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Parafrasi
Fu necessario che dal trono antico uscisse un regno, e con navi audaci che fra tempeste sconosciute, nuovi mostri, paure, rischi e privazioni terribili, gli spagnoli, si spinsero oltre i confini sconosciuti: fu giusto che Cortes e Pizzarro non ritennero umani gli americani per il sangue che scorreva nelle loro vene e sterminarono con le loro armi gli antichi regni dei re messicani e del popolo Incas, perchè così nuove pietanze arrivarono al palato del Giovin Signore.
Cortes
Pizzarro
Giuseppe Parini
Giuseppe Parini
Giuseppe Parini fù un poeta, sacerdote e precettore milanese del 1700.
Nelle sue opere influiscono due correnti, l'illuminismo e il neoclassicismo.
La sua opera più importante è un poema satirico, intitolato "Il Giorno", il quale tratta degli eccessi, delle frivolezze e della decadenza morale della nobiltà settecentesca e li denuncia in modo ironico (amara ironia) e in modo antifrastico, ovvero esprimendo il contrario di ciò che pensa realmente.
Narra poi della giornata tipo di un giovane nobile, ovvero del "Giovin Signore", il quale ha un risveglio molto lento, accompagnato dai suoi fedeli servi si alza e procede con la colazione. I Valletti chiedono poi al Giovin Signore con che cosa avrebbe voluto fare colazione. Cioccolata o caffè?
Figure retoriche
Nella poesia "Il Giorno" sono presenti numerose figure retoriche come: un latinismo al v. 146, cioè una parola latineggiante: "straniere procelle", un polisindeto al v. 147, che consiste nella ripetizione della congiunzione "e", un enjambement al v. 150 ovvero un concetto che inizia in un verso e termina nel verso successivo. Al vv. 152-153, è presente una rima interna ovvero "Onde tonando e fulminando", la quale frase è anche una metafora. Al v. 156 è presente un iperbato ovvero un'inversione della frase dall'ordine consueto in cui si trova: "poichè nuove così venner delizie". Al v. 157 è presente un'iperbole, cioè un'esagerazione "gemma degli eroi".
Contenuto e forma
Nel componimento poetico non sono presenti rime. Il poema è suddiviso in quattro pezzi, i quali trattano di diverse parti della giornata: la prima, il mattino, parla del risveglio del Giovin Signore e della sua colazione, nella seconda parte si parla poi del pranzo e del banchetto che gli viene servito, nella terza parte, cioè il vespero, si parla delle attività di svago, infine nella quarta parte, quella riguardante la sera, si parla delle feste che vengono organizzate nel palazzo del Giovin Signore.
I versi sono tutti endecasillabi sciolti e il lessico utilizzato dal poeta è di tipo aulico.