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L'UNIONE EUROPEA

La Seconda guerra mondiale si concluse con un’Europa distrutta fisicamente e politicamente, che aveva perso la sua centralità politica ed economica. Alla conferenza di Yalta in Crimea, nel febbraio del 1945, i vincitori della guerra fecero un accordo che prevedeva una divisione netta del mondo, dominato da due superpotenze: l’Unione Sovietica e gli Stati Uniti.

Le tensioni fra gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica portarono alla famosa Guerra fredda, che si fece sentire anche in Europa quando, il 5 febbraio 1946, il Primo Ministro britannico Winston Churchill, utilizzando l’espressione “cortina di ferro”, invitò gli Stati Uniti a difendere l'Europa dall' "invasione comunista".

L'EUROPA DIVISA

I protagonisti della Conferenza di Yalta: da sinistra, Winston Churchill, Franklin Delano Roosevelt e Stalin.

Gli Stati Uniti si dimostrarono molto sensibili alle richieste europee e infatti, nel 1947, il Presidente statunitense Harry Truman affermò che gli Stati Uniti avrebbero difeso qualsiasi Paese dalla conquista sovietica.

La “Dottrina Truman” portò, nel 1949, alla firma del

"Patto atlantico" che prevedeva una difesa comune ("Alleanza atlantica"), per cui qualsiasi attacco a uno dei Paesi membri avrebbe portato a una risposta da parte dell’Alleanza. Venne quindi creato un braccio militare per l’Alleanza atlantica: la Nato, che agiva sotto l’influenza dominante degli Stati Uniti. L’Italia vi aderì nel 1949.

Nel frattempo, l’Unione Sovietica occupò buona parte del fronte orientale europeo: conquistò Polonia, Ungheria, Cecoslovacchia e Romania, che furono completamente sottomesse. L’Europa si trovava quindi divisa tra blocco orientale (sotto l’influenza sovietica) e blocco occidentale (sotto l’influenza statunitense).

IL CONSIGLIO D'EUROPA

IL CONSIGLIO D'EUROPA

Alla fine degli anni Quaranta del secolo scorso, l’Europa occidentale avvertì il bisogno di riaffermare la propria esistenza come “Europa” sullo scenario mondiale.

Per questo, il 5 maggio del 1949, a Londra nacque il Consiglio d’Europa a cui aderirono 10 Stati dell'Europa occidentale.

Il Consiglio d’Europa ha sede a Strasburgo ed ha come obiettivi quelli di tutelare i diritti umani, di tutelare la diversità e di combattere il pregiudizio razziale e l’intolleranza.

Nel 1951 ha inizio il processo di

integrazione europea, che parte con la

firma del Trattato Ceca per concludersi poi

con il Trattato di Roma del 1957, quando

nacquero Euratom e Cee. Il 9 maggio 1950, a Parigi, vennero gettate le basi per la nascita della "Comunità europea del carbone e dell’acciaio" (CECA). Alla CECA aderirono inizialmente sei Stati: la Francia, la Germania federale, l’Olanda, il Lussemburgo e l’Italia. L’obiettivo della CECA era quello di regolamentare la produzione e lo scambio del carbone e dell’acciaio, settori che si trovavano in una situazione assai critica, a causa della difficile riconversione dell'industria bellica dopo la fine del conflitto.

LA NASCITA DELL'UNIONE EUROPEA

Foto scattata durante la firma del Trattato di Roma (1957), quando i Sei hanno dato vita all'Euratom e alla Cee.

L'EURATOM

Nel marzo del 1957, con il Trattato di Roma, venne istituita l’Euratom, la

"Comunità europea dell’energia atomica". L’Euratom si propose di realizzare la cooperazione fra gli Stati aderenti, nel campo della ricerca scientifica e dell'utilizzazione dell'energia atomica a scopi pacifici.

L'EURATOM

LA CEE

LA CEE

Con il Trattato di Roma del 1957 nacque anche la Cee, la "Comunità economica europea", che aveva un obiettivo particolarmente importante: la progressiva unificazione di tutte le politiche economiche degli Stati aderenti. Nell'ambito della Cee sono state attuate politiche comuni riguardanti i settori dell'agricoltura, dei trasporti e della concorrenza, venne inoltre realizzata l’unione doganale degli Stati membri. La Cee creò anche il Mec, un Mercato economico europeo dove le persone, le merci e i capitali potevano circolare liberamente. Tale Mercato, inoltre, sostituì i singoli mercati nazionali.

LA COMUNITÀ EUROPEA

Ceca, Euratom e Cee erano organizzazioni formalmente separate, ma dal 1965 costituirono un'unica Comunità europea.

L'EUROPA DEI SEI

Con l’Europa dei Sei, la Comunità europea fece importanti passi verso l'unificazione:

  • Nel 1960 venne istituito il "Fondo sociale europeo", per aiutare le imprese in difficoltà;
  • Nel 1961 si regolarizzò la libera circolazione dei lavoratori;
  • Nel 1962 nacque la "Politica agricola comune";
  • Nel 1968 si realizzò l’unione doganale, che permise l'abolizione dei dazi all'interno della Comunità.

L'EUROPA DEI SEI

L'EUROPA DEI NOVE

Il primo allargamento della Comunità europea avvenne il 1° gennaio 1973, quando si aggiunsero 3 Stati: Danimarca, Irlanda e Gran Bretagna.

Con l'Europa dei Nove si ebbe una notevole crescita economica e un conseguente aumento demografico.

L'EUROPA DEI NOVE

L'EUROPA DEI DODICI

Nel gennaio del 1981 si ebbe un nuovo

allargamento, che portò all'Europa dei Dodici, ad aggiungersi furono Grecia, Spagna e Portogallo.

Con l’Europa dei Dodici, nel 1992, venne stipulato il Trattato di Maastricht. Esso rappresenta un momento cruciale, perché prevede la trasformazione della Comunità europea in Unione europea.

Il Trattato di Maastricht si basa, inoltre, su quattro punti fondamentali:

L'EUROPA DEI DODICI

  • l’Unione economica e monetaria;
  • la cittadinanza dell’Unione;
  • l’Unione politica;
  • la politica sociale.

LA BANDIERA

L'Unione ha i suoi simboli, in particolare:

  • la bandiera dell’UE rappresenta un cerchio di 12 stelle dorate su sfondo blu.

I SIMBOLI DELL'UNIONE

L'INNO E IL MOTTO

  • L'inno dell’Unione è tratto dall’Inno alla gioia della Nona sinfonia di Ludwig van Beethoven;

  • il motto dell’Unione è “Unita nella diversità”;

L'INNO E

IL MOTTO

LA MONETA

  • La moneta dell’Unione è l’euro.

LA MONETA

L'EUROPA DEI QUINDICI

Il 1° gennaio del 1995 entrarono a far parte dell'Unione europea anche la Finlandia, l’Austria e la Svezia.

Gli eventi più importanti

dell’Europa dei Quindici sono due:

  • nel dicembre del 2000 venne firmata la "Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea";
  • nel 2002 fu introdotto l’euro,

la moneta unica per tutta l’UE.

L'EUROPA DEI QUINDICI

L'EUROPA DEI VENTICINQUE

Il 1° maggio 2004 rappresenta una data storica per l'Europa, che inizia l'allargamento verso Est. Sono dieci i nuovi Stati che entrano a far parte dell'Unione: l'Estonia, la Lettonia, la Lituania, la Polonia, la Repubblica Ceca, la Slovacchia, l'Ungheria, la Slovenia, Cipro e Malta.

L'ALLARGAMENTO VERSO EST

L'EUROPA DEI VENTISETTE

Il processo di allargamento verso Est prosegue il 1° gennaio 2007, quando entrano nell'Unione anche la Bulgaria e la Romania.

L'EUROPA DEI VENTISETTE

L'EUROPA DEI VENTOTTO

Il 1° luglio 2013 la Croazia diventa un nuovo membro dell'Unione. L'allargamento verso Est trasforma radicalmente l'Unione che passa da 15 a 28 Stati, da 380 a 490 milioni di abitanti.

L'EUROPA DEI VENTOTTO

L'EUROPA È

PIÙ POVERA?

L'Europa a Ventotto è diventata più grande, ma non più ricca. Il Prodotto interno lordo (PIL) pro capite è diminuito rispetto all'Europa dei Quindici; basta pensare che il PIL dei 13 nuovi Stati rappresenta solo il 10% di quello dei Quindici. Con l'allargamento si è modificata anche la "mappa della povertà" nell'Unione: le precedenti "zone deboli" sono infatti state "superate" da molte zone dell'Est.

LO SGRETOLAMENTO DI TUTTI I "MURI"

L'allargamento verso Est è stato un momento straordinario sotto il profilo storico: a 15 anni dalla caduta del Muro di Berlino, ha rappresentato il superamento dell'innaturale divisione tra l'Europa occidentale, capitalista, e l'Europa orientale, comunista.

LA COSTITUZIONE PER L'EUROPA

DALLA COSTITUZIONE PER L'EUROPA AL TRATTATO DI LISBONA

Le tappe principali, del lungo viaggio

della Costituzione per l’Europa, furono:

  • il 27 febbraio 2002, quando si riunì la "Convenzione europea", che aveva il compito di elaborare un "Progetto di trattato che istituisce una Costituzione per l’Europa";

  • il 20 giugno 2003, quando la Convenzione consegnò il suo progetto al Consiglio europeo di Salonicco;

  • il 19 giugno 2004, quando, a Bruxelles, si tenne la Conferenza intergovernativa che che approvò il progetto della Convenzione;

  • il 29 ottobre 2004, quando, a Roma,

i Venticinque firmarono la

"Costituzione per l’Europa".

IL PROBLEMA DELLA RATIFICA

IL PROBLEMA DELLA RATIFICA

Prima di entrare in vigore, la Costituzione per l'Europa doveva essere ratificata da tutti gli Stati firmatari; a seconda da quanto previsto dagli ordinamenti nazionali, la ratifica doveva essere fatta in alcuni casi dai parlamenti e in altri casi tramite i referendum.

La ratifica della Costituzione rappresentò uno scoglio insormontabile, basti pensare al “no” del referendum olandese e di quello francese.

In Italia essa fu regolarmente ratifica dal Parlamento, non poteva infatti essere ratificata tramite referendum in quanto l’art. 75 Cost. vieta l’uso del referendum per i "trattati internazionali".

COSTITUZIONE

O TRATTATO?

COSTITUZIONE O TRATTATO?

Si è sempre parlato di “Costituzione per l’Europa”

ma, in realtà, si trattava di un

trattato internazionale in quanto:

  • la Convenzione non aveva carattere costituente;

  • la Costituzione poteva entrare in vigore solo dopo la ratifica da parte di tutti gli Stati membri;

  • erano gli Stati membri, e non la Costituzione per l’Europa, che attribuivano all’Unione i poteri necessari per conseguire i suoi obiettivi;

  • la Costituzione poteva essere modificata solo con l’accordo di tutti i Paesi dell’Unione.

IL TRATTATO

DI LISBONA

Dopo la bocciatura della Costituzione per l’Europa, Gli stati dell’Unione europea firmarono il 13 dicembre 2007 a Lisbona un nuovo Trattato europeo, che entrò in vigore il 1° dicembre 2009.

Il Trattato di Lisbona contiene:

  • il "Trattato sull’Unione europea" che riforma in modo sostanziale quello di Maastricht;
  • il "Trattato sul funzionamento dell’Unione europea".

IL TRATTATO DI LISBONA

Foto scattata durante la cerimonia della firma del Trattato nel Monastero dos Jerónimos a Lisbona.

LA PERSONALITÀ GIURIDICA DELL'UNIONE

L’articolo 47 del trattato UE riconosce esplicitamente la personalità giuridica dell’Unione europea rendendola un’entità indipendente.

L’attribuzione della personalità giuridica all’Unione implica il riconoscimento delle sue capacità di:

  • concludere e negoziare accordi internazionali nel rispetto delle sue competenze esterne;
  • diventare membro di organismi internazionali;
  • aderire alle convenzioni internazionali.

L'UNIONE EUROPEA E GLI STATI MEMBRI

L'UNIONE È UN ORDINAMENTO SOVRANAZIONALE?

Un ordinamento è sovranazionale quando emana provvedimenti che sono immediatamente efficaci nei singoli Stati. Nel caso dell'Unione questo avviene in poche occasioni. Ad esempio, l'Unione può approvare i regolamenti, che entrano direttamente in vigore nei singoli Stati: ciò significa che ogni Stato ha rinunciato volontariamente a una parte della propria sovranità in favore dell'Unione Europea.

È però importante sottolineare il fatto che si tratta di casi che si trovano raramente nei trattati comunitari.

PRINCÌPI

IL RAPPORTO TRA L'UNIONE E GLI STATI MEMBRI

IL VOTO ALL'UNANIMITÁ

L'UNIONE E GLI STATI MEMBRI

Ogni Stato mantiene la propria sovranità nell'Unione europea. L'art. 4 Trattato UE afferma infatti che:

"1. In conformità dell'articolo 5, qualsiasi competenza non attribuita all'Unione nei trattati

appartiene agli Stati membri.

2. L'Unione rispetta l'uguaglianza degli Stati membri davanti ai trattati e la loro identità nazionale, politica e costituzionale, compreso il sistema delle autonomie

locali e regionali. Rispetta le funzioni essenziali dello Stato, ad esempio, le funzioni di salvaguardia

dell'integrità territoriale, di mantenimento dell'ordine pubblico e di tutela della sicurezza nazionale.

3. In virtù del principio di leale cooperazione, l'Unione e gli Stati membri si rispettano e si

assistono reciprocamente nell'adempimento dei compiti derivanti dai trattati. "

POLITICA ESTERA

È importante sottolineare il fatto che la "cittadinanza dell'Unione" si aggiunge alla cittadinanza nazionale ma non la sostituisce.

Inoltre, i trattati comunitari elencano i princìpi fondamentali su cui si basa il rapporto fra l'Unione e gli Stati membri. Secondo quanto afferma l'Art 5 Trattato UE, "La delimitazione delle competenze dell'Unione si fonda sul principio di attribuzione.

L'esercizio delle competenze dell'Unione si fonda sui principi di sussidiarietà e proporzionalità. "

IL PRINCIPIO DI PROPORZIONALITÀ

IL PRINCIPIO DI ATTRIBUZIONE

IL PRINCIPIO DI ATTRIBUZIONE

L'art. 5 Trattato UE sancisce che

"In virtù del principio di attribuzione, l'Unione agisce esclusivamente nei limiti delle competenze

che le sono attribuite dagli Stati membri nei trattati per realizzare gli obiettivi da questi stabiliti.

Qualsiasi competenza non attribuita all'Unione nei trattati appartiene agli Stati membri. "

In base al "principio di attribuzione", sono i singoli Stati che decidono quali poteri attribuire all'Unione: appare chiara la limitazione alla sovranità dell'Unione.

IL PRINCIPIO DI SUSSIDIARIETÀ

L'art. 5 Trattato UE sancisce che

"In virtù del principio di sussidiarietà, nei settori che non sono di sua competenza esclusiva, l'Unione interviene soltanto se gli obiettivi dell'azione prevista non possono essere conseguiti in misura sufficiente dagli Stati membri, né a livello centrale né a livello regionale e locale, ma possono, a motivo della portata o degli effetti dell'azione in questione, essere conseguiti meglio a livello di Unione. "

IL PRINCIPIO DI PROPORZIONALITÀ

L'art. 5 Trattato UE sancisce che

"In virtù del principio di proporzionalità,

il contenuto e la forma dell'azione dell'Unione si limitano a quanto necessario per il conseguimento

degli obiettivi dei trattati.

Le istituzioni dell'Unione applicano il principio di proporzionalità conformemente al protocollo

sull'applicazione dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità. "

Sono ancora troppe le materie in cui l'Unione deve deliberare all'unanimità. Quando si accordano per deliberare all'unanimità, i singoli Stati rifiutano qualsiasi limitazione alla loro sovranità nazionale, e allontanano la realizzazione dell'Unione come ordinamento sovranazionale; continua perciò a prevalere il principio secondo cui l'Unione non può deliberare se tutti gli Stati non sono d'accordo.

Il voto all'unanimità ostacola quindi la sovranazionalità dell'Unione europea.

LA POLITICA ESTERA DELL'UNIONE EUROPEA

Quando è necessario assumere una posizione comune è il Consiglio dell'Unione che, "deliberando a maggioranza qualificata", adotta "le misure necessarie"

(Art. 215 Trattato FUE).

Il Consiglio è formato da ministri dei singoli Stati, che continuano a dominare nella loro individualità, anche nei rapporti esterni.

È POSSIBILE

IPOTIZZARE LA

NASCITA DEGLI STATI UNITI D'EUROPA?

STATI UNITI D'EUROPA?

Abbiamo visto che l'Unione non possiede una sovranità né interna né esterna. Essa resta un "insieme di Stati" che non hanno diminuito la loro sovranità: gli Stati Uniti d'Europa sono ancora lontani!

È POSSIBILE USCIRE DALL'UNIONE EUROPEA?

Uscire dall’Unione europea è un diritto di ogni Stato membro; l’art 50 del Trattato UE stabilisce, infatti, che “Ogni Stato membro può decidere, conformemente alle proprie norme costituzionali, di recedere dall'Unione”.

In 65 anni di storia comunitaria nessun Paese era uscito dall’Unione finché, nel 2016, si è svolto un referendum riguardante l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea.

LA GRAN BRETAGNA ESCE DALL'UNIONE EUROPEA

IL REFERENDUM SULLA BREXIT

Il 23 giugno 2016 si è svolto un referendum sull’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea, noto come “referendum sulla Brexit”.

I cittadini britannici dovevano rispondere ad un quesito: “Should the United Kingdom remain a member of the European Union or leave the European Union?

Le due possibili risposte erano:

  • “Remain a member of the European Union”
  • “Leave the European Union”

Hanno votato 33,6 milioni di cittadini britannici (72% degli aventi diritto) e a vincere sono stati i “Leave” con il 51,9% dei voti. La Gran Bretagna deve quindi lasciare l’Unione europea.

IL REFERENDUM SULLA BREXIT

COME SI ESCE DALL'UNIONE?

Il referendum sulla Brexit aveva solo natura consultiva e non aveva alcun valore giuridico.

L’art 50 del Trattato UE stabilisce il procedimento che porta all’uscita dello stato richiedente:

“lo Stato membro che decide di recedere notifica tale intenzione al Consiglio europeo”;

“alla luce degli orientamenti formulati dal Consiglio europeo, l’Unione negozia e conclude con tale Stato un accordo volto a definire le modalità del recesso, tenendo conto del quadro delle future relazioni con l’Unione”. Dopo la notifica di recesso inizieranno i negoziati per definire le modalità di uscita, in base a quanto previsto dall’art. 218 (paragrafo 3) del Trattato FUE.

COME SI ESCE DALL'UNIONE?

A questo punto sono possibili due soluzioni:

1. Se i negoziati si concludono con un accordo (“accordo di recesso”): “dopo l’approvazione del Parlamento europeo”, il Consiglio dell’Unione (a maggioranza qualificata) delibera il recesso della Gran Bretagna, che esce ufficialmente dall’Unione Europea; in particolare, i trattati comunitari “cessano di essere applicabili”;

2. Se i negoziati si concludono senza alcun accordo: i trattati comunitari “cessano di essere applicabili due anni dopo la notifica” e la Gran Bretagna deve uscire dall’Unione europea.

In conseguenza di ciò,

l’Unione europea

proseguirà la sua azion

con 27 Stati membri.

CHE COSA SUCCEDERÀ

DOPO LA BREXIT?

In molti si chiedono quale sarà il futuro dell’Unione dopo la Brexit. I rappresentanti dei 27 Paesi e le istituzioni comunitarie hanno così sintetizzato il loro pensiero nelle “3 D”:

  • “Dispiacere” per l’uscita della Gran Bretagna;
  • “Dovere” di rispettare volontà dei cittadini britannici;
  • “Determinazione” a tenere unita l’Unione europea a 27 stati.

Va però ricordato che la Gran Bretagna faceva parte solo dell’Unione europa, quindi la Brexit non avrà alcun effetto sull’Unione economica e monetaria.

ITALEXIT?

COSA SUCCEDERÀ DOPO LA BREXIT?

Dopo il successo della Brexit, alcuni politici italiani hanno invocato un referendum per dare anche agli italiani la possibilità di scegliere se uscire dall’Unione europea.

In realtà il popolo italiano non può essere chiamato a votare un referendum sulla Italexit, perché l’art. 75 Cost. vieta il referendum sui "trattati internazionali".

VOTI PER

FASCIA D'ETÀ

LE CONSEGUENZE DELLA BREXIT

LE CONSEGUENZE

VOTI PER

FASCIA D'ETÀ

Prima di analizzare le conseguenze, ci soffermiamo sul voto a seconda delle fasce d'età.

•18-25 anni:

Leave 24%

Remain 64%

Non votanti 12%

in media per 69 anni avranno a che fare con questa decisione

•25-49 anni:

Leave 39%

Remain 45%

Non votanti 16%

per 52 anni in media avranno a che fare con questa decisione

•50-64 anni:

Leave 49%

Remain 35%

Non votanti 16%

per 31 anni in media avranno che fare con questa decisione

•Over 65:

Leave 58%

Remain 33%

Non votanti 9%

per 16 anni in media avranno a che fare con questa decisione

CONSEGUENZE COMMERCIALI

CONSEGUENZE POLITICHE

LE CONSEGUENZE DELLA BREXIT

Il periodo di transizione, durerà fino a dicembre 2020.

Soltanto allora le conseguenze della Brexit diverranno reali.

CONSEGUENZE FINANZIARIE

CONSEGUENZE ECONOMICHE

LE CONSEGUENZE

POLITICHE

•Le conseguenze della Brexit sono state prima di tutto politiche. David Cameron ha annunciato le sue dimissioni da Primo ministro e da leader del Partito Conservatore. A sostituirlo è stata Theresa May, che ha tenuto le redini del Paese fino alla tarda primavera del 2019, quando ha lasciato la poltrona a Boris Johnson.

•La Scozia, che aveva votato in gran parte a favore del remain ha chiesto di poter tenere un referendum sull’indipendenza.

•Il Governo spagnolo ha richiesto il controllo congiunto di Gibilterra mentre Sinn Fein ha ipotizzato l’unione di Irlanda e Irlanda del Nord.

LE CONSEGUENZE

FINANZIARIE

In un primo momento la Brexit ha reso i mercati finanziari più sensibili alle vulnerabilità della zona euro. La sterlina è scesa sui minimi di 30 anni e le borse mondiali hanno bruciato 2.000 miliardi in un solo giorno.

Gli investitori si chiedono se, alla luce dello shock Brexit, i governi della zona euro avranno la volontà e la capacità di rafforzare il sistema dell’Unione monetaria.

LE CONSEGUENZE

ECONOMICHE

La vittoria del Leave ha avuto forti conseguenze economiche sui mercati mondiali e il Regno Unito ha perso il suo livello di rating AAA.

La Bank of England ha iniziato a tagliare i tassi di interesse e ha preso altre misure di emergenza per aiutare a fermare la corsa dell’economia inglese verso la recessione.

Una foto della Bank of England

LE CONSEGUENZE

COMMERCIALI

In merito alla questione commerciale ci sono molti interrogativi in quanto il Regno Unito non dovrà rivedere i suoi rapporti solo con l’Europa, ma con il mondo intero.

Cosa accadrà a chi vive nel Regno Unito?

Nel Regno Unito si trovano oggi tantissime persone provenienti da altri Paesi UE ed extra UE. Ai cittadini che vivono in Gran Bretagna da almeno 5 anni sarà concessa l’opportunità di richiedere (entro e non oltre dicembre 2020) un permesso di soggiorno permanente.

A coloro che risiedono nel Paese da meno di 5 anni invece toccherà richiedere un permesso temporaneo che avrà validità soltanto quinquennale. I cittadini europei che non si metteranno in regola rischieranno di essere buttati fuori dal Regno Unito.

Cosa cambierà per i turisti?

Dal 1° gennaio 2021 scatteranno regole ancor più rigide. Entro tre giorni dall’arrivo, i turisti dovranno ottenere un visto elettronico che avrà una durata massima di tre mesi.

Per chi vorrà rimanere di più sarà necessaria la richiesta di permesso lavorativo.

Per viaggiare sarà indispensabile il passaporto biometrico, la carta d’identità non verrà più accettata.

Sarà ancora possibile trasferirsi a Londra?

Una conseguenza molto importante riguarda la libera circolazione, alla quale verrà posto un enorme freno tramite l’uniformazione delle regole sull’immigrazione.

Chi vorrà trasferirsi nel Regno Unito sarà ammesso soltanto dopo aver dimostrato di aver già ottenuto un lavoro.

LA TURCHIA NON PUÒ ENTRARE NELL'UNIONE EUROPEA?

L'Adesione della Turchia all'Unione europea è un obiettivo che si prefissò il Governo turco sin dalla fine degli anni ottanta.

La Turchia instaurò delle relazioni particolari con l'Unione dal 1963, quando la Comunità economica europea, predecessore dell'Unione europea, firmò il Trattato di associazione con lo Stato turco, Trattato che prese il nome di "Accordo di Ankara". Tuttavia, dal 2005 si rimandano i negoziati per la piena adesione della Turchia al consenso europeo.

Il Primo Ministro Turco Recep Tayyip Erdogan,

a partire dal 2003, ha messo in atto diverse misure riformiste affinché lo Stato Turco soddisfasse i parametri imposti dall'Unione Europea e la Turchia entrasse così a far parte dell'Unione, divenendone un membro a pieno titolo. Tuttavia sono presenti ancora oggi troppe incompatibilità. Un punto nodale per l'avvicinamento della Turchia all'Unione Europea riguarda il genocidio degli Armeni e dei cristiani assiri; in Turchia, infatti, non solo questi genocidi non vengono riconosciuti, ma, tramite l'articolo 301 del Codice Penale Turco, si persegue chi pubblicamente ne parla, come è accaduto anche nei confronti del premio Nobel Orhan Pamuk.

Il Primo Ministro Turco Recep Tayyip Erdogan

Ad aggravare tutto ciò c’è l’ultima questione riguardante l’incessante ricatto contro l'Europa sulla questione dei profughi siriani. La Turchia pretende con forza dei finanziamenti (l'ultimo di ben 3 miliardi di euro) per non attuare la minaccia sempre costante di far giungere sul continente europeo un numero smisurato di profughi. Nelle ultime settimane Erdogan ha minacciato di non rispettare nessun patto con l’Europa, affermando che sbarcheranno numerosi profughi siriani mandati proprio dalla Turchia; tutto ciò sta ad indicare che l'ingresso della Turchia nell'Unione europea si fa sempre più lontano e difficile.

COSA FA

L'UNIONE EUROPEA

PER I CITTADINI?

Dal 1957 l'Unione europea reca vantaggi ai cittadini, adoperandosi a favore della pace e della prosperità. Contribuisce a salvaguardare i nostri diritti politici, sociali ed economici fondamentali.

Anche se talvolta vengono dati per scontati, questi vantaggi migliorano la nostra vita quotidiana.

PACE E SICUREZZA

DIRITTI

UMANI

L'Europa centrale e occidentale non ha mai conosciuto un periodo senza guerre così lungo. L'Unione europea costituisce il progetto di pace di maggior successo della storia e ha ricevuto, nel 2012, il Premio Nobel per la pace. I cittadini europei sono strettamente connessi dal punto di vista economico e culturale, anche grazie ai valori democratici che condividono.

AMBIENTE

DIRITTI UMANI

L'Unione europea tutela tutte le minoranze e i gruppi vulnerabili e difende le persone oppresse. L'Unione, inoltre, insiste sulla parità di trattamento per tutti, a prescindere da nazionalità, sesso, lingua parlata, cultura, professione, disabilità o orientamento sessuale.

SALVAGUARDIA DELL'AMBIENTE

Per quanto riguarda l'ambiente, i cittadini dell'Unione europea beneficiano di alcuni tra i più elevati standard ambientali al mondo. L'Unione e i governi nazionali hanno fissato obiettivi precisi per orientare la politica europea in materia di ambiente fino al 2020 e hanno elaborato una visione che si spinge fino al 2050, con il sostegno di programmi di ricerca, normative e finanziamenti specifici:

1. proteggere, conservare e migliorare il

capitale naturale dell'Unione europea;

2. trasformare l'Unione in un'economia a basse

emissioni di CO2, efficiente nell'impiego

delle risorse, verde e competitiva;

3. proteggere i cittadini dell'Unione europea da pressioni e rischi per la salute e il benessere legati all'ambiente.

IL MERCATO UNICO

Il mercato unico è il mercato più sviluppato e aperto del mondo. Si basa sulle quattro libertà fondamentali dell'Unione europea, che permettono a tutti i cittadini di:

1. vivere e lavorare in qualsiasi

Paese dell'Unione europea;

2. trasferire denaro;

3. vendere beni senza limitazioni;

4. fornire servizi secondo gli stessi criteri.

VANTAGGI PER I CONSUMATORI

VANTAGGI PER I CONSUMATORI

I consumatori possono sentirsi al sicuro sapendo che riceveranno un rimborso se restituiscono un prodotto. I viaggiatori possono acquistare biglietti ferroviari o aerei con la consapevolezza che riceveranno un rimborso in caso di ritardo o cancellazione del viaggio. Inoltre, gli standard che i beni venduti nei negozi dell'Unione europea devono soddisfare sono tra i più rigorosi al mondo, sia in termini di qualità sia di sicurezza.

POTENZA MONDIALE

Agendo all'unisono, i paesi dell'Unione europea hanno maggiore peso sulla scena mondiale rispetto a ventisette nazioni di piccole e medie dimensioni che agiscono separatamente.

L'Unione ha quindi influenza politica.

ALTRI VANTAGGI

ALTRI VANTAGGI

- Puoi usare il cellulare e i servizi online senza costi aggiuntivi ovunque ti trovi nell'Unione europea. Puoi anche accedere a servizi di streaming video e audio online in tutta l'Unione Europea in sicurezza, sapendo che i tuoi dati personali sono tutelati dalla legislazione dell'UE.

- I tuoi diritti sono tutelati quando sei in viaggio: le norme dell'Unione europea tutelano i tuoi diritti in caso di ritardi o cancellazioni. Quando viaggi in aereo, treno, bus o nave hai diritto a un trattamento equo.

- In qualità di lavoratore, sei protetto dal trattamento iniquo sul luogo di lavoro previsto dalla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea. È vietata la discriminazione, anche in termini di retribuzione e di licenziamenti.

Lavoro svolto da:

Brescianini Dorina,

Facchinetti Antonio e

Gabbiadini Ilaria.

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