Introducing
Your new presentation assistant.
Refine, enhance, and tailor your content, source relevant images, and edit visuals quicker than ever before.
Trending searches
Estremizzazione della fiducia nella ragione
Illuminismo: la ragione critica la storia, la religione, l’autorità…
KANT SOTTOPONE LA RAGIONE STESSA A GIUDIZIO.
Quale ragione?
CRITICARE: "GIUDICARE", "VALUTARE","SOPPESARE" "DISTINGUERE"
critica: strumento per eccellenza della filosofia
a cosa serve la critica?
interrogarsi programmaticamente sul fondamento di determinate esperienze umane per chiarirne:
1. LE CONDIZIONI DI POSSIBILITA' (ESISTENZA)
2. LA VALIDITA'
3. I LIMITI
Il criticismo si confronta con la metafisica
CRITICISMO: bilancio critico delle facoltà conoscitive umane
Spostamento del baricentro della filosofia dal mondo oggettivo al mondo soggettivo
«esame critico generale della validità e dei limiti che la ragione umana possiede in virtù dei suoi elementi puri a priori e quindi come analisi delle autentiche possibilità conoscitive dell’uomo».
è possibile una metafisica come SCIENZA?
CONOSCIAMO SOLO ATTRAVERSO LA RAGIONE
METODO DEDUTTIVO
GIUDIZIO ANALITICO A PRIORI
ES. IL CORPO È ESTESO
A priori: è necessario e universale, viene enunciato senza ricorrere all'esperienza ma non aggiunge nuova conoscenza, è infecondo.
GIUDIZIO SINTETICO A POSTERIORI:
ES. IL CORPO È PESANTE
IL TAVOLO È VERDE
Questo giudizio è produttivo di vera conoscenza perché il predicato mi dice qualcosa di più rispetto al soggetto (SINTETICO).
MA non può raggiungere l’universalità della scienza perché fondato sui SENSI (A POSTERIORI: solo dopo aver fatto esperienza possiamo raggiungere la conoscenza).
È UN GIUDIZIO SOGGETTIVO
"questo triangolo ha un perimetro di 15 cm"
LA SCIENZA, pur derivando parte della sua conoscenza dall'esperienza, presuppone alcuni principi immutabili, che sono i pilastri su cui essa si regge:
GIUDIZI SINTETICI A PRIORI: condizione necessaria affinché si produca scienza
La conoscenza inizia con l’esperienza ed è supportata formalmente dalla ragione
Quali sono?
Es. “7+5=12”
“tutto ciò che accade ha una causa”
Come sono possibili i giudizi sintetici a priori?
se non derivano dall'esperienza da dove provengono i giudizi sintetici a priori?
la mente elabora un'infinità di informazioni fornite dall'esterno (=impressioni sensibili) usando una serie di programmi interni "fissi" , dei codici di funzionamento che ne garantiscono la ricezione( forme a priori)
Il soggetto non è passivo ma ATTIVO e contribuisce alla definizione dell’oggetto dell’esperienza.
Kant opera una rivoluzione copernicana: il soggetto «ordina» il materiale che gli proviene dall’esperienza.
È il soggetto che cerca di svelare attivamente le leggi del mondo.
FENOMENO
NOUMENO
la realtà in sé considerata indipendentemente dal soggetto conoscente
-la realtà che appare all’uomo elaborata dalle forme a priori delle sue facoltà conoscitive
- è un oggetto reale solo nel rapporto con il soggetto conoscente
Tali giudizi sono possibili perché l’oggetto che intendono conoscere è un FENOMENO
TRASCENDENTE
TRASCENDENTALE
«Trascendentale non significa qualcosa che oltrepassa ogni esperienza, bensì qualcosa che certo la precede (a priori), ma non è determinato a nulla più che a render possibile la conoscenza dell’esperienza».
https://www.ilpost.it/2018/04/06/trascendente-trascendentale-differenza/
La sensibilità è:
ed è ATTIVA perché organizza il materiale fornito dalle sensazioni tramite le sue forme a priori (SPAZIO E TEMPO).
ARITMETICA: è la scienza che dimostra le proprietà delle serie numeriche tramite l’intuizione pura del tempo
GEOMETRIA: è la scienza che dimostra le proprietà delle figure tramite l’intuizione pura dello spazio.
È la sezione della Critica della ragion pura che si occupa di:
INTELLETTO: facoltà di formulare giudizi collegando tra loro le percezioni.
Attraverso l’intelletto l’uomo pensa la realtà
Gli errori della metafisica: trasformare tre idee (esigenze mentali) in tre REALTÁ.
La totalità dell’esperienza non è mai un’esperienza.
Non è possibile una metafisica come scienza.
La cosa in sé non è mai conoscibile.
perchè pratica?
La ragione dirige non solo la conoscenza ma anche l'azione
LEGGE ETICA ASSOLUTA O «INCONDIZIONATA»
che implica:
Moralità: incondizionatezza = libertà : universalità e necessità
CATEGORICITÁ, FORMALITÁ, AUTONOMIA
sono le caratteristiche principali della legge morale
Le regole generali, i principi pratici che disciplinano la nostra volontà si distinguono in:
regole di abilità e consigli di prudenza: es. "procedure per diventare un informatico""manuale della felicità)
Le legge morale non è un manuale di prescrizioni ma è una LEGGE FORMALE UNIVERSALE espressa da un imperativo che prescrive:
«quando agisci tieni presenti gli altri e rispetta la dignità umana che è in te e nel prossimo».
LEGALITA'
MORALITA'
Intenzione invisibile
«pago le tasse per puro dovere»
La morale implica una PARTECIPAZIONE INTERIORE, riguarda non l’azione interiore, ma l’intenzione con cui lo si fa allora
BENE = VOLERE IL BENE
VOLONTÁ BUONA
LIBERTÁ: è la condizione stessa dell’etica e secondo Kant è la legge morale a costituire il presupposto della libertà.
«Devi dunque puoi»
Se non ci scoprissimo obbligati a seguire la legge morale non sapremmo di essere liberi.
Se c’è la legge morale che prescrive il dovere deve per forza esserci la libertà.
"Due cose riempiono l’animo di ammirazione e venerazione sempre nuova e crescente, quanto piú spesso e piú a lungo la riflessione si occupa di esse: il cielo stellato sopra di me, e la legge morale in me. Queste due cose io non ho bisogno di cercarle e semplicemente supporle come se fossero avvolte nell’oscurità, o fossero nel trascendente fuori del mio orizzonte; io le vedo davanti a me e le connetto immediatamente con la coscienza della mia esistenza. La prima comincia dal posto che io occupo nel mondo sensibile esterno, ed estende la connessione in cui mi trovo a una grandezza interminabile, con mondi e mondi, e sistemi di sistemi; e poi ancora ai tempi illimitati del loro movimento periodico, del loro principio e della loro durata. La seconda comincia dal mio io indivisibile, dalla mia personalità, e mi rappresenta in un mondo che ha la vera infinitezza, ma che solo l’intelletto può penetrare, e con cui (ma perciò anche in pari tempo con tutti quei mondi visibili) io mi riconosco in una connessione non, come là, semplicemente accidentale, ma universale e necessaria. Il primo spettacolo di una quantità innumerevole di mondi annulla affatto la mia importanza di creatura animale che deve restituire al pianeta (un semplice punto nell’Universo) la materia della quale si formò, dopo essere stata provvista per breve tempo (e non si sa come) della forza vitale. Il secondo, invece, eleva infinitamente il mio valore, come [valore] di una intelligenza, mediante la mia personalità in cui la legge morale mi manifesta una vita indipendente dall’animalità e anche dall’intero mondo sensibile, almeno per quanto si può riferire dalla determinazione conforme ai fini della mia esistenza mediante questa legge: la quale determinazione non è ristretta alle condizioni e ai limiti di questa vita, ma si estende all’infinito"
I. Kant, Critica della ragion pratica, Laterza, Bari, 1974, pagg. 197-198
la libertà, indimostrabile sul piano teoretico e fenomenico, è la condizione necessaria che mette in pratica gli imperativi categorici.
l'uomo appartiene contemporaneamente a due mondi (fenomenico: causalità necessaria) e noumenico nella misura in cui è libero dal punto di vista della volontà.
la dimensione soprasensibile è la più autenticamente umana: di fronte all'immensità del cosmo si annulla l'importanza dell'uomo come essere sensibile
allo stesso tempo si esalta la dimensione soprasensibile tramite una personalità, un'essenza umana in cui è manifesta la legge morale indipendentemente dalla dimensione sensibile
SENTIMENTO
Kant muove dal dualismo tra mondo della necessità e mondo della finalità lasciato aperto dalle due critiche
I romantici lo interpretano in due modi fondamentali:
Si realizza nella FILOSOFIA che con l’idealismo concepisce l’uomo come SPIRITO:
Hegel nel solco della tradizione metafisica, ha tentato di comprendere la realtà in maniera integrale e
sistematica , avanzando una
precisa pretesa: quella di abbracciare tutto e spiegare tutto attraverso la ragione speculativa.
-Religione di popolo e cristianesimo;
-Vita di Gesù
-La possibilità della religione cristiana
-Differenza dei sistemi di filosofia di Fichte e di Schelling
1807: La Fenomenologia dello spirito
1812:La Scienza della logica
1817: L’Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio
1821: Lineamenti di filosofia del diritto
1. La risoluzione del finito nell’infinito
2. L’identità tra ragione e realtà
3. La funzione giustificatrice della filosofia
IL FINITO SI RISOLVE NELL’INFINITO
Il finito è reale solo in quanto è parte dell’infinito
L'infinito, o Dio, o Spirito o Idea, o Ragione, è un soggetto spirituale in divenire che si realizza progressivamente e che solo nell'uomo acquista coscienza di sè.
«tutto ciò che è razionale è reale; e ciò che è reale è razionale»
Necessaria, totale e sostanziale identità della realtà e della ragione, di essere e pensiero
L’identità tra finito e infinito o tra ragione e realtà ha 3 conseguenze
RAGIONE
principio infinito autocosciente: l’identità assoluta della realtà con la ragione esprime la risoluzione assoluta del finito nell’infinito.
1. Il finito non ha alcuna realtà come finito;
2. Poiché il finito il reale, è lo stesso infinito
3. Essere e dover essere coincidono: ciò che esiste è ciò che razionalmente deve essere
(la realtà è un processo necessario, formato da una serie di momenti che scaturiscono dai precedenti e sono il presupposto di quelli successivi)
Qual è il compito della filosofia se la realtà è assoluta e necessaria?
La giustificazione razionale della realtà
La filosofia non si limita a constatare la realtà ma giustifica la sostanziale razionalità e necessità del mondo.
Attraverso la DIALETTICA che spiega il processo di sviluppo della realtà.
L’assoluto, secondo lo schema dialettico si dispiega in tre momenti:
L’ASSOLUTO è il circolo dialettico di
IDEA
NATURA
SPIRITO
Fenomenologia dal greco phainomenoyn «fenomeno», «apparenza» e logos, «discorso» è etimologicamente la scienza dei fenomeni, di ciò che appare.
Per Hegel la fenomenologia consiste nell’apparire dello spirito a se stesso, essere consapevoli dell’Assoluto quale identità di finito e infinito, reale e razionale.
Si divide in due parti:
1.
2.
COSCIENZA: è la prima tappa della fenomenologia dello spirito. La coscienza è ciò che si rapporta ad un oggetto (qualcosa che viene percepito come esterno, altro da sé). Si articola in:
La coscienza a questo punto ha risolto l’intero oggetto in se stessa ed è diventata coscienza di sé, cioè autocoscienza.
La sezione dedicata all’autocoscienza contiene le figure celebri della Fenomenologia dello Spirito:
1)SIGNORIA E SERVITU’
2) STOICISMO E SCETTICISMO
3) LA «COSCIENZA INFELICE»
Con l’autocoscienza l’attenzione si sposta sul SOGGETTO, all'attività concreta dell'io nella relazione con gli altri
Ci spostiamo da un piano gnoseologico ad uno sociale, storico, religioso
Chi è il servo?
Chi è il signore?
Inversione dialettica dei ruoli: il signore diventa servo del servo e il servo signore del signore.
IL SIGNORE
inizialmente appariva indipendente e godeva del lavoro dei servi, in realtà dipende da quel lavoro e dunque dipende dal servo
IL SERVO
era subordinato al signore, poiché padroneggia e trasforma i beni che il signore riceve, finisce per essere indipendente.
STOICISMO:
SCETTICISMO
Tale contraddizione/scissione aperta dallo scetticismo si manifesta nella COSCIENZA INFELICE che caratterizza la religiosità ebraica e il cristianesimo medievale/espressione della separazione radicale fra DIO e l’UOMO
Quando la coscienza si avverte come soggetto assoluto (di identifica con Dio) avviene il passaggio alla RAGIONE, ovvero alla
"certezza di essere ogni realtà"
Esamina lo sviluppo dello spirito che avviene in 3 momenti principali:
SPIRITO SOGGETTIVO: è lo spirito individuale, libero
SPIRITO OGGETTIVO: è lo spirito sovraindividuale o sociale ( la libertà umana si dà una forma visibile, si oggettiva nelle istituzioni di un popolo e diviene intersoggettiva)
SPIRITO ASSOLUTO: è lo spirito che sa e conosce se stesso nelle forme dell’arte, della religione e della filosofia
I tre momenti dello spirito sono tre gradi di sviluppo dello spirito che sussistono l’uno all’interno dell’altro. (es. l’individuo si risolve nella società e la società comprende già l’individuo).
È lo spirito individuale considerato come un processo naturale che va dalle forme più elementari di vita psichica alle più complesse. Viene studiato da 3 scienze:
«Ciò che si chiama fare una costituzione non è mai accaduto nella storia; come non si è mai fatto un codice: una costituzione si è soltanto svolta nello spirito»
Gli eroi della storia del mondo ( Alessandro, Cesare, Napoleone), personaggi che apparentemente seguono la propria passione e la propria ambizione ma si tratta di un’astuzia della ragione che si serve di questi eroi e delle loro passioni per attuare i loro fini.
Il fine ultimo della storia del mondo è la realizzazione della libertà dello spirito che trova compimento nello STATO
Il fine della storia del mondo è che:
«lo spirito giunga a sapere ciò che esso è veramente e oggettivi questo sapere, lo realizzi facendone un mondo esistente, manifesti oggettivamente se stesso».
1)Il mondo orientale: uno solo è libero;
2)Il mondo greco-romano: alcuni sono liberi:
3) Il mondo cristiano-germanico: tutti gli uomini sanno di essere liberi perché la monarchia (prussiana) ha eliminato i privilegi dei nobili ponendo tutti sullo stesso piano.
Tale libertà può realizzarsi solo ed esclusivamente nello Stato etico che risolve l’individuo nella comunità.
SU QUALI QUESTIONI SI SCONTRANO?
SUL PIANO POLITICO
(1818-1883)
-saggi contenuti nella rivista «Annali franco-tedeschi»
1844: approfondisce gli studi economici e pubblica i Manoscritti economico-filosofici
1845-46: Tesi su Feuerbach e L’ideologia tedesca: pone le basi per la sua concezione materialistica della storia
La filosofia di Marx è costituita da:
Non possiamo considerare questi aspetti separatamente perché la sua filosofia:
L’età moderna ha generato una scissione tra:
Eliminando le disuguaglianze reali tra gli uomini: eliminando la proprietà privata
Il lavoro, secondo Marx è l’unica manifestazione della libertà umana, cioè della capacità umana di creare la propria forma di esistenza specifica.
1) Non esiste un’essenza dell’uomo in generale;
2) L’essere dell’uomo è sempre condizionato dai rapporti sociali;
3)Questi rapporti sociali sono a loro volta trasformati dagli individui;
4)L’individuo umano è un ente sociale.
L’alienazione dell’operaio è la scissione che l’operaio vive, è quello stato di dipendenza ed autoestraniazione dovuto a 4 aspetti connessi strettamente tra di loro:
1) Al prodotto del proprio lavoro: egli produce con il suo lavoro un oggetto ( il capitale) che non gli appartiene e che lo domina.
2)alla propria attività: perché ha la forma di un lavoro forzato o costrittivo in cui egli è strumento di fini che sono a lui estranei ( ovvero il profitto del capitalista). Quindi l’operaio viene considerato alla stregua di un animale, non di un uomo, è una funzione, uno strumento: si sente bestia nel lavoro sociale, ovvero in quell’attività in cui dovrebbe sentirsi uomo.
3)alla propria essenza: infatti la prerogativa dell’uomo rispetto all’animale è quella del lavoro libero, creativo e universale, mentre nella società capitalista l’uomo è costretto ad un lavoro coercitivo, forzato, ripetitivo.
4) al prossimo: perché l’altro, il capitalista, è colui che lo tratta come un mezzo, è colui che lo espropria del prodotto della sua fatica e di conseguenza il rapporto tra il lavoratore e il capitalista sfocia in un conflitto.
Qual è la causa?
non è più lo sviluppo dell’Idea a realizzarsi nel processo storico ma è la struttura economica della società che determina la storia.
Le forze motrici nella storia non sono di natura ideale ma di natura economica.
L’unico fattore veramente determinante nella storia è l’economia.