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"Il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni e ideali."
(Eleanor Roosevelt)
La parola SOGNO deriva dal latino Somnium “sonno” ed è infatti quell’attività mentale che si svolge durante il sonno a carattere involontario e non intenzionale.
Nel mio lavoro non tratterò questo tipo di sogno. Cercherò di dimostrare invece come “il sognare” sia stato uno dei più importanti fattori di stimolo alla base dei cambiamenti nella nostra società, dai tempi più remoti fino ad oggi, in tutti i campi della vita umana.
Vi presenterò vari personaggi che, in modi e contesti diversi, si sono distinti per aver vissuto le proprie vite con lo scopo di concretizzare i propri Ideali.
Oggi l’Italia, lungi ormai dall’essere “calpesta e derisa”, è una realtà fuori discussione. Per questo, oggi, può risultare difficile comprendere fino in fondo l’emozione e la speranza che quel “fratelli” era in grado di suscitare nei patrioti risorgimentali. Ma nel 1847, quando il ventenne Goffredo Mameli scrisse il Canto degli Italiani, l’Italia come la conosciamo noi era ancora un sogno, un’utopia. La Penisola era politicamente frammentata in una congerie di stati e staterelli. Il Canto degli Italiani, invece, già con quel “fratelli” iniziale, dichiarava che l’Italia aveva il dovere morale di essere unita e che per i suoi figli era giunta l’ora di tornare ad essere popolo.
Nacque a Genova da una famiglia di origine sarda nel settembre 1827. Studente e poeta, condivideva gli ideali liberali e repubblicani propugnati da Giuseppe Mazzini. Nel 1847, l’anno in cui compose Il Canto degli Italiani, prese parte attiva alle manifestazioni genovesi per le riforme. Da quel momento la sua breve vita fu tutta dedicata alla causa dell’indipendenza e dell’unità d’Italia. Mameli, benché malato, fu costantemente in prima linea nella difesa della città. Morì in seguito a una ferita il 6 luglio 1849, due mesi prima di compiere ventidue anni.
Nacque a Genova nel 1822. Seguì gli studi di composizione e canto e mise il suo talento al servizio della causa italiana, musicando canti patriottici e organizzando spettacoli per raccogliere fondi a sostegno dei garibaldini. Nel 1847, a Torino, musicò Il Canto degli Italiani dell’amico Goffredo Mameli. Negli anni seguenti, a Genova, fondò la Scuola Corale Popolare, curò un’antologia di canti popolari e compose, nel 1874, un’opera buffa in dialetto genovese. Schivo e modesto, ebbe una vecchiaia amareggiata da difficoltà finanziarie e da problemi di salute. Morì nel 1885.
“Colà [a Torino], in una sera di mezzo settembre, in casa di Lorenzo Valerio, si faceva musica e politica insieme. Ulisse Borzino,e voltosi al Novaro, con un foglietto che aveva cavato di tasca in quel punto: – To’, – gli disse ; – te lo manda Goffredo. – Il Novaro apre il foglietto, legge, si commuove. Gli chiedono tutti cos’è; gli fan ressa d’attorno. – Una cosa stupenda!. Coi versi di Goffredo sul leggio, strimpellò, colle dita convulse quel povero strumento, sempre cogli occhi all’inno Si alzò scontento di se; sempre con quei versi davanti agli occhi della mente. Vide che non c’era rimedio, prese congedo e corse a casa. Si buttò al pianoforte. Gli tornò alla memoria il motivo strimpellato in casa Valerio: lo scrisse su d’un foglio di carta, fu questo l’originale dell’inno Fratelli d’Italia.”
Tutto l’Inno è improntato al messaggio mazziniano. Innanzitutto, l’unità d’Italia. Puntigliosamente illustrata rievocando significativi momenti storici delle sue diverse aree “dall’Alpi a Sicilia”. L’Inno è profondamente repubblicano: la Lega Lombarda, Ferrucci, il Balilla, i modelli d’azione che Mameli elenca nella quarta strofa, sono sì esempi di lotta contro lo straniero, ma sono anche l’istituzione repubblicana che combatte il governo monarchico. Così come tra le glorie di Roma (ricordate con qualche concessione alla retorica, come voleva lo spirito dei tempi) viene esaltato “Scipio”, il condottiero repubblicano Scipione l’Africano, e non Giulio Cesare o un imperatore sotto il profilo puramente estetico.
Nel XVIII secolo parte dell’Asia meridionale (gli attuali Stati di India, Pakistan e Bangladesh) rientrò sotto il controllo della Gran Bretagna. La Gran Bretagna introdusse nella regione elementi di modernizzazione, intraprese la costruzioni di ferrovie, riformò il sistema postale e realizzò le prime linee telefoniche.
Tuttavia lo sfruttamento delle risorse locali, il tentativo di sradicare antichissime tradizioni e le repressioni militari alimentarono dalla fine dell’Ottocento un’insofferenza nei confronti del dominio coloniale britannico. Il movimento nazionalista, nato con l’intento di ottenere l’indipendenza dalla Gran Bretagna, trovò il suo capo carismatico in Mohandas Karamchard Gandhi, detto il Mahatma“Grande Anima”, è il fondatore della nonviolenza e il padre dell’indipendenza indiana.
Nasce a Portbandar in India il 2 ottobre 1869. Dopo aver studiato nelle università di Ahmrdabad e Londra ed essersi laureato in giurisprudenza, esercita brevemente l’avvocatura a Bombay. Nel 1893 si reca in Sud Africa con l’incarico di consulente legale per una ditta indiana e vi rimane per 21 anni. Qui si scontra con una realtà terribile, in cui migliaia di immigrati indiani sono vittime della segregazione razziale. L’indignazione per le discriminazioni razziali subite dai suoi connazionali (e da lui stesso) da parte delle autorità britanniche, lo spingono alla lotta politica.
Il Mahatma si batte per il riconoscimento dei diritti dei suoi compatrioti e dal 1906 lancia, a livello di massa, il suo metodo di lotta basato sulla resistenza nonviolenta- “satyagraha”: una forma di non-collaborazione radicale con il governo britannico, concepita come mezzo di pressione di massa. Gandhi giunge all’uguaglianza sociale e politica tramite le ribellioni pacifiche e le marce. Alla fine, infatti, il governo sudafricano attua importanti riforme a favore dei lavoratori indiani. Nel 1915 Gandhi torna in India, dove circolano già da tempo fermenti di ribellione contro l’arroganza del dominio britannico (in particolare per la nuova legislazione agraria, che prevedeva il sequestro delle terre ai contadini in caso di scarso o mancato raccolto, e per la crisi dell’artigianato). Egli diventa il leader del Partito del Congresso, partito che si batte per la liberazione dal colonialismo britannico.
Prima grande campagna satyagraha di disobbedienza civile, che prevede il boicottaggio delle merci inglesi e il non-pagamento delle imposte. Il Mahatma subisce un processo ed viene arrestato.
Seconda grande campagna satyagraha di disobbedienza civile per rivendicare il diritto all’indipendenza. Incarcerato, rilasciato, Gandhi partecipa alla Conferenza di Londra sul problema indiano, chiedendo l’indipendenza del suo paese.
Terza campagna di resistenza. La marcia del sale
disobbedienza contro la tassa sul sale (la più iniqua perché colpiva soprattutto le classi povere). Una dimostrazione pacifica che coinvolte diverse migliaia di persone in un percorso di 380 Km da Amenabad a Dandi, sulla costa del Mare Arabico. Qui i manifestanti raccolsero il sale delle acque del mare, lasciandolo asciugare al sole: 60.000 persone, compresi Gandhi e la moglie, furono arrestate.
Spesso incarcerato negli anni successivi, la “Grande Anima” risponde agli arresti con lunghissimi scioperi della fame. All’inizio della Seconda Guerra Mondiale, Gandhi decide di non sostenere l’Inghilterra se questa non garantisce all’India l’indipendenza. Il governo britannico reagisce con l’arresto di oltre 60.000 oppositori e dello stesso Mahatma, che è rilasciato dopo due anni.
In quell’epoca Gandhi scrisse una seconda lettera ad Hitler. Una prima lettera molto stringata, risale al 23 Luglio 1939. Non giunse a destinazione: il governo indiano la bloccò nel timore che potesse compromettere i rapporti diplomatici con la Germania. Anche questa seconda lettera fu bloccata dal governo indiano. Gandhi, nella sua lettera ad Hitler dichiara che “nella tecnica della non-violenza non esiste il concetto di sconfitta, si tratta invece di vincere o di morire, senza arrecare sofferenza”.
Per Gandhi Hitler aveva avuto il coraggio di imporre le sue idee alla Germania e al resto dell’Europa, nonostante esse fossero agli occhi della maggior parte della popolazione, delle idee completamente folli. volle tentare di convincere Hitler a cessare le violenza che stava commettendo nei confronti della “razza semita”.
Il 15 agosto 1947 l’India conquista l’indipendenza. Gandhi, però, vive questo momento con dolore, pregando e digiunando. Il subcontinente indiano è diviso in due stati, India e Pakistan, la cui creazione sancisce la separazione fra indù e musulmani e culmina in una violenta guerra civile che costa, alla fine del 1947, quasi un milione di morti e sei milioni di profughi. L’atteggiamento moderato di Gandhi sul problema della divisione del paese suscita l’odio di un fanatico indù che lo uccide il 30 gennaio 1948, durante un incontro di preghiera.
• AUTODETERMINAZIONE DEI POPOLI:
Gandhi riteneva fondamentale il fatto che gli indiani potessero decidere come governare il loro paese.
• NON VIOLENZA:
La nonviolenza è un imperativo religioso prima che un principio dell’azione politico-sociale. Il Mahatma rifiuta la violenza come strategia di lotta in quanto la violenza suscita solamente altra violenza.
• TOLLERANZA RELIGIOSA:
”… il mio più intimo desiderio” dice Ghandhi “… è di realizzare la fratellanza … tra tutti gli uomini, indù, musulmani, cristiani, parsi e ebrei” .
Il messaggio che il Mahatma ci lascia è molto attuale e la storia contemporanea, purtroppo, continua ad
essere macchiata dalla guerra e dalla violenza. Gandhi, “piccolo grande uomo”, riesce con le sue sole forze, a sconfiggere il potente Impero britannico e a realizzare il suo grande sogno dell’indipendenza per il suo paese, con la forza sbalorditiva della nonviolenza, del boicottaggio pacifico, della resistenza passiva e della ricerca della Verità.
“Per una scodella d’acqua,
rendi un pasto abbondante;
per un saluto gentile,
prostrati a terra con zelo;
per un semplice soldo,
ripaga con oro;
se ti salvano la vita,
non risparmiare la tua.
Chi è davvero nobile,
conosce tutti come uno solo
e rende con gioia bene per male”.
-Mohandas Karamchand Gandhi
Il Subcontinente Indiano si estende su circa 4,4 milioni di km2. È formato da tre paesi principali: l’India, il Pakistan e il Bangladesh. Ne fanno parte anche il Nepal, il Bhutan, le isole Maldive e lo Sri Lanka. L’India è riconoscibile per le particolari caratteristiche di tipo storico, geologico e demografico.
Fino al 1947 i tre paesi più importanti del continente, formavano un’ unica entità geografica e politica: l’India Britannica, un territorio vastissimo che gli inglesi avevano progressivamente colonizzato a partire dal XVII secolo.
Nel 1947 gli Indiani ottennero l’indipendenza sotto la guida del celebre leader Gandhi, egli ebbe la meglio sugli inglesi, ottenendo l’indipendenza. Tuttavia Gandhi non riuscì a far convivere le due grandi religioni dell’India: l’Induismo e l’Islam. Infatti nello stesso anno dell’indipendenza gli indiani musulmani abbandonarono l’India e fondarono due paesi indipendenti: il Pakistan e il Bangladesh.
L'India è uno stato dell'Asia comprendente parte della regione himalayana e l'intera penisola indiana.
Confina a settentrione con la Cina, il Nepal e il Bhutan, a oriente con il Myanmar e il Bangladesh, a occidente con il Pakistan; la regione peninsulare si affaccia sul mar Arabico a ovest e sul golfo del Bengala ad est. Il territorio si estende su una superficie di circa 3.150.000 km² e vanta un litorale di oltre 6000 km! L’India può essere suddivisa in quattro principali regioni: l’Himalaya, la pianura indogangetica, l’altopiano del Deccan e il Ghati (suddiviso a sua volta in orientale e occidentale). La vastità del territorio genera una ricchezza faunistica e vegetale incredibile. Il Paese presenta diverse zone climatiche e ciò costituisce una moltitudine di habitat ospitanti animali.
L’India nord-occidentale include i versanti meridionali della catena montuosa himalayana. Il gruppo montuoso che occupa la maggior parte dell’Himalaya indiano si chiama Karakorum, dove si trovano alcuni tra i ghiacciai più estesi del mondo. L’estremo nord-ovest dell’India forma una regione chiamata Kashmir, i cui confini sono oggetto di una contesa decennale tra l’India e il Pakistan. Fanno parte del Karakorum indiano numerose montagne alte oltre 7000 metri. Tuttavia,la cima più alta è il monte Kangchenjunga (8585 m) è anche la terza cima più alta della Terra dopo l’Everest (8848) e il K2 (8611).
Il Deccan è un altopiano triangolare livellato dall’erosione avvenuta nel corso di milioni di anni. È percorso da numerosi corsi d’acqua che lo rendono in gran parte fertilissimo. L’altopiano diviene pianura a livello del mare lungo le coste dell’Oceano Indiano circonda tutta la penisola del Deccan; a oriente dell’India l’oceano prende il nome di Golfo del Bengala, mentre a occidente forma il Mare Arabico.
La Pianura Indo-gangetica è una pianura percorsa da tre fiumi, estesa su tre stati e abitata da più di 250 milioni di persone. È di origine alluvionale. In particolare la pianura è stata formata a occidente dall’Indo ( di cui la maggior parte dei suoi affluenti scorrono in Pakistan) e attraversano una zona semiarida (deserto di Thar). Nell’area centrale e orientale è stata formata dal Gange, (il fiume più importante dell’India per estensione del bacino idrografico. Nasce sull Himalaya indiano al confine con la Cina e la sua foce è nel golfo del Bengala, dove forma un delta esteso 52000 km2). La Pianura Indo- gangetica è formata anche dal bacino del Brahmputra, (è il fiume più lungo dell’India). È un bacinomolto abitato
L’India presenta un clima tropicale monsonico formato da due stagioni:
Durante la stagione secca (da Gennaio a Giugno), un sistema di venti freddi e secchi, chiamati monsoni, soffia il vento dall’Asia verso l’India, portando tempo sereno. Da Giugno, il vento inverte la rotta e soffia da sud, ma è carico di calore tropicale e umidità, e trascina le nuvole verso le regioni dell’India centro-orientale, portando piogge
L’India è il secondo paese più popoloso del mondo, con 1,2 miliardi di abitanti. Il numero è in crescita e gli indicatori demografici mostrano che entro il 2025 l’India supererà anche la Cina. Infatti, la speranza di vita media è in rapida crescita, ma la fertilità e la natalità, benché in calo, sono molto più elevate. Le pianure alluvionali del Gange e del Brahmaputra sono le aree più abitate insieme alle zone costiere.
Riguardo la popolazione, gli indiani sono in maggioranza bambini e giovani. L’età media (27 anni) è inferiore a quella cinese e americana (oltre i 35 anni). Nell’arco dei prossimi 10 anni, quasi un quarto della forza lavoro mondiale sarà di nazionalità indiana.
Benché l’India attraversi un forte periodo di urbanizzazione, più della metà della popolazione vive ancora in villaggi di campagna privi di servizi, dove la maggior parte delle strade non è asfaltata. Esiste però anche un’altra India, fatta di servizi avanzati e benessere. È l’India delle grandi metropoli come: New Delhi (12 milioni di abitanti), la capitale amministrativa e politica. Mumbai (14 milioni di abitanti) fulcro commerciale, finanziario e dei media ( è la “New York dell’India”). Bangalore (8,5 milioni di abitanti) e Hyderabad (7 milioni di abitanti) sono centri industriali. Calcutta (4,4 milioni di abitanti) è il più importante centro culturale dell’India.
E' un insieme di culti, fedi e riti che condividono tradizioni spirituali, approcci alla vita e riconoscono l’importanza di alcuni testi sacri.
Il buddhismo nacque nel nord dell’India nel VI a.C e si diffuse in tutto il paese e all’estero. Buddha sviluppò un sistema filosofico partendo dalle idee hindu già consolidate ai suoi tempi.
I primi cristiani sotto la guida, si dice, dall’apostolo Tommaso arrivarono in India nel 52 d.C. La seconda ondata di conversioni si ebbe molti secoli dopo nel XVI.
L’India è una grande potenza economica emergente e globale cresciuta Nvigorosamente negli ultimi vent’anni.
I punti di forza dell’economia sono:
• la presenza di decine di milioni di lavoratori giovani, a basso costo, e con alto livello di specializzazione.
• l’efficienza e la produttività di alcuni settori come l’informatica;
• un ambiente favorevole agli investimenti stranieri.
Il terremoto (o sisma) è un movimento improvviso dalla superficie terrestre, che comunemente chiamiamo scossa; la sua durata può variare da qualche secondo a qualche minuto, e spesso dopo un primo evento le scosse possono ripetersi più volte. I terremoti sono molto frequenti: ogni giorno sulla terra se ne verificano migliaia. Nella maggior parte dei casi, tuttavia, la loro intensità è così modesta da non essere neppure avvertiti dall’uomo. Quando invece le scosse sono di maggiore entità, possono essere distruttive e causate perdite di vite umane e danni più o meno gravi agli edifici e alle strutture realizzate dall’uomo.
Il verificarsi di un terremoto è quasi sempre dovuto a deformazioni di masse rocciose a varie profondità. Infatti, nell’interno della Terra si verificano continuamente movimenti e spostamenti che di solito vengono “assorbiti” dalle rocce grazie alla loro elasticità; quando però queste tensioni superano un certo limite provocano una rottura delle rocce con la conseguente e improvvisa liberazione di grandi quantità di energia. La zona di origine del terremoto, dove si verifica la rottura principale, è definita ipocentro. La ristretta area sulla superficie terrestre più vicina all’ipocentro è l’epicentro ed è quella dove le scosse vengono avvertite con maggiori intensità e dove di solito i danni sono più gravi.
Le onde sismiche sono vibrazioni generate in seguito alla rapida liberazione di energia accumulatasi in strati di rocce profondi, che subiscono improvvise rotture a causa delle tensioni a cui sono sottoposte. Le onde sismiche spostandosi progressivamente dall’epicentro perdono la loro energia e fanno risentire sempre meno i loro effetti. Ecco perché un terremoto che ha gravi effetti in un raggio di alcune decine di kilometri di distanza. Se l’epicentro di un terremoto è localizzato sul fondale di un oceano, le vibrazioni si propagano all’acqua e provocano un maremoto (molto frequente in India). Il maremoto si manifesta con un’onda di enormi dimensioni, che aumenta di altezza man mano che si avvicina alla costa e poi vi si abbatte con violenza, devastando ciò che trova sul suo percorso.
Nella maggior parte dei casi, la loro intensità è così modesta da non essere neppure avvertiti dall’uomo, ma solo da appositi strumenti (sismografi), strumenti in grado di tracciare con un pennino sul rotolo di carta che si muove a velocità costante un grafico del terremoto, chiamato sismogramma. Un terremoto può essere così debole a non essere percepito da alcun essere vivente. Di solito più un terremoto è intenso, maggiori saranno i danni che esso provoca. Su questo principio si basa la scala Mercalli. Questa scala è oggi nota come scala Mercalli-Cancani-Sieberg (MSC), comprende 12 gradi di intensità ed è definita in base alla descrizione degli effetti prodotti dal sisma.
Da circa 10 milioni di anni la placca indiana, staccandosi dal blocco di terre emerse che oggi forma l’Africa orientale, ha cominciato a spingersi verso nord, scontrandosi cosi con la placca asiatica, molto più grande, ed insinuandosi al di sotto di quest’ultima, creando così il fenomeno della “Subdunzione“. L’inevitabile scontro frontale fra la placca indiana e quella asiatica causarono enormi deformazioni all’interno della crosta terrestre che agevolarono il sollevamento dell’imponente catena montuosa dell’Himalaya. L’enorme pressione esercitata dal processo di “Subduzione“, è riuscito a sollevare la crosta asiatica fin dalle sue fondamenta e ha fatto emergere lo strato che si trovava a diretto contatto con il mantello terrestre. Ciò ha portato l’origine dell’Himalaya.
Il nome petrolio deriva dalla parola latina "petroleum", cioè "olio di roccia", per la sua importanza mondiale detto anche oro nero è un liquido infiammabile, denso di colore marrone scuro o verdognolo, che si trova in alcuni punti negli strati superiori della crosta terrestre, ad una profondità generalmente compresa tra poche decine e diverse migliaia di metri. È composto da una mistura di vari idrocarburi.
La formazione del petrolio è un fenomeno iniziato molti milioni di anni fa. Secondo la teoria più diffusa si è formato sotto la superficie terrestre per decomposizione dei resti di piante e animali.
Una volta estratto, il petrolio viene trattato con sostanze chimiche e calore, per eliminare l'acqua e le particelle solide in esso contenute, e per separare il gas naturale residuo. Viene poi immagazzinato in serbatoi di smistamento, da dove viene trasportato alle raffinerie. Lo stabilimento dove si trasforma il petrolio greggio in prodotti finiti è detto raffineria. Dalla sua raffinazione si ottengono prodotti molto importanti come benzina, cherosene, oli per motori diesel, oli per riscaldamento, lubrificanti, oltre ad una serie di prodotti destinati alle industrie petrolchimiche. La presenza dell'industria petrolifera ha significativi impatti sociali e ambientali, da incidenti e da attività di routine come l'esplorazione sismica, perforazioni e scarti inquinanti. L'estrazione petrolifera è costosa e spesso danneggia l'ambiente.
La conoscenza del petrolio ha origini antiche in Medio Oriente e venne diffuso anche in occidente soprattutto come medicinale tramite l'espansionismo arabo. Le sue doti terapeutiche si diffusero con grande rapidità. L'accesso al petrolio è stato uno dei principali fattori in molti conflitti militari, compresi la Seconda guerra mondiale e la guerra del Golfo. L'industria petrolifera nacque negli Stati Uniti per l'iniziativa di Edwin Drake negli anni 1850, nei pressi di Titusville, Pennsylvania.
Lo sfruttamento di nuovi giacimenti e l'incremento della percentuale di petrolio estratto dalle riserve già note, che verrà reso possibile dal miglioramento delle tecnologie, fanno ritenere che il petrolio estratto sarà sufficiente a soddisfare i fabbisogni energetici dell'umanità fino ai primi decenni del XXI secolo. Gli esperti sono però scettici riguardo al fatto che l'entità dei nuovi giacimenti, o l'invenzione di tecnologie particolarmente innovative per il loro sfruttamento, possano consentire di superare di molto questa data. Il problema della crisi energetica che è imminente e presumibilmente distribuita in un periodo di 10–20 anni, avrà come conseguenza anche una crisi della produttività agricola.
I due mercati principali per lo scambio di petrolio sono il NYMEX di New York e l'International Petroleum Exchange di Londra (IPE). Entrambi sono di proprietà americana. In entrambi, il prezzo del petrolio e la quotazione avvengono in dollari. Russia e Iran sono intenzionati ad aprire Borse locali in cui è possibile acquistare petrolio e gas in valuta diversa dal dollaro.
Il petrolio è così importante e prezioso che è stato presto ribattezzato “oro nero”. Si tratta di una risorsa limitata, destinata ad esaurirsi almeno come risorsa sfruttabile economicamente, e dagli utilizzi più diversi.
Una volta estratto, il petrolio viene immagazzinato in serbatoi di smistamento, da dove viene trasportato alle raffinerie mediante tubazioni continue (oleodotti), o con navi opportunamente attrezzate (navi cisterna, o petroliere), o con speciali autoveicoli (autocisterne) e carri ferroviari (carri cisterna).
Il 54% del petrolio consumato globalmente nel 2008 è stato destinato al settore dei trasporti, con il trasporto su gomma che pesa per il 76% del petrolio consumato nel settore dei trasporti. Il 17% del petrolio viene utilizzato come combustibile per una serie di attività industriali.
Il 7% per la produzione di energia elettrica e l’11% nel settore agricolo e commerciale.
Martin Luther King was born in Atlanta in 1929. He studied in Philadelphia where he met Gandhi and he learned about his policy of non-violence. In 1954 he became a minister in a small church, in Montgomery. In this town he held the first non violent demonstration against racial discrimination, after that a lady called Rosa Parks was arrested because she sat on a seat on a bus reserved for white people. In fact in that period, black people and white people did not have the same rights. In 1956, in Alabama the segregation was declared illegal and for the first time, Martin Luther King won his battle, but then he was arrested and imprisoned. On August 28th 1963 Martin Luther King led a peaceful march in Washington because he dreamt of seeing black and white people together in peace. On the same day, in front of the Lincoln Memorial he held his famous speech called " I have a dream".
He mentioned the hope of black people that was already given years ago but has not been realized yet. He refers to the Declaration of Independence and the fact that blacks are still discriminated and segregated at present time. He said: I have a dream that my four little children will one day live in a nation where they will not be judged by the color of their skin, but by the content of their character.
Martin Luther King won the Nobel Peace Price in 1964. He was assassinated in Memphis in 1968.
Following Martin Luther King’s murder a national day of mourning was declared in the USA.
Martin Luther King Day, held on the third Monday of January, is now a public holiday in the USA.
Dopo il moto artistico del Dadaismo, alcuni poeti e artisti francesi, hanno dato vita a Parigi al Surrealismo, un moto artistico divulgato dallo scrittore André Breton che pubblicò nel 1924 il Manifesto del Surrealismo, nel quale invitava gli artisti a svincolarsi dalle condizioni, a lasciare il pensiero libero di vagare secondo libere associazioni di immagini e di idee come accade nei sogni.
Per questo movimento artistico e letterario furono di grande stimolo le ricerche di Sigmund Freud (1856-1939), il medico viennese che aveva messo in luce l’esistenza dell’inconscio,una zona della personalità inaccessibile se non attraverso l’interpretazione dei sogni. Egli aveva capito che durante il sonno l’uomo non riesce a controllare la propria coscienza, perciò i pensieri più segreti (inconsci) riescono a emergere mascherati da immagini simboliche. La bellezza surrealista nasce dall’incontro di due oggetti reali,non aventi nulla in comune, in un luogo estraneo ad entrambi. Questa sensazione genera una visione che sorprende per la sua assurdità e che contraddice le nostre certezze. Possiamo definire l’arte surrealista come un arte figurativa, non astratta.
I surrealisti utilizzano diverse tecniche per raggiungere una pittura automatica (senza il controllo della ragione), come il frottage, il grattage e il collage. Il frottage consiste nello sfregare una matita,un gessetto, su un supporto messo a contatto con una superficie. Il grattage consiste nel grattare con qualsiasi strumento il colore steso sulla tela, in modo da far fuoriuscire un colore sottostante. Il collage accostando casualmente ritagli di giornale, riviste, creando così un’associazione irrazionale di forme che proprio per questo sono irrazionali.
I pittori surrealisti più famosi, sono gli spagnoli Salvador Dalì e Juan Mirò, il tedesco Max Ernst e il belga Renè Magritte.
Il teatrale e innovativo artista spagnolo Salvador Dalì è considerato uno dei maggiori rappresentanti dell’arte del XX secolo. Un’icona del movimento surrealista, realizzò una sua personale fusione di prospettive eccentriche e influssi controversi che risultò in un’immaginazione selvaggia, paesaggi onirici indimenticabili che sono propri unicamente della sua arte. Ispirato da Freud, Dalì attinse al proprio subconscio per dare vita a un’espressione artistica di maggiore intensità.
L’ispirazione del quadro venne a Dalì dalla puntura di un’ape mentre stava dormendo. l’istante della puntura è dato dalla punta della baionetta che sta per trafiggere il braccio della donna nuda, l’istante del dolore è rappresentato dall’irrompere di allucinazioni quali le tigri inferocite che fuoriescono dalla bocca di un pesce che a sua volta sorge da un melograno. Da notare l’elefante, con l’obelisco sulla groppa, e con le gambe di insetto, che riesce a camminare sul pelo dell’acqua: allucinazione che ritornerà in altri quadri di Dalì.
L'artiste belge René François Ghislain Magritte, plus communément connu sous le nom de René Magritte, était un artiste surréaliste. Son travail a montré souvent des représentations d'objets de tous les jours d'une façon inhabituelle. Il a créé de nombreuses images qui suscitent la réflexion et plein d'esprit qu'il est devenu connu pour. René a commencé à apprendre à dessiner quand il a commencé à prendre des leçons. Il a continué son exploration de la peinture en vous inscrivant à l'école Académie Royale des Beaux-Arts situé à Bruxelles où il a étudié sous Constant Montald. Il a continué à produire des peintures après avoir quitté l'école quand il a eu l'occasion de travailler comme peintre à temps plein en raison de son contact avec une galerie d'art à Bruxelles. Sa première exposition d'art à Bruxelles en 1927. Pendant la Seconde Guerre mondiale, l'occupation allemande de Bruxelles a conduit à un changement dans son travail.
Le 30 Mai 2009, le Musée Magritte a ouvert ses portes au public à Bruxelles. Le musée abrite 200 de René Magritte peintures originales, des sculptures et des dessins dans un cinq niveaux de style néo-classique situé sur la place Royale. Il est la plus grande collection de son œuvre dans le monde. La collection comprend également son court - métrage surréaliste. L'ancienne maison de Magritte est un autre musée qui montre où les artistes vivaient.
Ses œuvres les plus notables sont les peintures sur le Seuil de la Liberté , La condition humaine et La Trahison des images.
La trahison des images est un des tableaux les plus célèbres de René Magritte. L'intention la plus évidente de Magritte est de montrer que même peinte de la manière la plus réaliste qui soit, un tableau qui représente une pipe n’est pas une pipe. Elle ne reste qu’une image de pipe qu'on ne peut ni bourrer, ni fumer, comme on le ferait avec une vraie pipe.
Pietro Paolo Mennea nasce il 28 giugno del 1952 a Barletta, da una famiglia di umili origini (mamma casalinga e papà sarto). Iscrittosi a ragioneria dopo le scuole medie, sin da adolescente mette in mostra doti notevoli in campo atletico, soprattutto nella corsa. Il suo debutto in un grande evento avviene a soli diciannove anni, in occasione dei Campionati Europei del 1971, quando conquista un sesto posto nei duecento metri e la medaglia di bronzo nella staffetta 4x100.
Il 22 marzo del 1983, Mennea stabilisce un record mondiale ancora imbattuto: è quello dei 150 metri, percorsi sulla pista dello stadio comunale di Cassino in 14 secondi e 8 decimi. Mennea partecipa alle Olimpiadi di Los Angeles 1984. Nella rassegna americana diventa il primo atleta al mondo a disputare quattro finali consecutive dei duecento metri alle Olimpiadi. E' ancora il detentore del record europeo dei duecento metri. A causa della partenza lenta, i cento metri non erano la sua disciplina preferita (pur regalandogli diverse soddisfazioni, soprattutto a livello europeo). Da tempo malato, ha terminato la sua lotta contro un male incurabile spegnendosi a Roma il giorno 21 marzo 2013, all'età di 60 anni.