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Transcript
  • Autore : Correggio
  • Data : 1524-1530 circa
  • Tecnica : affresco
  • Dimensioni : 1093×1195 cm
  • Ubicazione : Duomo, Parma

Cupola del Duomo di Parma

Antonio Allegri

detto il Correggio

La cupola del Duomo è a base ottagonale con i lati irregolari e l'assialità un po' deformata.

Il tamburo è occupato da un parapetto illusorio, traforato da oculi veri , lungo il quale stanno in equilibrio una serie di angeli e gli apostoli. Dal parapetto una spirale di nubi si attorciglia in un crescendo di sentimenti e di luce, con l'episodio della nube su cui sale Maria, vestita di rosso e blu e spinta da angeli alati , verso la sua glorificazione celeste. Al centro uno scoppio di lume dorato perfeziona la prodigiosa apparizione divina di Gesù che ha spalancato i cieli e si fa incontro alla madre, proprio come accadeva negli affreschi della cupola di San Giovanni Evangelista.Nel fitto groviglio paradisiaco sono presenti santi, patriarchi e angeli. Sono riconoscibili alla destra di Maria i personaggi maschili fondamentali della Bibbia: Adamo, Abramo, Isacco e Davide; a sinistra tre donne di estrema importanza biblica: Eva, con la mela fogliata, Rebecca, sposa ideale, e Giuditta con la testa di Oloferne. Vicino a Maria si vede il volto di Giuseppe suo sposo, riconoscibile per la mazza fiorita. In genere però Correggio evitò di rappresentare precisi dettagli iconografici, come i singoli attributi che avrebbero permesso di identificare le figure di ciascun apostolo o ciascun santo, e evitò di rappresentare anche la tomba da cui la Vergine fu assunta in cielo. Questa omissione, come è stato notato, aveva in realtà lo scopo di coinvolgere nella visione della cupola lo spazio concreto della chiesa sottostante, permettendo ai fedeli di immaginare la presenza della tomba nello spazio in cui si trovava l'altare e di percepire quindi la continuità tra mondo terreno e reale e mondo divino illusivamente finto dalla pittura.

All' imposta della cupola, nei quattro pennacchi, come perle nel cuore di una conchiglia, sono raffigurati i santi patroni della città.

Guardando verso l'abside a destra sant’Ilario di Poitiers, antico protettore del Comune medioevale, a sinistra san Giovanni Battista, titolare del Battistero, con in braccio l’agnello,suo simbolo caratteristico. Nei pennacchi verso la navata, a destra san Bernardo degli Uberti, patrono della diocesi, a sinistra san Giuseppe, riconoscibile per il giglio e la palma con datteri, il frutto che nutrì la Sacra Famiglia nella fuga in Egitto. C'è un'originalissima stesura del colore, leggero e fluente, senza stacchi netti tra figura e figura.

Il contratto per la decorazione della cupola del Duomo di Parma (che prevedeva anche la decorazione dellle mura che portavano all’abside e della volta che conduceva all’altare maggiore) fu stipulato il 3 novembre 1522. L’esecuzione è iniziata a partire dal 1524 e si ritiene che l’opera non fosse stata portata a termine nella sua interezza come voleva il contratto. In totale il lavoro, che è citato piuttosto genericamente nel contratto (si parla della cupola e delle "istorie" in tutte le altre superfici richieste), arrivava a coprire 150 pertiche quadrate, cioè più di 1600 m2, a un'altezza di 113 piedi. Nel contratto l'artista si prese esplicitamente l'impegno di creare qualcosa «all'altezza dell'onore del luogo e "nostro"». Infatti, un documento del 1551 attesta che i canonici del duomo chiesero allora agli eredi del pittore di risarcire una somma precedentemente versata poiché si riteneva che il lavoro non fosse stato completato. Un altro documento attesta che l’artista acquistò un terreno a Correggio il 29 novembre 1530, il che potrebbe dimostrare un suo interesse a rientrare in patria.

Si è pensato che questa presunta interruzione dei lavori fosse dovuta ai dissapori sorti fra il Correggio e i suoi committenti.

Ormai siamo in un linguaggio molto diverso da naturalismo e rinascimento. Basta confrontare questa con un'opera di Raffaello o di altre opere rinascimentali. Egli riesce a creare un'opera illusionistica grazie alla sua conoscenza prospettica e alla grande conoscenza anatomica. Nel rinascimento per rappresentare queste immagini bisognava avere una grande conoscenza culturale di certi elelmenti, ma ora tutto questo non è più necessario perchè l'arte è spettacolo puro.

Quindi ci stiamo avvicinando all'arte barocca.

Egli concepì la sua decorazione affidandosi, a un’illusionismo libero da partiture geometriche e organizzò lo spazio, dipinto intorno a un vortice di corpi in volo.

La composizione a spirale accentua la profondità della cupola e crea il moto ascendente delle figure e annulla completamente lo spazio reale rappresentando il modello su cui si rifanno le più grandi decorazioni barocche del secolo successivo.

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