Introducing
Your new presentation assistant.
Refine, enhance, and tailor your content, source relevant images, and edit visuals quicker than ever before.
Trending searches
Lavoro di Elisabetta Castegini
"La Locandiera" di Carlo Goldoni è una commedia scritta in tre atti e viene rappresentata per la prima volta al teatro Sant’Angelo di Venezia il 26 dicembre del 1752, quasi allo scadere dei cinque anni trascorsi dal Goldoni in qualità di poeta di compagnia di Medebach. Nell’avvertimento al lettore, lo scrittore dichiara di ritenere la Locandiera la più morale, la più valida e talvolta la più istruttiva.
L’opera teatrale “La Locandiera” si incentra sulle vicende di Mirandolina, giovane donna affascinante e ingegnosa che gestisce a Firenze una locanda ereditata dal padre, con l’aiuto del suo cameriere Fabrizio.
Nel primo atto Mirandolina viene continuamente corteggiata dai suoi clienti, in particolar modo dal marchese di Forlipopoli e dal conte d’Albafiorita. Il marchese, usufruendo del suo onore, è convinto che basti solamente la sua protezione per conquistare il cuore della giovane. Mentre, dall’altra parte il conte pensa che per far innamorare la locandiera basta soltanto farle numerosi regali. L’astuta Mirandolina non si concede a nessuno dei due preferendo farsi corteggiare e farsi regalare i doni a lei offerti per far aumentare il profitto della locanda. L’arrivo del cavaliere di Ripafratta, personaggio che snobba le donne, sconvolge l’equilibrio all’interno della trattoria e rimprovera Mirandolina per il servizio scadente. La donna, ferita nel suo orgoglio femminile, si promette che riuscirà a far innamorare il cavaliere di lei.
Nel secondo atto la protagonista riesce in breve tempo a sedurre il cavaliere usando diversi trucchi tipici delle donne che l’uomo non può conoscere dal momento che odia il sesso femminile. Successivamente il cavaliere cede e tutto l’odio che provava si trasforma in un appassionato amore che lo tormenta. Mirandolina riesce perfino a farsi invitare a pranzo dal nobiluomo e fa finta di essere innamorata di lui. Durante il pasto giunge a fare visita il marchese che porta un vino che lui ritiene di valore e lo fa assaggiare al conte che ricambia con una bottiglia di vino. Il marchese, offeso e deluso, abbandona la stanza portandosi via il vino. Intanto il conte d’Albafiorita dall’altra parte sta pranzando con le due comiche Ortensia e Dejanira che per divertirsi cercano di far innamorare il cavaliere di Ripafratta, ma egli le respinge con parole provocatorie. L’uomo decide di lasciare la locanda per non innamorarsi di Mirandolina, ma ella, portandogli il conto, finge di piangere e poi di svenire, in modo da far preoccupare il cavaliere.
Nel terzo atto, appena Mirandolina capisce che la sua vendetta è terminata, inizia a rifiutare il cavaliere. Il conte e il marchese, notando le speciali attenzioni di Mirandolina rivolte al cavaliere, bruciano di gelosia e vogliono vendicarsi del loro rivale. Il cavaliere, innamorato per la bella Mirandolina ma allo stesso vergognoso nei confronti dei due nobiluomini, non vuole far sapere che è caduto vittima dell’amore della locandiera, ma freme ansiosamente di avere la donna per sé. Mirandolina riappacifica i nobili e annuncia a loro di volersi sposare con il suo cameriere Fabrizio e si promette di non giocare più con il cuore degli uomini. Nell’ultima scena la protagonista chiede ai suoi clienti di cambiare locanda per non importunarla più e avverte il pubblico di ricordarsi della locandiera per non cadere in inganni d’amore.
Donna astuta e attraente, capace di far innamorare qualsiasi uomo.
Lei rappresenta le donne che si divertono a sottomettere gli uomini, e ad utilizzarli a loro piacere. Possiede una locanda a Firenze frequentata principalmente da signori che vengono lì per provare a conquistarla. Nonostante la sua vita sentimentale, riesce a mantenere i rapporti con il suo caro servo Fabrizio alla quale è stata promessa in sposa.
Ricco signore impadronitosi del titolo di conte acquistando la contea di Albert al bar fiorita. Egli sfrutta ogni occasione per dar mostra della sua ricchezza e del suo denaro, convinto che con quest'ultimo si possano ottenere onore e persino l'amore della giovane donna Mirandolina.
È un nobile decaduto senza molto denaro ma orgoglioso del suo titolo nobiliare. In cambio dell'amore della protagonista Mirandolina sarebbe disposto a offrirle la sua completa protezione. È avaro, tirchio e molto vanitoso.
Umile cameriere di Mirandolina.
È innamorato della giovane, ma non potendo offrirle nè denaro nè protezione non trova alcun modo di conquistarla. Alla fine della storia Mirandolina per rimediare ai suoi inganni e per accontentare il desiderio di suo padre lo sposerà.
Uomo dai solidi principi, che ha a disposizione l'eredità di suo padre che utilizza con ritegno. Ha la presunzione di essere inattaccabile dal fascino delle donne, anche se viene subito conquistato da Mirandolina.
Nel corso della storia cercherà in tutti modi di nascondere i propri sentimenti nei confronti della donna, fino a che non riuscendo ad accettare di essersi innamorato fugge dalla locanda.
Due comiche che contribuiscono a delineare il personaggio femminile stereotipato nella commedia. Entrambe ingenue e superficiali.
Questa commedia dal mio punto di vista è molto coinvolgente e favolosa perché Goldoni con una storia semplice e di vita quotidiana è riuscito a illustrare molti aspetti del carattere umano portando a luce qualità e difetti dell’uomo e della donna.
La scena che mi ha colpito in modo particolare è l’ultima quando Mirandolina annuncia che vuole sposare Fabrizio e da questa sua decisione ha fatto capire che comunque malgrado tutto, noi donne sì cerchiamo forse gli uomini ricchi, affascinanti ma poi torniamo sempre da quelli che anche con un piccolo gesto ti fanno innamorare. Fabrizio non era né ricco e né poteva darle protezione eppure sceglie lui.
L’elaborato non è molto moderno infatti è scritto in italiano con frequenti toscanismi e diviso in 3 atti con un’alternanza di battute.
Il messaggio che ho percepito è che la commedia è fondata sull’amore materiale in quanto l’uomo viene rappresentato ingenuo e sottomesso e la donna falsa e debole.