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ANTONIO FOIS - LUCIA SODDU - LUCA MASSIDDA - ANTONIO SPADA VD
Vincent Willem van Gogh è nato a Zundert il 30 marzo 1853 ed è stato un pittore olandese.
Dipinse quasi novecento dipinti e più di mille disegni, tralasciando i numerosi schizzi non portati a termine e gli appunti destinati probabilmente all'imitazione di disegni artistici di provenienza giapponese. Van Gogh influenzò profondamente l'arte del XX secolo; dopo aver trascorso molti anni soffrendo di frequenti disturbi mentali, morì all'età di soli trentasette anni ad Auvers-sur-Oise il 29 luglio 1890.
Iniziò a disegnare da bambino nonostante le continue pressioni del padre, pastore protestante che continuò ad impartirgli delle norme severe; continuò comunque a disegnare finché non decise di diventare un pittore vero e proprio. Iniziò a dipingere tardi, all'età di ventisette anni, realizzando molte delle sue opere più note nel corso degli ultimi due anni di vita. I suoi soggetti consistevano in autoritratti, paesaggi, nature morte di fiori, dipinti con cipressi, rappresentazione di campi di grano e girasoli. La sua formazione si deve all'esempio del realismo paesaggistico dei pittori di Barbizon e del messaggio etico e sociale di Jean-François Millet.
Il Post-impressionismo non è un movimento vero e proprio e la definizione viene usato convenzionalmente per indicare le numerose esperienze pittoriche, nate e sviluppatesi in Francia dopo l’Impressionismo.
Il termine fu coniato dal critico d’arte Roger Fry in occasione di una manifestazione pittorica svoltasi a Londra nel 1910, nella quale vennero esposte opere di Paul Gauguin, Paul Cézanne e Vincent Van Gogh.Il Post-impressionismo è una tendenza artistica che supera i concetti dell'Impressionismo, conservandone solo alcune caratteristiche, per andare a scavare più a fondo nella libertà del colore per avventurarsi verso strade non ancora percorse. Si differenzia dall'Impressionismo poiché gli artisti effettuavano gli studi del disegno all'interno del proprio atelier. Caratteristiche comuni ai post-impressionisti furono la tendenza a cercare la solidità dell'immagine, la sicurezza del contorno, la certezza e la libertà del colore. Particolare tecnica pittorica di questo periodo è il Puntinismo.
Il Post-Impressionismo comprende una vasta gamma di stili artistici distinti che condividono la motivazione comune di rispondere alla Opticality del movimento impressionista. Le variazioni stilistiche riunite sotto la bandiera generale della gamma Post-Impressionismo dall'orientato scientificamente Neo-impressionismo di Georges Seurat al simbolismo rigoglioso di Paul Gauguin, ma tutti concentrati sulla visione soggettiva dell'artista. Il movimento ha inaugurato un'epoca durante la quale la pittura trascendeva il suo ruolo tradizionale di una finestra sul mondo e invece è diventata una finestra nella mente e l'anima dell'artista. L'impatto di vasta portata estetica del Post-Impressionismo ha influenzato gruppi sorti durante il turno del XX secolo, come gli espressionisti, così come i movimenti più contemporanei, come l'arte femminista identità legale.
I Girasoli sono una serie di dipinti ad olio su tela realizzati tra il 1888 e il 1889 dal pittore Vincent van Gogh.
A Parigi, nella tarda estate del 1887, l'artista dipinse alcuni girasoli recisi, che facevano parte di una serie oggi divisa tra il Metropolitan Museum di New York, il Kröller-Müller Museum di Otterlo, il Museo Van Gogh di Amsterdam e il Kunstmuseum di Berna. Van Gogh si stabilì ad Arles nel febbraio del 1888, amò il luogo e la sua nuova "casa gialla", ma si sentiva solo, finché in primavera non gli venne l'idea di invitare l'amico Gauguin.
La serie dei Girasoli in vaso, la più celebre, nacque in questo periodo di vitalità e ottimismo, durante l'estate in attesa dell'arrivo dell'amico. Van Gogh, per decorare la stanza dell'ospite e impressionarlo, aveva previsto di dipingere una dozzina di tele, iniziando da quattro che dovrebbero essere il Vaso con dodici girasoli della Neue Pinakothek di Monaco e il Vaso con quindici girasoli della National Gallery di Londra, il Vaso con cinque girasoli, già a Yokohama, distrutto in un incendio nella residenza del milionario giapponese Koyata Yamamoto sulla costa sud di Ashiya il 6 agosto 1945, durante gli attacchi aerei statunitensi della seconda guerra mondiale, e il Vaso con tre girasoli, invisibile al pubblico dalla mostra di Cleveland del novembre-dicembre 1948, nella collezione privata di un milionario sconosciuto negli Stati Uniti, rivelato solo ai suoi amici più stretti, che lo acquistò da un rivenditore di New York nel 1996 per una somma non rivelata, e la cornice non sembra mai essere stata pubblicata.
Quattro girasoli appassiti, giugno 1887.
Otterlo, Kroller-Muller Museum.
Due girasoli appassiti, agosto-settembre 1887.
Metropolitan Museum, New York.
Due girasoli recisi in verde e giallo,
agosto-settembre 1887.
Amsterdam, Van Gogh Museum.
Due girasoli recisi, agosto-settembre 1887.
Berna, Kunstmuseum Bern.
Gauguin arrivò ad ottobre, ma non trovò per niente interessante Arles, deludendo le aspettative dell'amico e iniziando un periodo prolifico dal punto di vista artistico, ma tormentato da litigi e atti violenti dell'olandese. A dicembre, uno finì in esaurimento nervoso e l'altro si preparò a partire per Tahiti. In questo mese Vincent stava ancora dipingendo girasoli e in tale posa lo ritrasse Gauguin. È probabile che, non esistendo più i fiori in circolazione, van Gogh utilizzasse come modello i suoi stessi dipinti, copiandoli con poche varianti: dovrebbero risalire a questo periodo o al gennaio del 1889 o forse più tardi, le copie della versione a dodici fiori nel Philadelphia Museum of Art e le due copie della versione a quindici, al Van Gogh Museum e al Sompo Japan Museum of Art di Tokyo. Alcuni critici hanno messo in dubbio che l'artista potesse essere così prolifico in un periodo così complesso come quello ad Arles, in cui gli vengono attribuite quasi tante opere quanti sono i giorni di permanenza nella cittadina del sud della Francia. In ogni caso i dipinti presero varie strade. Quello della National Gallery ad esempio fu acquistato dal museo col contribuito del Courtauld Fund nel 1924: si tratta dell'opera della collezione più venduta e riprodotta nel merchandise. Quello in Giappone fu battuto all'asta l'11 novembre 1987, raggiungendo la quotazione da record di 53,9 milioni di dollari.Il 1º ottobre 2014, grazie ad una fotografia a colori pubblicata nel 1921 in un libro d'arte del Mushanokōji Saneatsu Memorial Museum di Tokyo, il quadro sui Girasoli di Ashiya andato perduto durante la guerra è stato accuratamente ricreato a bordo di porcellana da un museo d'arte internazionale di Otsuka, specializzato nella riproduzione di capolavori occidentali, pur essendosi rivelato difficile ottenere la lucentezza e la consistenza del dipinto originale.
Vaso con dodici girasoli, gennaio 1889.
Philadelphia, Philadelphia Museum of Art.
Vaso con cinque girasoli, agosto-settembre 1888.
Ashiya, opera distrutta.
Vaso con tre girasoli, agosto-settembre 1888.
Collezione privata.
Vaso con dodici girasoli, agosto-settembre 1888.
Monaco di Baviera, Neue Pinskothek.
Il dipinto mostra i girasoli in ciascuna fase della fioritura, dal bocciolo all'appassimento. Anche se alcuni hanno interpretato le forme contorte dei petali e degli steli come un segno di tormento, traspare dalle lettere al fratello che questo soggetto diede gioia e ottimismo, come simbolo del clima temperato del sud. Inoltre il girasole simboleggia spesso devozione e lealtà e i vari stadi di decadimento potevano simboleggiare i cicli di vita e morte.
Le prime opere della serie mostrano di aderire alle teorie allora in voga nella cerchia di artisti trasgressivi parigini, usando come sfondo un blu/violetto per i fiori gialli. In seguito provò a mettere i fiori in un vaso giallo, su uno sfondo di una tonalità dello stesso colore e si accorse che la pittura sembrava irradiare luce e allegria: il colore per lui era già un modo di esprimere emozioni piuttosto che un modo per rappresentare la realtà. L'artista stendeva i colori con pennellate ruvide e dense, spesso appiccicandoli uno sopra l'altro finché i pigmenti erano ancora umidi. A volte procedeva a scalfire la superficie fresca usando anche l'impugnatura del pennello. Si tratta di un approccio "scultoreo" alla pittura, in cui le ombre e le luci sono date, oltre che dai pigmenti, dallo spessore dell'impasto cromatico. L'effetto che si otteneva era quello di un'espressività mai vista prima. La serie fu innovativa anche per l'uso estensivo del giallo cadmio, un pigmento di invenzione recente, che l'artista amava usare. Nella serie dei girasoli in vaso c'è un netto contrasto tra la piattezza del fondo e del vaso e i fiori che invece sembrano contorcersi in tutte le direzioni. La firma dell'artista si trova spesso sul vaso: come i grandi maestri del passato egli usava solo il proprio nome di battesimo.
Vaso con quindici girasoli, dicembre 1888 / gennaio 1889.
Tokyo, Sompo Japan Museum of Art.
Vaso con quindici girasoli, agosto-settembre 1888.
Londra, National Gallery.
Vaso con quindici girasoli, gennaio 1889.
Amsterdam, Van Gogh Museum.
ANTONIO FOIS
Lucia Soddu
Notte stellata, 1889. Olio su tela, 72x92 cm. Museum of Modern Art, New York.
«Con un quadro vorrei poter esprimere qualcosa di commovente come una musica. Vorrei dipingere uomini e donne con un non so che di eterno, di cui un tempo era simbolo l’aureola, e che noi cerchiamo di rendere con lo stesso raggiare, con la vibrazione dei colori [...]. Ah il ritratto, il ritratto che mostri i pensieri, l’anima del modello: ecco cosa credo debba vedersi»
(Vincent Van Gogh, Arles, 3 settembre 1888)
Saint-Rémy, 1889. Penna e inchiostro, 47x62.5 cm. Museo Shchusev, Mosca.
Il quadro è stato realizzato durante la permanenza nella clinica per malati mentali Sain-Rémy de Provence, La datazione è suggerita grazie alla lettera che l'autore scrisse al fratello nella quale afferma di aver realizzato <<un paesaggio con gli ulivi e anche uno studio di un cielo stellato>>.
Gli elementi che compongono il quadro sono tre:
Gli astri, rappresentati come delle spirali, e onde luminose che si rincorrono, conferiscono all'opera un senso di movimento che la pervade interamente.
La luna, in alto a destra, insieme al pianeta Venere rischiarano il cielo con colori aranciati.
Il villaggio è uno dei pochi particolari fermi del quadro. Le case appoggiate su terrazze orizzontali, di
un blu interrotto solo da poche finestre illuminate sono in riposo, il campanile particolarmente alto si
spinge verso il cielo.
Le colline sono dipinte come una cascata d’acqua, sotto le quali è rappresentata una ricca vegetazione di ulivi.
Il cipresso agisce come un intermediario tra cielo e terra. Sembrerebbe più una fiamma scura che si eleva alla ricerca dell'infinito.
TECNICA
COLORE E DISEGNO
Dopo le opere quasi monocrome del primo periodo, Van Gogh inizia a schiarire la sua tavolozza: le pennellate dense sono usate sia per descrivere gli oggetti lontani che quelli vicini; Van Gogh riesce a disporre gli oggetti in modo che abbiano un preciso riferimento grazie alle sue precise qualità di pittore: se guardiamo la casetta e la casupola al centro del quadro, intuiamo lo spazio
prospettico della vallata situata in modo naturale ai piedi della vallata.
Uno dei dipinti più energici del pittore olandese Vincent Van Gogh è, senza dubbio alcuno, “Campo di grano con volo di corvi“. È un dipinto a olio su tela delle dimensioni di 50,5 cm x 103 cm, che venne realizzato nel luglio del 1890 ed é conservato al Van Gogh Museum di Amsterdam. L’opera è stata realizzata poco tempo prima del suicidio del pittore olandese, ed è giudicata dai critici di quel periodo e dai successivi, una sorta di suo “testamento spirituale”. In realtà non è mai stato stabilito con certezza che sia stato l’ultimo dipinto di Van Gogh. Né tanto meno che rappresenti una sorta di saluto alla vita da parte del pittore. Sappiamo, invece, che venne realizzato fra l’8 e il 9 luglio, dopo che aveva visitato a Parigi il fratello Theo, il quale stava attraversando un momento difficile. Van Gogh cerca con sempre maggiore forza e intensità di interpretare la realtà. Non solo le sue sensazioni trovano vita attraverso il colore. Vi è anche la ricerca disperata di racchiudere in un’opera la realtà stessa come appare al di là di ciò che vediamo. Per questo motivo, la sua pittura influenzerà gli espressionisti e il movimento fauve.
Una tempesta quasi perfetta sta per colpire un campo di grano attraversato da tre sentieri. Sullo sfondo si intravede uno stormo di corvi neri che si levano in cielo in un basso volo disordinato. Il campo di grano è devastato dalla forza del vento con intense frustate di colore giallo, mentre il cielo, inizialmente limpido e di colore blu, diventa presto offuscato dall’intenso colore nero delle nubi che si avvicinano sempre più ostili e minacciose. La luminosità del dipinto viene meno grazie all’oscurità del colore nero che, inevitabilmente, prende il sopravvento.I corvi sono simbolo di brutti presentimenti e oscuri presagi se viene adottata l’interpretazione che considera che i corvi sono in volo verso di sé; al contrario se viene presa in considerazione l’interpretazione per la quale i corvi si stanno allontanando, si percepisce un singolare senso di sollievo. Nel dipinto si possono notare tre sentieri: il primo nell’angolo in basso a sinistra, il secondo al centro e il terzo nell’angolo in basso a destra. Il viottolo al centro invece consiste in una strada senza via d’uscita, percorsa da una persona, probabilmente lo stesso artista, che non ha una meta ben precisa e non sa dove andare e nemmeno cosa cercare. Proprio per questo motivo la strada senza uscita simboleggia, senza dubbio, la forte angoscia esistenziale che attanaglia il pittore. Il colore travolge la vista e il campo di grano sembra che si animi come fosse un mare in tempesta. Il centro del dipinto è l’apice di questo terremoto di colore, dove l’angoscia e la rabbia sconvolgono tutta l’immagine. Uno stormo di corvi vola basso sul campo. Come vuole l’interpretazione più comune dei dipinti di Van Gogh, la presenza dei corvi e l’assenza di fiori e di uomini, simboli di speranza, determina un senso di soffocamento e di inquietudine. Non c’è, quindi, più speranza e non c’è più nemmeno quella passione per la vita che aveva portato Van Gogh a superare il confine, il limite per poi precipitarlo nella pazzia. E infatti, tutto sembra precipitare. La percezione è quella di un crollo immediato del cielo e di un’esplosione del terreno. Le pennellate spesse e agitate, che si intersecano fra loro, fanno intuire uno sfogo e un desiderio che tutto esploda. Anche la prospettiva, che si ingrandisce sempre più, sembra porre in movimento il dipinto. Si ha la sensazione che debba esplodere da un momento all’altro. La sua pittura ha raggiunto un nuovo livello interpretativo. E’ pura azione sulla tela.
Nella tela Campo di grano con volo di corvi emerge lo stato d’animo tormentato e angosciato dell’artista. I toni sono cupi, a partire dal cielo che passa dalle tonalità rassicuranti del blu a quelle più decise e scure del blu scuro e del nero.
Creando un’atmosfera che risulta tutt’altro che confortante, fino ad arrivare ad ammirare il funereo volteggiare dello stormo di corvi neri. La tela risulta quindi essere una testimonianza evidente di uno straziante grido di dolore. Le pennellate sono rabbiose e perfino scomposte.
L’artista non intravede nessun futuro per la sua esistenza, anche se la sua anima continua ad ardere di un fuoco divoratore. Van Gogh mette in luce chiaramente il suo stato d’animo e la sua dimensione di sofferenza sulla realtà circostante.