Introducing 

Prezi AI.

Your new presentation assistant.

Refine, enhance, and tailor your content, source relevant images, and edit visuals quicker than ever before.

Loading…
Transcript

Il Risorgimento Italiano e i suoi protagonisti

Il Risorgimento Italiano

"Comincia l'Era delle folle!"

Queste furono le parole dello scienziato francese dal multiforme ingegno Gustave le Bon di fronte a quella serie di sommovimenti politici e militari che si abbatterono sull'Italia nell'arco del decennio che va dal 1848 al 1861.

Con l'affermarsi dei nuovi ideali della nazione e della libertà, il popolo italiano, armato di coraggio e intraprendenza morale, riuscì a realizzare l’unificazione della penisola in uno Stato indipendente. Tre furono i principali protagonisti che si batterono fino alla fine per raggiungere quegli obiettivi: MAZZINI, CAVOUR e GARIBALDI. Grazie all’azione di questi capi, il Risorgimento fu uno degli eventi più importanti nel conflitto epocale tra la sovranità monarchica per diritto divino e la sovranità popolare per diritto umano, che fu iniziato dalla Rivoluzione americana e dalla Rivoluzione francese. Per la prima volta in tutta la storia umana, capi e folle agirono mossi dalla volontà di prendere nelle proprie mani il proprio destino, abbattendo la plurimillenaria sovranità

per diritto divino.

Risorgimento

Italiano

L'ITALIA "GIOVINE" E LA REPUBBLICA DI MAZZINI

Al Risorgimento Italiano contribuirono patrioti e intellettuali di diversi orientamenti, ma che condividevano il principio della dignità e del diritto dell'uomo alla libertà. Chi sicuramente fece della libertà il proprio irrinunciabile programma di vita fu Giuseppe Mazzini, che la considerava come un vero e proprio dovere civile finalizzato al bene comune. Secondo Mazzini, solo il popolo può realizzare una missione di libertà o progresso perché solo nel popolo Dio si rivela e rivela la sua potenza, assicurando agli uomini l’emancipazione da ogni forma di dipendenza sia morale che sociale.

La libertà non esiste senza uguaglianza, ma non esistono né uguaglianza né libertà senza una profonda coscienza dei doveri a cui tutti siamo chiamati. E così che Mazzini condensa le sue riflessioni e aspirazioni in quell'anno cruciale che è il 1860. La sua è la ricerca ostinata di una via al progresso che coniughi la legittima rivendicazione dei diritti a un senso profondo di appartenenza alla nazione e all'umanità intera, perché “tra l'egoismo e lo schiavo non è che un passo”. Audace e rivoluzionario, il pensiero di Mazzini è il pensiero di un intellettuale che si batte contro l’oppressione e la schiavitù, concetti che, però, ancora oggi, nel nostro Paese, continuiamo a sentire.

Mazzini

L’opera “Doveri dell’uomo” del 1892, che rappresenta un pilastro fondamentale della cultura italiana, viene considerato come uno dei più grandi capolavori della letteratura italiana:

un inno alla libertà e all’idea di

cittadinanza.

Tratto dall'opera di Mazzini "Doveri dell'uomo":

Senza libertà voi non potete compiere alcuno dei vostri doveri. Voi avete dunque diritto alla Libertà, e Dovere di conquistarla ad ogni modo contro qualunque Potere la neghi.

Senza libertà non esiste Morale, perché non esistendo libera scelta tra il bene ed il male, tra la devozione al progresso comune e lo spirito d’egoismo, non esiste responsabilità. Senza libertà non esiste società vera, perché tra liberi e schiavi non può esistere associazione; ma solamente dominio degli uni sugli altri. La libertà è sacra come l’individuo, del quale essa rappresenta la vita. Dove non è libertà, la vita è ridotta ad una pura funzione organica. Lasciando che la sua libertà sia violata, l’uomo tradisce la propria natura e si ribella contro i decreti di Dio. Non v’è libertà dove una casta, una famiglia, un uomo s’assuma dominio sugli altri in virtù d’un preteso diritto divino, in virtù d’un privilegio derivato dalla nascita, o in virtù di ricchezza. La libertà dev’essere per tutti e davanti a tutti […] La vostra libertà, i vostri diritti, la vostra emancipazione da condizioni sociali ingiuste, la missione che ciascun di voi deve compiere qui sulla terra, dipendono dal grado di educazione che vi è dato raggiungere. […]

L’educazione è il pane delle vostre anime.”

Fonte Storica

(G. Mazzini, Doveri dell’uomo, 1892, VIII capitolo)

L'indipendenza che si richiede a gran voce!

Nel Luglio del 1831 Mazzini creò a Marsiglia un'associazione politica aperta a tutti, per affrontare con spirito e mezzi nuovi il problema dell'indipendenza e per trasformare, dunque, l'Italia in una repubblica democratica unitaria. secondo i principi di libertà, indipendenza e unità.

Indipendenza

Fu chiamata "Giovine Italia": "giovine" perché mirava a coinvolgere nella rivoluzione soprattutto i giovani; "Italia" perché espressione di un movimento a base nazionale. Quest'associazione costituì uno dei momenti fondamentali nell'ambito del Risorgimento Italiano.

Fonte Storica...

In relazione al tema dell’indipendenza, all’interno dell’opera di Mazzini “Doveri dell’uomo” si legge:

“Un popolo, il Greco, il Polacco, il Circasso, sorge con una bandiera di patria e d’INDIPENDENZA, combatte, vince, o muore per quella. Cos'è che fa battere il vostro cuore al racconto delle battaglie, che lo solleva nella gioia alle sue vittorie, che lo contrista alla sua caduta? Un uomo, vostro o straniero, si leva, nel silenzio comune, in un angolo della terra, proferisce alcune idee, ch'ei crede vere, le mantiene nella persecuzione e fra i ceppi, e muore, senza rinnegarle, sul palco. Perché lo onorate col nome di Santo e di Martire? Perché rispettate e fate rispettare dai vostri figli la sua memoria? E perché leggete con avidità i miracoli d'amor patrio registrati nelle storie Greche e li ripetete ai figli vostri con un senso d'orgoglio quasi fossero storie dei vostri padri? Quei fatti Greci sono vecchi di duemila anni e appartengono a un'epoca d'incivilimento che non è la vostra, né lo sarà mai. […] Ma nel vostro cuore è una voce che grida: «Quegli uomini di duemila anni addietro, quelle popolazioni ch'oggi combattono lontane da voi, quel martire per le idee del quale voi non morreste, furono, sono fratelli vostri: fratelli non solamente per comunione di origine e di natura, ma per comunione di lavoro e di scopo. Quei Greci antichi passarono; ma l'opera loro non passò, e senza quella voi non avreste oggi quel grado di sviluppo intellettuale e morale che avete raggiunto. Quelle popolazioni consacrano col loro sangue un'idea di libertà nazionale per la quale voi combattete. Quel martire insegnava morendo che l'uomo deve sacrificare ogni cosa, e, occorrendo, la vita a quel ch'egli crede essere la Verità. Poco importa ch'egli e quanti altri segnano col loro sangue la fede tronchino qui sulla terra il proprio sviluppo individuale: Dio provvede altrove per essi.”

(G. Mazzini, “Doveri dell’uomo” 1892, IV capitolo “Doveri verso l’umanità”)

Il Popolo

Una certa somiglianza con la Costituzione italiana si può notare anche in questo caso:

Topic

Nel suo “Discorso sulla Costituzione Italiana”, pronunciato a Milano nel 1955, Pietro Calamandrei, uno dei più importanti intellettuali in ambito politico e fondatore del Partito d’Azione, di fondamentale importanza per il nostro studio di Mazzini, è il nobile e virtuoso parallelismo che l’intellettuale mette in evidenza tra l’Assemblea Costituente romana del 1848 e quella italiana del 1948. Mazzini, infatti, esattamente cento anni prima, nel 1848, guidò la Repubblica Romana e quello fu il momento maggiormente rappresentativo delle sue capacità amministrative. La sua Costituzione assume, anche secondo l’interpretazione di Giovanni Spadolini, il ruolo di anticipatrice delle moderne Costituzioni democratiche europee oltre che di quella Italiana. Infatti, molti sono i punti in comune tra la Costituzione della Repubblica romana del 1848 e la Costituzione italiana del 1948. Il primo articolo della Costituzione romana recita infatti:

“L’Assemblea è costituita dai rappresentanti del Popolo. Ogni cittadino che gode i diritti civili e politici.”

…e in questo caso si mette chiaramente in evidenza l’estrema importanza che Mazzini attribuisce al popolo, detentore del potere!

(Archivi documenti storici, Costituzione Romana, 1848)

“La sovranità è per diritto eterno nel popolo. Il popolo, dello Stato romano è costituito in Repubblica democratica.”

Altre fonti...

Il popolo si può considerare come uno dei temi fondamentali in Mazzini. Emblematica è la dedica “Agli operai italiani” che l’intellettuale fa al popolo italiano nella sua opera “Doveri dell’uomo”:

"A voi, figli e figlie del popolo, io dedico questo libretto, nel quale ho accennato in principio in nome e per virtù dei quali voi compirete, volendo, la vostra missione in Italia missione di progresso repubblicano per tutti e d'emancipazione per voi. Quei che per favore speciale di circostanze o d'ingegno, possono più facilmente addentrarsi nell'intelletto di quei principii, li spieghino, li commentino agli altri, coll'amore, col quale io pensava, scrivendo, a voi, ai vostri dolori, alle vostre vergini aspirazioni, alla nuova vita che - superata l'ingiusta ineguaglianza funesta alle facoltà vostre - infonderete nella Patria Italiana.

Io v'amai fin da' miei primi anni. GI' istinti repubblicani di mia madre m'insegnarono a cercare nel mio simile l'uomo, non il ricco o il potente; e l'inconscia semplice virtù paterna m'avvezzò ad ammirare, più che la boriosa atteggiata mezza-sapienza, la tacita inavvertita virtù di sacrificio ch'é spesso in voi. Più dopo, dalla nostra Storia raccolsi come la vera vita d'Italia sia vita di popolo, come il lavoro lento dei secoli abbia sempre inteso a preparare la grande Unità democratica Nazionale.

E allora, trenta anni addietro, mi diedi a voi. […]

La vigorosa sincera stretta di mano di alcuni dei migliori tra voi, figlie e figli del popolo, mi consolò dell'abbandono altrui e di molte acerbissime delusioni versate sull'anima mia da uomini ch'io pure amavo e che avevano professato d'amarmi. M'avanzano pochi anni di vita, ma il patto stretto da quei pochi con me non sarà violato per cosa che avvenga sino al mio ultimo giorno ; e forse gli sopravviverà.

Pensate a me com' io penso a voi. La mia voce può apparirvi severa e troppo insistente a insegnarvi la necessità del sacrificio e della virtù per altrui. Ma io so, e voi, buoni e non guasti da una falsa scienza o dalla ricchezza, intenderete fra breve, che ogni vostro diritto non può essere frutto che d'un dovere compito.

Addio.

Abbiatemi ora e sempre vostro fratello.

GIUSEPPE MAZZINI.

- Aprile 23, 1860.

UNITÀ

Mazzini ha proclamato che fosse condizione necessaria per l’esistenza e il progresso di una nazione l’UNITÀ. Molti sono i passi della sua opera “Doveri dell’uomo” in cui Mazzini fa riferimento all’importanza di unità tra gli uomini per vivere bene in uno Stato.

Ricordiamo alcuni passi:

“Siate apostoli di questa fede, apostoli della fratellanza delle Nazioni e della UNITÀ, oggi ammessa in principio, ma nel fatto negata, del genere umano. Siatelo dove potete e come potete. Né Dio, né gli uomini possono esigere più da voi. Ma io vi dico che facendovi tali voi gioverete all'Umanità.”

(tratto da “Doveri dell’uomo”, “Doveri verso l’umanità”, capitolo IV)

“In essa avete bisogno di libertà, come nella Patria comune avete bisogno d'associazione. Libertà di Comune e UNITÀ di Patria, sia dunque la vostra fede. Non dite Roma e Toscana, Roma e Lombardia, Roma e Sicilia; dite : ROMA e Firenze, ROMA e Siena, ROMA e Livorno: Roma per tutto ciò che rappresenta la vita Italiana, la vita della Nazione […]E quando sarete liberi, uniti, intrecciate le destre come fratelli intorno a una madre amata, moverete in bella e santa armonia allo sviluppo delle vostre facoltà e della missione Italiana: ricordatevi che quella missione è l'Unità morale d'Europa”

(tratto da “Doveri dell’uomo”, 1892, “Doveri verso la patria”, capitolo V – G. Mazzini)

“La PATRIA è la casa dell’uomo, non dello schiavo”

Il concetto di patria e di amor di patria raggiunge il suo apice con Giuseppe Mazzini. Un popolo, che abbia una medesima lingua, un identico sentimento religioso, che abbia una memoria storica condivisa fra i suoi appartenenti e che soprattutto si riconosca in uno stesso percorso culturale: letteratura, poesia, arte, scienza, architettura, può essere definito PATRIA, il luogo del cuore, dove hanno abitato “i padri”, dove ci sono, dunque, le nostre radici. E ogni nazione funziona come se fosse un individuo con un suo carattere ben distinto, ognuna con la sua propria dignità da rispettare. È importante, quindi, che tutte le nazioni, come tanti diversi fiori di un giardino, vivano insieme, collaborino e si rispettino per il bene di tutta l’umanità.

Lapidarie risultano essere le parole di Mazzini, che sanno di sudore, di impegno, di speranza e di un fortissimo desiderio di un’Italia finalmente UNITA. Forte in lui è il senso della PATRIA, e ciò non si può non percepire tra le righe della sua opera più importante:

“Oh miei fratelli! Amate la Patria. La Patria è la nostra casa: la casa che Dio ci ha data, ponendovi dentro una numerosa famiglia che ci ama e che noi amiamo, con la quale possiamo intenderci meglio e più rapidamente che con altri. La Patria è la nostra lavoreria: i prodotti della nostra attività devono stendersi da quella a beneficio di tutta la terra. Lavorando, secondo i veri principi, per la Patria, noi lavoriamo per l'Umanità: la Patria è il punto d'appoggio della leva che noi dobbiamo dirigere a vantaggio comune. Perdendo quel punto d'appoggio, noi corriamo rischio di riuscire inutili alla Patria e all'Umanità.”

[…]

“E Italiano sia il pensiero continuo dell'anime vostre: Italiani siano gli atti della vostra vita; Italiani i segni sotto i quali v'ordinate a lavorare per l'Umanità. Non dite: io, dite: noi. La Patria s'incarni in ciascuno di voi. Ciascuno di voi si senta, si faccia mallevadore dei suoi fratelli: ciascuno di voi impari a far sì che in lui sia rispettata ed amata la Patria.”

[…]

“La Patria è una, indivisibile. Come i membri d'una famiglia non hanno gioia della mensa comune se un d'essi è lontano, rapito all'affetto fraterno, così voi non abbiate gioia e riposo finché una frazione del territorio sul quale si parla la vostra lingua è divelta dalla Nazione. La Patria è il segno della missione che Dio v'ha dato da compiere nell' Umanità. Le facoltà, le forze di tutti i suoi figli devono associarsi pel compimento di quella missione”

[…]

“La Patria è una comunione di liberi e d'eguali affratellati in concordia di lavori verso un unico fine.

Voi dovete farla e mantenerla tale. La Patria non è un aggregato, è una associazione. Non v'è dunque veramente Patria senza un diritto uniforme. Non v'è Patria dove l'uniformità di quel Diritto è violata dall'esistenza di caste, di privilegi, d' ineguaglianze, dove non è principio comune accettato, riconosciuto, sviluppato da tutti: vi è non Nazione, non popolo, ma moltitudine, agglomerazione fortuita di uomini che le circostanze riunirono, che circostanze diverse separeranno. In nome del vostro amore alla Patria, voi combatterete senza tregua l'esistenza d'ogni privilegio, d'ogni ineguaglianza sul suolo che v'ha dato vita”

“La Patria non è un territorio; il territorio non ne è che la base. La Patria è l'idea che sorge su quello; è il pensiero d'amore, il senso di comunione che stringe in uno tutti i figli di quel territorio. Finché uno solo tra i vostri fratelli vegeta ineducato fra gli educati, finché uno solo, capace e voglioso di lavoro, langue, per mancanza di lavoro, nella miseria, voi non avrete la Patria come dovreste averla, la Patria di tutti, la Patria per tutti. Il voto, l'educazione, il lavoro sono le tre colonne fondamentali della Nazione; non abbiate posa finché non siano per opera vostra solidamente innalzate.

Avrete audacia sì come fede. Confesserete altamente il pensiero che fermenta in cuore all'Italia davanti al mondo e a quei che si dicono padroni del mondo. Non rinnegherete mai le Nazioni sorelle. La vita della Patria si svolgerà per voi bella e forte, libera di paure servili e di scettiche esitazioni.

E perché voi sarete pronti a morire per l'Umanità,

la vita della Patria sarà IMMORTALE.”

Learn more about creating dynamic, engaging presentations with Prezi