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Transcript

Otium, amicizie e affetti familiari

Presentazione di

Riolo Giuseppe

Zimbardo Giuseppe

CATULLO E I POETAE NOVI

Nel I sec. a.C. si sviluppò una nuova generazione di poeti, di cui Catullo è il massimo esponente, definita "poetae novi". Tale corrente poetica, per via delle sue novità morali, tematiche e stilistiche, rappresentò un'involuzione per la società Romana. Sicuramente contribuì all'ellenizzazione della cultura Romana, fatto che non andò giù a figure di spicco del tempo.

L'AUTORE

RIVOLUZIONE MORALE

LA RIVOLUZIONE MORALE

Una novità portata dai poeatae novi fu sul campo morale: la dimensione affettiva e sentimentale era posta al centro della loro poesia, contrariamente alla prassi Romana. Questo causò inevitabilmente un indebolimento del mos maiorum Romano, un disinteresse per la vita politica attiva e il gusto per l'otium, valore tipico della cultura Greca, il tutto favorito dall'avvento della filosofia Epicurea, che penetrò a Roma nel I sec. a.C.

RIVOLUZIONE TEMATICA E STILISTICA

RIVOLUZIONE TEMATICA E STILISTICA

Tra le diverse novità portate dalla poesia dei poetae novi, non mancano quelle in campo tematico e stilistico:

  • Uso della contiminatio tra vari generi
  • Carattere disimpegnato della poesia
  • Tono leggero destinato all'ambito privato
  • Elaborazione formale
  • Labor limae
  • Poetica fondata sulla brevitas

CARME 13

"Un invito a cena"

Questo breve carme ha la funzione di scherzoso biglietto di invito a cena per Fabulo, a cui chiede di portare con sé tutto il cibo, il vino, una bella ragazza e delle battute. Catullo dice di non avere soldi, ma gli promette in cambio un profumo molto pregiato che gli hanno regalato Venere e Cupido.

I TEMI

TESTO LATINO e TRADUZIONE

TESTO LATINO

TRADUZIONE

Cenabis bene, mi Fabulle, apud me

paucis, si tibi di favent, diebus,

si tecum attuleris bonam atque magnam

cenam, non sine candida puella

et vino et sale et omnibus cachinnis.

Haec si, inquam, attuleris, venuste noster,

cenabis bene; nam tui Catulli

plenus sacculus est aranearum.

Sed contra accipies meros amores

Sed quid suavius elegantiusve est;

nam unguentum dabo, quod meae puellae

donarunt Veneres Cupidinesque,

quod tu cum olfacies, deos rogabis,

totum ut te faciant, Fabulle, nasum.

Cenerai bene da me, o mio Fabullo,

entro pochi giorni, se gli dei ti saranno propizi,

se prenderai con te una buona cena

abbondante, non senza una fanciulla

splendida, e vino, e sale, e tante risate.

Se, dico, prenderai queste cose, o vecchio mio,

cenerai bene: infatti il Catullo tuo

ha un portamonete pieno di ragnatele.

Ma in cambio avrai affetto autentico

e quanto vi è di più tenero e raffinato;

infatti ti darò un unguento che Venere e Cupido

hanno donato alla mia fanciulla.

Quando tu lo odorerai, chiederai agli dei

di farti diventare tutto un naso, o Fabullo.

METRO: endecasillabi faleci

I TEMI

Nel carme 13, Catullo affronta diversi temi:

  • Amicizia: frequente all'interno del liber
  • Povertà: trattata iroicamente, Catullo dichiara infatti di essere talmente povero da avere solo ragnatele nelle sue tasche
  • Religione: nell'esprimere le condizioni tali affinché Fabullo riceva il profumo, Catullo include anche l'intervento divino
  • Otium: sempre ricorrente, l'argomento fondamentale del carme è un banchetto che pare essere, dalla descrizione del poeta, abbondante e ricco di prelibatezze.

CARME 30

"Il foedus amicitiae: contro Alfeno, amico traditore"

Nel carme 30, Catullo accusa il suo amico Alfeno di essere falso e infedele, e di averlo abbandonato nei momenti difficili. Catullo si chiede a chi si possa fidare, se anche il suo amico più caro lo ha tradito. Invoca anche la vendetta degli dei e della Fede, che faranno pentire Alfeno del suo comportamento.

ANALISI TEMATICA

TESTO LATINO e TRADUZIONE

TESTO LATINO

TRADUZIONE

Alfeno, ingrato e disonesto con gli amici,

ormai nemmeno per l’amico a te più caro avrai compassione?

Tanto che non esiti nel tradirmi, a questo punto a truffarmi?

Nemmeno le azioni sacrileghe degli uomini truffatori piacciono agli dei.

Questo lo tralasci e abbandoni me ai dispiaceri.

Dimmi, cosa possono fare gli uomini, o in chi riporre fiducia?

Sicuramente tu stesso mi consigliavi di scagliare via l’animo, malvagio,

convincendomi ad amarti come se ogni cosa per me fosse senza danno.

E ora tu stesso ti sottrai, e ogni tua parola e azione

permetti che vengano disperse dai venti e dalle nuvole dell’etere, vani.

Eppure, se tu hai scordato, non scordano gli dei; ricorda la Fedeltà,

la quale, a ora tarda, ti farà rimpiangere il tuo comportamento.

Alfene immemor atque unanimis false sodalibus,

iam te nil miseret, dure, tui dulcis amiculi?

Iam me prodere, iam non dubitas fallere, perfide?

Nec facta impia fallacum hominum caelicolis placent.

Quae tu neglegis ac me miserum deseris in malis.

Eheu quid faciant, dic, homines cuive habeant fidem?

Certe tute iubebas animam tradere, inique, me

inducens in amorem, quasi tuta omnia mi forent.

Idem nunc retrahis te ac tua dicta omnia factaque

ventos irrita ferre ac nebulas aereas sinis.

Si tu oblitus es, at di meminerunt, meminit Fides,

quae te ut paeniteat postmodo facti faciet tui.

I TEMI

  • Tema religioso: gli Dei puniranno Alfeno per il tradimento. La fides, ovvero la "fedeltà" su cui, per Catullo, si basano i rapporti di amicizia e amore (insieme alla pietas) è personificata e prende i panni della dea che punirà l'amico traditore
  • Amicizia: è visibile la sofferenza e lo struggimento del poeta di fronte al gesto riprovevole di colui che considerava un amico fidato
  • Sofferenza: la cieca fiducia di Catullo lo porta, in tutte le sue relazione a soffrire a causa della sua sensibilità

CARME 96

"Piangere la moglie di un amico"

Il carme 96 di Catullo è una poesia dedicata al suo amico Calvo, che ha perso la sua amata Quintilia. Catullo esprime il suo cordoglio e la sua solidarietà, e gli dice che l’amore sincero che c’è stato in vita non si perde con la morte.

ANALISI TEMATICA

TESTO LATINO e TRADUZIONE

TRADUZIONE

TESTO LATINO

Se qualcosa di gradito ed accetto può giungere ai muti sepolcri,

Calvo, dal nostro dolore,

da quella nostalgia con cui rinnoviamo gli antichi amori e piangiamo le amicizie già partite, certo la morte prematura di Quintilia non è di tanto dolore, in quanto gode dell'amore tuo.

Si quicquam mutis gratum acceptumque sepulcris accidere

a nostro, Calve, dolore potest,

quo desiderio veteres renovamus amores

atque olim missas flemus amicitias,

certe non tanto mors immatura dolori est

Quintiliae, quantum gaudet amore tuo.

I TEMI

  • Morte e vita ultraterrena: i morti sono ancora in grado di percepire le emozoni terrene, grazie ai gesti di chi è ancora in vita
  • Amore: amore tra Quintilia e Calvo, che và oltre la morte
  • Memoria: desiderio e bisogno costante di ricordare gli affetti passati e le amicizie perdute
  • Valore della poesia: è capace di trascendere la vita terrena e raggiungere l'aldilà, donando sollievo al dolore
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