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Ludwig Feuerbach nacque il 28 luglio 1804 a Landshut, in Baviera
La riflessione di Feuerbach, che muove dall’esigenza di cogliere l’uomo e la realtà nella loro concretezza, ha come presupposto teorico e metodologico una critica radicale della maniera idealistico-religiosa di rapportarsi al mondo, stravolgendo i rapporti fra soggetto e predicato, concreto ed astratto
Se l’idealismo e la religione offrono una visione rovesciata delle cose, invertendo i ruoli di ciò che viene realmente prima - il concreto - con quello che viene dopo- l’astratto - il programma di Feuerbach prevede un’inversione radicale dei rapporti fra soggetto e predicato
Applicando la sua metodologia alla religione, Feuerbach afferma che non è Dio, ossia l’astratto, ad aver creato l’uomo, il concreto, bensì l’uomo ad aver creato Dio.
Appurato che Dio rappresenta l’essenza dell’uomo personificata e che l’antropologia costituisce la chiave di volta della teologia, Feuerbach ipotizza le ragioni che possono aver indotto l'uomo a costruire l'idea di Dio:
L’uomo, a differenza dell’animale, ha conoscenza di se stesso non solo come individuo, ma anche come specie.
Un'altra caratteristica che Feuerbach scorge nell'essere umano è quella di mal sopportare lo iato tra volere e potere
La genesi primordiale dell’idea di Dio potrebbe essere rintracciata anche nel sentimento di dipendenza che l’uomo avverte di fronte alla natura
Qualunque sia l’origine della religione, è comunque certo, secondo Feuerbach, che essa costituisce una forma di alienazione
Ma se la religione è il frutto di un’oggettivazione alienata ed alienante, in virtù della quale tanto più l’uomo pone in Dio quanto più toglie a se stesso, l’ateismo si configura non solo come un atto di onestà filosofica, ma anche come un vero e proprio dovere morale
Il compito della vera filosofia non è più dunque quello di porre il finito nell’infinito, risolvendo l’uomo in Dio, ma quello di porre l’infinito nel finito
Se la religione rappresenta un’antropologia capovolta, l’hegelismo si configura come una teologia mascherata, o meglio, come una teologia razionalizzata
Poiché Hegel rappresenta il compimento della filosofia moderna – la cui caratteristica comune sarebbe lo smarrimento dell’uomo – la critica di Hegel equivale, di fatto, alla fondazione di una nuova filosofia
La nuova filosofia, delineata da Feuerbach nell’ultima fase del suo pensiero, ha la forma di un umanismo naturalistico:
Nucleo di questo umanesimo naturalistico è il rifiuto di considerare l’uomo come astratta spiritualità o razionalità, per concepirlo invece come essere che vive, soffre, gioisce e avverte una serie di bisogni dai quali si sente dipendente
La messa in luce dei condizionamenti naturali fa sì che in Feuerbach assuma dignità etica e politica la teoria degli alimenti
1. Dell’unità psico-fisica dell’individuo
2. Del fatto che se si vogliono migliorare le condizioni spirituali di un popolo bisogna innanzitutto migliorare le sue condizioni materiali
La riflessione di Feuerbach esprime l'amore del filosofo per l’umanità