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Prof. Massimo Millesoli
La nozione di "Stato", quale ci è fornita dalla dottrina generale del diritto (e non da un particolare ordinamento giuridico) ed alla quale fa pure riferimento la geografia politica, è quella di "organizzazione politica indipendente (o sovrana) assunta da una comunità umana (popolo) stabilita su di un determinato territorio". Con questa definizione si intende porre in rilievo non soltanto la presenza di una società umana residente in un determinato spazio geografico, ma particolarmente di un'organizzazione la quale si manifesta con una propria potestà di impero (sovranità) non delegata da altra istituzione ad essa superiore, efficiente nei suoi comandi e nelle sue coercizioni in oggetto alla società ed al territorio ad essa sottostanti.
Attualmente la totalità della superficie terrestre ricade sotto la sovranità dei 193 Stati quali risultano dalla sua suddivisione.
Con questa espressione si intende indicare i complessivi rapporti che vengono ad intercorrere, in un dato ordinamento, tra chi governa (cd. Stato-apparato) e chi è governato, inteso quest’ultimo sia come individuo sia in riferimento alle articolazioni sociali che nel loro insieme concorrono a formare la società civile (si pensi alle associazioni). Così intendendo tale nozione, ne consegue che le varie forme di Stato affermatesi nel corso dei secoli hanno diversamente definito e concretizzato questi rapporti in base al riconoscimento o meno dei diritti e delle libertà per gli individui e per gli enti intermedi (tra di essi e soprattutto nei confronti dei pubblici poteri), alla affermazione o meno del principio di uguaglianza e alla sua effettiva realizzazione, alla disciplina dello status di cittadino e alle conseguenze che ne sono state fatte derivare, nonché alla stessa
concezione dell’interesse pubblico e di chi sia chiamato a realizzarlo.
In definitiva quindi la forma di Stato indica le finalità che lo Stato persegue e i valori a cui si ispira.
Sottoclassificazioni
Decentrato/Unitario
Repubblica/Monarchia
Con questa locuzione si indica il modo con il quale le funzioni fondamentali dello Stato vengono ripartite tra gli organi costituzionali e i rapporti che si instaurano tra tali organi. Tale concetto risulta intimamente collegato a quello di forma di Stato. Se quest’ultimo indica le finalità che l’ordinamento nel suo complesso persegue e i valori cui si ispira, l’espressione
forma di governo indica l’assetto organizzativo mediante il quale siffatte finalità vengono perseguite.
Storicamente si sono susseguite le seguenti forme di governo:
Il Parlamento è il fulcro dell'ordinamento democratico italiano poiché:
A norma dell'art. 56 Cost., la Camera è composta globalmente da 630 deputati, di cui 618 eletti in Italia in circoscrizioni regionali e sub-regionali di lista, e 12 in rappresentanza degli italiani residenti all'estero. Il parlamentare della Camera è detto deputato. La carica di deputato è nominale e termina con la fine della legislatura.
La Costituzione italiana a seguito della modifica costituzionale del 1963 che ne ridusse anche la durata a 5 anni, prevede che il Senato della Repubblica sia costituito da 315 senatori eletti, 309 su base regionale e 6 in rappresentanza degli italiani residenti all'estero. Il mandato elettorale dei senatori coincide con la legislatura e dura pertanto cinque anni, salvo scioglimento anticipato delle Camere da parte del Presidente della Repubblica, sentita l'opinione dei suoi presidenti. In aggiunta ai 315 senatori eletti, fanno parte del Senato come senatori a vita gli ex presidenti della Repubblica, di diritto e salvo rinuncia, ed inoltre fino a cinque senatori di nomina presidenziale, ossia nominati autonomamente dai presidenti della Repubblica per altissimi meriti
Repubblica Parlamentare
Potere Legislativo
Iter legislativo
Come nasce una legge
Open legis
Scene memorabili
Come nasce una legge
cartoon
Divieto cellulari in classe
Durante i lavori di gruppo scegliere:
- il Coordinatore del gruppo
- il Segretario verbalizzante
- il Fotografo
- il Ricercatore
Individuare e condividere
- i valori che contraddistinguono il gruppo;
- quali obiettivi si intende raggiungere con l'attività parlamentare
Compila la scheda tenendo conto della componente ideologica che sta alla base del tuo Gruppo parlamentare.
Utilizza le fonti a tua disposizione per la ricerca delle informazioni che ti occorrono.
Immaginate di essere a bordo di una nave con gravi avarie. Non è stato possibile lanciare SOS perché la radio di bordo si è danneggiata ma bisogna abbandonare la nave al più presto. Siete nelle vicinanze di un’isola deserta e la scialuppa di salvataggio può ospitare a stento il gruppo.
Poiché non vi sarà possibile trasportare carichi e materiale, ma dovendo affrontare problemi di sopravvivenza, potrete portare un solo oggetto tra i seguenti:
15 minuti
Registrati alla lavagna
1_un pacco contenente coperte impermeabili;
2_una cassetta di medicinali;
3_un motorino nautico diesel da 15 cv;
4_una scatola di viveri concentrati;
5_una cassa di armi;
6_una cassa di salvagente;
7_attrezzatura completa per pesca subacquea;
8_un cane che è la mascotte del gruppo;
9_la radio di bordo nella speranza di riuscire a ripararla;
10_una cassetta portautensili;
11_fai da te per falegname;
12_razzi da segnalazione bagnati;
13_gioielli recuperati dalla cassaforte.
30 minuti
Decisione di gruppo
Gli alunni saranno accompagnati e coinvolti nel processo legislativo, così come previsto e disciplinato dalla Costituzione italiana e dai regolamenti camerali.
I partecipanti verranno divisi in gruppi parlamentari con orientamenti differenti, (ecologisti=VERDI; conservatori= NERI; progressisti=ROSSI; moderati=BIANCHI), formeranno le Commissioni in sede referente e redigente, quindi in Plenaria, nei locali delle sedute del Consiglio comunale di Scordia, approveranno la loro legge che verrà poi promulgata dalla Dirigente scolastica e pubblicata nel sito web della Scuola.
Per ambientalismo o ecologismo si intende l'ideologia e l'insieme delle iniziative politiche finalizzate alla tutela e al miglioramento dell'ambiente naturale. Sotto la dizione di movimenti ambientalisti o ecologisti si annoverano anche i movimenti sociali che operano a tale fine.
La crescita del movimento è stato stimolato da un riconoscimento diffuso di una grave crisi ecologica del nostro pianeta. La sua storia ha eseguito insieme ad una presa di coscienza sull'ambiente che hanno raggiunto la coscienza popolare. Dal Movimento per la conservazione della natura, venutosi a formare all'inizio del XX secolo, al nascere delle preoccupazione negli anni sessanta sull'uso dei fitofarmaci chimici, il movimento ecologista è nato con il libro Primavera silenziosa di Rachel Carson. Negli anni ha sollevato importanti tematiche quali la proliferazione delle armi nucleari e l'uso dell'energia nucleare negli anni Sessanta e settanta, le piogge acide negli anni ottanta, il buco nell'ozono e la deforestazione negli anni novanta e adesso il cambiamento climatico e il riscaldamento globale.
Le opinioni su persone, comportamenti, eventi legati alla politica uno stile di vita e le implicazioni della scienza dell'ecologia e l'idea della natura come un valore. "Movimento ecologista" è un termine generico per i diversi gruppi, ideologie e atteggiamenti.
I temi principali toccati dall'ambientalismo sono:
Il termine "conservatorismo" fu coniato da François-René de Chateaubriand nel 1818 durante la Restaurazione (1814–1830), per definire coloro che sostenevano la religione, la monarchia, la libertà, la Carta e la gente rispettabile ("Les honnêtes gens"). Il conservatore cerca quindi di conciliare l'ordine preesistente (come la monarchia e, in un certo senso, anche l'aristocrazia) con le conquiste ottenute dalla rivoluzione francese (ad esempio diritto di voto e diritti dell'uomo), mantenendo un equilibrio che può essere minacciato dai reazionari (volti cioè a restaurare il vecchio ordine) quanto dai rivoluzionari (i progressisti che pretendevano di migliorare le condizioni del popolo con mezzi radicali e violenti).
Nel corso degli anni il conservatorismo si diffuse soprattutto nell'Impero britannico (che aveva una monarchia costituzionale e molte libertà) e negli Stati Uniti, perdendo invece terreno nel vecchio continente, dove esistevano chiuse oligarchie e povere masse, con in mezzo una media borghesia. Fino alla fine dell'XIX secolo i conservatori erano chiusi sui temi sociali, ma favorevoli al libero mercato (in italiano "liberismo"), a dispetto dei liberali che erano più progressisti sui temi sociali e protezionisti.
Dalla metà del XX secolo i conservatori si sono caratterizzati definitivamente per la loro opposizione ad aborto, matrimoni omosessuali, eutanasia e droghe, così come per il supporto al libero mercato, ai tagli fiscali e alla fiducia nella proprietà privata. Non mancano tuttavia delle eccezioni, come alcuni conservatori più progressisti su temi sociali (i conservatori liberali o "compassionevoli") benché mantengano una fermezza sui temi economici in generale. In definitiva ciò che caratterizza il conservatorismo è la fiducia nell'individuo, ma la sfiducia nella collettività di per sé, al contrario dei progressisti che invertono i termini.
I punti ideologici più comuni del conservatorismo si possono riassumere in:
Nella storia politica il termine appare con la rivoluzione francese del 1789, portavoce delle politiche illuministe della borghesia francese.
Secondo la definizione di De Mauro, "un partito progressista sostiene la possibilità del progresso e dell'evoluzione della società, ed è fautore di riforme che facilitino tale processo, in ambito politico – istituzionale, sociale, economico e civile".
I progressisti, infatti mirano a modificare gli assetti politici, economici e sociali tramite riforme graduali, progressive; il minimo comune denominatore è rappresentato oltre che dall'illuminismo, dal positivismo, dall'evoluzionismo e da una visione razionale in ambito politico, sociale ed economico.
Si contrappone al conservatorismo, che propugna una pratica politica conforme alla tradizione e ostile alle innovazioni, in particolare nell'ambito etico ed economico. Data questa contrapposizione, storicamente vengono definite progressiste molte forze politiche schierate a sinistra, anche se oggi vengono considerate progressiste le tendenze miranti ad una terza via (Third Way).
Negli anni il progressismo è diventato sinonimo di socialismo liberale e, seppur nato con origini diverse, riformismo. La tendenza è quella di unire il pensiero liberale e della proprietà privata, con le garanzie sociali offerte dalla socialdemocrazia. All'interno dell'Internazionale liberale i progressisti sono rappresentati dal liberalismo sociale, favorevoli al libero mercato ma pure all'intervento pubblico, riforme in campo politico e sociale.
I progressisti si differenziano tanto dai conservatori, legati allo status quo, come dai liberisti puri, e propugnano un'economia basata sul libero mercato ma con una forte azione sociale dello stato, volta a migliorare le condizioni di vita di aziende e persone, tramite una giusta redistribuzione della ricchezza. Tuttavia sarebbe giusto dire che i progressisti più che ai conservatori si oppongono ai retrogradi (reazionari); frequenti i casi di esponenti progressisti rispettosi della tradizione e di esponenti conservatori liberali portatori di progresso. Il progressismo si contrappone pure alle politiche comuniste, socialiste, come a quelle della socialdemocrazia storica.
In sostanza il programma liberalsocialista di Rosselli proponeva il superamento del concetto della lotta di classe, del determinismo economico marxista e dell'idea di massa da guidare al socialismo, in funzione di una nuova forma di socialismo che nasce e cresce sull'idea di Libertà (civile, economica, politica) rappresentando così l'eredità del liberalismo invece che la sua negazione, ed in grado di realizzare una profonda modernizzazione delle strutture sociali ed economiche attraverso un'opera di riforme costanti e progressive finalizzate alla graduale emancipazione dei lavoratori e dei ceti emarginati della società, seppur all'interno della cornice liberal-democratica.
Centrismo o centro è il termine usato per definire l'area centrale dello schieramento politico, cioè quell'area che si colloca a metà tra gli egualitaristi (sinistra) e i conservatori (destra) nello spettro politico.
Centrismo: "indica, secondo la tradizionale visione geometrica della politica, [...] la posizione intermedia per antonomasia". "Non vi è dubbio che il centrismo corrisponde al moderatismo, ma mentre per i centristi in medio stat virtus, per gli oppositori esterni centrismo è sinonimo di indecisione, di immobilismo, di opportunismo e così via".
In Italia, dal 1946 in poi, il centrismo è stato principalmente sinonimo di cristianesimo democratico. La DC ha racchiuso al proprio interno variegate posizioni sia in campo economico-sociale che culturale, tutte, però, cresciute nel comune alveo della dottrina sociale della Chiesa cattolica.
Nell'attuale panorama politico italiano il "centro" dello schieramento politico è occupato da diversi partiti, alcuni di ispirazione democristiana o cristiano-sociale, altri di ispirazione liberale, mentre altri ancora coniugano entrambe le tradizioni politiche.
Il centrismo non implica di per sé appartenenze ideologiche chiare perché, di fatto, in ogni paese il centro assume caratteristiche diverse. Solitamente il centro è presidiato da partiti che si ispirano al cristianesimo democratico o al liberalismo (nel primo caso il centro ha una caratterizzazione più religiosa, nel secondo più laica), ma non mancano casi nei quali partiti socialdemocratici si siano caratterizzati come partiti centristi.
Il centrismo è dunque una cornice ideologica non nettamente definita, nella quale vengono categorizzati i partiti che si collocano nel mezzo dello schieramento politico e che si fanno promotori di una posizione intermedia tra le posizioni di destra e sinistra in campo socio-economico.
Con il termine destra nel linguaggio politico si indica la componente del Parlamento che siede a destra del presidente dell'Assemblea e che tradizionalmente fa riferimento alle componenti politiche conservatrici; con il termine sinistra, si indica la componente che siede alla sinistra e, in generale, l'insieme delle posizioni politiche qualificate come progressiste.
Le denominazioni "destra" e "sinistra" nascono in Francia poco prima della Rivoluzione francese. Nel maggio 1789 furono convocati gli Stati generali dal Re di Francia, un'assemblea che doveva rappresentare i tre ordini allora istituiti: il clero, la nobiltà e il terzo Stato. Quest'ultimo si ordinò all'interno dell'emiciclo con gli esponenti conservatori capeggiati da Pierre Victor de Malouet che presero i posti alla destra del Presidente, i radicali di Honoré Gabriel Riqueti de Mirabeau quelli alla sinistra. Questa divisione si ripresentò anche in seguito, quando si formò l'Assemblea nazionale. A destra prevaleva una corrente volta a mantenere i poteri monarchici, a sinistra stava la componente più rivoluzionaria.
Nel gergo parlamentare il termine navette oppure navetta parlamentare, in un sistema bicamerale, indica il passaggio ripetuto di un progetto di legge (disegno di legge o proposta di legge) da una Camera all'altra prima dell'approvazione finale.
Il Parlamento italiano si fonda sul principio del bicameralismo paritario, in base al quale ogni legge deve essere approvata nel medesimo testo da entrambi i rami del Parlamento.
Ciascuna di esse, inoltre, provvede al suo interno all'approvazione della legge prima nella commissione competente per materia e successivamente dal plenum. In caso di modifiche da parte di una camera, il testo ritorna all'altra camera che lo deve riapprovare. Se il testo ripete questo procedimento più volte si parla, in senso più stretto, di "navette", in memoria dell'involucro che conteneva i disegni di legge del primo Parlamento.
In ogni caso, indipendentemente dalla procedura seguita, la legge deve essere approvata nello stesso testo da entrambe le camere. Garante della coincidenza dei due testi è il Presidente della Repubblica che ne verifica l'identità al momento della promulgazione.
La stella è uno degli oggetti più antichi del patrimonio iconografico italiano ed è sempre stata associata alla personificazione dell’Italia, sul cui capo appunto, una stella splende raggiante. Così fu rappresentata nell’iconografia del Risorgimento e così comparve, fino al 1890, nel grande stemma del Regno unitario (il famoso stellone).
La ruota dentata d’acciaio, simbolo dell’attività lavorativa, traduce il primo articolo della Carta Costituzionale: “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”.
Il ramo di ulivo simboleggia la volontà di pace della nazione, sia nel senso della concordia interna che della fratellanza internazionale, mentre la quercia incarna la forza e la dignità del popolo italiano. Entrambi, poi, sono espressione delle specie più tipiche del nostro patrimonio arboreo
Disegno di legge
http://www.senatoperiragazzi.it/media/Documenti/disegno_di_legge.pdf
https://slideplayer.it/slide/11822584/
http://www.senato.it/ric/generale/nuovaricerca.do?params.legislatura=18
Come scrivere una Legge
Ricerca disegno di legge
Ciascuna Camera elegge fra i suoi componenti il Presidente e l’Ufficio di presidenza.
Quella di presidente del Senato della Repubblica è la seconda più importante carica della Repubblica Italiana, dopo quella di presidente della Repubblica.
Il presidente adempie al compito di regolare il dibattito nell'aula senatoria attraverso l'applicazione del regolamento e delle norme costituzionali e a quello principale di assolvere al corretto funzionamento dell'aula regolandone l'attività di tutti i suoi organi.
Maria Elisabetta
Alberti Casellati
Qualora il presidente della Repubblica non sia in grado di svolgere le proprie funzioni in quanto impossibilitato o troppo lontano da poter rientrare in patria in tempi brevi, il presidente del Senato, poiché seconda carica dello Stato, assume tutte le funzioni di presidente supplente, con onori ed oneri annessi:nella sua residenza di Palazzo Giustiniani si trasferisce la Guardia d'onore dei Corazzieri e nel suo studio è posta una bandiera con l'insegna della Repubblica.
Roberto Fico
Quella di presidente della Camera dei deputati è la terza più importante carica della Repubblica Italiana,
Il suo ruolo principale è quello di provvedere al corretto funzionamento della Camera dei deputati, garantendo l'applicazione del regolamento e provvedendo al buon andamento delle strutture amministrative della stessa. Egli rappresenta la Camera e, in aula, giudica della ricevibilità dei testi, mantiene l'ordine e dirige la discussione
Secondo quanto previsto dall'art. 55 della Costituzione egli presiede le riunioni del Parlamento in seduta comune (che si hanno "solo nei casi stabiliti dalla Costituzione") per eleggere il presidente della Repubblica, i cinque membri della Corte Costituzionale di nomina parlamentare, un terzo dei membri del Consiglio superiore della magistratura e per la formazione della lista dei cittadini aventi i requisiti per la nomina a senatore, che andranno ad integrare la composizione della Corte Costituzionale in caso di messa in stato di accusa del presidente della Repubblica) e deve essere sentito dal Presidente della Repubblica prima dello scioglimento delle Camere.
Quanto all'elezione del presidente della Repubblica, spetta al presidente della Camera la convocazione delle Camere 30 giorni prima della scadenza (ex art. 85 Cost.) o 15 giorni dopo la morte o le dimissioni dello stesso capo dello Stato (art. 86 Cost.).
Titolo II
Artt. 83/91
Il Presidente della Repubblica è eletto dal Parlamento in seduta comune dei suoi membri
Può essere eletto Presidente della Repubblica ogni cittadino che abbia compiuto cinquanta anni d’età e goda dei diritti civili e politici.
Il Presidente della Repubblica è eletto per sette anni.
Il Presidente della Repubblica è il capo dello Stato e rappresenta l’unità nazionale.
Può inviare messaggi alle Camere
Indice le elezioni delle nuove Camere e ne fissa la prima riunione.
Autorizza la presentazione alle Camere dei disegni di legge di iniziativa del Governo.
Promulga le leggi ed emana i decreti aventi valore di legge e i regolamenti.
Indice il referendum popolare nei casi previsti dalla Costituzione.
Nomina, nei casi indicati dalla legge, i funzionari dello Stato.
Accredita e riceve i rappresentanti diplomatici, ratifica i trattati internazionali, previa, quando occorra, l’autorizzazione delle Camere.
Ha il comando delle Forze armate, presiede il Consiglio supremo di difesa costituito secondo la legge, dichiara lo stato di guerra deliberato dalle Camere.
Presiede il Consiglio superiore della magistratura.
Può concedere grazia e commutare le pene.
Conferisce le onorificenze della Repubblica.
Il Presidente della Repubblica può, sentiti i loro Presidenti, sciogliere le Camere o anche una sola di esse
Sergio Mattarella
Titolo III
Artt. 92/96
Il Governo della Repubblica è composto del Presidente del Consiglio e dei Ministri, che costituiscono insieme il Consiglio dei Ministri.
Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei Ministri e, su proposta di questo, i Ministri.
Il Presidente del Consiglio dei Ministri e i Ministri, prima di assumere le funzioni, prestano giuramento nelle mani del Presidente della Repubblica.
Il Governo deve avere la fiducia delle due Camere.
Il Presidente del Consiglio dei Ministri dirige la politica generale del Governo e ne è responsabile.
Mantiene l’unità di indirizzo politico ed amministrativo, promuovendo e coordinando la attività dei Ministri.
La Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province, dalle Città metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato. I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni sono enti autonomi con propri statuti, poteri e funzioni secondo i principi fissati dalla Costituzione.
Funzioni amministrative
Autonomia finanziaria di entrata
e di spesa
http://www.comunemilitello.it/hh/index.php
http://www.comune.ramacca.ct.it
http://www.comunepalagonia.gov.it/it-it/home
http://www.comune.scordia.ct.it
Regioni a statuto speciale
Il Friuli Venezia Giulia [X], la Sardegna, la Sicilia, il Trentino-Alto Adige/Südtirol e la Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste dispongono di forme e condizioni particolari di autonomia, secondo i rispettivi statuti speciali adottati con legge costituzionale
Le Regioni sono, assieme ai Comuni, alle Province, alle Città metropolitane e allo Stato, uno dei cinque elementi costitutivi della Repubblica Italiana.
Ogni regione è un ente territoriale con propri statuti, poteri e funzioni secondo i principi fissati dalla Costituzione, come stabilito dall'art. 114, secondo comma del testo. Le regioni non sono considerate enti locali (comuni, province, città metropolitane ecc...) disciplinate invece dal Decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 (TUEL).
Le regioni, secondo quanto indicato dall'art. 131, sono venti. Cinque di queste sono dotate di uno statuto speciale di autonomia e una di queste (il Trentino-Alto Adige), è costituita dalle uniche due province autonome, dotate cioè di poteri legislativi analoghi a quelli delle regioni a statuto speciale, dell'ordinamento italiano (Trento e Bolzano). Nel rispetto delle minoranze linguistiche, il Trentino-Alto Adige e la Valle d'Aosta sono riportati con le denominazioni bilingui di Trentino-Alto Adige/Südtirol e Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste all'art. 116, come modificato nel 2001.
Lo Statuto speciale
La competenza legislativa
L'Assemblea Regionale Siciliana - ARS
Il Presidente della Regione