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HANNAH ARENDT
HANNAH ARENDT
VITA ACTIVA
L'ORIGINE DEL TOTATLITARISMO
BIOGRAFIA IN BREVE
LA BANALITA' DEL MALE
LA SUA VITA IN GERMANIA
Hannah Arendt nasce nel 1906 a Hannover,appartiene ad una famiglia benestante di origine ebraica che gli dà l'opportunità di studiare all'università di Marburg,dove conoscerà Heiddeger. Proseguirà i suoi studi a Friburgo ed a Heidelberg,sotto la guida Karl Jaspers; infine,si trasferirà a Berlino.
Nel 1933 con l'avvento del nazionalsocialismo e l'inizio delle persecuzioni nei confronti degli ebrei,Hannah abbandona il '' confine verde'' passando per Praga,Ginevra e Genova, giunge a Parigi.
A Parigi collabora presso istituzioni finalizzate alla preparazione di giovani come operai o agricoltori. Nel 1940,è costretta ancora una volta ad allontanarsi dal paese in cui risiede, ma nel fuggire venne internata nel campo di Gurs, in quanto ritenuta ''straniera sospetta'' dal governo Vichy.Quando venne rilasciata nel maggio 1941, poté salpare alla volta di New York .
IL PERIODO AMERICANO:
inizia con varie difficoltà economiche,a cui si aggiunge l'impegno nell'apprendimento di una nuova lingua. Hannah acquisisce autorevolezza e notorietà come intellettuale e pensatrice politica.
Nel 1957 avvia la sua carriera accademica,ottendendoil ruolo di insegnante presso le Università di Berkeley, Columbia, Princeton ,New School for Social Research di New York.Nel 1961, in qualità di inviata del settimanale "New Yorker", assiste al processo contro il gerarca nazista Eichmann. Il resoconto di questa esperienza viene inizialmente pubblicato a puntate sulla rivista newyorkese,successivamente proposto nel libro “La banalità del male.''
Il 4 dicembre 1975 muore a causa di un arresto cardiaco, nel suo appartamento di Riverside Drive a NY.
H. Arendt, Le origini del totalitarismo:
‘’I lager sono i laboratori dove si sperimenta la trasformazione della natura umana[...]. Finora la convinzione che tutto sia possibile sembra aver provato soltanto che tutto può essere distrutto. Ma nel loro sforzo di tradurla in pratica, i regimi totalitari hanno scoperto, senza saperlo, che ci sono crimini che gli uomini non possono né punire né perdonare. Quando l'impossibile è stato reso possibile, è diventato il male assoluto, impunibile e imperdonabile, che non poteva più essere compreso e spiegato coi malvagi motivi dell'interesse egoistico, dell'avidità, dell'invidia, del risentimento; e che quindi la collera non poteva vendicare, la carità sopportare, l'amicizia perdonare, la legge punire. ''
INTRODUZIONE ALL'OPERA
L'origine del totalitarismo è una delle opere storico-politiche più importanti del Novecento.Il totalitarismo non viene più considerato come un fenomeno moderno dai tratti rivoluzionari.Le uniche due forme di governo totalitario considerate da Arendt sono:
LA GERMANIA E L'UNIONE SOVIETICA.
Alla fine del XVIII si diffusero i primi partiti di massa antisemiti, che desideravano cacciare gli ebrei per sostituire lo stato stesso. L'antisemitismo già diffuso in Francia durante l'Illuminismo, si diffuse rapidamente anche in Austria e Germania nel secolo successivo.
La prima parte del libro è dedicata allo studio dell'antisemitismo, considerato come presupposto della nascita del sistema totalitario.L'antisemitismo dilagava in Europa già nel XVIII;Hannah Arendt colloca l'origine di questo fenomeno nel 1807 quando la Prussia venne sconfitta da Napoleone.Furono tolti i privilegi alle classi sociali più elevate, mettendo contro lo stato l'aristocrazia che colpevolizzava gli ebrei, i quali mantenevano la loro posizione forte all'interno delle comunità.
Le vere origini dell'antisemitismo sono antichissime,già all'epoca del Concilio di Nicea venne vietata la conversione all'ebraismo, ma non solo, anche matrimoni tra ebrei e non ebrei.Sicuramente l'apice dell'antisemitismo fu toccato dal Nazismo.
Sebbene la prima guerra mondiale sembrava aver lasciato in disparte la questione antisemita, ci furono degli avvenimenti che segnarono la storia ebraica,ad esempio l'Affaire Dreyfus del 1894.In queste circostanze l'odio antisemita si fece sempre più vivo,in un'epoca in cui trionfava lo scientismo e l'oggettività,l'affaire Dreyfus era un vero e proprio scandalo.
I nazionalismi europei vedevano nell'ebreo Dreyfus: il “nemico” ed il “traditore“ della patria, a partire da questo punto che iniziarono i primi albori di ciò che sarebbe poi diventata
l’ideologia nazista in Germania.
NACQUE UNA VERA E PROPRIA COSPIRAZIONE MONDIALE NEI CONFRONTI DEGLI EBREI.
L'obiettivo dei Sovietici,ma soprattutto dei Nazisti era quello di ottenere una razza pura,miravano dunque a trasformare la natura umana.Secondo l'autrice,i lager sono laboratori dove si sperimenta questa trasformazione,rappresentano la società più totalitaria mai realizzata. Il totalitarismo ha cercato di manipolare la natura umana,avvalendosi anche di esperimenti crudeli, si sono scoperti crimini che gli uomini non possono né punire né perdonare.
In quei luoghi l'impossibile si è realizzato, si è manifestato il male assoluto .
La diffusione dei lager in Germania ed in Russia iniziò nel 1938, coloro che venivano deportati erano gli strati più deboli della società,ma non solo :ebrei,zingari,polacchi,oppositori politici,criminali; in questo modo i persecutori non sentivano sulla coscienza il peso dell'arresto.
L'IMPERIALISMO
Alla base dell'imperialismo, vi erano la burocrazia e le teorie razziali,che si diffusero rapidamente,al punto che nacquero dei veri movimenti che chiedevano l'annessione delle terre confinanti.
IL secondo presupposto della nascita del totalitarismo è l'imperialismo.Hannah Arendt fa risalire le origini dell'imperialismo alla seconda metà del XIX secolo fino alla fine della prima guerra mondiale. L'imperialismo nasce da una forte necessità di investire il capitale,motivo per cui molti stati scelsero di applicare una politica imperialista che prevedeva la fondazione di colonie. Per la prima volta, furono gli industriali ed i borghesi ad investire il capitale su territori esteri. Le popolazioni autoctone venivano sfruttate e colonizzate, secondo quello che era il concetto di superiorità che l'uomo occidentale esaltava.
SECONDO PREUPPOSTO
Secondo la filosofa, l'economia è in netto contrasto con la politica,dal momento che quest'ultima rappresenta un pericolo.L'espansionismo si occupa degli interessi economici di uno stato, le colonie vengono gestite da un apparato burocratico-amministrativo e dai prefetti,non da un organo di potere. I nazisti appresero dall'imperialismo il modo in cui venivano emanate ordinanze a una burocrazia anonima, lo stesso Lenin aveva una concezione dell'imperialismo tutt'al più economica.
La prima guerra mondiale segnerà la fine dell'imperialismo e la perdita di alcuni colonia,che in seguito domanderanno l'indipendenza agli stati dominatori.
Hannah Arendt non dà una definizione di"totalitarismo'',ma si definisce uno stato totalitario quando mira ad ottenere il dominio permanente su ogni singolo individuo, in ogni aspetto della vita. Il sistema totalitario non permette di avere una vita privata, aborrisce la spontaneità umana,l'ultimo stadio è trasformare l'uomo in un'immutabile identità di reazioni.L’accostamento tra nazismo e comunismo, opposti sotto il versante ideologico, sociologico, economico, ha indotto a rigettare la nozione di totalitarismo come fuorviante; resta il fatto che le affinità nella gestione del potere permangono.L’obiettivo dei regimi totalitari, è quello di una radicale trasformazione della realtà umana; ogni mezzo diventa lecito, anche il sistematico ricorso al terrore e questo fu ciò che avvenne sotto il dominio di Hitler e Stalin.
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Per definire il totalitarismo,Arendt utilizza la parola structurelessness=assenza di struttura, quasi a voler determinare un tratto di indeterminatezza che contraddistingue la struttura non fissa del libro ma anche del regime totalitario.
LE BASI DEL TOTALITARISMO:
Nelle prime parti del libro vengono considerati i presupposti che hanno portato all'insorgere degli stati totalitari in Europa:l'antisetimitismo e l'imperialismo. Il razzismo dilagava in Europa già alla fine del XIX secolo, in particolar modo in uno stato come la Germania profondamente antisemita.
''QUANDO IL REGIME DETIENE IL CONTROLLO ASSOLUTO, SOSTITUISCE LA PROPAGANDA CON L’INDOTTRINAMENTO E SPIEGA LA VIOLENZA NON TANTO PER SPAVENTARE LA GENTE, QUANTO PER TRADURRE IN REALTÀ LE SUE DOTTRINE IDEOLOGICHE E LE MENZOGNE PRATICHE CHE NE DERIVANO. COSÌ, PER ESEMPIO, IN RUSSIA ESSO NON SI ACCONTENTAVA DI AFFERMARE, A DISPETTO DEI FATTI, CHE LA DISOCCUPAZIONE NON ESISTEVA; ABOLIVA I SUSSIDI DI DISOCCUPAZIONE COME PARTE DELLA SUA PROPAGANDA.”
La vera base dello stato totalitario è sempre l'organizzazione delle masse;quest’ultime si contraddistinguono per la presenza di individui emarginati,indesiderati,privi di patria,economicamente superflui e gravosi per la società .
La propaganda attuata dai regimi totalitari si cela dietro minacce velate e indirette.La finzione creata dalla propaganda diventa la realtà del regime totalitario: la conquista del mondo per realizzare le sue menzogne e avverare le sue profezie. L'obiettivo della propaganda totalitaria non è di persuadere, ma di organizzare le masse.
IL TEMA DELLE MASSE NELLA TERZA PARTE DEL LIBRO
Le masse sono attratte da ogni sforzo che sembra promettere l'instaurazione di un mondo fittizio,che possa considerarle,dal momento che non si sentono più rappresentate nel mondo reale.Si prestano ad essere guidate da un potere dominante,che attraverso la propaganda diffonde un'ideologia ben radicata: il razzismo con le leggi della natura nel caso dei nazisti, il socialismo con le leggi della storia nel caso dei bolscevichi.
Hannah Arendt analizzando le cause del totalitarismo, riscontra come origine di questo fenomeno la società di massa.Al suo interno non vi sono più distinzioni sociali,il concetto di individualità sparisce,di fatto la massa non rappresenta altro che il crollo della società stessa.
La società di massa è priva di ogni forma di organizzazione, i legami di classe che avevano caratterizzato la società liberale sono ormai lontani. L'omogenizzazione di queste masse, la cui condizione non si caratterizzava per la miseria,bensì per il desiderio di ascesa sociale e per la ricerca di benessere, ha trovato il giusto compromesso nell'ideologia dei movimenti totalitari.
Il crollo del sistema classista ha segnato profondamente la società, il cittadino non si sentiva più parte di un gruppo coeso, era totalmente sradicato da ogni relazione interpersonale.Su questo fecero leva i totalitarismi:su una società completamente frammentata e bisognosa di riscoprire il senso di appartenenza.
Hannah Arendt diceva:'' I movimenti totalitari trovano un terreno fertile per il loro sviluppo dovunque ci sono delle masse che per una ragione o per l'altra si sentono spinte all'organizzazione politica, pur non essendo tenute unite da un interesse comune e mancando di una specifica coscienza classista, incline a proporsi obiettivi ben definiti, limitati e conseguibili.''.
Tra le masse e i leader dei regimi totalitari si instaurarono rapporti del tutto nuovi rispetto al passato,basati sulla fedeltà a un capo carismatico che riassumeva in sé tutti i compiti di delega e di rappresentanza.L'influenza dell'ideologia radicale è ciò che spinse le masse ad appoggiare questi regimi, che si servivano della propaganda e del terrore per inculcare nelle menti teorie nazionaliste,imperialiste e razziste.
Arendt paragona le masse alla plebe romana,in quanto quest'ultima dimostrava la totale disponibilità nei confronti dei capi. Questi nuovi metodi di diffusione delle idee, che vengono utilizzati sia dai Nazisti che Sovietici,mettono in luce le caratteristiche, in particolar modo le debolezze delle masse moderne;la propaganda totalitaria prospera sul desiderio di un mondo diverso. L'uso sistematico della violenza non viene utilizzato solo nei confronti delle masse, ma anche verso tutti quegli individui, considerati come dei pericoli dal regime.È stato possibile modificare la natura umana, privando l’individuo del suo lato etico,morale ed identificativo.
Lo stato totalitario implica una separazione non solo tra stato e società, bensì anche tra potere pubblico e diritto privato. Il regime nazista e staliniano, invece, non prevede questa distinzione, assorbe la società ed i suoi individui nello stato.
TUTTO E' PUBBLICO, TUTTO E' NELLO STATO, NULLA E' AL DI FUORI DI ESSO.
Lo stato diventa la macchina del potere asservita al dittatore, ciò è avvenuto grazie all'apparato tecnologico e produttivo della moderna società di massa.
LA CONQUISTA:
Dopo la conquista del potere in uno stato, un movimento totalitario si confronta con due pericoli mortali:
Lo stato legale non viene ufficialmente abolito, ma completamente ignorato dalle istituzioni totalitarie ,come si fecero i nazisti con la costituzione di Weimar o i bolschevichi con la costituzione sovietica del 1936 .
Nello stato totalitario, è concesso solo ciò che giova al movimento, per i Nazisti è più importante dimostrare che è possibile creare una razza pura,eradicandone una inferiore piuttosto che vincere una guerra con scopi limitati.
Il regime totalitario è disposto a sacrificare tutti gli interessi per una realtà puramente fittizia che rimanda ad un futuro indefinito. Nell'ultima fase del totalitarismo, le vittime venivano scelte in quanto considerate inferiori,dei parassiti della società. In Germania vennero attuati piani per eliminare tutte le persone affette da malattie genetiche,ma non solo anche ebrei,zingari,omosessuali.
La domanda che probabilmente Hannah Arendt si pose all'inizio della stesura della sua opera fu:cosa rendeva possibile l'esistenza dei regimi di Stalin e Hitler? Quali sono le cause, i motivi per le atrocità, per gli stermini, per la Shoah? Hannah Arendt formula una breve risposta alla fine del 13° capitolo quando parla della superfluità degli uomini nei campi di concentramento e nella società totalitaria.
"Il tentativo totalitario di rendere superflui gli uomini riflette l'esperienza delle masse moderne, costrette a constatare la loro superfluità su una terra sovrappopolata."
Il totalitarismo nega la libertà umana più di qualsiasi tirannide.Il dominio totale mira ad organizzare gli uomini nella loro infinita pluralità e diversità come se costituissero un unico individuo. Ogni persona viene ridotta ad un'immutabile identità di reazioni. Questo processo viene attuato mediante l'indottrinamento ideologico dell'élite e l'applicazione pratica di quest'ultimo nei lager,luoghi che eliminavano la spontaneità umana , trasformando l'uomo in un oggetto.
IL REGIME ACQUISCE IL DOMINIO TOTALE IN 3 FASI:
La propaganda non includeva solo non includeva solo la disseminazione di idee per ottenere l'appoggio, bensì si avvaleva anche di organismi quali: gli strumenti del partito unico e la polizia segreta, entrambi sotto il pieno controllo del capo.
Per Hannah Arendt esistono solo due forme di totalitarismo:il nazionalsocialismo ed il comunismo ,mentre il fascismo è considerato come una forma di autoritarismo.
Il regime fascista mantenne le istituzioni principali quali: monarchia,Chiesa,la grande industria e l'esercito; si potrebbe aggiungere che Mussolini cercò di mantenere rapporti stabili con queste istituzioni, per non perdere il loro appoggio.
A differenza di ciò che accadde in Germania ed in Russia,l'atteggiamento nei confronti dell'esercito era ben diverso. Stalin cercò di eliminare gli alti membri dell'Armata rossa, Hitler si appropriò dell'esercito,trasformandolo in un vero strumento del potere totalitario;Mussolini,invece,utilizzò l'esercito come uno strumento simbolo della nazione.
Il fascismo sarebbe potuto diventare uno stato totalitario,solo a partire dal 1938-40, qaundo divenne alleato del regime nazista ed in seguitoattua una politica razzista e antisemita.
«Quando il partito fascista […] si impadronì dello stato e si identificò con la massima autorità nazionale, si apprestò a fare del “popolo una parte dello stato”. Ma non si pose “al di sopra dello stato”, né i suoi capi si ritennero al di sopra della nazione. Il movimento aveva avuto fine con la conquista del potere, almeno per quanto concerneva la politica interna; esso poteva procedere nella sua marcia soltanto nel campo della politica estera […]»
-H.Arendt,L'origine del totalitarismo
VITA ACTIVA
''Con la parola e con l'agire ci inseriamo nel mondo umano, e questo inserimento è come una seconda nascita, in cui confermiamo e ci sobbarchiamo la nuda realtà della nostra apparenza fisica originale''
-H.Arendt,Vita Activa,1958
L'opera si basa sullo studio approfondito di Marx,in particolare sulla tematica del lavoro. Hannah Arednt indaga il concetto di condizione umana, focalizzandosi su una revisione critica delle antropologie filosofiche occidentali. A partire dal concetto di vita activa delle polis, riflette sulla modalità d'azione in un mondo pervaso dal totalitarismo.
Hannah Arendt pubblica ''The Human Condition'' nel 1958, negli Stati Uniti.L'opera in questione è un saggio,che pone come tema principale la vita attiva nella sua contrapposizione con la vita contemplativa. Entrambe appartengono e caratterizzano la condizione umana,in particolar modo la vita attiva si presenta in tre forme distinte:
il lavorare;
il fare o l'operare;
l'agire.
Il tema di Vita Activa non è il pensiero ma ''ciò che facciamo''.
Secondo Hannah Arendt, l'uomo è sempre soggetto alle condizioni della Terra.
I fattori già citati nella slide precedente,che determinano profondamente la condizione umana sono tre:
Quest'ultima è strettamente legata natalità dell'uomo.
L'uomo è condizionato da tutto ciò che lo circonda:
Gli uomini sono esseri condizionati in modo vincolante dalle loro azioni, in quanto è l'uomo che determina autonomamente le proprie condizioni. La natura umana consiste in una natura condizionata, di fatto Hannah Arendt considera come un atto hybris il modo in cui l'uomo definisce oggettivamente ciò che è; in realtà la domanda sulla condizione umana che si pone Arendt è universale.
Il concetto che viene sviluppato all'interno dell'opera è legato alla pluralità, dal momento che la Terra non è abitata da un singolo uomo, bensì più uomini.
Rapporto TRA SPAZIO PUBBLICO E PRIVATO
Hannah Arendt riflette sulla sul rapporto tra spazio pubblico e privato riferendosi alla polis greca,di fatto lo spazio pubblico rappresentò per l'uomo la possibilità di avere un'altra vita, al di fuori di quella privata.
La sfera privata determinava l'uomo nella sua individualità,mentre la sfera pubblica gli assicurava una libertà, comprendendolo in un sistema più ampio, l'idion ed il konion erano ben distanti tra loro.
Aristotele definisce lo spazio pubblico come lo zoon logon ekhon, luogo in cui l'uomo poteva esercitare la sua parola e manifestare la sua libertà, differenziandosi da tutti coloro che erano esclusi da questo spazio:come gli schiavi ed i barbari. La fusione tra sfera domestica e pubblica,determinata dalla società moderna, ha comportato l'allontanamento dell'uomo dallo spazio pubblico.
Hannah Arendt pensava che lo spazio pubblico fosse stato usurpato dall'irrompere sulla scena politica dei problemi sociali del lavoro e dei bisogni, comportando la riduzione degli esseri umani ad essere soltanto un riflesso degli automatismi della produzione e del consumo, privandoli dell'opportunità di dibattere e agire politicamente.
''bios politikos= vivere politico dell'uomo greco libero, che si basava sul discorso e sull'azione.''
L'azione ed il discorso sono i due baluardi della condizione umana,rappresentano l'uomo nella sua pluralità, ma non solo, sono anche le modalità con cui gli uomini entrano in relazione tra loro, mostrandosi come tali.
L'opera è ciò che definisce l'homo faber, l'uomo che opera con le sue mani, che lavora e col frutto del suo lavoro costruisce un mondo artificiale, in cui egli stesso vive. I prodotti realizzati dall'uomo,non sono solo beni di consumo, bensì testimoniano la produttività dell'uomo stesso,ritenuta da Marx come il banco di prova della natura umana.
Hannah Arendt sottolinea la differenza tra lavoro ed opera,tipica della civiltà greca, che distingueva gli schiavi dagli artigiani. Gli uomini hanno bisogno dei prodotti derivati dalle attività superiori dell'homo faber.
Hannah Arendt definisce l'azione come una successione di cose o condizioni che comincia da sé,l'azione dell'uomo non è condizionata da nulla se non da sé stesso.Arendt analizza a fondo quanto sia influenzante l’azione, per la sua
intrinseca mancanza di limiti e per la sua connaturata imprevedibilità, esercita sulla politica
''La storia, come risultato dell’azione, inizia e procede non
appena sia passato il fugace momento dell’atto.''
Nella società moderna c'è stato un rovesciamento tra lavoro ed opera,tanto che Marx indicò nella forza-lavoro la causa della produttività e quindi il fulcro dell'esistenza della civiltà umana
L'azione è dunque il mezzo con cui l'uomo manifesta la sua unicità,l'azione stessa è una manifestazione della vita;mediante l'azione l'uomo è in grado di compiere qualcosa di improbabile.Perché l’agire sia la rivelazione dell'unicità dell'uomo, deve essere accompagnata dal discorso,inteso come costruzione di storie, fondamento dell’autenticità, non è altro che l'agire politico.
‹‹Siamo lasciati nell’alternativa piuttosto angosciosa fra schiavitù produttiva e libertà
improduttiva››
Il lavoro è l’attività che garantisce la sopravvivenza dell'uomo, rendendolo un animal laborans.
Il lavoro è l’atto indispensabile con cui uomo si assicurarsi l’esistenza per poterla protrarre nel tempo. Si tratta di un’attività
connessa con la natura, che rappresenta il primo contesto strutturale in cui l'uomo produce e consuma.
L'unico scopo è la soddisfazione dei bisogni primari ,sebbene il suo risultato si dissolva nel consumo immediato del prodotto. Questo processo, che conduce
l’individuo dalla nascita alla morte, si svolge, secondo un movimento circolare ripetitivo che che durerà tutta la vita.
A differenza dell’ operare, che raggiunge il suo termine con la realizzazione
dell’oggetto che si aggiunge agli altri già compiuti, l’attività lavorativa percorre sempre lo stesso circolo.
ADOLF EICHMANN
LA BANALITA' DEL MALE
IL MALE
OBIETTIVO:
considerare il ruolo e l'importanza di un singolo individuo all'interno dell'organizzazione nazista dell'olocausto.
CHI ERA EICHMANN?
Otto Adolf Eichmann , era stato responsabile dell'ufficio centrale per la sicurezza del Reich, organo nato dalla fusione delle SS con la polizia di sicurezza dello stato, inclusa la Gestapo. Eichmann ricopriva un ruolo fondamentale nella politica del regime nazista: fu colui che coordinò l'organizzazione dei trasferimenti degli ebrei verso i campi di concentramento. Nel maggio 1960 venne catturato dagli agenti israeliani in Argentina, dove si era fuggito per non essere condannato ed ucciso.
Iniziò così il suo processo sotto un tribunale israeliano,fu il primo processo per crimini contro l'umanità; fino a quello momento, il processo più importante nei confronti dei nazisti fu quello di Norimberga.
Eichamann fu condannato ad impiccahione il 31 maggio del 1962,Hannah Arendt ne riportò le fasi nella sua opera nel 1963.
''Un uomo di mezz’età, di statura media, magro, con un’incipiente calvizie, dentatura irregolare e
occhi miopi, il quale per tutta la durata del processo se ne starà con lo scarno collo incurvato sul
banco (neppure una volta si volgerà a guardare il pubblico) e disperatamente cercherà (riuscendovi
quasi sempre) di non perdere l’autocontrollo, malgrado un tic nervoso che gli muove le labbra e che
certo lo affligge da molto tempo.''
Arendt al processo rimase colpita dalla normalità di Eichmann ,il quale non venne considerato come un demone capace delle atrocità commesse,bensì ebbe la percezione di un uomo comune,superficiale e mediocre . Ciò Arendt scorgeva in Eichmann non era qualcosa di completamente negativo: l'incapacità di pensare.
Purtroppo non solo Eichmann appariva come un uomo comune, ma anche tutti gli altri membri del partito costituivano una massa di uomini mediocri, le cui azioni erano mostruose.
Una mezza dozzina di psichiatri lo aveva dichiarato “normale”, e uno di questi (…) “non solo normale, ma ideale” (...). Peggio ancora non si poteva neppure dire che fosse animato da un folle odio verso gli ebrei , da un fanatico antisemitismo , o che un indottrinamento di qualsiasi tipo avesse procurato in lui una deformazione mentale. (…) E in effetti Eichmann era normale nel senso che “non era un'eccezione tra i tedeschi della Germania nazista.
Il processo ad Eichmann suscitò varie polemiche,dovute al fatto che il gerarca nazista non venne mai arrestato legalmente, ma preso dai quelli che erano servizi segreti israeliani in territorio argentino,per giunta,giunse in Israele clandestinamente.Come già accennato, venne giudicato dallo Stato di Israele,il quale giudicò i crimini commessi da Eichmann come crimini contro gli ebrei, dunque un giudizio imparziale quello emesso dagli Israeliani.Un processo che appariva monotono, al punto che, quando il presidente della Corte gli chiese se si dichiarasse colpevole o non colpevole in merito ai capi d’accusa contestatigli, Eichamann non ebbe nessuna titubanza a dichiararsi «innocente nel senso dell’accusa».
IL MALE
''Era come se in quegli ultimi minuti egli ricapitolasse la lezione che quel suo lungo viaggio nella malvagità umana ci aveva insegnato – la lezione della spaventosa, indicibile e inimmaginabile banalità del male.''
-H.Arendt,La banalità del male
Secondo l'autrice dell'opera il male non è mai radicale, ma soltanto estremo,ma soprattutto non appartiene alla dimensione demoniaca. Tutte le società sono formate da semplici individui, il volto di Eichmann rappresentò solo il male della Germania nazista, alla fine Eichmann non era altro che un uomo dai valori comuni quali la famiglia,a la patria.
Nel poscritto del La banalità del male,Hannah Arendt aveva già tentato di chiarire ciò che intendeva con banalità, evitando di dare una teoria sulla natura ontologica del male: «fu una lezione, non una spiegazione del fenomeno né una teoria».
Il concetto di male ripreso da Hannah Arendt nella sua opera, non è sicuramente un concetto innovativo,anzi, già nell'Antico testamento si scorge la presenza del male. Il termine ''banalità'' che ritroviamo nel titolo, non si riferisce al fatto che il male sia male,piuttosto che il male venga fatto da persone banali ed ordinarie.La “banalità del male” parla dell’uomo medio,statistico,appartenente ad una società di massa informe.
«Volevo semplicemente porre in evidenza il
fatto, per me scioccante, che questo processo
smentiva le nostre teorie sul male».
Le tesi di Hannah Arendt sul male sono già accennate nell'opera L'origine del totalitarismo, in cui affermava che il totalitarismo era dovuto ad un male assoluto.
L'opera suscitò moltissime critiche,Hannah Arendt venne persino denunciata per essere sionista , o addirittura di essere a favore di Eichmann e di averlo assolto dai crimini da lui commessi. Il vero intento di Arendt, non era quello di scoprire le origini del male, bensì di dimostrare che in ognuno di noi,esiste un Eichmann ,più l'uomo è superficiale più sara incline al male.
EICHAMAAN ERA SOLO L'ESEMPIO PERFETTO DI UN UOMO PRIVO DI PENSIERO.