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Negli anni a cavallo fra XIX e XX secolo l'Europa visse una fase di grandi contraddizioni, intrecciandosi:
Le contraddizioni insite nel periodo che chiude l'800 e apre il '900 vengono ben rappresentate dalla duplice immagine che quest'epoca contribuisce a dare di sé:
A partire dal 1890 - anno delle dimissioni di Bismarck - i rapporti tra le grandi potenze che dominavano la politica europea e mondiale subirono radicali mutamenti
Con l'avvicinamento dell'Inghilterra alla Francia e alla Russia, del sistema di alleanze bismarckiano restava ben poco:
- Patto difensivo militare stipulato il 20 maggio 1882 a Vienna dall'Impero tedesco, dall'Impero austro-ungarico e dal regno d'Italia
- Era stato preceduto dalla Duplice Alleanza Austro-Tedesca del 1879 (patto difensivo contro la Russia, conseguenza del Congresso di Berlino del 1878), anche se Guglielmo I era contrario, risoluto a non turbare i secolari rapporti di amicizia con la Russia
- Con la Russia, Bismarck aveva comunque stipulato in segreto il Trattato di contro-assicurazione (non aggressione) nel 1887, che però non fu più rinnovato dopo il 1890 da Guglielmo II (che congeda Bismarck). La conseguenza fu l'avvicinamento della Russia alla Francia con la firma di un'alleanza nel 1891.
L'Italia (dopo l'occupazione francese della Tunisia) voleva rompere il suo isolamento
Interessanti per l'Italia furono il rinnovo del 1887 (con accordi bilaterali più vantaggiosi) e quello del 1891 (nell'art. 7 si riportava un patto italo-austriaco sui compensi nel caso di espansione nei Balcani dell'Impero austroungarico)
Quando nel 1890 la Germania decise di non rinnovare il trattato di alleanza con la Russia, l'Impero zarista temette di restare isolato
La decisione presa dal governo tedesco di dare il via alla costruzione di una potente flotta da guerra capace di contrastare la superiorità britannica provocò la risposta inglese:
Trovato un accordo con la Francia, l'Inghilterra si premurò di risolvere anche con la Russia i contrasti coloniali ancora esistenti
Se a livello internazionale la Belle époque rappresenta il periodo in cui si formano e si consolidano i blocchi che, con poche eccezioni, si scontreranno durante la Prima guerra mondiale, la politica interna dei principali Paesi d'Europa appare in fervente evoluzione
Nonostante gli sforzi in senso democratico di cui la Francia si rese protagonista negli ultimi decenni del XIX secolo, non mancarono tensioni che misero a serio repentaglio la vita stessa della Terza Repubblica:
Il caso Dreyfus riuscì a risolversi positivamente anche grazie alla svolta progressista di cui la Francia si rese protagonista nei primi anni del '900
Lo spostamento a sinistra del movimento sindacale e la rottura dell'alleanza fra socialisti e radicali ridiede spazio alle correnti moderate
Negli anni a cavallo fra i due secoli la Gran Bretagna fu governata dalla coalizione fra i conservatori di Lord Robert Salisbury e i liberali unionisti (nati da una scissione del Partito liberale) di Joseph Chamberlain
Ottenuta la maggioranza alla Camera, i liberali caratterizzarono la loro iniziativa attraverso:
Alla fine dell'800 la Russia, unica fra le grandi potenze europee a reggersi ancora su un sistema autocratico, tentò il suo primo decollo industriale
Un'industrializzazione calata dall'alto e concentrata in poche zone densamente popolate, un'agricoltura che versava in uno stato di estrema arretratezza, una cronica sovrabbondanza di manodopera finirono per esacerbare la situazione, sostenendo una tensione politica e sociale crescente
Quando - Pietrogrado, gennaio 1905 - un corteo di 150.000 persone si diresse verso il Palazzo d'Inverno, residenza dello zar, per chiedere maggiori libertà e interventi atti a ridurre il disagio delle classi popolari, l'esercito sparò sulla folla, uccidendo più di cento manifestanti e ferendone oltre duemila
Per ridurre le tensioni, lo zar Nicola II accolse le richieste dei rivoltosi, accettando la nascita di istituzioni rappresentative e concedendo maggiori libertà politiche
Una volta ristabilito l'ordine, restava, come unico risultato del moto rivoluzionario, l'impegno dello zar di convocare un'assemblea rappresentativa (Duma)
Diventato primo ministro nel 1906, Petr Stolypin fu l'artefice della restaurazione e, per riguadagnare un certo consenso tra le masse, l'ispiratore di una riforma agraria destinata a mutare il volto della società russa
Durante gli ultimi decenni del XIX secolo, l'Impero asburgico sembrò avvitarsi lungo un declino apparentemente inarrestabile:
Il principale motivo di crisi e di disgregazione all'interno dell'Impero asburgico era costituito dai conflitti nazionali
Già dal 1865 Francesco Giuseppe aveva pensato ad una soluzione dualistica, ossia ad una intesa con gli ungheresi per continuare a contenere gli slavi.
Il compromesso del 1867 definì un nuovo dualismo (gli Asburgo risultarono così imperatori d'Austria e re di Ungheria), ponendo così gli ungheresi in una posizione privilegiata rispetto alle altre etnie.
L'arciduca Francesco-Ferdinando appoggiava il progetto "trialistico", ma i nazionalisti serbi e croati erano contrari aspiravano alla formazione di una Stato slavo indipendente (con l'appoggio della Serbia a sua volta spalleggiata dalla Russia)
Nel primo quindicennio del '900, si iniziarono ad avvertire i sintomi di un ridimensionamento della posizione del Vecchio continente in rapporto al resto del mondo
Una prima dimostrazione dell'impeto imperialista del Giappone si ebbe quando, nel 1894, i nipponici decisero di occupare la Corea, uno Stato fino ad allora vassallo della Cina
Interessato ad espandersi anche in Manciuria, il Giappone propose alla Russia, che già occupava buona parte della regione, un accordo sulla sua spartizione
Ripetutamente sconfitta e alle prese con la rivoluzione, la Russia fu costretta ad accettare la mediazione degli Stati Uniti e firmare il trattato di Portsmouth (1905)
La netta sconfitta della Russia rappresentò per l'Europa un trauma di proporzioni difficilmente inimmaginabili
Assoggettata alle pressioni commerciali occidentali e sconfitta nel 1894 dal Giappone, la Cina entrò presto in crisi, esponendosi alla nascita di un movimento conservatore e xenofobo che si proponeva la restaurazione delle antiche tradizioni imperiali
Sedata la rivolta dei boxers, il malcontento all'interno della Cina continuò a serpeggiare
Quando, nel 1911, il governo cinese decise di affidare a imprese straniere il controllo della rete ferroviaria, scoppiò una vera e propria rivolta nelle province centro-meridionali
Il fragile compromesso tra le forze democratiche organizzate nel nuovo Partito nazionale - Kuomintang - e i gruppi conservatori che facevano capo a Yuan Shi-kai, contrari a ogni riforma che minacciasse i tradizionali equilibri sociali nelle campagne, si ruppe nel giro di pochi mesi
Negli anni a cavallo fra i due secoli, anche negli Stati Uniti proruppe un'evidente spinta espansionistica, legata soprattutto al dinamismo economico
Quando, nel 1895, gli spagnoli soffocarono nel sangue una rivolta che era scoppiata a Cuba contro i dominatori iberici, l'opinione pubblica americana ne rimase turbata
Grazie alla fortunata campagna militare contro la Spagna, gli Stati Uniti si assicurarono, oltre al controllo dei Caraibi, anche un vasto dominio in Asia centrale
Eletto presidente nel 1901, il repubblicano Theodor Roosvelt proseguì la politica imperialista, alternando con disinvoltura la pressione economica - diplomazia del dollaro - alle minacce di interventi armati - big stick -
d'influenza statunitense