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La Seconda guerra mondiale si concluse con un’Europa distrutta fisicamente e politicamente, che aveva perso la sua centralità politica ed economica. Alla conferenza di Yalta in Crimea, nel febbraio del 1945, i vincitori della guerra fecero un accordo che prevedeva una divisione netta del mondo, dominato da due superpotenze: l’Unione Sovietica e gli Stati Uniti.
Le tensioni fra gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica portarono alla famosa Guerra fredda, che si fece sentire anche in Europa quando, il 5 febbraio 1946, il Primo Ministro britannico Winston Churchill, utilizzando l’espressione “cortina di ferro”, invitò gli Stati Uniti a difendere l'Europa dall' "invasione comunista".
I protagonisti della Conferenza di Yalta: da sinistra, Winston Churchill, Franklin Delano Roosevelt e Stalin.
Gli Stati Uniti si dimostrarono molto sensibili alle richieste europee e infatti, nel 1947, il Presidente statunitense Harry Truman affermò che gli Stati Uniti avrebbero difeso qualsiasi Paese dalla conquista sovietica.
La “Dottrina Truman” portò, nel 1949, alla firma del
"Patto atlantico" che prevedeva una difesa comune ("Alleanza atlantica"), per cui qualsiasi attacco a uno dei Paesi membri avrebbe portato a una risposta da parte dell’Alleanza. Venne quindi creato un braccio militare per l’Alleanza atlantica: la Nato, che agiva sotto l’influenza dominante degli Stati Uniti. L’Italia vi aderì nel 1949.
Nel frattempo, l’Unione Sovietica occupò buona parte del fronte orientale europeo: conquistò Polonia, Ungheria, Cecoslovacchia e Romania, che furono completamente sottomesse. L’Europa si trovava quindi divisa tra blocco orientale (sotto l’influenza sovietica) e blocco occidentale (sotto l’influenza statunitense).
IL CONSIGLIO D'EUROPA
Alla fine degli anni Quaranta del secolo scorso, l’Europa occidentale avvertì il bisogno di riaffermare la propria esistenza come “Europa” sullo scenario mondiale.
Per questo, il 5 maggio del 1949, a Londra nacque il Consiglio d’Europa a cui aderirono 10 Stati dell'Europa occidentale.
Il Consiglio d’Europa ha sede a Strasburgo ed ha come obiettivi quelli di tutelare i diritti umani, di tutelare la diversità e di combattere il pregiudizio razziale e l’intolleranza.
Nel 1951 ha inizio il processo di
integrazione europea, che parte con la
firma del Trattato Ceca per concludersi poi
con il Trattato di Roma del 1957, quando
nacquero Euratom e Cee. Il 9 maggio 1950, a Parigi, vennero gettate le basi per la nascita della "Comunità europea del carbone e dell’acciaio" (CECA). Alla CECA aderirono inizialmente sei Stati: la Francia, la Germania federale, l’Olanda, il Lussemburgo e l’Italia. L’obiettivo della CECA era quello di regolamentare la produzione e lo scambio del carbone e dell’acciaio, settori che si trovavano in una situazione assai critica, a causa della difficile riconversione dell'industria bellica dopo la fine del conflitto.
Foto scattata durante la firma del Trattato di Roma (1957), quando i Sei hanno dato vita all'Euratom e alla Cee.
Nel marzo del 1957, con il Trattato di Roma, venne istituita l’Euratom, la
"Comunità europea dell’energia atomica". L’Euratom si propose di realizzare la cooperazione fra gli Stati aderenti, nel campo della ricerca scientifica e dell'utilizzazione dell'energia atomica a scopi pacifici.
Con il Trattato di Roma del 1957 nacque anche la Cee, la "Comunità economica europea", che aveva un obiettivo particolarmente importante: la progressiva unificazione di tutte le politiche economiche degli Stati aderenti. Nell'ambito della Cee sono state attuate politiche comuni riguardanti i settori dell'agricoltura, dei trasporti e della concorrenza, venne inoltre realizzata l’unione doganale degli Stati membri. La Cee creò anche il Mec, un Mercato economico europeo dove le persone, le merci e i capitali potevano circolare liberamente. Tale Mercato, inoltre, sostituì i singoli mercati nazionali.
Ceca, Euratom e Cee erano organizzazioni formalmente separate, ma dal 1965 costituirono un'unica Comunità europea.
L'EUROPA DEI SEI
Con l’Europa dei Sei, la Comunità europea fece importanti passi verso l'unificazione:
L'EUROPA DEI NOVE
Il primo allargamento della Comunità europea avvenne il 1° gennaio 1973, quando si aggiunsero 3 Stati: Danimarca, Irlanda e Gran Bretagna.
Con l'Europa dei Nove si ebbe una notevole crescita economica e un conseguente aumento demografico.
L'EUROPA DEI DODICI
Nel gennaio del 1981 si ebbe un nuovo
allargamento, che portò all'Europa dei Dodici, ad aggiungersi furono Grecia, Spagna e Portogallo.
Con l’Europa dei Dodici, nel 1992, venne stipulato il Trattato di Maastricht. Esso rappresenta un momento cruciale, perché prevede la trasformazione della Comunità europea in Unione europea.
Il Trattato di Maastricht si basa, inoltre, su quattro punti fondamentali:
L'Unione ha i suoi simboli, in particolare:
L'EUROPA DEI QUINDICI
Il 1° gennaio del 1995 entrarono a far parte dell'Unione europea anche la Finlandia, l’Austria e la Svezia.
Gli eventi più importanti
dell’Europa dei Quindici sono due:
la moneta unica per tutta l’UE.
L'EUROPA DEI VENTICINQUE
Il 1° maggio 2004 rappresenta una data storica per l'Europa, che inizia l'allargamento verso Est. Sono dieci i nuovi Stati che entrano a far parte dell'Unione: l'Estonia, la Lettonia, la Lituania, la Polonia, la Repubblica Ceca, la Slovacchia, l'Ungheria, la Slovenia, Cipro e Malta.
Il processo di allargamento verso Est prosegue il 1° gennaio 2007, quando entrano nell'Unione anche la Bulgaria e la Romania.
Il 1° luglio 2013 la Croazia diventa un nuovo membro dell'Unione. L'allargamento verso Est trasforma radicalmente l'Unione che passa da 15 a 28 Stati, da 380 a 490 milioni di abitanti.
L'EUROPA È
PIÙ POVERA?
L'Europa a Ventotto è diventata più grande, ma non più ricca. Il Prodotto interno lordo (PIL) pro capite è diminuito rispetto all'Europa dei Quindici; basta pensare che il PIL dei 13 nuovi Stati rappresenta solo il 10% di quello dei Quindici. Con l'allargamento si è modificata anche la "mappa della povertà" nell'Unione: le precedenti "zone deboli" sono infatti state "superate" da molte zone dell'Est.
LO SGRETOLAMENTO DI TUTTI I "MURI"
L'allargamento verso Est è stato un momento straordinario sotto il profilo storico: a 15 anni dalla caduta del Muro di Berlino, ha rappresentato il superamento dell'innaturale divisione tra l'Europa occidentale, capitalista, e l'Europa orientale, comunista.
LA COSTITUZIONE PER L'EUROPA
Dopo la bocciatura della Costituzione per l’Europa, Gli stati dell’Unione europea firmarono il 13 dicembre 2007 a Lisbona un nuovo Trattato europeo, che entrò in vigore il 1° dicembre 2009.
Il Trattato di Lisbona contiene:
Foto scattata durante la cerimonia della firma del Trattato nel Monastero dos Jerónimos a Lisbona.
LA PERSONALITÀ GIURIDICA DELL'UNIONE
L’articolo 47 del trattato UE riconosce esplicitamente la personalità giuridica dell’Unione europea rendendola un’entità indipendente.
L’attribuzione della personalità giuridica all’Unione implica il riconoscimento delle sue capacità di:
Ogni Stato mantiene la propria sovranità nell'Unione europea. L'art. 4 Trattato UE afferma infatti che:
"1. In conformità dell'articolo 5, qualsiasi competenza non attribuita all'Unione nei trattati
appartiene agli Stati membri.
2. L'Unione rispetta l'uguaglianza degli Stati membri davanti ai trattati e la loro identità nazionale, politica e costituzionale, compreso il sistema delle autonomie
locali e regionali. Rispetta le funzioni essenziali dello Stato, ad esempio, le funzioni di salvaguardia
dell'integrità territoriale, di mantenimento dell'ordine pubblico e di tutela della sicurezza nazionale.
3. In virtù del principio di leale cooperazione, l'Unione e gli Stati membri si rispettano e si
assistono reciprocamente nell'adempimento dei compiti derivanti dai trattati. "
È importante sottolineare il fatto che la "cittadinanza dell'Unione" si aggiunge alla cittadinanza nazionale ma non la sostituisce.
Inoltre, i trattati comunitari elencano i princìpi fondamentali su cui si basa il rapporto fra l'Unione e gli Stati membri. Secondo quanto afferma l'Art 5 Trattato UE, "La delimitazione delle competenze dell'Unione si fonda sul principio di attribuzione.
L'esercizio delle competenze dell'Unione si fonda sui principi di sussidiarietà e proporzionalità. "
IL PRINCIPIO DI ATTRIBUZIONE
L'art. 5 Trattato UE sancisce che
"In virtù del principio di attribuzione, l'Unione agisce esclusivamente nei limiti delle competenze
che le sono attribuite dagli Stati membri nei trattati per realizzare gli obiettivi da questi stabiliti.
Qualsiasi competenza non attribuita all'Unione nei trattati appartiene agli Stati membri. "
In base al "principio di attribuzione", sono i singoli Stati che decidono quali poteri attribuire all'Unione: appare chiara la limitazione alla sovranità dell'Unione.
L'art. 5 Trattato UE sancisce che
"In virtù del principio di sussidiarietà, nei settori che non sono di sua competenza esclusiva, l'Unione interviene soltanto se gli obiettivi dell'azione prevista non possono essere conseguiti in misura sufficiente dagli Stati membri, né a livello centrale né a livello regionale e locale, ma possono, a motivo della portata o degli effetti dell'azione in questione, essere conseguiti meglio a livello di Unione. "
L'art. 5 Trattato UE sancisce che
"In virtù del principio di proporzionalità,
il contenuto e la forma dell'azione dell'Unione si limitano a quanto necessario per il conseguimento
degli obiettivi dei trattati.
Le istituzioni dell'Unione applicano il principio di proporzionalità conformemente al protocollo
sull'applicazione dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità. "
Sono ancora troppe le materie in cui l'Unione deve deliberare all'unanimità. Quando si accordano per deliberare all'unanimità, i singoli Stati rifiutano qualsiasi limitazione alla loro sovranità nazionale, e allontanano la realizzazione dell'Unione come ordinamento sovranazionale; continua perciò a prevalere il principio secondo cui l'Unione non può deliberare se tutti gli Stati non sono d'accordo.
Il voto all'unanimità ostacola quindi la sovranazionalità dell'Unione europea.
Quando è necessario assumere una posizione comune è il Consiglio dell'Unione che, "deliberando a maggioranza qualificata", adotta "le misure necessarie"
(Art. 215 Trattato FUE).
Il Consiglio è formato da ministri dei singoli Stati, che continuano a dominare nella loro individualità, anche nei rapporti esterni.
Abbiamo visto che l'Unione non possiede una sovranità né interna né esterna. Essa resta un "insieme di Stati" che non hanno diminuito la loro sovranità: gli Stati Uniti d'Europa sono ancora lontani!
Uscire dall’Unione europea è un diritto di ogni Stato membro; l’art 50 del Trattato UE stabilisce, infatti, che “Ogni Stato membro può decidere, conformemente alle proprie norme costituzionali, di recedere dall'Unione”.
In 65 anni di storia comunitaria nessun Paese era uscito dall’Unione finché, nel 2016, si è svolto un referendum riguardante l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea.
Il 23 giugno 2016 si è svolto un referendum sull’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea, noto come “referendum sulla Brexit”.
I cittadini britannici dovevano rispondere ad un quesito: “Should the United Kingdom remain a member of the European Union or leave the European Union?
Le due possibili risposte erano:
Hanno votato 33,6 milioni di cittadini britannici (72% degli aventi diritto) e a vincere sono stati i “Leave” con il 51,9% dei voti. La Gran Bretagna deve quindi lasciare l’Unione europea.
Il referendum sulla Brexit aveva solo natura consultiva e non aveva alcun valore giuridico.
L’art 50 del Trattato UE stabilisce il procedimento che porta all’uscita dello stato richiedente:
“lo Stato membro che decide di recedere notifica tale intenzione al Consiglio europeo”;
“alla luce degli orientamenti formulati dal Consiglio europeo, l’Unione negozia e conclude con tale Stato un accordo volto a definire le modalità del recesso, tenendo conto del quadro delle future relazioni con l’Unione”. Dopo la notifica di recesso inizieranno i negoziati per definire le modalità di uscita, in base a quanto previsto dall’art. 218 (paragrafo 3) del Trattato FUE.
A questo punto sono possibili due soluzioni:
1. Se i negoziati si concludono con un accordo (“accordo di recesso”): “dopo l’approvazione del Parlamento europeo”, il Consiglio dell’Unione (a maggioranza qualificata) delibera il recesso della Gran Bretagna, che esce ufficialmente dall’Unione Europea; in particolare, i trattati comunitari “cessano di essere applicabili”;
2. Se i negoziati si concludono senza alcun accordo: i trattati comunitari “cessano di essere applicabili due anni dopo la notifica” e la Gran Bretagna deve uscire dall’Unione europea.
In conseguenza di ciò,
l’Unione europea
proseguirà la sua azion
con 27 Stati membri.
In molti si chiedono quale sarà il futuro dell’Unione dopo la Brexit. I rappresentanti dei 27 Paesi e le istituzioni comunitarie hanno così sintetizzato il loro pensiero nelle “3 D”:
Va però ricordato che la Gran Bretagna faceva parte solo dell’Unione europa, quindi la Brexit non avrà alcun effetto sull’Unione economica e monetaria.
Dopo il successo della Brexit, alcuni politici italiani hanno invocato un referendum per dare anche agli italiani la possibilità di scegliere se uscire dall’Unione europea.
In realtà il popolo italiano non può essere chiamato a votare un referendum sulla Italexit, perché l’art. 75 Cost. vieta il referendum sui "trattati internazionali".
•18-25 anni:
Leave 24%
Remain 64%
Non votanti 12%
in media per 69 anni avranno a che fare con questa decisione
•25-49 anni:
Leave 39%
Remain 45%
Non votanti 16%
per 52 anni in media avranno a che fare con questa decisione
LE CONSEGUENZE
POLITICHE
•Le conseguenze della Brexit sono state prima di tutto politiche. David Cameron ha annunciato le sue dimissioni da Primo ministro e da leader del Partito Conservatore. A sostituirlo è stata Theresa May, che ha tenuto le redini del Paese fino alla tarda primavera del 2019, quando ha lasciato la poltrona a Boris Johnson.
•La Scozia, che aveva votato in gran parte a favore del remain ha chiesto di poter tenere un referendum sull’indipendenza.
•Il Governo spagnolo ha richiesto il controllo congiunto di Gibilterra mentre Sinn Fein ha ipotizzato l’unione di Irlanda e Irlanda del Nord.
LE CONSEGUENZE
FINANZIARIE
In un primo momento la Brexit ha reso i mercati finanziari più sensibili alle vulnerabilità della zona euro. La sterlina è scesa sui minimi di 30 anni e le borse mondiali hanno bruciato 2.000 miliardi in un solo giorno.
Gli investitori si chiedono se, alla luce dello shock Brexit, i governi della zona euro avranno la volontà e la capacità di rafforzare il sistema dell’Unione monetaria.
LE CONSEGUENZE
ECONOMICHE
La vittoria del Leave ha avuto forti conseguenze economiche sui mercati mondiali e il Regno Unito ha perso il suo livello di rating AAA.
La Bank of England ha iniziato a tagliare i tassi di interesse e ha preso altre misure di emergenza per aiutare a fermare la corsa dell’economia inglese verso la recessione.
Una foto della Bank of England
LE CONSEGUENZE
COMMERCIALI
In merito alla questione commerciale ci sono molti interrogativi in quanto il Regno Unito non dovrà rivedere i suoi rapporti solo con l’Europa, ma con il mondo intero.
Nel Regno Unito si trovano oggi tantissime persone provenienti da altri Paesi UE ed extra UE. Ai cittadini che vivono in Gran Bretagna da almeno 5 anni sarà concessa l’opportunità di richiedere (entro e non oltre dicembre 2020) un permesso di soggiorno permanente.
A coloro che risiedono nel Paese da meno di 5 anni invece toccherà richiedere un permesso temporaneo che avrà validità soltanto quinquennale. I cittadini europei che non si metteranno in regola rischieranno di essere buttati fuori dal Regno Unito.
Dal 1° gennaio 2021 scatteranno regole ancor più rigide. Entro tre giorni dall’arrivo, i turisti dovranno ottenere un visto elettronico che avrà una durata massima di tre mesi.
Per chi vorrà rimanere di più sarà necessaria la richiesta di permesso lavorativo.
Per viaggiare sarà indispensabile il passaporto biometrico, la carta d’identità non verrà più accettata.
Una conseguenza molto importante riguarda la libera circolazione, alla quale verrà posto un enorme freno tramite l’uniformazione delle regole sull’immigrazione.
Chi vorrà trasferirsi nel Regno Unito sarà ammesso soltanto dopo aver dimostrato di aver già ottenuto un lavoro.
L'Adesione della Turchia all'Unione europea è un obiettivo che si prefissò il Governo turco sin dalla fine degli anni ottanta.
La Turchia instaurò delle relazioni particolari con l'Unione dal 1963, quando la Comunità economica europea, predecessore dell'Unione europea, firmò il Trattato di associazione con lo Stato turco, Trattato che prese il nome di "Accordo di Ankara". Tuttavia, dal 2005 si rimandano i negoziati per la piena adesione della Turchia al consenso europeo.
Il Primo Ministro Turco Recep Tayyip Erdogan,
a partire dal 2003, ha messo in atto diverse misure riformiste affinché lo Stato Turco soddisfasse i parametri imposti dall'Unione Europea e la Turchia entrasse così a far parte dell'Unione, divenendone un membro a pieno titolo. Tuttavia sono presenti ancora oggi troppe incompatibilità. Un punto nodale per l'avvicinamento della Turchia all'Unione Europea riguarda il genocidio degli Armeni e dei cristiani assiri; in Turchia, infatti, non solo questi genocidi non vengono riconosciuti, ma, tramite l'articolo 301 del Codice Penale Turco, si persegue chi pubblicamente ne parla, come è accaduto anche nei confronti del premio Nobel Orhan Pamuk.
Il Primo Ministro Turco Recep Tayyip Erdogan
Dal 1957 l'Unione europea reca vantaggi ai cittadini, adoperandosi a favore della pace e della prosperità. Contribuisce a salvaguardare i nostri diritti politici, sociali ed economici fondamentali.
Anche se talvolta vengono dati per scontati, questi vantaggi migliorano la nostra vita quotidiana.
DIRITTI
UMANI
L'Europa centrale e occidentale non ha mai conosciuto un periodo senza guerre così lungo. L'Unione europea costituisce il progetto di pace di maggior successo della storia e ha ricevuto, nel 2012, il Premio Nobel per la pace. I cittadini europei sono strettamente connessi dal punto di vista economico e culturale, anche grazie ai valori democratici che condividono.
AMBIENTE
L'Unione europea tutela tutte le minoranze e i gruppi vulnerabili e difende le persone oppresse. L'Unione, inoltre, insiste sulla parità di trattamento per tutti, a prescindere da nazionalità, sesso, lingua parlata, cultura, professione, disabilità o orientamento sessuale.
Per quanto riguarda l'ambiente, i cittadini dell'Unione europea beneficiano di alcuni tra i più elevati standard ambientali al mondo. L'Unione e i governi nazionali hanno fissato obiettivi precisi per orientare la politica europea in materia di ambiente fino al 2020 e hanno elaborato una visione che si spinge fino al 2050, con il sostegno di programmi di ricerca, normative e finanziamenti specifici:
1. proteggere, conservare e migliorare il
capitale naturale dell'Unione europea;
2. trasformare l'Unione in un'economia a basse
emissioni di CO2, efficiente nell'impiego
delle risorse, verde e competitiva;
3. proteggere i cittadini dell'Unione europea da pressioni e rischi per la salute e il benessere legati all'ambiente.
Il mercato unico è il mercato più sviluppato e aperto del mondo. Si basa sulle quattro libertà fondamentali dell'Unione europea, che permettono a tutti i cittadini di:
1. vivere e lavorare in qualsiasi
Paese dell'Unione europea;
2. trasferire denaro;
3. vendere beni senza limitazioni;
4. fornire servizi secondo gli stessi criteri.
I consumatori possono sentirsi al sicuro sapendo che riceveranno un rimborso se restituiscono un prodotto. I viaggiatori possono acquistare biglietti ferroviari o aerei con la consapevolezza che riceveranno un rimborso in caso di ritardo o cancellazione del viaggio. Inoltre, gli standard che i beni venduti nei negozi dell'Unione europea devono soddisfare sono tra i più rigorosi al mondo, sia in termini di qualità sia di sicurezza.
Agendo all'unisono, i paesi dell'Unione europea hanno maggiore peso sulla scena mondiale rispetto a ventisette nazioni di piccole e medie dimensioni che agiscono separatamente.
L'Unione ha quindi influenza politica.
- Puoi usare il cellulare e i servizi online senza costi aggiuntivi ovunque ti trovi nell'Unione europea. Puoi anche accedere a servizi di streaming video e audio online in tutta l'Unione Europea in sicurezza, sapendo che i tuoi dati personali sono tutelati dalla legislazione dell'UE.
- I tuoi diritti sono tutelati quando sei in viaggio: le norme dell'Unione europea tutelano i tuoi diritti in caso di ritardi o cancellazioni. Quando viaggi in aereo, treno, bus o nave hai diritto a un trattamento equo.
- In qualità di lavoratore, sei protetto dal trattamento iniquo sul luogo di lavoro previsto dalla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea. È vietata la discriminazione, anche in termini di retribuzione e di licenziamenti.