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Transcript

La

Belle époque

Il resto del mondo

L'Europa

Le nuove

alleanze

Contraddizioni

Immagini contrapposte

Negli anni a cavallo fra XIX e XX secolo l'Europa visse una fase di grandi contraddizioni, intrecciandosi:

  • Un intenso sviluppo economico e produttivo accanto a un significativo inasprimento delle tensioni internazionali
  • Un frenetico riarmo unito a rinnovate spinte pacifiste
  • Nazionalismi aggressivi e utopie internazionaliste
  • Un importante progresso scientifico e tecnologico accanto alla critica del positivismo
  • Un benessere materiale sempre più diffuso accanto a disuguaglianze crescenti

La Belle époque

La Belle époque

Le contraddizioni insite nel periodo che chiude l'800 e apre il '900 vengono ben rappresentate dalla duplice immagine che quest'epoca contribuisce a dare di sé:

  • Da un lato quella idilliaca e nostalgica di un'età di progresso e di spensieratezza, di pace e di benessere
  • Belle époque
  • Dall'altro quella di una stagione dominata dal militarismo, dall'imperialismo e dalla più spietata logica di potenza:
  • Un'epoca, dunque, irreversibilmente avviata verso la Grande guerra

Nuove alleanze

A partire dal 1890 - anno delle dimissioni di Bismarck - i rapporti tra le grandi potenze che dominavano la politica europea e mondiale subirono radicali mutamenti

  • Gli equilibri internazionali sino ad allora consolidati si ruppero, dando luogo a una assetto bipolare fondato sulla contrapposizione fra due blocchi di potenze
  • Protagonista di questa spaccatura fu l'imperatore tedesco Guglielmo II, intenzionato a sviluppare una politica più aggressiva di quella realizzata da Bismarck e incapace di continuare a tenere uniti a sé i maggiori alleati della Germania, gli imperi russo e austro-ungarico

La Triplice Alleanza

La Triplice Alleanza

Con l'avvicinamento dell'Inghilterra alla Francia e alla Russia, del sistema di alleanze bismarckiano restava ben poco:

  • Alla Triplice Alleanza, costruita attorno al blocco fra i due imperi centrali - tedesco e austro-ungarico - con l'Italia come appendice contingente, veniva infatti contrapponendosi la Triplice Intesa
  • Quest'ultima, politicamente meno omogenea ma potenzialmente più forte per risorse e popolazione, godeva del gran vantaggio di poter accerchiare lo schieramento avversario

Triplice alleanza

- Patto difensivo militare stipulato il 20 maggio 1882 a Vienna dall'Impero tedesco, dall'Impero austro-ungarico e dal regno d'Italia

- Era stato preceduto dalla Duplice Alleanza Austro-Tedesca del 1879 (patto difensivo contro la Russia, conseguenza del Congresso di Berlino del 1878), anche se Guglielmo I era contrario, risoluto a non turbare i secolari rapporti di amicizia con la Russia

- Con la Russia, Bismarck aveva comunque stipulato in segreto il Trattato di contro-assicurazione (non aggressione) nel 1887, che però non fu più rinnovato dopo il 1890 da Guglielmo II (che congeda Bismarck). La conseguenza fu l'avvicinamento della Russia alla Francia con la firma di un'alleanza nel 1891.

Triplice alleanza

L'Italia (dopo l'occupazione francese della Tunisia) voleva rompere il suo isolamento

Interessanti per l'Italia furono il rinnovo del 1887 (con accordi bilaterali più vantaggiosi) e quello del 1891 (nell'art. 7 si riportava un patto italo-austriaco sui compensi nel caso di espansione nei Balcani dell'Impero austroungarico)

L'alleanza

franco-russa

La Triplice Intesa

Quando nel 1890 la Germania decise di non rinnovare il trattato di alleanza con la Russia, l'Impero zarista temette di restare isolato

  • La necessità di trovare un nuovo partner economico e militare costrinse così la Russia ad avvicinarsi alla Francia:
  • Quest'ultima si impegnò in una serie di ingenti prestiti all'Impero zarista, intenzionato ad avviare un primo processo di industrializzazione
  • Nel 1891, poi, Russia e Francia stipularono una vera e propria alleanza militare

L'Intesa cordiale

L'Intesa cordiale

La decisione presa dal governo tedesco di dare il via alla costruzione di una potente flotta da guerra capace di contrastare la superiorità britannica provocò la risposta inglese:

  • Per mantenere la leadership sui mari, la Gran Bretagna si impegnò infatti in una vera e propria corsa agli armamenti navali
  • Per trovare nel Vecchio Continente un alleato contro le velleità tedesche, gli inglesi si riavvicinarono inoltre alla Francia, stipulando nel 1904 l'Intesa cordiale
  • Pur non essendo una vera e propria alleanza militare, rappresentava comunque un primo trattato di amicizia tra due potenze sino ad allora distanti

La Triplice Intesa

Trovato un accordo con la Francia, l'Inghilterra si premurò di risolvere anche con la Russia i contrasti coloniali ancora esistenti

  • L'accordo anglorusso del 1907, consisteva in un reciproco riconoscimento delle sfere di influenza in Asia
  • In questo modo, pur in maniera indiretta, veniva a crearsi un'Intesa tra Francia, Inghilterra e Russia, unite contro le velleità militariste ed espansioniste della Germania
  • La Triplice intesa rimase in vigore fino al 1917 quando scoppiò la Rivoluzione russa

La Triplice Intesa

L'Europa

Se a livello internazionale la Belle époque rappresenta il periodo in cui si formano e si consolidano i blocchi che, con poche eccezioni, si scontreranno durante la Prima guerra mondiale, la politica interna dei principali Paesi d'Europa appare in fervente evoluzione

Un'involuzione nazionalista

La Francia

Nonostante gli sforzi in senso democratico di cui la Francia si rese protagonista negli ultimi decenni del XIX secolo, non mancarono tensioni che misero a serio repentaglio la vita stessa della Terza Repubblica:

  • Presero infatti forma esperienze a sfondo militarista e bonapartista, si acuirono le reazioni clericali contro il laicismo della classe dirigente, si accentuarono espressioni nazionalistiche e antisemite, di cui il caso Dreyfus rappresenta la manifestazione più nota

Il caso Dreyfus

Il caso Dreyfus

La svolta progressista

La svolta progressista

Il caso Dreyfus riuscì a risolversi positivamente anche grazie alla svolta progressista di cui la Francia si rese protagonista nei primi anni del '900

  • Alle elezioni del 1899, infatti, le forze laiche e progressiste riuscirono ad ottenere la maggioranza, prendendosi una rivincita sui nazionalisti
  • Perfino un esponente socialista, Alexandre Millerand, entrò nella nuova compagine di governo
  • In questo periodo, così, riprese la battaglia contro le posizioni di potere ancora detenute dal clero:
  • Vennero sciolte oltre cento congregazioni religiose
  • Furono azzerate le relazioni diplomatiche con la Santa Sede (1905)
  • Venne dato nuovo slancio alla separazione tra Stato e Chiesa

La ripresa dei moderati

Lo spostamento a sinistra del movimento sindacale e la rottura dell'alleanza fra socialisti e radicali ridiede spazio alle correnti moderate

  • Rimaste in ombra per un decennio, riuscirono così a tornare al potere fra il 1912 e il 1914, portando alla guida del governo - e poi alla presidenza della Repubblica - il loro leader più prestigioso, Raymond Poincaré

La ripresa dei moderati

I governi conservatori

La Gran Bretagna

Negli anni a cavallo fra i due secoli la Gran Bretagna fu governata dalla coalizione fra i conservatori di Lord Robert Salisbury e i liberali unionisti (nati da una scissione del Partito liberale) di Joseph Chamberlain

  • A mettere in crisi l'egemonia conservatrice fu il progetto di introdurre anche in Gran Bretagna pratiche protezionistiche
  • Alle elezioni del 1906 i liberali, che si erano opposti al progetto, conquistarono così un'ampia maggioranza e i laburisti riuscirono per la prima volta a fare il loro ingresso alla Camera

I governi liberali

I governi liberali

Ottenuta la maggioranza alla Camera, i liberali caratterizzarono la loro iniziativa attraverso:

  • Un'energica politica di riforme sociali:
  • Venne ridotto l'orario di lavoro per i minatori a otto ore giornaliere
  • Furono istituiti i primi uffici di collocamento
  • Vennero istituite delle assicurazioni per la vecchiaia a totale carico dello Stato
  • Una politica fiscale fortemente progressiva, mirante a colpire i grandi patrimoni
  • I Lord, contrari a tale inasprimento delle tasse a loro carico e ad accettare una limitazione delle loro prerogative, dovettero infine desistere (1911), grazie anche alle pressioni del nuovo re Giorgio V

Il processo di industrializzazione

La Russia

Alla fine dell'800 la Russia, unica fra le grandi potenze europee a reggersi ancora su un sistema autocratico, tentò il suo primo decollo industriale

  • Il processo di modernizzazione venne interamente gestito dallo Stato, che:
  • Realizzò le grandi costruzioni ferroviarie degli inizi degli anni '90
  • Sostenne la produzione nazionale attraverso politiche protezionistiche
  • Investì direttamente capitali pubblici nelle imprese
  • Incoraggiò l'afflusso di capitali stranieri - soprattutto francesi -
  • Represse i conflitti sociali che, inevitabilmente, scoppiarono

Le tensioni politiche

Un'industrializzazione calata dall'alto e concentrata in poche zone densamente popolate, un'agricoltura che versava in uno stato di estrema arretratezza, una cronica sovrabbondanza di manodopera finirono per esacerbare la situazione, sostenendo una tensione politica e sociale crescente

  • Mentre la classe operaia subiva l'influenza del Partito socialdemocratico, fra i contadini riscuoteva un certo successo il Partito socialista rivoluzionario, nato nel 1900
  • Privo di canali legali attraverso cui esprimersi, la protesta finì col coagularsi in un moto rivoluzionario (1905)

La rivoluzione del 1905

Quando - Pietrogrado, gennaio 1905 - un corteo di 150.000 persone si diresse verso il Palazzo d'Inverno, residenza dello zar, per chiedere maggiori libertà e interventi atti a ridurre il disagio delle classi popolari, l'esercito sparò sulla folla, uccidendo più di cento manifestanti e ferendone oltre duemila

  • La brutale repressione della domenica di sangue innescò un moto rivoluzionario in tutto il Paese
  • Per l'organizzazione dei moti si costituirono dei soviet (consigli) democratici
  • Quello di Pietrogrado prese in mano le redini della rivoluzione

La repressione zarista

La repressione zarista

Per ridurre le tensioni, lo zar Nicola II accolse le richieste dei rivoltosi, accettando la nascita di istituzioni rappresentative e concedendo maggiori libertà politiche

  • In realtà, dietro queste concessioni si celava la volontà di schiacciare risolutamente il movimento rivoluzionario:
  • Venne segretamente incoraggiata la formazione di movimenti paramilitari di estrema destra (Centurie nere) per la realizzazione di pogrom antiebraici e spedizioni punitive contro i rivoluzionari
  • Vennero arrestati quasi tutti i membri del soviet di Pietrogrado
  • Furono soffocate nel sangue le rivolte che scoppiarono a Mosca e nella capitale

La fine della Duma

La fine della Duma

Una volta ristabilito l'ordine, restava, come unico risultato del moto rivoluzionario, l'impegno dello zar di convocare un'assemblea rappresentativa (Duma)

  • Eletta nell'aprile 1906 - a suffragio universale ma con un sistema che privilegiava i proprietari terrieri -, pur con poteri estremamente limitati, la prima Duma risultò ugualmente un ostacolo sulla via della restaurazione assolutista
  • Sciolta per ben due volte, nel 1907 il governo modificò la legge elettorale in senso smaccatamente classista, potendo così disporre di un'assemblea composta in gran parte da aristocratici e quindi più vicina alle istanze dell'esecutivo

La riforma agraria

La riforma agraria

Diventato primo ministro nel 1906, Petr Stolypin fu l'artefice della restaurazione e, per riguadagnare un certo consenso tra le masse, l'ispiratore di una riforma agraria destinata a mutare il volto della società russa

  • Con l'obiettivo di creare una piccola borghesia rurale capace di fungere da fattore di modernizzazione e, contemporaneamente, di stabilità politica, venne dissolta la struttura comunitaria del mir:
  • I contadini furono così liberi di uscire dalle comunità di villaggio e diventare proprietari della terra che lavoravano, godendo di facilitazioni creditizie per l'acquisto dei fondi
  • In realtà, solo una parte dei nuovi piccoli proprietari andò a ingrossare le fila dei contadini relativamente agiati (kulaki)
  • I più, invece, non riuscirono a trovare nei loro piccoli appezzamenti condizioni di vita accettabili

L'Impero asburgico

L'Austria-Ungheria

Durante gli ultimi decenni del XIX secolo, l'Impero asburgico sembrò avvitarsi lungo un declino apparentemente inarrestabile:

  • Con un'economia prevalentemente agricola, complessivamente più povero della Germania e della Francia, l'Impero concentrava le proprie attività industriali attorno a Vienna, in Boemia e a Trieste, centro di uno dei porti più importanti per il commercio tra Centro Europa e Mediterraneo
  • La politica, inoltre, era dominata da un sostanziale immobilismo e dalla persistenza di strutture sociali tradizionali, incardinate attorno alla Chiesa e ai grandi proprietari terrieri

I conflitti nazionali

I conflitti nazionali

Il principale motivo di crisi e di disgregazione all'interno dell'Impero asburgico era costituito dai conflitti nazionali

  • Tra la fine dell'800 e l'inizio del '900 si assisté infatti a una crescita dei movimenti nazionali, tutti in forte contrasto tra loro ma uniti dall'ostilità nei confronti del centralismo imperiale
  • In Boemia e in Moravia si affermò il movimento dei giovani cechi, che si batteva contro la politica di germanizzazione promossa dal Vienna
  • Serbi e croati assoggettati al dominio ungherese - più duro di quello austriaco - subivano l'attrazione del vicino Regno di Serbia
  • In Trentino forte si levava la voce di chi avrebbe voluto l'assorbimento nel Regno d'Italia
  • Perfino in Ungheria sorse un movimento che rivendicava totale autonomia dall'Austria

Impero austro-ungarico

Già dal 1865 Francesco Giuseppe aveva pensato ad una soluzione dualistica, ossia ad una intesa con gli ungheresi per continuare a contenere gli slavi.

Il compromesso del 1867 definì un nuovo dualismo (gli Asburgo risultarono così imperatori d'Austria e re di Ungheria), ponendo così gli ungheresi in una posizione privilegiata rispetto alle altre etnie.

L'arciduca Francesco-Ferdinando appoggiava il progetto "trialistico", ma i nazionalisti serbi e croati erano contrari aspiravano alla formazione di una Stato slavo indipendente (con l'appoggio della Serbia a sua volta spalleggiata dalla Russia)

Il resto del mondo

Nel primo quindicennio del '900, si iniziarono ad avvertire i sintomi di un ridimensionamento della posizione del Vecchio continente in rapporto al resto del mondo

  • A suggerire questi timori non era tanto l'ascesa degli Stati Uniti, considerati con eccessiva sufficienza dagli europei, quanto il risveglio dei popoli dell'Estremo Oriente:
  • Il Giappone, in pieno sviluppo industriale, era infatti ormai apertamente lanciato in una politica imperiale
  • La Cina, sempre più sofferente a causa dello stato di soggezione imposto dalle potenze europee, rischiava di esplodere da un momento all'altro

Lo scontro con la Cina

Il Giappone

Una prima dimostrazione dell'impeto imperialista del Giappone si ebbe quando, nel 1894, i nipponici decisero di occupare la Corea, uno Stato fino ad allora vassallo della Cina

  • Lo scontro tra le due grandi potenze dell'Estremo Oriente fu così inevitabile
  • Il Giappone, nel breve volgere di poche settimane, riuscì a sconfiggere la Cina sia per mare sia per terra, ottenendo, oltre alla Corea, anche altri territori, tra cui Formosa (l'attuale Taiwan)

La guerra con la Russia

La guerra con la Russia

Interessato ad espandersi anche in Manciuria, il Giappone propose alla Russia, che già occupava buona parte della regione, un accordo sulla sua spartizione

  • Sottovalutando la forza dei rivali, i russi rifiutarono ogni negoziato
  • La flotta giapponese, senza alcuna dichiarazione di guerra, attaccò così quella russa nel Mar Giallo e strinse d'assedio la base di Port Arthur (febbraio 1904)
  • Dopo quasi un anno, all'inizio del 1905, caduta Port Arthur, i giapponesi penetrarono in Manciuria e sconfissero l'esercito russo nella battaglia di Mukden
  • La flotta russa, giunta nel teatro delle operazioni dopo aver circumnavigato l'Africa e l'Asia, venne infine distrutta presso l'isola di Tsushima

Il trattato di Portsmouth

Ripetutamente sconfitta e alle prese con la rivoluzione, la Russia fu costretta ad accettare la mediazione degli Stati Uniti e firmare il trattato di Portsmouth (1905)

  • Il Giappone ottenne la Manciuria meridionale, una parte dell'isola di Sakhalin - situata di fronte alle coste della Siberia - e il riconoscimento del protettorato sulla Corea - strappata alla Cina dieci anni prima -

Gli echi della sconfitta

Gli echi della sconfitta

La netta sconfitta della Russia rappresentò per l'Europa un trauma di proporzioni difficilmente inimmaginabili

  • Per la prima volta nell'età moderna, infatti, un paese asiatico aveva battuto in guerra una grande potenza europea
  • Il mito della supremazia militare e tecnologica del Vecchio continente sembrò andare in frantumi
  • L'Estremo Oriente cessava di essere campo d'azione incontrastato per le potenze europee e si avviava a diventare terreno di competizione fra nuovi imperialismi in ascesa:
  • Quello giapponese e quello statunitense

La rivolta dei boxers

La Cina

Assoggettata alle pressioni commerciali occidentali e sconfitta nel 1894 dal Giappone, la Cina entrò presto in crisi, esponendosi alla nascita di un movimento conservatore e xenofobo che si proponeva la restaurazione delle antiche tradizioni imperiali

  • Nel 1900, a seguito di una serie di violenze compiute dai boxers - braccio armato del movimento nazionalista cinese - contro i simboli e i rappresentanti della presenza straniera, le grandi potenze - compresi Stati Uniti e Giappone - si accordarono per un intervento militare congiunto
  • In due settimane la rivolta fu sedata e Pechino venne occupata dalle truppe alleate

Sun Yat-sen

Sedata la rivolta dei boxers, il malcontento all'interno della Cina continuò a serpeggiare

  • Sfruttando la situazione, nel 1905 un medico di Canton, Sun Yat-sen, fondò un'organizzazione segreta, il Tung meng hui, il cui programma si fondava sui tre principi del popolo:
  • Indipendenza nazionale
  • Democrazia rappresentativa
  • Benessere del popolo

La rivoluzione del 1911

La rivoluzione del 1911

Quando, nel 1911, il governo cinese decise di affidare a imprese straniere il controllo della rete ferroviaria, scoppiò una vera e propria rivolta nelle province centro-meridionali

  • Nel gennaio del 1912, così, un'assemblea rivoluzionaria dichiarò decaduta la dinastia Manciù ed elesse Sun Yat-sen presidente della Repubblica
  • In aprile, il generale Yuan Shi-kai, inviato per sedare la rivolta, si schierò dalla parte dei repubblicani, ottenendo in cambio la nomina di presidente in luogo di Sun Yat-sen
  • Il più antico impero del mondo crollava così ingloriosamente, sostituito da una Repubblica

La dittatura

La guerra civile

Il fragile compromesso tra le forze democratiche organizzate nel nuovo Partito nazionale - Kuomintang - e i gruppi conservatori che facevano capo a Yuan Shi-kai, contrari a ogni riforma che minacciasse i tradizionali equilibri sociali nelle campagne, si ruppe nel giro di pochi mesi

  • Nel 1913 Yuan Shi-kai sciolse il Parlamento, mise fuori legge il Kuomintang, costrinse Sun Yat-sen all'esilio e instaurò una dittatura militare appoggiata dalle potenze straniere
  • Cominciava per la Cina una lunga stagione di guerre civili che si sarebbe conclusa solo nel 1949 con la vittoria della rivoluzione comunista

Imperialismo informale

Gli Stati Uniti

Negli anni a cavallo fra i due secoli, anche negli Stati Uniti proruppe un'evidente spinta espansionistica, legata soprattutto al dinamismo economico

  • Pur senza emulare il modello europeo, gli USA riuscirono ad assicurarsi il controllo di territori anche lontani, irretendoli all'interno del proprio orizzonte produttivo e commerciale
  • Le principali direttrici di questa espansione furono due:
  • Il Pacifico, naturale estensione della corsa all'Ovest e del mito della frontiera americana
  • L'America Latina, sulla scia di quanto affermato attraverso la dottrina Monroe

La guerra con la Spagna

La guerra con la Spagna

Quando, nel 1895, gli spagnoli soffocarono nel sangue una rivolta che era scoppiata a Cuba contro i dominatori iberici, l'opinione pubblica americana ne rimase turbata

  • Fu così che gli Stati Uniti, preoccupati per la sorte dei cospicui interessi che avevano nelle piantagioni di canna da zucchero presenti nell'isola, decisero di intervenire
  • L'affondamento, nel febbraio 1898, di una corazzata americana nel porto dell'Avana sancì l'inizio della guerra, rapidamente conclusasi con la sconfitta della flotta spagnola sia nelle Antille sia nel Pacifico
  • La Spagna fu così costretta a concedere a Cuba l'indipendenza e a cedere agli Stati Uniti Portorico e le Filippine
  • In realtà, anche l'isola caraibica finì per entrare nella sfera d'influenza statunitense

L'espansione nel Pacifico

Grazie alla fortunata campagna militare contro la Spagna, gli Stati Uniti si assicurarono, oltre al controllo dei Caraibi, anche un vasto dominio in Asia centrale

  • Sempre nel 1898, inoltre, proseguendo l'espansione dei propri confini verso ovest, i nordamericani rafforzarono la loro presenza nel Pacifico con l'annessione delle isole Hawaii, avamposto cruciale per le rotte oceaniche

Il canale di Panama

Eletto presidente nel 1901, il repubblicano Theodor Roosvelt proseguì la politica imperialista, alternando con disinvoltura la pressione economica - diplomazia del dollaro - alle minacce di interventi armati - big stick -

  • L'occasione più importante per mettere in pratica una simile politica fu offerta dalla questione del Canale di Panama
  • Nel 1901 gli Stati Uniti avevano infatti ottenuto dal governo della Colombia l'autorizzazione a costruire e gestire per un secolo un canale che tagliasse l'istmo di Panama, aprendo una passaggio tra l'Oceano Pacifico e il Mar dei Caraibi
  • Quando, nel 1903, il Parlamento colombiano rifiutò di ratificare l'accordo, gli Stati Uniti organizzarono una sommossa a Panama, ergendosi a paladini dei rivoltosi
  • Come Cuba, così, anche Panama poté conquistare l'indipendenza, finendo tuttavia nella sfera

d'influenza statunitense

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