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Il Baregiat'

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La Morte Nera

Giu 1348

Siamo troppi?

CONSEGUENZE DELL'AUMENTO DEMOGRAFICO

Il cibo non basta, la produzione agricola non va al passo con la crescita demografica. La gente abbandona il villaggio!

CLIMA PIÙ RIGIDO

DIFFUSIONE EPIDEMIE

RACCOLTI SCARSI

L'aumento demografico porta ad una riduzione delle risorse disponibili per la coltivazione, causando scarsi raccolti.

L'aumento demografico favorisce la diffusione di epidemie, a causa della maggiore densità di popolazione e delle condizioni igieniche precarie.

AUMENTO DELLE CARESTIE

PROGRESSIVO ABBANDONO VILLAGGI

A causa delle conseguenze dell'aumento demografico, come le carestie e le epidemie, si può verificare un progressivo abbandono dei villaggi.

Il calo della produzione agricola a causa dei raccolti scarsi contribuisce all'incremento delle carestie.

La pestilenza mortifera

La peste bubbonica, una malattia del ratto, le sue origini.

La Loimos di Pericle, la peste di Giustiniano e ora tocca a noi. Una malattia recidiva.

Second topic

La testimonianza

Subtopic 1

Cosa succederà dopo?

Nel prossimo futuro possiamo aspettarci una ripresa a tratti, la malattia potrebbe ritornare. Malgrado ciò ci saranno più risorse da sfruttare e salari più alti per i braccianti.

Third topic

La testimonianza

Il Decameron

Un gruppo di ragazzi della città di Firenze si rifugia in una villa in campagna per 10 giorni al riparo dalla peste.

Nella commedia del Decameron Giovanni Boccaccio racconta ai posteri quella che per noi oggi è la peste.

I sintomi

[...] nascevano nel cominciamento d’essa a’ maschi e alle femine parimente o nella anguinaia o sotto le ditella certe enfiature, [...] le quali i volgari nominavan gavoccioli. E dalle due parti del corpo predette infra brieve spazio cominciò il già detto gavocciolo mortifero indifferentemente in ogni parte di quello a nascere e a venire: e da questo appresso s’incominciò la qualità della predetta infermità a permutare in macchie nere o livide [...] E come il gavocciolo primieramente era stato e ancora era certissimo indizio di futura morte, così erano queste a ciascuno a cui venieno.

Le precauzioni

E in quella non valendo alcuno senno né umano provedimento, per lo quale fu da molte immondizie purgata la città da officiali sopra ciò ordinati e vietato l’entrarvi dentro a ciascuno infermo e molti consigli dati a conservazion della sanità, né ancora umili supplicazioni non una volta ma molte e in processioni ordinate, in altre guise a Dio fatte dalle divote persone

Le origini

Dico adunque che già erano gli anni della fruttifera incarnazione del Figliuolo di Dio al numero pervenuti di milletrecentoquarantotto, quando nella egregia città di Fiorenza, oltre a ogn’altra italica bellissima, pervenne la mortifera pestilenza: la quale, per operazion de’ corpi superiori o per le nostre inique opere da giusta ira di Dio a nostra correzione mandata sopra i mortali, alquanti anni davanti nelle parti orientali incominciata, quelle d’inumerabile quantità de’ viventi avendo private, senza ristare d’un luogo in uno altro continuandosi, verso l’Occidente miserabilmente s’era ampliata.[...] E non come in Oriente aveva fatto, dove a chiunque usciva il sangue del naso era manifesto segno di inevitabile morte

Il contagio

fu questa pestilenza di maggior forza per ciò che essa dagli infermi di quella per lo comunicare insieme s’avventava a’ sani, non altramenti che faccia il fuoco alle cose secche o unte quando molto gli sono avvicinate. E più avanti ancora ebbe di male: ché non solamente il parlare e l’usare cogli infermi dava a’ sani infermità o cagione di comune morte, ma ancora il toccare i panni o qualunque altra cosa da quegli infermi stata tocca o adoperata pareva seco quella cotale infermità nel toccator transportare.

“[...] la ignoranza de’ medicanti (de’ quali, oltre al numero degli scienziati, così di femine come d’uomini senza avere alcuna dottrina di medicina avuta giammai, era il numero divenuto grandissimo) non conoscesse da che si movesse”.

I medici