Le tappe del pensiero economico
dal XVI sec. ad oggi
XVI SECOLO:
l'inizio del cambiamento
XVI SECOLO:
l'inizio del cambiamento
Fine del sistema economico feudale e nascita del sistema economico capitalistico grazie a:
- scoperte geografiche
- nascita Stati nazionali
- aumento demografico
- sviluppo agricolo
- accumulazione di capitali
XVI al XVII sec.
XVI al XVII sec.
Questo comporta:
- forte intervento dello Stato ...
Per i mercantilisti lo Stato deve:
- accrescere la propria ricchezza, accumulando oro e argento
- sviluppare il commercio internazionale (esportazioni)
- aumentare la popolazione favorendo l'incremento demografico
Questo comporta:
- forte intervento dello Stato in economia
- importanza del commercio internazionale (esportazioni)
- fonte della ricchezza è lo scambio, non la produzione
- protezionismo
Il sistema economico mercantilista si basa sul
Capitalismo commerciale
Figura centrale : il mercante capitalista
Centralità dello scambio
Jean Baptiste Colbert, uno dei principali esponenti della Scuola mercantilista
La ricchezza nasce dalla produzione agricola
I caratteri della Fisiocrazia
- Esistenza di un ordine naturale;
- Centralità della sfera della produzione;
- Il Governo deve lascia fare alla natura e astenersi da ogni intervento in campo economico;
- Solo l'attività agricola genera surplus (Tableau economique);
- Il surplus è percepito dai proprietari terrieri sotto forma di rendita;
- Le imposte devono gravare solo sulla rendita, non sulla produzione agricola
- Abolizione di ogni forma di protezionismo
- Piena liberalizzazione dei commerci interni ed esterni per abbassare i costi della produzione agricola.
Fisiocrazia e Capitalismo agricolo
Figura economica centrale
l'imprenditore agricolo
che introduce un nuovo modo di conduzione dell'agricoltura
Fine XVIII - Inizio XIX sec.
La Scuola Classica
Si afferma a seguito della Rivoluzione industriale (1760)
- Riprende molti aspetti della fisiocrazia: ordine naturale, lassaize faire, liberalizzazione degli scambi.
- Differenze con la fisiocrazia:
- tutte le attività produttive generano surplus;
- Il surplus è destinato non solo alla rendita ma anche al profitto.
ADAM SMITH (1723-1790)
- Padre della scienza economica: per primo studiò l'economia con metodo scientifico;
- "La Ricchezza delle nazioni" (1776) è la sua opera fondamentale e immortale
- La mano invisibile del mercato (libera concorrenza tra imprenditori) è la fonte del progresso dell'intero sistema economico;
- Surplus Produttività del lavoro divisione del lavoro, è distribuito sotto forma di rendita e di profitto; reinvestimento del profitto nel processo produttivo accumulazione capitalistica e sviluppo del sistema economico;
- Il salario è fissato a livello di sussistenza;
- Il valore d'uso di un bene non coincide con il suo valore di scambio.
Thomas Robert Malthus (1766-1834)
Thomas Robert Malthus (1766-1834)
- Saggio sul principio di popolazione: il tasso di crescita della popolazione è maggiore del tasso di crescita della produzione agricola, con esiti negativi per l'intera umanità
- La domanda dei beni prodotti è sostenuta dai proprietari terrieri, grazie alla rendita ricevuta dai capitalisti;
- La domanda di beni da parte dei lavoratori riguarda solo beni di prima necessità a causa dei salari fissati a livello di sussistenza
- La domanda di beni da parte dei capitalisti riguarda soprattutto i beni strumentali
- Lo Stato deve attuare politiche protezionistiche dei prodotti agricoli nazionali per evitare un calo delle rendite e, conseguentemente, della domanda.
David Ricardo (1772-1823)
David Ricardo (1772-1823)
- Liberista, favorevole alla liberalizzazione dei commerci
- Il salario non può che essere fissato al livello di sussistenza
- Il surplus che residua dopo il pagamento dei salari è ripartito tra rendita e profitto
- L'aumento della popolazione e la necessità di mettere a coltura anche i terreni meno fertili determinerà l'aumento delle rendite e la riduzione dei profitti, che tenderanno a scomparire
- Scomparendo i profitti, cesserà l'accumulazione capitalistica e quindi lo sviluppo del sistema economico (stato stazionario)
- Per evitare tutto ciò, occorre ricorrere all'importazione dei prodotti agricoli (teoria dei costi comparati)
Caratteri comuni degli economisti classici
- Società divisa in tre classi sociali: lavoratori, capitalisti, proprietari terrieri
- Il salario è fissato a livello di sussistenza
- Il surplus è reinvestito nelle attività produttive, agricole o manifatturiere;
- Teoria del valore-lavoro per spiegare il valore delle merci
- Dinamicità del sistema economico e sua continua espansione
- Lo Stato non deve intervenire in campo economico (lassaize faire)
- Il sistema economico è sempre in equilibrio di piena occupazione
- L'offerta determina la domanda (legge degli sbocchi)
1870- 1930
La Scuola Neoclassica
L'aumento generalizzato della ricchezza prodotto dal sistema capitalistico determina il diffondersi di una visione ottimistica dello sviluppo economico e fiducia nel principio del lassaize faire
La teoria neoclassica
Come la scuola classica, anche la scuola neoclassica afferma:
- la validità universale delle leggi economiche;
- il metodo deduttivo basato sul procedimento logico;
- il principio del lassaize faire
- l'approccio microeconomico basato su scelte razionali degli operatori economici
A differenza della scuola classica afferma che:
- La società non è divisa in classi sociali antagoniste perchè ciascun fattore produttivo è remunerato in base al suo contributo al processo produttivo;
- Obiettivo dell'analisi neoclassica non è la produzione dei beni ma il loro consumo
- Il valore dei beni dipende dalla loro utilità a soddisfare i bisogni e non dal lavoro necessario per produrli (come invece affermava la teoria classica del valore-lavoro)
- Il consumatore è sovrano perchè con le sue scelte indirizza la produzione
Principali economisti neoclassici
William Jevons
Leon Walras
Carl Menger
Alfred Marshall
Irving Fisher
Vilfredo Pareto
1930-1970
La rivoluzione keynesiana
- 1929: il crollo della Borsa di Wall Street smentisce la teoria classica, secondo cui l'offerta determina la domanda (legge degli sbocchi)
- Secondo Keynes la crisi era dovuta ad una domanda globale insufficiente ad assorbire la produzione
- Era necessario un intervento attivo del Governo a sostegno della domanda attraverso incrementi del reddito delle fasce sociali più deboli
- Secondo Keynes è la domanda a determinare l'offerta
- Quando la domanda è insufficiente, il sistema è in equilibrio di sottoccupazione dei fattori produttivi
Teoria keynesiana: la domanda determi...
Teoria classica: l'offerta determina la domanda (legge di Say)
-aumenta offerta
-aumenta il reddito
-aumenta la domanda
Teoria keynesiana: la domanda determina l'offerta
-Aumento domanda
-aumento produzione
-aumento occupazione
-aumento reddito
-aumento consumi
Dagli anni 70 ad oggi
Negli anni '80 le ricette neoclassiche sconfiggono l'infllazione ma non riducono la disoccupazione
Tornano alla ribalta le teorie keynesiane con la NeK (Nuova macroeconomia keynesiana) che riaffermano l'adozione di una politica governativa interventista di stampo keynesiano.
Riconoscono tuttavia la necessità di controllare l'offerta aggregata con interventi statali appositi.
Negli anni '70 nei paesi industrializzati si verificano contemporaneamente inflazione e stagnazione (stagflazione)
- Le teorie keynesiane sono accusate di aver causato questi effetti
- Si riaffermano le teorie neoclassiche con la corrente Monetarista (Milton Friedman) secondo cui:
- l'intervento dello Stato nell'economia è dannoso
- il mercato si autoregola da solo
- Governi e autorità monetarie devono controllare la quantità di moneta in circolazione per evitare recessione e inflazione
- motore dell'economia è l'offerta, non la domanda (supply side economy)