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Leon Battista Alberti

parte inferiore

La facciata marmorea di Santa Maria Novella è fra le opere più importanti del rinascimento fiorentino.

parte superiore

Basilica di Santa Maria Novella

decorazioni

Fu progettata da Leon Battista Alberti tra il 1458-1460, ma egli non potè ricrearla a suo piacimento poichè dovette contrastare una parziale realizzazione gotica. Fu quindi costretto ad armonizzare il "vecchio" con il "nuovo".

geometria

Nella parte inferiore della facciata il portale è inserito in un arco a tutto sesto classicheggiante, inspirato a quello del Pantheon, incorniciato da due semicolonne corinzie poggiate su alti piedistalli.

Le paraste sono rivestite da fasce orizzontali di marmo alternativamente verdi e bianche, ricordando i pilastri angolari del romanico battistero fiorentino di San Giovanni.

L’alto attico fra l’ordine inferiore e susperiore segna l’inizio della realizzazione completamente quattrocentesca: per l’intera altezza della navata centrale, la porzione superiore della facciata venne organizzata come un tempio classico . Quattro paraste corinzie, dalla tipica zebratura marmorea, sorreggono una trabeazione al di sopra della quale poggia un timpano.

Due ampie volute riccamente ornate raccordano l’ordine superiore all’attico nascondendo gli spioventi del tetto delle navate laterali.

Il rosone preesistente venne trasformato in un oculo la cui forma circolare viene ripresa nel sole sul timpano e nelle ruote delle volute.

Al centro del timpano è raffigurato il sole, principio cosmico generatore, con il volto di gesù bambino. Dai suoi raggi germogliano due gemme, proprio per la sua virtù vivificante. Gli antichi lo consideravano padre di tutte le cose, e i cristiano immagine di Dio.

Sulla trabeazione si legge il nome del committente e l'anno di conclusione dei lavori: ovvero “Giovanni Rucellai, figlio di Paolo, anno 1470”.

Se osserviamo attentamente l'elegante fregio marmoreo della trabeazione, notiamo subito che si tratta di una nave con le vele gonfie e le sartie sciolte dal vento. Esso non è altro che l'emblema dello stesso Rucellai e può essere soggetto a due diverse interpretazioni.

da un lato allude al mestiere della famiglia che, in quanto mercanti, avevano compiuto numerosi viaggi.

dall'altro potrebbe essere un riferimento alla buona sorte della casata che, come dice l'espressione proverbiale, “viaggiava col vento in poppa”, ovvero con la fortuna dalla loro parte.

è possibile inscrivere la facciata in un quadrato, i cui lati coincidono con la larghezza e l'altezza dell'edificio. La metà inferiore è a sua volta costituita da due quadrati. Un terzo quadrato è collocato nella zona superiore in posizione centrale, che può essere a sua volta diviso in altri quadrati.

Alberti applica qui i suoi principi architettonici dei rapporti proporzionali e, nonostante alcune parti medievali siano ancora ben visibili nella zona inferiore della facciata,

le proporzioni esistenti la rendono un'autentica espressione rinascimentale.

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