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Vesuvio

Somma Vesuviana

SOMMA VESUVIANA:

IL TOUR

Chiesa di S.MARIA DEL POZZO

VIA SANTA MARIA DEL POZZO

IL CASAMALE

stazione circumvesuviana

somma-vesuviana

Il borgo del prende il nome dalla aristocratica famiglia dei che compare per la prima volta in un atto di locazione del 1011. Circondano il borgo le antiche mura aragonesi, consolidate nel 1467 dal re Ferrante d'Aragona. . Quattro porte si aprivano lungo le mura: Porta Terra situata sul lato Nord; Porta Formosi ad Ovest; Porta della Montagna a Sud; Porta Piccioli o ad Est. Il nucleo centrale del Casamale è un edificio ecclesiastico, il convento dei Padri Eremitani di Sant'Agostino Elementi architettonici del XVI, XVII e XVIII secolo sorgono accanto alle costruzioni medievali, tra cui palazzo Colletta–Orsini, il palazzo Basadonna, il Monastero della Monache Carmelitane, palazzo Secondulfo. Questo importante patrimonio d'arte e di cultura ha subito numerose manipolazioni che hanno distrutto in poco tempo strutture che si mantenevano intatte da secoli. Il Borgo Casamale, legato da anni alla tradizionale e suggestiva “Festa delle Lucerne”, che si svolge ogni 4 anni, che pone in risalto il patrimonio storico/artistico e culturale di Somma Vesuviana.. Questi terreni sono stati pian piano occupati e abitati da coloni, commercianti, artigiani. L'antico borgo medievale del Casamale si conserva ancora integro, nonostante le evidenti tracce di manomissioni consistenti in interventi in calcestruzzo tra le antiche murature in pietra. Il borgo si sviluppa sulla dorsale del Monte Somma, tra i 180 ed i 220 m s.l.m , è astutamente protetto a Sud dal Monte Somma, a Est dall'Alveo Fosso dei Leoni e a Ovest dall'Alveo Cavone del Purgatorio. Attorno al centro, l'attuale Collegiata, si sviluppa un impianto medievale fatto di vie strette, alcuni archi, con le coperture delle case che sembrano toccarsi non consentendo al sole di filtrare. Le costruzioni presentano una colorazione grigia e spesso si trovano importanti archi d'ingresso

Villa Augustea

VIA SAN DOMENICO

STORIA

chiesa S.DOMENICO

VIA ALDO MORO

La città di Somma Vesuviana è adagiata sul declivio del monte Somma a nord del massiccio vulcanico del Vesuvio, con il centro urbano a mt. 150 sul livello del mare e a 16 Km. da Napoli. La superfice territoriale è di 30,74 Kmq. ed è al centro di una fascia su cui si trovano i principali comuni della zona settentrionale del Vesuvio Somma è tra le cittadine dell'area vesuviana che ha avuto ed ha conservato il maggior numero di testimonianze archeologiche storiche, artistiche ed architettoniche. Scavi effettuati nel periodo 1933 - 1936, sotto la guida esperta del direttore degli scavi di Pompei, il prof. Matteo Della Corte, portarono alla luce una parte di una lussuosa villa di epoca Augustea, individuata come la probabile residenza in cui ( apud Nolam secondo Tacito) morì Ottaviano Augusto.

Intatta riscontriamo la conformazione del borgo medioevale, cinto dalle poderose mura, fatte innalzare da re Ferrante D'Aragona nel 1467, ampliando forse quelle preesistenti del periodo Angioino. Comunque, esse, nell'ultimo decennio, hanno subito danni notevoli che in alcuni punti ne hanno annullato la presenza, mentre in altri l'hanno falsata. La cinta muraria, molto alta nella parte rivolta a Nord e ad Ovest, prospiciente la piana campana e la zona che porta a Napoli, mantiene nel suo circuito quasi tutte le torri (tredici), anche se alcune, capitozzate, sono state inserite in fabbricati fin dal secolo scorso. Poco o nulla ( una sola torre con residui di mura) resta invece della più antica Rocca su cui successivamente (nel 1622) fu eretto il famoso Santuario detto di S. Maria a Castello, meta ancor oggi di folti pellegrinaggi provenienti da tutti i paesi del circondario.

All'interno del quartiere Casamale, cosi è chiamata la parte la parte più strettamente medioevale, dal nome di una famiglia del luogo, ancora permangono intatte considerevoli testimonianze dell'epoca sotto forma di chiese, palazzi, portali, archi e insediamenti urbanistici. Né mancano opere d'arte pittoriche di altissimo pregio a corredo delle moltissime fabbriche religiose, distribuite su tutto il territorio di Somma, consistenti in affreschi del XI e del XIV secolo, in tavole del XVI secolo ed in tele del XVI, XVII e XVIII secolo di autori noti o di scuole famose.

SANTA MARIA DEL POZZO

stazione circumvesvina

villa Augustea

piazza

Vittorio Emanuele III

CHIESA DI SAN DOMENICO

Nella frazione di Santa Maria del Pozzo c'è la chiesa che porta lo stesso nome; il complesso formato dalla chiesa e dal monastero di Santa Maria del Pozzo sorge sulle costruzioni più antiche della chiesa inferiore La chiesa fu dedicata a “Nostra Donna” e successivamente questo nome fu trasformato in “Madonna dello pozzo”, per il pozzo che si trovava nei pressi della chiesa. Nel 1488 un'alluvione causò gravi danni alla chiesa che rimase sepolta sotto fango e pietre. Fu la Regina Giovanna III d'Aragona, nei primi anni del XVI secolo, a volere la costruzione di una nuova chiesa con annesso convento sopra quella più antica, che non fu però demolita. La Regina, nel 1510, affidò il magnifico complesso con l'assenso del Papa Giulio II ai frati di San Francesco. Nel 1575 il monastero venne dedicato alla Santa Vergine dell'Annunziata, nonostante il popolo continuasse a chiamarlo “Santa Maria del Pozzo”. Del resto tale è rimasto il nome del luogo della vasta zona che circonda il complesso religioso. All'inizio del XVII secolo l'interno del complesso subì numerose trasformazioni e le originarie linee gotiche furono coperte con pesanti sovrastrutture barocche. Risale infatti al settecento la facciata barocca, fatta demolire nel Novecento nel corso di uno sprovveduto tentativo di ripristinare quella originaria. . Con le leggi per la soppressione degli ordini religiosi, intorno al 1860 i frati Francescani furono costretti ad abbandonare il monastero che, divenuto comunale, fu adibito a lazzaretto durante l'epidemia di colera del 1884. Nel 1920 la chiesa venne dichiarata monumento nazionale. Nel 1921 l'amministrazione comunale concesse per 29 anni i locali del convento (esclusa la chiesa) al “Comitato napoletano dell'Opera Nazionale per gli orfani dei contadini morti in guerra” che vi istituì una fiorente colonia agricola. L'anno successivo iniziarono i lavori di restauro per ripristinare l'originario aspetto gotico. Nel 1941 infine i frati Francescani, ritornarono in possesso del convento.

La chiesa di San Domenico sorge nel cuore di Somma Vesuviana e con il consenso del Papa Nicolò IV fu fatto costruire dal re Carlo II d'Angiò nel 1294. Venne di seguito affidato ai Padri Predicatori dell'ordine dei Domenicani. L'origine angioina della chiesa è ricordata da una tela, opera del Cacciapuoti e posta alle spalle dell'altare, raffigurante Carlo II d'Angiò genuflesso ai piedi della Vergine e San Domenico che santifica. Il complesso monastico si affermò come centro culturale e come sede di importanti transazioni economico-patrimoniali e di gestione delle rendite provenienti dalla sua estesa proprietà immobiliare accumulata per lasciti, donazioni e acquisti. Sul pavimento della chiesa alcune pietre tombali ricordano la sepoltura di personaggi che nei secoli diedero vita a Somma Vesuviana.Numerosi eventi catastrofici, tra cui l'eruzione del 1631, causarono crolli e conseguenti interventi di restauro e cambiamento. Nel secolo XVIII per via di molti restauri, le sottostanti strutture gotiche furono rese illeggibili. Nel 1794 un'altra eruzione causò il crollo di alcune strutture e con la successiva ricostruzione fu realizzata l'attuale facciata addossata a quella già esistente.Dopo il terremoto dell'Irpinia del 1980 la chiesa è stata dichiarata inagibile, e solo di recente sono stati attuati dei lavori di restauro e risanamento statico. Tele di grandi autori del XVII e XVIII secolo arricchiscono le cappelle, mentre nell'abside è collocata la tela del Cacciapuoti. La presenza di molte pietre tombali seicentesche e settecentesche documenta l'importanza e la nobiltà della chiesa..

VIA S.GIOVANNI MATHA

borgo casamale

VILLA DI AUGUSTO

Negli anni Trenta del secolo scorso, in località Starza della Regina, furono casualmente riportate alla luce le mura di un imponente edificio risalente alla prima età imperiale e abitato fino al 492 d.c., anno in cui fu sommerso da un’eruzione del vesuvio

Alcuni studiosi hanno ipotizzato che fossero i resti della villa dove l’imperatore Augusto trascorse gli ultimi giorni della sua vita, il luogo “apud urbem Nolam” dove, secondo il racconto di Tacito negli Annales, Tiberio si recò per omaggiare la salma del suo grande predecessore.Per rispondere a questo e ad altri interrogativi, dal 2002 gli archeologi dell’università di Tokio, coadiuvati dai loro colleghi dell’Istituto Suor Orsola Benincasa, hanno avviato una campagna di scavi che dovrebbe far riemergere tutti i 9000 metri quadrati della villa. Quello che è stato riportato alla luce finora rivaleggia per interesse archeologico e bellezza con i più importanti ritrovamenti ad esso coevi: bassorilievi, stucchi policromi, absidi affrescati, colonne monolitiche sormontate da capitelli corinzi e alcune straordinarie sculture, tra le quali spicca quella raffigurante Dioniso che regge tra le braccia una pantera nera che ha già fatto il giro del mondo.

Il sito archeologico di Starza della Regina è recentemente entrato nel novero dei beni nazionali di interesse archeologico, affiancando un altro sito di Somma Vesuviana, Santa Maria del Pozzo, complesso monumentale quattrocentesco costruito su due livelli inferiori che risalgono l’uno all’epoca romana e l’altro al dominio aragonese.