarre petrolio negli anni ’50 e la produzione ha continuato a crescere fino a qualche anno fa, per poi calare leggermente negli ultimi anni a causa delle gravi instabilità interne dei paesi esportatori. Inizialmente unico paese esportatore era la Nigeria ma poi ad essa si sono affiancati l’Angola e il Sudan, e più recentemente anche il Gabon e la Guinea Equatoriale, che ha avuto un boom di produzione negli ultimi anni. Le grandi compagnie petrolifere negli ultimi anni hanno preferito il petrolio africano, per la scoperta di nuovi giacimenti e per la loro posizione geografica – situati per la maggior parte sulle coste del Mediterraneo e nel Golfo di Guinea – che permette una riduzione dei costi di trasporto.

L’Africa e la sua energia : le rinnovabili le nuove fonti

L’Africa sta crescendo, e così la sua domanda di energia. Secondo l’ONU, da qui al 2050 più della metà della crescita della popolazione mondiale potrebbe riguardare l’Africa.

Questo elemento, insieme alla rapida industrializzazione del continente, rappresenta un’opportunità senza precedenti, per l’espansione di soluzioni di energia rinnovabile “ climate friendly”.

Gli esperti ritengono che con giusto mix energetico (fonti rinnovabili e fonti non rinnovabili), permetterà alle nazioni africane di svilupparsi, in modo rapido e sostenibile. Secondo l’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili (IRENA), l’Africa potrebbe soddisfare quasi un quarto del proprio fabbisogno energetico, grazie all’utilizzo di energia autoctona, pulita e rinnovabile.

In un continente che sta già subendo gli effetti del cambiamento climatico, lo sviluppo di risorse energetiche rinnovabili, assume un’importanza ancora maggiore.

L’obiettivo primario è raggiungere la completa neutralità carbonica entro il 2050.

Nella mission ( traguardi da raggiungere) dei paesi africani sono stati inseriti gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, per assicurare a tutti l’accesso a sistemi di energia economici, affidabili, sostenibili e moderni, con l’interesse di promuovere azioni, a tutti i livelli, per combattere il cambiamento climatico.

L’Africa ha un’enorme capacità di generare energia solare.

Per sfruttare questa fonte di energia rinnovabile ed economica, si sono inaugurate tre centrali solari in Tunisia e Algeria da parte di un’azienda italiana di idrocarburi di fama mondiale (ENI).

La diga di Kariba sul fiume Zambesi nello Zambia- Africa-

La diga Kariba è una diga idroelettrica costruita sul fiume Zambesi, sul confine tra lo Zambia e lo Zimbawe.

In seguito alla costruzione della diga si è formato il lago Kariba.

Uno degli obiettivi principali che fu posto per attirare investimenti, fu quello relativo allo sfruttamento dell’enorme potenziale energetico del fiume Zambesi, che scorre tra gli stati della federazione, per soddisfare soprattutto le richieste di energia, della cintura meneraria del rame del nord dello Zambia.

Fu così che nacque la Diga di Kribam tra le cascate Vittoria e Cabora Bassa.

La diga kariba è una delle dighe più grandi al mondo con un’altezza di 128 metri e una arcata di 579 metri.

La diga fornisce 1.320 megawatt di elettricità sia allo Zambia, che allo Zimbabwe. Il lago Kariba, il bacino d’acqua creato dalla diga, si estende per 280 chilometri ed ha una capienza di 180 km cubi, ancora oggi il bacino artificiale più grande del mondo.

Dalla fine della sua costruzione e dalla formazione del grande lago, all’inizio degli anni sessanta, l’area è stata oggetto di numerosi terremoti, venti dei quali superiori alla magnitudo 5 della scala Richter, che si ritiene siano stati indotti dal bacino della diga. I sismologi sono ancora incerti, sulle cause esatte di questi terremoti, dato che i terremoti bacino-indotti sono ancora oggetto di studio.

L’Africa in ragione del suo potenziale di sviluppo rappresenta un mercato per il futuro interessante e importante in fatto di servizi finanziari e investimenti. Il mercato finanziario in Africa offre certamente molteplici opportunità. Investire in Africa oggi è possibile e, in alcuni casi, nemmeno troppo rischioso. La mutata – seppur parzialmente – attitudine dei Governi africani ha consentito molte migliorie sistemiche, che a loro volta hanno facilitato l’affermazione di un ciclo economico positivo. Basti considerare che, per esempio, alcune economie, tra cui l’Etiopia (dove sono in corso rilevanti operazioni italiane), il Kenya e il Ruanda potrebbero raddoppiare il proprio valore entro la fine del prossimo decennio. Lo sviluppo della classe media sta comportando un aumento della richiesta di prodotti finanziari: prestiti e mutui, assicurazioni e pensioni, sostegno all’imprenditoria e fondi d’investimento. Le difficoltà restano sempre manifeste, però il clima sta cambiando, soprattutto per quanto riguarda i servizi e i beni di consumo ambìti dalla nuova classe media: scuole, ospedali, supermercati, telecomunicazioni e ristorazione. Ovviamente non è tutto oro. L’Africa subsahariana sfiora gli 800 milioni di abitanti e un terzo della popolazione vive con meno di un dollaro al giorno. Le organizzazioni internazionali e gli attori privati stanno quindi tentando di far arrivare la finanza anche ai livelli più bassi della popolazione. In primo luogo è fondamentale tenere presente che l’economica africana di base sia soprattutto familiare e informale, per la maggior parte dei casi legata all’agricoltura o ad attività artigianali. Ci sono istituzioni tradizionali che forniscono servizi quali il deposito e il trasferimento di denaro senza il passaggio dalle banche, ma la loro regolamentazione è difficile – e potenzialmente dannosa.

Il settore manifatturiero

Il settore manifatturiero rappresenta il 14% del PIL nazionale, da lavoro a più di 300000 persone. Questo settore è così sviluppato non a causa delle numerose materie prime ma a causa delle numerosi multinazionali come Nike, Adidas e Puma e molte altre aziende, che pagano i propri lavoratori con salari bassissimi. L'africa è un paese ricco di cotone, seta e lino quest'ultima soprattutto in Egitto .

Conclusioni

L'Africa è il continente con il potenziale più alto, con tutte le sue risorse tutti i sui problemi potrebbero scomparire. Ma questo al momento non è possibile a causa di tutte queste multinazionali che sfruttano la popolazione. Speriamo che in futuro qulacuno si rivolti a tutto questo, così l'Africa sarà finalmente libera.

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