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Sandro Botticelli nasce nel 1445 a Firenze, ultimo di quattro figli.
Si forma prima nella bottega di Lorenzo Ghiberti e poi in quella di Filippo Lippi.
Nel 1470 diviene pittore indipendente, inizia ad avvicinarsi alla famiglia dei Medici, a cui presta servizio per lungo tempo.
Negli ultimi anni di vita si avvicina a Girolamo Savonarola, un frate domenicano sostenitore di severi ideali cristiani.
Il suo mancato matrimonio suscita molti pettegolezzi, nel 1490 è accusato di sodomia dal tribunale di Firenze.
Muore nel 1515 sempre nella città di Firenze.
Avvicinandosi alla figura di Savonarola, Botticelli ripudia le rappresentazioni mitologiche, da lui prima molto amate, per tornare alle immagini medievali a carattere religioso.
Madonna del Magnificat (1483-1485); Firenze, Galleria degli Uffizi
Natività mistica (1501); Londra, National Gallery
1. Zefiro 3. Venere
2. Aura 4. Ora
Zefiro, il Dio del vento, emette il suo soffio, andando a
valorizzare il volto della Dea. A fianco invece si nota
una figura femminile, Aura, un vento fresco e fecondo
che si lascia abbracciare da uno tiepido e avvolgente.
Botticelli prende ispirazione da statue di epoca classica
per l’atteggiamento pudico di Venere, che copre la nudità
con i lunghi capelli biondi, che rimandano secondo alcuni
alla sua musa ispiratrice: Simonetta Cattaneo
Vespucci. Botticelli inoltre ha rappresentato anche tutti i sette difetti di Venere.
Sulla destra del quadro è presente anche una terza
donna, Ora, sacerdotessa legata alla divinità minore
della primavera che porge un telo finemente ricamato
a Venere, affinché si copra o asciughi.
Anche questa tavola viene dipinta per Lorenzo di Pier Francesco de'Medici, collocata inizialmente nella sua dimora fiorentina, poi spostata a Villa di Castello (1516).
Particolare dell'aranceto <
Particolare del prato fiorito ^
Particolare del cespuglio di mirto ^
Zefiro, vento primaverile, viene rappresentato nell'atto di abbraccare la ninfa Clori, che fugge da lui. Nei Fasti (V, 193-212) del poeta latino Ovidio, Zefiro la prese con la forza, e dopo averla sposata, le donò una natura primaverile e il potere su tutti i fiori. Da allora Clori ha mutato il suo stato da ninfa a dea, diventando Flora.
Nei versi della Stanza per la giostra del poeta Agnolo Poliziano, molto influente della cerchia medicea, ci sono assonanze con il dipinto, come ad esempio la citazione di tutti i personaggi dell'opera. A sua volta questi versi prendono a modello L'Asino d'oro di Lucio Apuleio (II secolo d.C), in cui si assiste al Giudizio di Paride, immagine ripresa dal filosofo fiorentino Marsilio Ficino.
"Ma fatta Amor la sua bella vendetta,
mossesi lieto pel negro aere a volo,
e ginne al regno di sua madre in fretta,
ov'è de' picciol suo' fratei lo stuolo,
al regno ov'ogni Grazia si diletta,
ove beltà di fiori al crin fa brolo,
ove tutto lascivo, dietro a Flora,
Zefiro vola e la verde erba infiora."
(A. Poliziano, Stanze per la giorstra)
La Venere, protagonista anche di questa tavola, indica l'ideale umanistico dell'"amor spiritualis".
Lei è l'"Humanitas" , che indica la raffinatezza, la cultura, l'educazione e la civiltà contemporaneamente.
Sandro Botticelli è un maestro senza tempo, cui opere sono famose in tutto il mondo e sono manifesto della nostra italianità. Proprio per questo motivo, nell'anno corrente, il Ministero del Turismo ha voluto dar inizio ad un progetto completamente social. Una nuova influencer è sbarcata sui media :la Venere!