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Marco Battel
Giulia Corazza
Imbonati Carlo convisse con Giulia Beccaria, madre di Manzoni.
E' un componimento in endecasillabi sciolti, scritto nel 1805 in occasione della morte di Imbonati. Il carme è una sorta di dialogo morale con Imbonati.
"Sentir - riprese - e meditar: di poco
esser contento: da la meta mai
non torcer gli occhi, conservar la mano
pura e la mente: de le umane cose
tanto sperimentar, quanto ti basti
per non curarle: non ti far mai servo:
non far tregua coi vili: il santo Vero
mai non tradir: né proferir mai verbo,
che plauda al vizio, o la virtù derida.
(vv 207-215)
Riprese: "Percepire con il sentimento (sentir) e con la riflessione (meditar): accontenetarsi (esser contento) dell'essenziale (di poco): mai distogliere lo sguardo (torcer gli occhi) dalla meta: preservare purezza di intenti (conservar...pura) nel pensiero (mente) e nell'azione (mano): fare esperienza (sperimentar) delle cose umane del tanto che (tanto...quanto) basti per sapertene allontanare (non curarle): sii nemico di ogni servitù (non ti far mai servo): non scendere a patti (far tregua) coi vili: non allontanarti mai (non tradir) dalla verità che è sacra (santo Vero): nè pronunciare (proferir) mai parole (verbo) che esaltino (plauda) il vizio, o denigrino (derida) la virtù"
Sentir...meditar: questi versi rappresentano l'adesione psicologica e morale alla realtà e la riflessione critica, che sono i principi dell'etica morale e letteraria di Manzoni.
Gli Inni Sacri furono la prima opera scritta dal Manzoni dopo la conversione.
Manzoni rinnega la sua attività letteraria precedente e si concentra sulla celebrazione delle principali festività cristiane del calendario liturgico.
Egli si propone di trattare temi vivi nella coscienza contemporanea
Il Manzoni aveva stabilito di scrivere dodici inni sacri che celebrassero le festività maggiori del calendario liturgico, ma ne compose solo cinque tra il 1812 e il 1822: la Resurrezione, Il nome di Maria, Il Natale, La Passione e la Pentecoste.
Negli inni sacri Manzoni descrive i valori cristiani profondamente radicati nel rito liturgico, i quali ripropongono eventi santi che sono accaduti veramente in passato.
L’autore, ricollegandosi al modello della poesia cristiana antica e medioevale, ed anche nel tentativo di recuperare la corposità e la coralità della poesia biblica, realizza un decisivo rinnovamento della tradizione lirica italiana ancora legata a Petrarca ed ai suoi schemi armonici.
Gli Inni esprimono un bisogno di comunicazione corale, dall’io al noi, che recupera un senso profondo di comunità.
Ad un contenuto così innovativo corrisponde un altrettanto innovativo linguaggio che si caratterizza per una forte fisicità simbolizzata, unita all’espressione di una marcata conflittualità, che si traducono in un uso audace dell’analogia, dove l’elemento naturale ha corrispondenze sottili e simboliche con la realtà umana e divina.
Ultimo aspetto che mette conto rilevare negli Inni Sacri è la lettura sintattica.
La Pentecoste è un inno incentrato sulla discesa dello Spirito Santo.
Vv. 1-48: discesa dello Spirito Santo, e inizio della Chiesa. La Chiesa riporta alla luce e al trionfo dal silenzio iniziale
v. 48-80: gli effetti della discesa dello Spirito Santo sul mondo.
v. 81-144: invocazione allo Spirito Santo di tutti gli uomini
La poesia della Pentecoste raggiunge livelli altissimi ed un equilibrio solenne, trattando la discesa dello Spirito Santo sugli apostoli fino ad arrivare alla trasformazione del mondo grazie alla diffusione della parola di Dio.
Tra il luglio e il settembre del 1813 fu composto “Il Natale”, terzo Inno Sacro in ordine di composizione.
Il tema dell’inno è l’evento della nascita di Cristo, e il suo carattere insieme di Grazia divina e di necessità di redenzione dell’umanità corrotta.
Può essere diviso in 4 parti:
E' composta da 16 strofe di sette settenari ciascuna.
E' un personaggio misterioso, tanto che Manzoni non gli dà né nome, né cognome. Non si sa nulla di lui, da dove arrivi e chi sia.
E’ una figura inizialmente antagonista, che poi invece diventa il nodo cruciale di svolta perché ogni cosa volga al lieto fine.