Introducing
Your new presentation assistant.
Refine, enhance, and tailor your content, source relevant images, and edit visuals quicker than ever before.
Trending searches
Ebbe un’infanzia segnata da diversi eventi traumatici
I genitori erano legati da un profondo credo religioso che influenzò anche i figli
dopo la morte della madre, visse con la zia e il padre, iniziando a dipingere quel che vedeva in casa e le storie che la zia gli raccontava.
Da piccolo si ammalava spesso, per questo dovette restare molto tempo in casa.
Si iscrisse all'istituto tecnico della sua città nativa per far piacere al padre; nel 1880 si iscrive alla Scuola Reale di disegno di Christiania. grazie a una borsa di studio si recò
a Parigi dove incontra il suo primo grande amore, che terminò per dei suoi sensi di colpa che lo turberanno.
alla morte del padre il pittore non potè partecipare al funerale, si trovava a Parigi: questo fatto lo portò in un forte depressione in cui decise di non dipingere più interni, ma solo "la vita"
La mostra Berlino del 1892 suscitò numerose critiche, dichiarandola come un "insulto all'arte" per il metodo pittorico
Inizia a lavorare al "Fregio della vita" in cui amore, angoscia e morte si compenetrano e completano.
Conosce Mathilde Tulla Larsen con la quale intraprese una relazione molto problematica: nel 1902 in seguito a una lite rimane ferito a una mano di qui si ossessionò.
Si afferma in suo successo a Berlino e a Praga,ma nonostante le soddisfazioni,
la relazione passata con la donna lo condusse all'alcolismo che nel tempo gli portò gravi allucinazioni: entrò in clinica nel 1907 in Danimarca;
tornò in Norvegia e nel 1912 ebbe occasione di esporre con i grandi maestri: Cézanne, Van Gogh, Gauguin. l'anno dopo espose al fianco di Picasso.
Gli ultimi anni l'artista si isolò sempre di più dalla vita mondana e dagli affetti.
Venne colpito a una grave malattia agli occhi che lo lasciò cieco per circa tre anni
Quando le armi tedesche entrarono in Norvegia egli rifiutò qualsiasi contatto con i nazisti.
Si ammalò di polmonite nell'inverno del 1943 e morì nel gennaio dell'anno seguente
Morte della madre, malata di tubercolosi
QUALCHE DATA
"Senza paura e malattia la mia vita sarebbe una barca senza remi."
“Dal mio corpo in putrefazione cresceranno dei fiori, e io sarò dentro di loro: questa è l'eternità.”
“Non dipingo quello che vedo, ma quello che visto.”
DAL SUO DIARIO...
“Malattia e pazzia furono gli angeli custodi della mia culla.”
“Attraverso l'arte cerco di vedere chiaro nella mia relazione con il mondo, e se possibile aiutare anche chi osserva le mie opere a capirle, a guardarsi dentro.”
Un'opera d'arte è come un cristallo: come il cristallo deve possedere anche un'anima e il potere di continuare a brillare.
"... sonno convinto che nessun altro pittore abbia esaurito il proprio soggetto fino all'ultima amara goccia come ho fatto io nella Bambina Malata. Non ero il solo seduto là- c'erano anche tutti i miei cari"
1880 è l'anno in cui Munch decise di diventare pittore. L'unica via possibile per l'arte norvegese in quel periodo sembrava essere il naturalismo.
In quest'opera il pittore sviluppa un aspetto soggettivo ed esistenziale tentando di creare sconforto e paura nella morte nei sentimenti dello spettatore
Munch oltrepassa i limiti della normale espressione nel linguaggio naturalistico formale: esprime sentimenti forti cristallizzati nel momento più drammatico
Presenta un sapore impressionista ed è dominata da pennellate forti e verticali; la tavolozza è composta principalmente da bianchi, grigi e verdi.
Galleria Nazionale, Oslo (NO)
1885-1886
nel periodo del naturalismo i quadri che rappresentavano ammalati erano molto comuni
Pablo Picasso, Madre con bambino malato (1903)
1907
1896
lo stesso artista dichiarò di aver replicato la scena più di 20 volte, per poter trasmettere a pieno il sentimento di perdita
Christian Krohg, Bambina malata (1881)
1925
Inger suula spiaggia, 1889
Edvard Munch, Evening, 1888
Autoritratto 1881-82
La Senna a Saint-Cloud, 1890
"Camminavo lungo la strada con due amici quando il sole tramontò, il cielo si tinse all’improvviso di rosso sangue. Mi fermai, mi appoggiai stanco morto ad una palizzata. Sul fiordo nero-azzurro e sulla città c’erano sangue e lingue di fuoco. I miei amici continuavano a camminare e io tremavo ancora di paura… e sentivo che un grande urlo infinito pervadeva la natura."
L'Urlo oggi è il simbolo dell'opera artistica di Munch.
Il quadro è espressione esasperata dell'implosione e dell'angoscia esistenziale dell'uomo.
il paesaggio irreale e sovrumano è caratterizzato dai colori forti: il rosso sanguigno pare una protesta contro il freddo della vita.
Sembra che sia la sonorità a deformare la natura.
Il bisogno di urlare è il risultato del baratro umano, del culmine che gli uomini in questo secolo avvertono e che non lascia loro niente se non la voglia di urlare i violenti pensieri che li uccidono.
nessuno mi stava ascoltando: ho capito che dovevo gridare attraverso la pittura, e allora ho dipinto le nuvole come se fossero cariche di sangue, ho fatto urlare i colori
realizza diverse copie del quadro datate fra il 1896-1910
CORRISPONDENZE CON LA FINE DEL SECOLO
se volessimo sintetizzare: Edvard Munch è un esponente della cultura nordica, di derivazione tedesca, basata sul pensiero negativo, come evoluzione e conferma delle opere di Schopenhauer, i cui esiti nichilisti sono accresciuti dalla ricerca scientifica, delle analisi di Nietzsche sulla decadenza, dalla psicanalisi, dall'interpretazione degli studi darwiniani sull'evoluzione, dai drammi di Ibsen e dolore, dall'esempio tormentato di pittura di Van Gogh. All'uomo non resta che gridare, ma senza ottenere nulla, il proprio dolore di fronte a una natura indifferente e leoparidianamente matrigna.
L'uomo cerca rifugio nelle arti per non sentirsi sopraffatto e schiacciato da questo pessimismo, che regna sulla ragione.
L'arte assume un significato nuovo: diventa la salvezza dell'irrazionalità e della genialità, come si trattasse di una nuova spiritualità che trovò terreno fertile negli antichi miti e leggende, dove il sogno diventa reale e redime l'uomo.
L'espressionismo di cui Munch viene riconosciuto uno dei padri è caratterizzato dall'esigenza di dover esprimere tramite la pittura gli stati d'animo più nascosti dell'uomo.
L'arte diventa un medium per arrivare alle nostre più recondite perversioni, paure,
Tutto si incentra nella dimensione dell'umano.
Dopo il progresso scientifico, tecnologico e culturale che è stata la base di tutta la seconda metà dell'Ottocento, l'uomo ritorna ad uno stato più puro e sensibile.
Si rivendica la sfera emotiva e delicata del sogno, del linguaggio, dei simboli e dei segni: un'arte fatta su misura per coloro che vogliono estraniarsi da questo eccesso di razionalità e scienza.
Dal Salòn a Parigi "rendere visibile l'invisibile, ecco il vero scopo dell'arte e la sua unica ragion d'essere". Si avverte il bisogno collettivo di una pittura senza luogo, data o reminiscenza del reale: si mira all'atemporalità.
Il Simbolismo si schiera contro il Positivismo, rifiuta la cinica e fredda realtà.
>In letteratura i Fiori del male di Baudelaire marcano l'inizio di questa tendenza dove questo sentimento di negazione è palese, e si tenta di tornare verso un pensiero più platonico.
>In filosofia con il mondo come volontà e rappresentazione di Schopenhauer la volontà, intesa come pulsione di vita, veniva considerata un dolore esistenziale e insito dell'uomo, poiché dotato di Ragione
[ ]
>altri possibili collegamenti: conncetto di Angoscia per Kierkegaard
La natura, sacra, selvaggia, spietata e sublime è un tema che accomuna molti artisti del novecento.
La forte contrapposizione dell'idea di Natura si può spiegare ponendo a confronto i due quadri.
La visione romantica di Friederich porta l'uomo a sfidare la natura, ad essere attratto da questa forza "maledetta" che accomuna tutti gli esseri viventi. L'uomo si pone in cima alla montagna e osserva la vastità con superbia e interesse in una posa trionfante.
Munch si sente oppresso, angosciato da questa natura immensa ed eterna che provoca in lui grande senso di smarrimento e paura che l'artista cristallizza nell'espressione deformata del suo viso. la solitudine e la forza mortale della limitatezza dell'uomo producono in lui senso di sgomento.
C.D. Friederich
Viandante sul mare di nebbia 1818
A. Bocklin
L'isola dei morti 1883
V. van Gogh
Notte stellata sul Rodano 1888
E.Munch
Notte stellata 1883
E.Munch
L'isola 1901
V. van Gogh
Autoritratto 1887
Ulteriori collegamenti/approfondimenti: Femmes Fatale; Malinconia e Melancolia
[ ]
"In generale l'arte nasce dal desiderio dell'individuo di rivelarsi all'altro. Io credo in un'arte che non nasce per forza, spinta dal desiderio di un essere di aprire il suo cuore. Ogni forma d'arte, di letteratura, di musica deve nascere nel sangue del nostro cuore. L'arte è il sangue del nostro cuore."
il progetto nasce con il nome Studio per una serie evocativa chiamata Amore, nel 1893. qui il pittore esplora i temi di vita, amore, paura, morte, malinconia e ansia.
era già da tempo che sentiva la necessità di riunire tutti i suoi lavori in un unico progetto, così che potesse esprimere al meglio ciò che voleva dire.
il dipinto chiave del progetto è Metabolismo: racchiude in se tutti i temi e i simbolismo tratti dalle altre sezioni: i due innamorati, ma con i visi cadaverici, l'albero che si pone nel mezzo per ostacolare il loro amore ma nella parte inferiore del dipinto si nutre dalle ossa di un defunto
il ciclo venne esposto interamente nel 1902, in occasione della 5° edizione del Berliner Secession: qui decide di dividere in 4 temi il suo "Fregio della vita"
furono in molti a manifestare il proprio disappunto, sopratutto nei confronti delle tele più provocatorie.
"era un artista allucinato e uno spirito cattivo che si prende gioco del pubblico e si burla della pittura come della vita umana
venne accusato di "trasformare troppo semplicisticamente oggetti e persone in una bruttezza indecente, con una esecuzione troppo navie, ascapito di una forte educazione artistica"
l'esposizione a Berlino fu un azzardo e una rivoluzione anche a livello museografico ed espositivo.. ad ogni parete fu riservata una sezione del fregio.
Rosso e bianco 1889
Notte stellata 1888
occhi negli occhi 1894
Danza sulla spiaggia 1904
il bacio 1897
Madonna 1893-94
Gelosia 1907
Ceneri 1925-29
Vampiro 1993-94
Danza della vita 1900
Sfinge 1893-94
Malinconia 1891
Sera sul viale Karl Johan 1892
Golgota 1900
Vite rossa 1898-1900
Angoscia 1894
Urlo
Agonia 1915
La madre morta e la bambina 1889
Metabolismo 1889
Morte nella stanza della bambina malata 1893
Odore di morte 1915