Introducing
Your new presentation assistant.
Refine, enhance, and tailor your content, source relevant images, and edit visuals quicker than ever before.
Trending searches
Intorno al 1290 Giotto realizza scene dell'episodio biblico di Giacobbe che riesce a ingannare il padre Isacco. Il lavoro è organizzato in giornate per consentire una migliore conservazione del dipinto
Dopo altri affreschi , Giotto esegue con la sua Bottega, le "Storie di San Francesco", un ciclo di 28 scene nella navata del registo inferiore e illusta una scelta di episodi della "Legenda Maior" di San Bonaventura, considerata dall'ordine francescano l'unica versione autorizzata della vita del santo. Ogni riquadro è commentato da una didascalia in latino.
In questo ciclo il pittore mette in scena composizioni molto complesse e spesso affollate di personaggi
Le figure sono solide e voluminose e rese ancora più salde dalle variazioni cromatiche, dove i toni dei colori si schiariscono nelle zone sporgenti. La resa delle figure umane è realistica e non stilizzata.
Le scene sono dotate di un vivace movimento e dinamicità.
San Francesco , vedendo i demoni nella città di Arezzo chiese al suo confratello di cacciarli gridando, perchè così gli era stato chiesto dal Signore. Non apena il frate gridò i demoni fuggiono via spaventati.
San Francesco è rappresentato in ginocchio raccolto in preghiera, davanti a lui il frate grida alzando la mano verso i diavoli.
A destra Arezzo con i demoni rappresentati come mostri alati che fuggono.
Assisi, Basilica di San Francesco, Chiesa Superiore
Fu dipinto a tempera e oro su tavola,ed è conservato nel Tempio Malatestiano di Rimini.
L'opera fu dimenticata per dversi secoli e se ne parlò solo negli anni 60 dell'Ottocento.
Cristo viene rappresentato con la testa china abbandonata al peso del corpo.
Sullo sfondo, in alto, si trova un'iscrizione estesa dell'INRI (Il titulus crucis, riportata dai quattro vangeli canonici, che sarebbe stata apposta sopra la croce di Gesù, quando egli fu crocifisso, per indicare la motivazione della condanna.
La Basilica San Francesco d'Assisi era stata completata nel 1253 ed era la sede centrale dell'ordine e luogo di sepoltura del fondatore
Sulla controfacciata è affrescato il Giudizio Universale, ricco di figure disposte secondo la tradizione ma con alcune inedite soluzioni come, sopprattutto, con nella parte riservata ai dannati, in basso a destra.
Gli affreschi della cappella costituiscono il maggiore capolavoro di Giotto, che esprime tutta la sua maturità e capacità di inovazione tecnica e stilistica.
Il Compianto sul Cristo morto è un affresco (200x185 cm) di Giotto, databile al 1303-1305 circa e facente parte del ciclo della Cappella degli Scrovegni a Padova. È compreso nelle Storie della Passione di Gesù del registro centrale inferiore, nella parete sinistra guardando verso l'altare.
Il Bacio di Giuda (o Cattura di Cristo) è un affresco (200x185 cm) di Giotto, databile al 1303-1305 circa e facente parte del ciclo della Cappella degli Scrovegni a Padova. È compresa nelle Storie della Passione di Gesù del registro centrale inferiore, nella parete destra guardando verso l'altare.
La scena è la più drammatica dell'intero ciclo e una delle più celebri, mostra una grande conoscenza delle regole della pittura fin dalla composizione. Gesù è adagiato in basso a sinistra, stretto dalla madre che, in maniera toccante, avvicina il proprio viso a quello del figlio.
La cappella degli Scrovegni (detta anche dell'Arena o dell'Annunciata) è un luogo di culto cattolico che si trova nel centro storico di Padova e ospita un celebre ciclo di affreschi di Giotto dei primi anni del XIV secolo, considerato uno dei capolavori dell'arte occidentale. La navata è lunga 20,88 m, larga 8,41 m, alta 12,65 m; la zona absidale è formata da una prima parte a pianta quadrata, profonda 4,49 m e larga 4,31 m, e da una successiva, a forma poligonale a cinque lati, profonda 2,57 m. Dal 2006 la Cappella degli Scrovegni è candidata a diventare il secondo sito di Padova del Patrimonio dell'UNESCO (il primo è l'orto botanico del XVI secolo).
Giotto di Bondone, allievo di Cimabue, è stato uno dei più grandi e rivoluzionari pittori del trecento (1267 - 1337). Nacque in una famiglia di contadini nel Colle di Vespignano, vicino a Firenze
Giotto apportò diverse innovazioni alla pittura:
- introduce il personaggio girato di spalle.
- sostituisce lo sfondo dorato con uno azzurro e naturale.
- l'uso del chiaroscuro dona ai suoi dipinti maggiore volume
- per primo copia gli elementi archittetonici dal vero.
Il pittore fiorentino Cenni di Pepo, detto Cimabue é ricordato per essere stato il maestro di Giotto che da lui assimilò l'uso del chiaroscuro.
Si racconta che Cimabue capì la grande predisposizione di Giotto per l'arte vedendolo disegnare su un sasso una delle pecore che stava portando al pascolo, ma questa è solo una leggenda.
- intuisce un inizio di prospettiva anche se sbagliata.
- dipinge alcuni dei personaggi tagliati come in una fotografia moderna.
Cimabue realizza prevalentemente opere a tema religioso come le Maestà e le Crocifissioni.
Ha uno stile semplice e caratteristico dell' epoca e utilizza elementi ricorrenti come lo sfondo dorato e provò a donare nuova umanità ed espressività ai personaggi sacri.
- dona esspressività ai personaggi.
Giotto assimilò la tecnica del chiaroscuro, dal suo maestro ma la migliorò. Utilizzò questa tecnica nella raffigurazione del ventre, mentre Cimabue utilizza lo schema tripartito di tradizione Duecentesca, quello dipinto da giotto appare più realistico e leggermente rigonfio.
Inoltre le proporzioni della testa e le braccia sono più proporzionate rispetto a quelle del Cristo di Cimabue.
Nel Cristo dipinto da Giotto la sofferenza appare evidente, il corpo presenta le tracce dolorose dell'agonia.