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Giovanni Francesco Barbieri
(1591-1666)
Trascorse la vita tra Cento, dove nacque, e Bologna, dove morì. Uno strabismo all'occhio destro gli valse il soprannome di Guercino. Affascinato dalla pittura di Tiziano passò poi all'ammirazione per i Carracci (Ludovico in particolare). Per un breve periodo fu a Roma su convocazione di Papa Gregorio XV, ma alla morte del pontefice ritorno a Bologna. Ricevette inviti sia in Inghilterra, sia in Francia, ma egli li rifiutò.
L'opera si trova a Londra nel Museo National Gallery. E' un olio su tela eseguito nel 1652.
Il Guercino riprende quest'opera da un passo dell'Antico Testamento (Genesi, 21): il soggetto del dipinto è costituito da Agar (schiava egiziana) e Ismaele (suo figlio avuto da Abramo. Sara, gelosa di Agar, aveva ordinato al patriarca di cacciar la giovane madre insieme al fanciullo. I due vagarono nel deserto finché durò l'acqua che Abramo aveva dato loro. Il piccolo Ismaele si accasciò morente per la sete, e la madre in preda dal dolore si allontanò per non vederlo morire. In quel momento un angelo mandato da Dio, apparve ad Agar per indicarle una sorgente che avrebbe dissetato Ismaele
Il momento scelto dal Guercino è quello in cui la donna sta ascoltando le parole dell'Angelo con gli occhi gonfi e arrossati dal pianto. Poco lontano il figlio si agita al riparo di un cespuglio.
L'artista realizza la scena calibrando i pesi; una fascia diagonale, comprendente l'Agar e l'angelo, costituisce la zona densa del dipinto. Delle linee verticali si sommano alle diagonali generando una sensazione di equilibrio e misura.
Ismaele è poco definito: forse, in questo modo,il Guercino voleva suggerire la lontananza dalla madre, in aderenza al passo biblico ("poi si allontano e si mise a sedere di fronte , alla distanza quasi di un tiro di arco").
L'angelo, mentre sta comunicando con Agar, porta la mano sinistra al petto, nel gesto tipico di chi chiede fiducia; mentre con la mano destra sta indicando alla povera madre una sorgente.
Agar è in posa studiata con gamba distesa e l'altra flessa.Le sue braccia sono piegate in senso opposto, mentre il busto è leggermente spinto in avanti. La testa è ruotata di lato e gli occhi umidi sono rivolti in alto, mentre ascolta le parole proferite dall'angelo di Dio, incredula e senza speranza.
Colori
Lo sfumato ammorbidisce le forme.
L'azzurro oltremarino del cielo si sposa con il grigio rossastro delle nuvole.
L'uso sapiente del colore e l'accostamento ardito di tinte calde e fredde definiscono la macchia luminosa di Agar.
Nelle vesti della giovane e bella schiava, il viola si interpone tra l'arancione e il rosso e sulla sopravveste rossa si raccoglie il verde nastro della cintura