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Da sempre il corpo è stato rappresentato nell’arte; dalla prospettiva poliedrica del cubismo al confronto tra arte e corpo della metafisica; dalla forte influenza del “ritorno all’ordine” al magmatico DADA.
Pablo Picasso, Le Demoiselles d'Avignon, 1907, olio su tela, New York, MOMA
Giorgio De Chirico, Enigma di una giornata, 1914, olio su tela
Man Ray: pittore, grafico, fotografo, artigiano, regista di film d’avanguardia.
Si dedica alla fotografia della quale diventerà uno dei maggiori esponenti.
Nell’opera più celebre dell’artista,
Le Violon D’Ingres (1924) lo scatto rappresenta l’amante Kiki, su cui furono poi apposte le f della viola.
Man Ray, Le Violon de Ingres, 1924, stampa alla gelatina d'argento, Malibù, J.P. Getty Museum
Max Ernst, destabilizza il fruitore con l’uso di immagini inserite in un contesto spaziale fuorviante, utilizzando espedienti come l’ingrandimento, l’associazione incongrua, la sovrapposizione di forme, segni e figure, combinazioni meccanomorfe, citazioni dal passato che attingono direttamente all’esperienza onirica.
Max Ernst, Castor et Pollution, 1923, olio su tela, Coll. priv.
Il corpo nell’arte non assume solamente
una forma rappresentativa, ma diventa
esso stesso la tela dell’opera
Tsuka (passaggio) di Saburo Murajkami.
Il corpo agirà come un pennello.
Egli non fa altro che mettere degli screen su screen svolgendo poi l'azione di squarciare.
Tsuka, saburo mirakami, 1956
L'opera vive nel momento in cui si compie
e spesso non sopravvive alla performance;
per questo è importante la documentazione
Klein è un maestro di arti marziali ed assiduo frequentatore del Giappone. Egli porta all’attenzione del pubblico europeo, le sue antropometrie.
Yves-Klein, Anthropométrie de l’époque bleuu, 9 marzo 1960,
Parigi, Galerie internationale d'art contemporain, immagini di repertorio
body art: corpo come opera d'arte.
Presenta un eccessivo codice visivo.
il corpo viene utilizzato per
analizzare l'inconscio.
La body art è auto-rappresentazione
Elena Palumbo Mosca
musa del pioniere della body art
«Faccio parte dello staff che si occupa degli archivi Klein e, siccome sono una testimone diretta, spesso vengo invitata a raccontare la mia esperienza».
«[...]era il nostro modo di vivere, sperimentare, tentare di capire il mondo, cercando di superare le difficoltà della vita quotidiana. [...] mi è sembrato del tutto naturale che Yves mi chiedesse di partecipare al suo lavoro».
«Grazie al genio di Yves, ho vissuto una felice e intensa esperienza. È riuscito addirittura a lasciare la traccia della mia fuggitiva presenza nel flusso ininterrotto della vita, segno cosmico di bellezza ed energia. Lavorando con lui, mi è apparso chiaro che la creazione delle "Antropometrie" era una sorta di rito iniziatico».
14, rue Campagne-Première, Paris, France
Fonte
https://www.lastampa.it/imperia-sanremo/2020/10/01/news/e-stata-la-musa-del-pioniere-della-body-art-yves-klein-e-ne-e-ancora-testimonial-a-85-anni-1.39367727
Nel progetto del Labirinto che Constant propone per le sale dello Stedelijk Museum di Amsterdam, egli ipotizza un ambiente colmo di caratteri interni ed urbani, disturbati da agenti atmosferici, zone termiche, luminose, sonore, e veri e propri ostacoli.
L'insieme di tutti i fattori all'interno del labirinto, porta il cittadino a riflettere sul valore dell'opera d'arte
Constant, Die Welt als Labyrint, Amsterdam, Stedelijk Museum, 1960, pianta
Il gruppo T presenta una metodica sulla costruzione artigianale delle cose.
GRAV radicali ed anarchici. Demoliscono la parola l'arte attraverso l'eliminazione dell'inibizione del pubblico per la tradizionale estetica e sulla sua aurea
In "grande oggetto pneumatico", elementi in polietilene che gonfiandosi e sgonfiandosi creano un percorso angusto.
Il gruppo T analizza le reazioni e il grado di partecipazione. Sulle opere, difatti, era accosta la didascalia
“Si prega di toccare”.
Dei blocchi a base quadrata posti al passaggio pedonale ad un qualunque semaforo, causano una sensazione di instabilità e precarietà profonda, medesima precarietà che pervade la città.
Grande oggetto pneumatico, 1960. “si prega di toccare” differenze rispetto a mostre precedenti (marcel duchamp, mile of stringe, 1942 surrealismo)
GRAV, ore 16, Parigi, Odéon: Présentation foraine. Divers élements a actionner, manipuler, essayer, etc.
Gerhard Richter, si basa sull'opera "nudo discendente le scale" avendo un focus sulla cinetica. Sviluppa l'opera posizionando una lastra sulla foto, aggiunge del colore e con un movimento rapido passa la lastra generando l'effetto di movimento.
nudo discendente le scale, Marcel Duchamp, 1912, pittura a olio, Philadelphia Museum of Art
Gerhard Richter, Frau, die Treppe herabgehend (Donna, che scende le scale), 1965, olio su tela, Chicago, The Art Institute
Michael Asher mette in scena degli ambienti estremamente particolari.
Asher invita i personaggi ad entrare in una serie di stanze che hanno dei muri temporanei.
es. prove di pressurizzazione e depressurizzazione nei centri di addestramento per astronauti
Gli spettatori vengono investiti da impressioni sensoriali registrandone le loro reazioni.
Michael Asher, Temporary walls, dal 1998,
Santa Monica Museum of Art (ricostruzione, 2008)
Dan Graham in present continuous past(s)
Una stanza con una telecamera che riprende a ciclo continuo i visitatori ed il loro comportamento.
Riproducendo con qualche istante di ritardo i movimenti e causando spaesamento.
Dan Graham, Present continuous past(s),
1974, istallazione video a circuito chiuso
Bill Viola è il più importante esponente della video art del secondo novecento. I suoi pezzi sono di estrema lentezza spasmodica, nella quale tutto è chiaro ed esplicito.
Presenta i suoi video in ambienti bui. In tutte le sue opere si percepisce il senso dello stupore profondo d’innanzi al divino che si presenta in maniera naturalistica.
Bill Viola, Acceptance, videoistallazione, 2008
Nelle performance che trattano le opere di Walther, la “regia” dell’artista è ridotta ai minimi termini, per lasciare il massimo dello spazio possibile ai partecipanti. Tratta una poetica che riflette sulla capacità di comunicazione non verbale da parte di due persone e che può convergere in territori inesplorati.
Stabilisce un livello di connessione attraverso il suolo. È possibile dialogare attraverso i sensi stando separati da una parete divisoria.
Franz Erhard Walther, Distance between the two parts, 1969, cotone
A un medesimo registro performativo s’ispira Klaus Rinke, il quale ricerca un equilibrio spaziale attraverso il corpo del performer, implicandolo in un’esperienza a confine con la Body art.
Il performer, in questo caso, rimane in posizioni estremamente instabili, cercando di mantenere l’equilibrio malgrado le forze della fisica vi si oppongano.
Klaus Rinke, Time - Space - Body and Action, 1972, performance, Galleria L’Attico, Roma 1972
Michelangelo Pistoletto e i suoi “quadri specchianti”.
Si tratta di una tecnica personale ed innovativa: con la trasformazione dei fondi di ritratto in superfici nere lucide o con il riporto di fotografie di oggetti a grandezza naturale su vaste superfici.
L’opera quindi diventa diversa ogni volta che una persona vi si specchia. Per tutta una serie di ragioni, nella didascalia non si troverà più un tempo breve, ma uno molto più ampio.
Questo perché l’artista ha ripetuto più volte la performance, fino a quando verrà da egli ritenuta esaurita e conclusa la fase ciclica dell’opera.
Michelangelo Pistoletto, From One to Many. 1956–1974,
Philadelphia, Philadelphia Museum of Art, 2 nov. 2010 - 17 gen. 2011
Design della comunicazione visiva
A.A. 2020/2021
Storia dell'arte contemporanea 2
prof. Vittorio Ugo Vicari
Studentessa Francesca Militone