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Il codice di Hammurabi è la più antica raccolta di leggi scritte mai ritrovate nella storia. Il codice è una raccolta di 282 disposizioni, di cui sono andate perdute dalla 66 alla 99.
Le disposizioni sono state ordinate dal re Hammurabi di Babilonia, e furono scolpite in caratteri cuneiformi su una stele di diorite raffigurante alla sommità il re in piedi in venerazione di Marduk, dio solare della giustizia seduto su un trono. Questa stele veniva considerata sacra appunto per la concessione di essa dal dio Marduk, è in diorite nera ed è alta circa 225 centimetri. Attualente si trova al museo Luvre a Parigi
Alcune leggi:
La maggior parte di noi conosce a memoria i 10 comandamenti come scritti sulla Bibbia, come dio li avrebbe dettati a Mosè. Ma quanti di noi hanno veramente capito il significato di queste "regole"! e quante volte ci troviamo a non applicarle!
NON AVRAI ALTRO DIO ALL'INFUORI DI ME
non adorare nessuna divinità, oggetto , forza della natura, individuo che non sia io
1°
2°
3°
NON NOMINARE IL NOME DI DIO INVANO: non nominare il nome di Dio se non per invocazioni o preghiere giustificate, colui che bestemmia è in torto perché offende la figura divina di Dio
RICORDATI DI SANTIFICARE LE FESTE:
E sarebbe a dire di festeggiare Dio, poiché anche lui, nei giorni che ha istituito come festivi, dove non bisogna lavorare, ha creato l’uomo mentre il settimo è rimasto fermo.
4°
5°
6°
ONORA IL PADRE E LA MADRE:
In questo comandamento si esige il rispetto verso i genitori che è sacro, come è sacro l’amore che li ha uniti e da cui siamo tutti quanti nati. Sono i genitori infatti che ci hanno fatto dono della nostra vita e molte volte hanno sacrificato i loro avere perché noi crescessimo in salute e sereni.
NON UCCIDERE:
Questo è uno dei comandamenti più importanti, come il sesto e tutti quelli verso il prossimo e contro Dio. Uccidere qualcuno vuol dire togliere la vita che Dio gli ha donato, l’unica cosa su cui solo Egli stesso può decidere, avendo un disegno ben preciso per tutti noi.
NON COMMETTERE ATTI IMPURI:
Bisogna pensare ai rapporti sessuali come ad un’azione che permette di generare la prole, non solo per provare il piacere della carne, spesso a scapito di chi non è consenziente in tali atti. Se usato contro la volontà di qualcuno che, e soprattutto, non sia legato a noi da un legame prettamente sacro. Anche la violenza contro gli stessi figli è un peccato che va contro questa legge divina.
Non rubare
Rubare è un’azione che si compie oggi come si compiva allora, ma non dipende né dalla qualità né dalla qualità di ciò che si ruba. L’uomo infatti è stato creato da Dio per essere onesto, che non deve avere bisogno di compiere tali gravi azioni, perché tutto ciò che gli viene dato da Dio è tutto ciò che in realtà l’uomo a bisogno, senza detenere di più, soprattutto se preso da altri che rimangono senza. Nel vangelo di Matteo si spiega che l’azione del furto “leva onore all’uomo”.
Non dire falsa testimonianza
Dire menzogne, come rubare, alle volte, non si rivela quasi mai un problema per l’uomo: questo serve a proteggersi , ma solo agendo con egoismo. Questo comandamento invece insegna che bisogna essere sempre a servizio della verità, sapendola servire con coraggio, seppure sia dolorosa. Tradire il precetto della verità significa anche tradire noi stessi, poiché siamo stati creati per essere onesti.
Non desiderare la donna (o l’uomo) d’altri
Con questo ci si collega direttamente al sesto comandamento, che riguarda anche la fedeltà coniugale verso la propria moglie o marito. Pur sapendo che al tempo di Dio gli uomini non si facessero problemi di andare per prostitute, probabilmente non si rendevano conto di andare contro questo precetto divino importante. Anche il solo pensiero di desiderare qualcuno che coniugalmente appartiene ad altri oppure non fa parte della vostra vita di coppia è un peccato che non bisogna commettere.
Non desiderare la roba d’altri
Suddetto comandamento si collega al quinto precetto divino del “non rubare”, ma anche al non provare invidia e rabbia per qualcuno che ha ciò che noi vorremmo ma che non possiamo possedere per qualche specifico motivo. L’invidia e la rabbia distrugge il cuore dell’uomo riempiendolo di vanità ed orgoglio.
7°
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La Costituzione della Repubblica Italiana è la legge fondamentale dello Stato italiano, che in quanto tale occupa il vertice della gerarchia delle fonti nell'ordinamento giuridico della Repubblica.
Approvata dall'Assemblea Costituente il 22 dicembre 1947 e promulgata dal capo provvisorio dello Stato Enrico De Nicola il 27 dicembre seguente, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 298, edizione straordinaria, dello stesso giorno, ed entrata in vigore il 1º gennaio 1948, ne esistono tre originali, uno dei quali conservato presso l'archivio storico della Presidenza della Repubblica Italiana.
Considerata una costituzione scritta, rigida, lunga, votata, compromissoria, laica, democratica e tendenzialmente programmatica, consta di 139 articoli (anche se sono stati abrogati gli articoli 115, 124, 128, 129, 130) e di 18 disposizioni transitorie e finali.