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Transcript

IMMANUEL KANT

(1724- 1804)

La fiducia nella ragione

Estremizzazione della fiducia nella ragione

Illuminismo: la ragione critica la storia, la religione, l’autorità…

KANT SOTTOPONE LA RAGIONE STESSA A GIUDIZIO.

Quale ragione?

La Critica della ragion pura (1781)

  • Il mondo come tante unità separate

  • La ragione conosce il mondo finito

Kant illuminista critico

CRITICARE: "GIUDICARE", "VALUTARE","SOPPESARE" "DISTINGUERE"

critica: strumento per eccellenza della filosofia

a cosa serve la critica?

interrogarsi programmaticamente sul fondamento di determinate esperienze umane per chiarirne:

1. LE CONDIZIONI DI POSSIBILITA' (ESISTENZA)

2. LA VALIDITA'

3. I LIMITI

il criticismo: la filosofia del limite

Il criticismo si confronta con la metafisica

CRITICISMO: bilancio critico delle facoltà conoscitive umane

Spostamento del baricentro della filosofia dal mondo oggettivo al mondo soggettivo

LA CRITICA DELLA RAGIONE PURA (1781)

«esame critico generale della validità e dei limiti che la ragione umana possiede in virtù dei suoi elementi puri a priori e quindi come analisi delle autentiche possibilità conoscitive dell’uomo».

  • è un'analisi critica dei fondamenti del sapere (SCIENZA-METAFISICA)

è possibile una metafisica come SCIENZA?

RAZIONALISMO

CONOSCIAMO SOLO ATTRAVERSO LA RAGIONE

METODO DEDUTTIVO

GIUDIZIO ANALITICO A PRIORI

ES. IL CORPO È ESTESO

  • Analizzare: «sciogliere»
  • Analizzando il soggetto ritrovo il predicato

A priori: è necessario e universale, viene enunciato senza ricorrere all'esperienza ma non aggiunge nuova conoscenza, è infecondo.

Superamento di empirismo e razionalismo

  • EMPIRISMO: l’esperienza è la fonte della conoscenza.
  • Rifiuto di ogni dottrina filosofica che faccia derivare la conoscenza per deduzione da principi razionali evidenti a priori, in quanto tali anteriori e indipendenti dall’esperienza.

EMPIRISMO

GIUDIZIO SINTETICO A POSTERIORI:

ES. IL CORPO È PESANTE

IL TAVOLO È VERDE

Questo giudizio è produttivo di vera conoscenza perché il predicato mi dice qualcosa di più rispetto al soggetto (SINTETICO).

MA non può raggiungere l’universalità della scienza perché fondato sui SENSI (A POSTERIORI: solo dopo aver fatto esperienza possiamo raggiungere la conoscenza).

È UN GIUDIZIO SOGGETTIVO

ricapitoliamo...

che giudizio è?

"questo triangolo ha un perimetro di 15 cm"

la SCIENZA: esperienza + giudizi sintetici a priori

LA SCIENZA, pur derivando parte della sua conoscenza dall'esperienza, presuppone alcuni principi immutabili, che sono i pilastri su cui essa si regge:

GIUDIZI SINTETICI A PRIORI: condizione necessaria affinché si produca scienza

La conoscenza inizia con l’esperienza ed è supportata formalmente dalla ragione

Quali sono?

Es. “7+5=12”

“tutto ciò che accade ha una causa”

PROBLEMA

Come sono possibili i giudizi sintetici a priori?

se non derivano dall'esperienza da dove provengono i giudizi sintetici a priori?

LA CATENA DELLE QUESTIONI

La nuova gnoseologia di Kant

Alla ricerca della conoscenza pura

  • Secondo Kant la mente filtra attivamente i dati empirici attraverso forme che sono innate, ovvero comuni a tutti i soggetti pensanti.
  • Queste forme sono a priori rispetto all'esperienza, ovvero sono universali e necessarie

la mente elabora un'infinità di informazioni fornite dall'esterno (=impressioni sensibili) usando una serie di programmi interni "fissi" , dei codici di funzionamento che ne garantiscono la ricezione( forme a priori)

La "rivoluzione copernicana"

  • Non è la mente che si modella in modo passivo sulla realtà ma la realtà che si modella sulle forme a priori sulle quali la percepiamo.

Il soggetto non è passivo ma ATTIVO e contribuisce alla definizione dell’oggetto dell’esperienza.

Kant opera una rivoluzione copernicana: il soggetto «ordina» il materiale che gli proviene dall’esperienza.

È il soggetto che cerca di svelare attivamente le leggi del mondo.

Fenomeno e noumeno

FENOMENO

NOUMENO

la realtà in sé considerata indipendentemente dal soggetto conoscente

-la realtà che appare all’uomo elaborata dalle forme a priori delle sue facoltà conoscitive

- è un oggetto reale solo nel rapporto con il soggetto conoscente

Come sono possibili i giudizi sintetici a priori?

Tali giudizi sono possibili perché l’oggetto che intendono conoscere è un FENOMENO

La conoscenza: intuizioni + concetti

LA CRITICA DELLA RAGION PURA

IL CONCETTO DI "TRASCENDENTALE"

TRASCENDENTE

TRASCENDENTALE

«Trascendentale non significa qualcosa che oltrepassa ogni esperienza, bensì qualcosa che certo la precede (a priori), ma non è determinato a nulla più che a render possibile la conoscenza dell’esperienza».

https://www.ilpost.it/2018/04/06/trascendente-trascendentale-differenza/

Estetica trascendentale

La sensibilità è:

  • PASSIVA/ recettiva: perché intuisce i dati dalla realtà interna ed esterna

ed è ATTIVA perché organizza il materiale fornito dalle sensazioni tramite le sue forme a priori (SPAZIO E TEMPO).

SPAZIO E TEMPO

Il Tempo

  • Precedenza del tempo rispetto spazio: non ogni cosa è percepita nello spazio ma ogni cosa è percepita nel tempo.

  • Il tempo è anche, indirettamente forma del senso esterno.

  • La dottrina dello spazio e del tempo consente a Kant di spiegare come sia possibile possibile la matematica pura fondata su giudizi sintetici a priori

ARITMETICA: è la scienza che dimostra le proprietà delle serie numeriche tramite l’intuizione pura del tempo

GEOMETRIA: è la scienza che dimostra le proprietà delle figure tramite l’intuizione pura dello spazio.

Analitica trascendentale

È la sezione della Critica della ragion pura che si occupa di:

INTELLETTO: facoltà di formulare giudizi collegando tra loro le percezioni.

Attraverso l’intelletto l’uomo pensa la realtà

LE CATEGORIE

  • Sono funzioni dell’intelletto che servono a formare i giudizi.

  • Grazie alle categorie siamo in grado di pensare alla realtà così come grazie allo spazio e al tempo siamo in grado di percepirla.

  • Esistono 12 tipi di categorie

L’ «io penso»

  • Unità giudicante, fonte prima dei giudizi stessi.

  • Ogni giudizio è formulato da un IO che lo PENSA.

  • IO PENSO COSCIENZA/ANIMA: non è un’entità metafisica ma un principio formale, una funzione.

La Dialettica Trascendentale

  • È possibile una metafisica come scienza?

  • «analisi e smascheramento dei ragionamenti fallaci della metafisica».

  • Tendenza innata dell’uomo verso l’incondizionato e la totalità.

La ragione

  • Pretende di andare oltre i dati empirici unificando in modo globale le conoscenze ottenute dall’intelletto tramite i giudizi.

Dialettica trascendentale

Gli errori della metafisica: trasformare tre idee (esigenze mentali) in tre REALTÁ.

La totalità dell’esperienza non è mai un’esperienza.

Non è possibile una metafisica come scienza.

«L’io è il legislatore della natura»

  • Il filosofo deve indagare le strutture conoscitive umane: la ragione.

  • Non possiamo mai raggiungere la conoscenza delle cose nella loro oggettività, quali sono in loro stesse.

  • Abbiamo una conoscenza solo fenomenica del mondo.

La cosa in sé non è mai conoscibile.

Critica della Ragion Pratica

perchè pratica?

La Critica della ragion pratica (1788)

La ragione dirige non solo la conoscenza ma anche l'azione

KANT parte dall'esistenza di

LEGGE ETICA ASSOLUTA O «INCONDIZIONATA»

che implica:

Si occupa della legge morale a priori valida per tutti e per sempre

L'equazione kantiana

L’equazione kantiana

Moralità: incondizionatezza = libertà : universalità e necessità

CATEGORICITÁ, FORMALITÁ, AUTONOMIA

sono le caratteristiche principali della legge morale

una morale deontologica

  • sentimenti, desideri e impulsi possono condizionare le nostre azioni ma Kant esclude che essi possano fondare l'etica.

  • per essere universale e necessaria, l'etica kantiana deve essere prescrittiva, deontologia (déon: "dovere").

  • non si limita a descrivere il comportamento umano ma prescrive il dover essere (come gli uomini dovrebbero comportarsi)

Categoricità

Le regole generali, i principi pratici che disciplinano la nostra volontà si distinguono in:

GLI IMPERATIVI

regole di abilità e consigli di prudenza: es. "procedure per diventare un informatico""manuale della felicità)

La moralità e l’imperativo categorico

  • Solo l’imperativo categorico che ordina un «devi» assoluto e quindi universale e necessario ha i contrassegni della MORALITÁ.

  • Si concretizza nella prescrizione di agire secondo una massima che vale per tutti.

  • Il comando morale non rende schiavi perché dev’essere il frutto spontaneo della volontà razionale.

Formalità

  • L’imperativo categorico, in quanto legge non ci dice COSA dobbiamo fare ma COME.

Le legge morale non è un manuale di prescrizioni ma è una LEGGE FORMALE UNIVERSALE espressa da un imperativo che prescrive:

«quando agisci tieni presenti gli altri e rispetta la dignità umana che è in te e nel prossimo».

  • La formalità è antiutilitaristica.

  • Alla formalità è connesso il RIGORISMO

Ricapitolando

Il dovere per il dovere

  • La moralità consiste nel DOVERE PER IL DOVERE.

  • L’unico sentimento possibile è il rispetto per la legge prodotto esclusivamente dalla ragione

  • un'azione per seguire la morale incondizionata , dev'essere svolta con l'intenzione della volontà di conformarsi alla legge morale ( es. beneficenza: se interiormente "mi sento" in dovere di donare perchè obbedisco ad un comando della ragione allora sto compiendo un'azione che è conforme alla morale e che si fonda su un imperativo categorico perchè non dipende da uno scopo)

Kant distingue tra:

LEGALITA'

  • azione visibile
  • «assolvere al dovere di pagare le tasse»

MORALITA'

Intenzione invisibile

«pago le tasse per puro dovere»

Moralità

La morale implica una PARTECIPAZIONE INTERIORE, riguarda non l’azione interiore, ma l’intenzione con cui lo si fa allora

BENE = VOLERE IL BENE

VOLONTÁ BUONA

Libertà

LIBERTÁ: è la condizione stessa dell’etica e secondo Kant è la legge morale a costituire il presupposto della libertà.

«Devi dunque puoi»

Se non ci scoprissimo obbligati a seguire la legge morale non sapremmo di essere liberi.

Se c’è la legge morale che prescrive il dovere deve per forza esserci la libertà.

Il carattere noumenico della morale

"Due cose riempiono l’animo di ammirazione e venerazione sempre nuova e crescente, quanto piú spesso e piú a lungo la riflessione si occupa di esse: il cielo stellato sopra di me, e la legge morale in me. Queste due cose io non ho bisogno di cercarle e semplicemente supporle come se fossero avvolte nell’oscurità, o fossero nel trascendente fuori del mio orizzonte; io le vedo davanti a me e le connetto immediatamente con la coscienza della mia esistenza. La prima comincia dal posto che io occupo nel mondo sensibile esterno, ed estende la connessione in cui mi trovo a una grandezza interminabile, con mondi e mondi, e sistemi di sistemi; e poi ancora ai tempi illimitati del loro movimento periodico, del loro principio e della loro durata. La seconda comincia dal mio io indivisibile, dalla mia personalità, e mi rappresenta in un mondo che ha la vera infinitezza, ma che solo l’intelletto può penetrare, e con cui (ma perciò anche in pari tempo con tutti quei mondi visibili) io mi riconosco in una connessione non, come là, semplicemente accidentale, ma universale e necessaria. Il primo spettacolo di una quantità innumerevole di mondi annulla affatto la mia importanza di creatura animale che deve restituire al pianeta (un semplice punto nell’Universo) la materia della quale si formò, dopo essere stata provvista per breve tempo (e non si sa come) della forza vitale. Il secondo, invece, eleva infinitamente il mio valore, come [valore] di una intelligenza, mediante la mia personalità in cui la legge morale mi manifesta una vita indipendente dall’animalità e anche dall’intero mondo sensibile, almeno per quanto si può riferire dalla determinazione conforme ai fini della mia esistenza mediante questa legge: la quale determinazione non è ristretta alle condizioni e ai limiti di questa vita, ma si estende all’infinito"

I. Kant, Critica della ragion pratica, Laterza, Bari, 1974, pagg. 197-198

La legge morale e lo spettacolo dell'immensità del cosmo:

La morale apre all'uomo la dimensione del soprasensibile (scientificamente indimostrabile): necessità vs libertà

la libertà, indimostrabile sul piano teoretico e fenomenico, è la condizione necessaria che mette in pratica gli imperativi categorici.

l'uomo appartiene contemporaneamente a due mondi (fenomenico: causalità necessaria) e noumenico nella misura in cui è libero dal punto di vista della volontà.

la dimensione soprasensibile è la più autenticamente umana: di fronte all'immensità del cosmo si annulla l'importanza dell'uomo come essere sensibile

allo stesso tempo si esalta la dimensione soprasensibile tramite una personalità, un'essenza umana in cui è manifesta la legge morale indipendentemente dalla dimensione sensibile

Si occupa del

SENTIMENTO

La Critica del giudizio (1790)

Kant muove dal dualismo tra mondo della necessità e mondo della finalità lasciato aperto dalle due critiche

SENTIMENTO: facoltà mediante la quale l’uomo fa esperienza di quella finalità del reale che la prima Critica (CRP) escludeva sul piano fenomenico e la seconda postulava a livello noumenico.

Attenzione ! Non c’è contraddizione ! Il sentimento rappresenta per Kant solo un’esigenza umana che come tale NON HA un valore di tipo conoscitivo.

I giudizi riflettenti

I giudizi riflettenti

  • Sono i giudizi sentimentali puri, ovvero quelli che procedono dalla nostra struttura mentale.

  • Si limitano a «riflettere» su una natura già costituita e ad apprenderla secondo le nostre esigenze universali di finalità e armonia.

  • Il giudizio riflettente implica la finitudine dell’uomo e rappresenta il suo bisogno di trovare un accordo tra la natura e la sua esigenza di finalità.

IL ROMANTICISMO

IL ROMANTICISMO

  • È un movimento filosofico, letterario ed artistico che si origina in Germania alla fine del XVIII sec. e si sviluppa nei primi decenni del XIX sec.

  • è una «costellazione» di idee e atteggiamenti che nasce in seguito a determinate situazioni sociopolitiche (fallimento della rivoluzione francese, Napoleone, la Restaurazione, i moti nazionali, ecc.) ed è ricco di ambivalenze (es. esaltazione del passato e attesa del futuro, sentimento e ragione, titanismo, vittimismo)

  • Esaltazione del SENTIMENTO (trova i suoi animatori poeti del circolo di Jena: i fratelli Schlegel, Karoline Michaelis, Novalis, Hölderlin, ecc.)

  • Rapporto tra SENTIMENTO e RAGIONE

IL ROMANTISMO E LA RAGIONE

  • Per i romantici la RAGIONE è una forza infinita che abita il mondo e lo costituisce nella sua stessa sostanza.

  • FICHTE: la ragione è l’IO INFINITO o AUTOCOSCIENZA ASSOLUTA;

  • SCHELLING: la ragione coincide con l’ASSOLUTO

  • HEGEL: la ragione coincide con l’IDEA

Il principio infinito: il protagonista assoluto del romanticismo

I romantici lo interpretano in due modi fondamentali:

ROMANTICISMO COME RAGIONE ASSOLUTA

Si realizza nella FILOSOFIA che con l’idealismo concepisce l’uomo come SPIRITO:

  • Attività infinita ed inesauribile, che si autocostituisce e si autocrea liberamente, superando i propri limiti;

  • Come soggetto in funzione del quale esiste e trova senso l’oggetto

Dal kantismo all’idealismo romantico

Georg Wilhelm Friedrich HEGEL

(Stoccarda 1770-Berlino 1831)

Hegel nel solco della tradizione metafisica, ha tentato di comprendere la realtà in maniera integrale e

sistematica , avanzando una

precisa pretesa: quella di abbracciare tutto e spiegare tutto attraverso la ragione speculativa.

OPERE GIOVANILI

  • prevale l’interesse politico-religioso di Hegel, interesse che privilegerà l’aspetto storico-politico nella maturità.
  • Gli scritti giovanili rimasero inediti e sono quasi tutti incentrati sulla teologia

-Religione di popolo e cristianesimo;

-Vita di Gesù

-La possibilità della religione cristiana

-Differenza dei sistemi di filosofia di Fichte e di Schelling

OPERE DELLA MATURITÁ

1807: La Fenomenologia dello spirito

1812:La Scienza della logica

1817: L’Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio

1821: Lineamenti di filosofia del diritto

I CAPISALDI DEL SISTEMA HEGELIANO

1. La risoluzione del finito nell’infinito

2. L’identità tra ragione e realtà

3. La funzione giustificatrice della filosofia

1. La risoluzione del finito nell’infinito

  • La realtà è un organismo unitario di cui tutto ciò che esiste è parte o manifestazione

  • Questo organismo, essendo la ragione d’essere di ogni realtà e non avendo nulla al di fuori di sé coincide con l’Assoluto e l’infinito che si realizza nel divenire del mondo.

  • Il finito come tale non esiste ma esiste solo in connessione con l’infinito, essendone una sua manifestazione

IL FINITO SI RISOLVE NELL’INFINITO

Il finito è reale solo in quanto è parte dell’infinito

INFINITO= ASSOLUTO

(LA VERA REALTÁ)

L'infinito, o Dio, o Spirito o Idea, o Ragione, è un soggetto spirituale in divenire che si realizza progressivamente e che solo nell'uomo acquista coscienza di sè.

2. identità di ragione e realtà

«tutto ciò che è razionale è reale; e ciò che è reale è razionale»

Necessaria, totale e sostanziale identità della realtà e della ragione, di essere e pensiero

2. Finito e Infinito- Ragione e realtà

L’identità tra finito e infinito o tra ragione e realtà ha 3 conseguenze

RAGIONE

principio infinito autocosciente: l’identità assoluta della realtà con la ragione esprime la risoluzione assoluta del finito nell’infinito.

1. Il finito non ha alcuna realtà come finito;

2. Poiché il finito il reale, è lo stesso infinito

3. Essere e dover essere coincidono: ciò che esiste è ciò che razionalmente deve essere

(la realtà è un processo necessario, formato da una serie di momenti che scaturiscono dai precedenti e sono il presupposto di quelli successivi)

3. La funzione della filosofia

Qual è il compito della filosofia se la realtà è assoluta e necessaria?

La giustificazione razionale della realtà

La filosofia non si limita a constatare la realtà ma giustifica la sostanziale razionalità e necessità del mondo.

Come avviene il dispiegarsi razionale della realtà?

Attraverso la DIALETTICA che spiega il processo di sviluppo della realtà.

La dialettica

La dialettica

L’ ASSOLUTO (IDEA)

L’assoluto, secondo lo schema dialettico si dispiega in tre momenti:

L’ASSOLUTO è il circolo dialettico di

IDEA

NATURA

SPIRITO

TRIPARTIZIONE DELLA FILOSOFIA

Critica delle filosofie precedenti

Un po’ di lessico

La fenomenologia dello spirito

  • È l’opera che introduce il sistema filosofico hegeliano e svolge un’indagine dello sviluppo della coscienza umana nell’individuo e nella storia per comprendere la risoluzione del finito nell’infinito.

  • È il viaggio percorso dallo Spirito, attraverso la coscienza umana, per giungere a comprendere se stesso come Assoluto.

  • È la storia «romanzata» che lo Spirito compie verso l’Assoluto

Fenomenologia dal greco phainomenoyn «fenomeno», «apparenza» e logos, «discorso» è etimologicamente la scienza dei fenomeni, di ciò che appare.

Per Hegel la fenomenologia consiste nell’apparire dello spirito a se stesso, essere consapevoli dell’Assoluto quale identità di finito e infinito, reale e razionale.

La fenomenologia dello spirito

  • Hegel descrive l'affermarsi ed il "conoscersi" dello Spirito attraverso una serie di figure ( tappe ideali) della vita umana in cui l'uomo conquista progressivamente alcune verità.

  • le fenomelologia dello spirito è quindi una storia delle vicissitudini della coscienza che attraverso percorsi, infelicità e anche dolore, esce dalla sua individualità, raggiunge l'universalità e si riconosce come ragione reale.

La fenomenologia dello Spirito

Si divide in due parti:

1.

La fenomenologia dello spirito

2.

COSCIENZA: è la prima tappa della fenomenologia dello spirito. La coscienza è ciò che si rapporta ad un oggetto (qualcosa che viene percepito come esterno, altro da sé). Si articola in:

AUTOCOSCIENZA

La coscienza a questo punto ha risolto l’intero oggetto in se stessa ed è diventata coscienza di sé, cioè autocoscienza.

La sezione dedicata all’autocoscienza contiene le figure celebri della Fenomenologia dello Spirito:

1)SIGNORIA E SERVITU’

2) STOICISMO E SCETTICISMO

3) LA «COSCIENZA INFELICE»

Con l’autocoscienza l’attenzione si sposta sul SOGGETTO, all'attività concreta dell'io nella relazione con gli altri

Ci spostiamo da un piano gnoseologico ad uno sociale, storico, religioso

L’ AUTOCOSCIENZA: SERVITU’ E SIGNORIA

  • L’uomo è autocoscienza solo se riesce a farsi riconoscere da un’altra autocoscienza ( ovvero da un altro soggetto libero e pensante)
  • Tale riconoscimento avviene attraverso un movimento di lotta e di sfida: un conflitto in cui ogni autocoscienza cerca di affermare la propria indipendenza sull’altra anche a costo della vita
  • Tale conflitto lo ritroviamo nella dialettica tra servo e signore.

Chi è il servo?

Chi è il signore?

Servitù e signoria

Inversione dialettica dei ruoli: il signore diventa servo del servo e il servo signore del signore.

IL SIGNORE

inizialmente appariva indipendente e godeva del lavoro dei servi, in realtà dipende da quel lavoro e dunque dipende dal servo

IL SERVO

era subordinato al signore, poiché padroneggia e trasforma i beni che il signore riceve, finisce per essere indipendente.

IL ROVESCIAMENTO DELLA FIGURA

IL VALORE FORMATIVO DEL LAVORO

  • Il servo che lavora, coltivando o producendo, imprime una forma alle cose, realizza un'opera che ha la sua indipendenza ed autonomia.

  • Tale autonomia riflette l'autonomia del servo rispetto agli oggetti

Stoicismo e scetticismo

  • Il risultato della dialettica tra il servo e il signore è l’indipendenza dell’io nei confronti delle cose e trova la sua manifestazione filosofica nello STOICISMO

STOICISMO:

  • afferma l’autosufficienza del saggio rispetto a ciò che lo circonda (passioni, affetti, ricchezze…)
  • Ma il saggio stoico riesce a liberarsi solo interiormente delle passioni: la realtà esterna non viene negata

SCETTICISMO

  • interviene per mettere tra parentesi quel mondo esterno da cui lo stoico si sente infelice attraverso l’epochè
  • Lo scetticismo cade in contraddizione : da un lato dichiara che è tutto vano e non vero, dall’altro pretende di dire qualcosa di reale e vero.

LA COSCIENZA INFELICE

Tale contraddizione/scissione aperta dallo scetticismo si manifesta nella COSCIENZA INFELICE che caratterizza la religiosità ebraica e il cristianesimo medievale/espressione della separazione radicale fra DIO e l’UOMO

SINTESI: RAGIONE

Quando la coscienza si avverte come soggetto assoluto (di identifica con Dio) avviene il passaggio alla RAGIONE, ovvero alla

"certezza di essere ogni realtà"

TRIPARTIZIONE DELLA FILOSOFIA

LA LOGICA

  • La logica studia l’Idea in sé, ossia l’Assoluto nel primo momento del suo processo, nel suo essere immediato.

  • In questa fase l’Idea è “pura” e “astratta”: è logos, razionalità, ma non ancora sviluppata e dispiegata.

  • Nella concezione hegeliana il pensiero coincide pienamente con l’essere, il razionale con il reale:

  • Quindi ciò che la logica esamina non sono soltanto strutture formali alle quali il ragionamento deve attenersi,

  • ma sono realtà, determinazioni reali dell’essere.

LA FILOSOFIA DELLO SPIRITO

Esamina lo sviluppo dello spirito che avviene in 3 momenti principali:

SPIRITO SOGGETTIVO: è lo spirito individuale, libero

SPIRITO OGGETTIVO: è lo spirito sovraindividuale o sociale ( la libertà umana si dà una forma visibile, si oggettiva nelle istituzioni di un popolo e diviene intersoggettiva)

SPIRITO ASSOLUTO: è lo spirito che sa e conosce se stesso nelle forme dell’arte, della religione e della filosofia

I tre momenti dello spirito sono tre gradi di sviluppo dello spirito che sussistono l’uno all’interno dell’altro. (es. l’individuo si risolve nella società e la società comprende già l’individuo).

LO SPIRITO SOGGETTIVO

È lo spirito individuale considerato come un processo naturale che va dalle forme più elementari di vita psichica alle più complesse. Viene studiato da 3 scienze:

LO SPIRITO OGGETTIVO

  • La volontà di libertà trova la sua realizzazione solo nello spirito oggettivo, ovvero la manifestazione dello spirito in istituzioni sociali concrete. I suoi momenti sono:

LO STATO

  • Sintetizza e afferma l’unità della famiglia all’interno della disunita società civile e cerca di indirizzare i particolarismi verso il bene collettivo.
  • STATO: SOCIETA'CIVILE= UNIVERSALE: PARTICOLARE

  • È l’incarnazione suprema della moralità sociale e del bene comune.

  • Lo stato hegeliano è diverso da quello concepito dai filosofi politici del XVII sec.: non è lo stato liberale di Locke, garante della sicurezza dei cittadini, né lo stato democratico di Rousseau.

  • Per Hegel lo Stato non è fondato sugli individui ma sull’idea di stato, ossia sul concetto di un bene universale

Come opera questo stato?

  • Attraverso le leggi
  • Importanza della Costituzione che non viene decisa a tavolino da pochi individui ma è il frutto della vita collettiva e storica di un popolo:

«Ciò che si chiama fare una costituzione non è mai accaduto nella storia; come non si è mai fatto un codice: una costituzione si è soltanto svolta nello spirito»

  • La forma di governo che identifica la concezione dello stato hegeliano è la monarchia costituzionale in cui i tre poteri (legislativo, governativo e principesco)sono distinti ma non divisi tra loro ( infatti il potere principesco sintetizza, unisce gli altri).

  • Lo Stato è sovrano ma non dispotico, ovvero deve operare attraverso le leggi, non in modo arbitrario.

Lo Stato

  • Stato etico: incarnazione della moralità sociale e centro di promozione del bene comune;
  • modello organicistico, un tutto vivente (non una costruzione artificiale prodotta dagli uomini come nel contrattualismo); esiste prima degli individui.

  • Lo Stato è una sorta di famiglia in grande in cui l’ethos di un popolo esprime consapevolmente se stesso.

  • E’, per Hegel, l’Idea stessa che si manifesta nel mondo, «è l’ingresso di Dio nel mondo» o il «Dio reale». Lo Stato non esiste per i cittadini, ma i cittadini per lo stato (influenza della concezione greca).

Lo Stato e la storia

  • «l’ingresso di Dio nel mondo è lo Stato»: Hegel sostiene che lo stato sia vita divina che si realizza nel mondo e, come tale, non dipende dai principi morali che limiterebbero le sue azioni.

  • Non esiste una morale superiore in grado di regolare i rapporti inter-statali, non esiste un arbitro che possa esaminare le pretese degli stati.

  • Il solo giudice o arbitro è la storia che ha come momento strutturale la guerra ( es. quando non esistono le condizioni per un accomodamento delle controversie tra gli stati bisogna muovere guerra per evitare che i popoli si fossilizzino)

La filosofia della storia

  • Hegel ha una concezione provvidenzialistica della storia: la storia è un progresso necessario incessante nel quale ogni momento supera l’altro o è una totalità perfetta in cui tutti i momenti sono ugualmente razionali e perfetti.

  • La storia è fatta di eventi mutevoli e contingenti, privi di razionalità ma solo se la consideriamo dal punto di vista dell’intelletto finito.

  • Il grande contenuto della storia del mondo è razionale.

Con quali mezzi opera la storia?

  • Attraverso le azioni degli individui guidati dalle proprie passioni. Rispetto ai fini della storia gli individui con le loro passioni sono soltanto MEZZI.

  • Quali individui?

Gli eroi della storia del mondo ( Alessandro, Cesare, Napoleone), personaggi che apparentemente seguono la propria passione e la propria ambizione ma si tratta di un’astuzia della ragione che si serve di questi eroi e delle loro passioni per attuare i loro fini.

Il fine ultimo della storia del mondo è la realizzazione della libertà dello spirito che trova compimento nello STATO

lo STATO E LA STORIA

LA STORIA

Il fine della storia del mondo è che:

«lo spirito giunga a sapere ciò che esso è veramente e oggettivi questo sapere, lo realizzi facendone un mondo esistente, manifesti oggettivamente se stesso».

  • Questo spirito che si manifesta -e si realizza in un mondo concreto, in una realtà storica- è lo spirito del mondo che si incarna nello spirito dei popoli che si succedono all’avanguardia della storia.

Lo Stato: il fine supremo della storia

  • La storia del mondo è la successione di forme statali che costituiscono momenti di un divenire assoluto. I TRE momenti di questa storia sono:

1)Il mondo orientale: uno solo è libero;

2)Il mondo greco-romano: alcuni sono liberi:

3) Il mondo cristiano-germanico: tutti gli uomini sanno di essere liberi perché la monarchia (prussiana) ha eliminato i privilegi dei nobili ponendo tutti sullo stesso piano.

Tale libertà può realizzarsi solo ed esclusivamente nello Stato etico che risolve l’individuo nella comunità.

Lo spirito assoluto

  • È il momento in cui l’idea giunge alla piena consapevolezza della propria infinità o assolutezza.

  • L’idea in quest’ultima fase sa che tutto è spirito e non vi è nulla al di fuori dello spirito.

  • Questa autoconsapevolezza è il risultato di un processo dialettico rappresentato da tre momenti:

LO SPIRITO ASSOLUTO

La filosofia

  • La filosofia è la «ragione di Dio», cioè la comprensione che Dio o l’assoluto ha di se stesso, l’autocoscienza di Dio che, manifestandosi all’uomo si svela a se stesso.

  • La filosofia è rivelazione totale di Dio nella forma del concetto.

  • La filosofia è un graduale processo storico che passando per alcuni gradi culmina e si conclude con l’Idealismo: la filosofia è l’intera storia della filosofia giunta a compimento con Hegel.

  • Hegel riconosce al proprio sistema filosofico l ’ultima espressione della filosofia.

La Destra e la Sinistra hegeliane

LA SCISSIONE ALL'INTERNO DELL'HEGELISMO

DESTRA VS SINISTRA ( 1837)

  • Entrambi avevano la convinzione di essere fedeli continuatori del pensiero del loro maestro.
  • Questa dizione fu introdotta da David Strauss (che si dichiarava appartenente al gruppo della Sinistra).

  • In seguito i membri della Destra vennero chiamati "vecchi hegeliani" e quelli della sinistra "giovani hegeliani".
  • Ci furono anche alcuni discepoli di Hegel, come Johann Karl Rosenkranz, che non riconoscendosi né nella destra né nella sinistra, si definivano di centro.

SU QUALI QUESTIONI SI SCONTRANO?

SUL PIANO POLITICO

SUL PIANO RELIGIOSO

Esponenti

Feuerbach

  • Maggior esponente della Sinistra hegeliana;

  • Fondatore dell’ateismo filosofico ottocentesco.

La «filosofia dell’avvenire»: capovolgimento della filosofia hegeliana

  • inverte radicalmente i rapporti tra soggetto e oggetto, tra attributo e predicato, tra causa ed effetto instaurati dagli idealisti:

  • non è Dio (l’astratto) ad aver creato l’uomo (il concreto) ma è l’uomo ad aver creato Dio.

Chi è Dio?

  • Dio è per Feuerbach la proiezione, l’oggettivazione di qualità che sono umane;

  • Dio è proiezione dell’uomo, di quelle perfezioni umane che sono la ragione, la volontà e il cuore.

Feuerbach vs Hegel

L’UMANISMO NATURALISTICO

  • l’uomo è oggetto e fine del discorso filosofico

  • ma è un umanismo naturalistico proprio perché l’uomo viene indagato nel suo contesto naturale, nel suo essere fatto di carne e sangue e non di spirito.

  • "siamo ciò che mangiamo"

  • L’uomo realizza la sua infinità nella sua naturalità e socialità e non solo nel suo pensiero.

«L’ESSENZA DELLA RELIGIONE»

  • Dio è la natura.

  • A Dio si attribuisce la creazione del mondo naturale per attribuirgli il più assoluto dominio della natura e quindi la capacità di volgere questo dominio al servizio degli uomini.

  • lo scopo finale della religione consiste nell’affermare la divinità dell’uomo

La religione come «alienazione»

  • Alienazione: stato in cui l’uomo scindendosi, proietta fuori di sé una potenza superiore (Dio) alla quale si sottomette, diventa oggetto.

  • La presa di coscienza di questa alienazione, in quanto stato di scissione interiore e di dipendenza esteriore genera per Feuerbach la necessità dell’ateismo inteso dal filosofo come modalità di riappropriazione, da parte dell’uomo della propria essenza alienata.

  • L’ateismo non ha un carattere negativo ma è un dovere morale e filosofico perché propone una nuova divinità che è l’uomo.

La dinamica dell' alienazione

  • L’uomo sposta il suo essere fuori di sé, prima di ritrovarlo in sé.

  • Dio così diviene l’essere umano liberato dai limiti dell’individuo, cioè dalla corporeità e dalla finitezza.

  • Dio viene a coincidere con il soggetto umano OGGETTIVATO cioè contemplato e adorato in un essere dall’uomo distinto.

Perché l'alienazione come proiezione?

  • Perché l’uomo è caratterizzato dal DESIDERIO e, quindi, da una MANCANZA e limitatezza.

  • Con Dio la sua miseria viene CONSOLATA: in Dio egli trova più ascolto che in una natura spesso insensibile alle sue richieste.

L’Essenza del cristianesimo: come nasce nell’uomo l’idea di Dio?

  • l’uomo ha coscienza di se stesso non solo come individuo, ma anche come specie: mentre come individuo si sente limitato, come specie è infinito e onnipotente

  • Dio non è altro che la personificazione della specie.

Ma Dio deve essere sostituito dall’uomo

  • Ma se la coscienza dell’uomo ha da superare veramente i propri limiti, essa deve ritornare in sé, cioè comprendere che i suoi desideri possono essere soddisfatti a partire dagli elementi positivi che sono nell’uomo, senza il bisogno della consolazione di un Dio.

Amore di Dio e amore dell’uomo

  • l’uomo deve tornare ad amare se stesso, la sua umanità.

  • L’istanza religiosa dell’amore è dunque da trasformare in un’istanza antropologica che valorizzi al meglio le qualità umane.

  • L’amore dell’uomo è ciò che può esaltare i suoi caratteri positivi e fargli superare quella finitezza che lo angosciava, pur in un processo che non può avere fine

…dunque…

  • L’uomo che si era negato come natura in Dio deve a sua volta negare Dio per ritrovare compiutamente se stesso e divenire cosciente della sua grandezza.

  • la filosofia di Feuerbach è un'antropologia

Prometismo

  • L’antropocentrismo diventa una forma di prometismo, cioè di celebrazione della potenza dell’uomo che ruba agli dei il loro segreto (il fuoco nel caso del mito greco di Prometeo), riportando l’essenza alienata dell’uomo all’uomo stesso.

  • L’uomo è il centro, ma si tratta di un uomo empirico e naturalisticamente inteso, che intenderebbe riprendersi ciò che è suo contemplando infine la propria essenza in se stesso.

  • Eliminando un Dio dal proprio orizzonte l’uomo rimane semplicemente quello che è, quell’ente naturale il cui cammino non ha più un orientamento e la cui natura empirica ne rappresenta al tempo stesso la gabbia e la prigione.

KARL MARX

(1818-1883)

Biografia

Biografia

  • 1818: nasce a Treviri da una famiglia ebrea, figlio di un brillante avvocato
  • 1835: inizia gli studi di giurisprudenza a Bonn e a Berlino e qui conosce i giovani hegeliani poi si dedica agli studi filosofici (studia la filosofia di Hegel)e al giornalismo politico e diventa caporedattore della Gazzetta renana
  • 1843: il giornale viene chiuso e si trasferisce a Parigi dove conosce Friedrich Engels, l’amico che lo sosterrà materialmente ed intellettualmente per tutta la sua vita.
  • Pubblica opere in cui inizia il distacco dalla filosofia hegeliana:
  • Critica della filosofia del diritto di Hegel

-saggi contenuti nella rivista «Annali franco-tedeschi»

1844: approfondisce gli studi economici e pubblica i Manoscritti economico-filosofici

1845-46: Tesi su Feuerbach e L’ideologia tedesca: pone le basi per la sua concezione materialistica della storia

Biografia

  • 1847: si tiene a Londra il primo congresso della Lega dei comunisti in cui si distacca da Proudhon e viene incaricato di stilare un documento teorico-programmatico che pubblica a Londra insieme ad Engels con il titolo di Manifesto del partito comunista (1848).
  • 1849: viene espulso dalla Germania e la Lega dei comunisti si scioglie
  • 1851: si ritira dalla politica attiva e lavora al British Museum resistendo, grazie anche alla benevolenza di Engels, ai numerosi problemi economici. Tuttavia l’attività produttiva è molto feconda.
  • 1864: viene fondata l’associazione internazionale dei lavoratori di cui rappresenta una figura di spicco e inizia a scrivere il suo capolavoro,
  • Il Capitale, opera che si propone di mettere in luce i meccanismi strutturali della società borghese per spiegare la società moderna nel suo insieme, rintracciando nella sfera economica la chiave di lettura del presente.
  • 1883: muore compianto da Engels e dal Movimento operaio internazionale.

Caratteristiche del marxismo

La filosofia di Marx è costituita da:

Caratteristiche del marxismo

Non possiamo considerare questi aspetti separatamente perché la sua filosofia:

Caratteristiche del marxismo

  • MARX persegue per tutta la vita l’ideale di unire teoria e prassi: vuole tradurre in atto quell’identità di reale e razionale che Hegel aveva solo pensato.

  • Le coordinate teoriche della filosofia di Marx, tradotte opportunamente in una sintesi creativa sono:

La critica al misticismo logico di Hegel

  • Marx critica la filosofia del diritto di Hegel perché secondo MARX Hegel ha trasformato la realtà empirica in manifestazioni necessarie dello spirito usando lo stratagemma del «misticismo logico»:
  • Le istituzioni diventano allegorie, realtà spirituali.
  • L’idealismo fa del concreto la manifestazione dell’astratto: Hegel finisce per fare della realtà una manifestazione dell’astratto.
  • Occorre capovolgere, come aveva già intuito Feuerbach, i termini della questione idealistica tra SOGGETTO e PREDICATO, concreto e astratto.
  • Marx critica il giustificazionismo di Hegel che scaturisce da questo metodo «mistico».
  • Riconosce ad Hegel il valore della dialettica intesa come processo costituito da elementi concatenati tra loro e mossa da una serie di opposizioni.

La critica della civiltà moderna e dello Stato liberale

L’età moderna ha generato una scissione tra:

L’illusorietà del «cielo dello Stato»

Dall’individualismo borghese alla rivoluzione proletaria

  • La civiltà moderna è a-sociale: si basa sull’atomismo e l’egoismo della classe borghese che detiene la proprietà privata (lo stato post-rivoluzionario ha legittimato sia la libertà individuale che la proprietà privata).

  • Critica radicale alla società liberal-democratica.

  • Ideale di una società «organica» o «totale» in cui esiste una perfetta compenetrazione tra individuo e comunità: come si realizza?

Eliminando le disuguaglianze reali tra gli uomini: eliminando la proprietà privata

Come realizzare una democrazia (società comunista) eliminando la proprietà privata?

  • Attraverso la rivoluzione sociale del proletariato, l’unica classe che non detiene la proprietà privata

  • Alla democrazia formale della borghesia Marx contrappone la democrazia sostanziale dell’emancipazione umana.

  • I proletari saranno gli esecutori materiali della condanna alla società egoistica borghese e realizzeranno, secondo Marx, la democrazia comunista.

Antropologia

  • Il punto di partenza di Marx, come per Feuerbach è la rivendicazione dell’uomo esistente, nella totalità dei suoi aspetti:

Antropologia

  • Soltanto questi rapporti, che non sono solo contemplati, ma realizzati storicamente, aprono la via a quello che Marx definisce:

  • nuovo MATERIALISMO, fondato sulla prassi e opposto al vecchio materialismo puramente contemplativo.

Chi è l’uomo secondo Marx?

  • non è costituito da un’essenza determinabile una volta per tutte in astratto
  • ma essa va rintracciata nei suoi rapporti esterni con gli altri uomini e con la natura.
  • Tali rapporti non sono determinati una volta per tutte ma dipendono dalle forme del lavoro e della produzione, forme che sono storicamente determinate.

Il lavoro, secondo Marx è l’unica manifestazione della libertà umana, cioè della capacità umana di creare la propria forma di esistenza specifica.

I capisaldi dell’antropologia

1) Non esiste un’essenza dell’uomo in generale;

2) L’essere dell’uomo è sempre condizionato dai rapporti sociali;

3)Questi rapporti sociali sono a loro volta trasformati dagli individui;

4)L’individuo umano è un ente sociale.

Marx vs Feuerbach: la religione

La critica all’economia borghese

La critica all’economia borghese

  • L’economia borghese «eternizza» il sistema capitalistico come unico sistema possibile perché la borghesia non è in grado di pensare in modo dialettico.

  • L’economia borghese non scorge la conflittualità che caratterizza il sistema capitalistico e che si realizza nell’opposizione reale tra:

ALIENAZIONE

  • è la condizione dell’uomo nella società capitalista

ALIENAZIONE

L’alienazione dell’operaio è la scissione che l’operaio vive, è quello stato di dipendenza ed autoestraniazione dovuto a 4 aspetti connessi strettamente tra di loro:

1) Al prodotto del proprio lavoro: egli produce con il suo lavoro un oggetto ( il capitale) che non gli appartiene e che lo domina.

2)alla propria attività: perché ha la forma di un lavoro forzato o costrittivo in cui egli è strumento di fini che sono a lui estranei ( ovvero il profitto del capitalista). Quindi l’operaio viene considerato alla stregua di un animale, non di un uomo, è una funzione, uno strumento: si sente bestia nel lavoro sociale, ovvero in quell’attività in cui dovrebbe sentirsi uomo.

ALIENAZIONE

3)alla propria essenza: infatti la prerogativa dell’uomo rispetto all’animale è quella del lavoro libero, creativo e universale, mentre nella società capitalista l’uomo è costretto ad un lavoro coercitivo, forzato, ripetitivo.

4) al prossimo: perché l’altro, il capitalista, è colui che lo tratta come un mezzo, è colui che lo espropria del prodotto della sua fatica e di conseguenza il rapporto tra il lavoratore e il capitalista sfocia in un conflitto.

ALIENAZIONE

Qual è la causa?

ALIENAZIONE

  • La sua causa è la proprietà privata dei mezzi di produzione (capitale), grazie alla quale il capitalista può espropriare l’operaio del suo lavoro e della sua umanità.

  • La dis-alienazione dell’uomo si può attuare con l’eliminazione della proprietà privata e l’avvento del comunismo, che diventa la «soluzione dell’enigma della storia»

  • Così come in Hegel la coscienza, dopo essersi smarrita in varie figure ritrova se stessa nell’eticità e nello Spirito assoluto, analogamente, l’uomo di Marx, dopo essersi smarrito nella civiltà di classe, si ritrova nella società comunista.

IL MATERIALISMO STORICO

  • Il materialismo storico rovescia la concezione hegeliana della storia:

non è più lo sviluppo dell’Idea a realizzarsi nel processo storico ma è la struttura economica della società che determina la storia.

  • La storia non è più un evento spirituale ma diventa un processo materiale fondato sulla dinamica bisogno- soddisfacimento.

  • Ed è proprio quest’azione materiale che umanizza l'uomo perché é, secondo Marx la distinzione tra l'uomo e l'animale inizia a partire dal fatto che gli uomini producono i loro mezzi di sostentamento quando vi è la necessità

IL MATERIALISMO STORICO

FORZE PRODUTTIVE E RAPPORTI DI PRODUZIONE

Struttura e sovrastruttura

  • Il rapporto tra forze produttive e rapporti di produzione costituisce il modo di produzione di un certo periodo. Tale rapporto determina, secondo MARX la:

IL MATERIALISMO STORICO

Il MATERIALISMO STORICO

IL MATERIALISMO STORICO

  • tra l’avanzamento delle forze produttive e la stasi dei rapporti di produzione si genera uno scontro, una contraddizione dialettica tra i due elementi che genera un’epoca di rivoluzione sociale.

IL MATERIALISMO STORICO

  • Queste classi si scontrano sul terreno sociale, politico e culturale e alla fine trionfa sempre la classe che è espressione delle nuove forze produttive, che impone la propria maniera di produrre e di distribuire la ricchezza e la sua visione del mondo.

  • Il senso del materialismo storico è che la storia sia lotta di classe.

  • Il rapporto tra forze produttive e rapporti di produzione, così come si è configurato nel corso della storia, è un rapporto di contraddizione che infine dovrà risolversi nella società socialista attraverso la rivoluzione comunista che incarna lo scontro tra le classi sociali che rappresentano la frizione tra forze produttive e rapporti di produzione.

IL MATERIALISMO STORICO

Le forze motrici nella storia non sono di natura ideale ma di natura economica.

L’unico fattore veramente determinante nella storia è l’economia.

IL COMUNISMO

  • È l’unica soluzione al problema dell’uomo perché realizza la trasformazione della struttura sociale che condiziona la personalità stessa dell’uomo.

  • La società capitalista, originata dalla divisione del lavoro lacera internamente la personalità umana.

  • Nella società capitalista le forze produttive sono completamente avulse dagli individui e costituiscono un mondo indipendente, quello della proprietà privata.

  • A queste forze si contrappone la maggioranza degli individui che, privati di ogni reale contributo di vita diventano individui astratti.

IL COMUNISMO

  • Realizzando l’eliminazione della proprietà privata, cioè del capitale, rimuove la lacerazione che ha creato nella struttura sociale e nella personalità degli individui.

  • Nel comunismo il LAVORO ridiventa attività autonoma e personale dell’uomo.

  • IL COMUNISMO E’ IL COMPLETO E CONSAPEVOLE RITORNO DELL’UOMO A SE STESSO COME UOMO SOCIALE

La dialettica

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