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David Hume

La deriva scettica

Quando

Biografia

Dove

Dove

Gli anni giovanili

Gli anni giovanili

David Hume nasce nel 1711 a Edimburgo, da una famiglia di piccola nobiltà terriera

  • A Edimburgo frequenta prima il college e poi l’università

  • Dal 1737 al 1739 soggiorna in Francia, dove compone la sua prima opera importante, il "Trattato sulla natura umana", pubblicato a Londra fra il 1739 e il 1740, senza tuttavia incontrare alcun successo
  • Attribuendo l’insuccesso alla forma tradizionale del trattato, Hume decide di riadattarne il contenuto secondo forme più agili e disinvolte
  • Nascono così la "Ricerca sull'intelletto umano" e la "Ricerca sui principi della morale"

La maturità

La maturità

Tentata inutilmente la carriera accademica, Hume decide di intraprendere la carriera diplomatica, grazie alla quale riesce ad entrare in contatto con i maggiori esponenti dell’Illuminismo francese, quali Diderot, D’Alembert e Rousseau

Fra il 1767 e il 1768 assume la carica di sottosegretario di Stato per il Nord nel governo di William Pitt, quindi si ritira a vita privata in Scozia per dedicarsi agli studi e alla revisione dei suoi scritti

Muore nel 1776 all’età di 65 anni

La nuova scienza

La nuova scienza

Appena diciottenne, Hume concepisce il progetto di una nuova filosofia che, sviluppandosi sul terreno gnoseologico e su quello morale, porti, secondo il metodo sperimentale, alla fondazione di una scienza della natura umana

  • Gli autori a cui guarda con interesse sono a tal proposito Bacone e Newton
  • Lo spunto nuovo e originale della filosofia humiana sta nel voler applicare la filosofia sperimentale newtoniana, capace di dare buoni frutti nello studio della natura fisica, alla natura umana, come base necessaria di un nuovo sapere unitario

La mente umana

La mente umana

Preliminare alla realizzazione di una scienza nuova, tuttavia, Hume avverte l'urgenza di realizzare un’esplorazione della mente umana – oggetto della nuova scienza –, così da individuarne i contenuti e analizzarne le dinamiche di funzionamento interno

  • Il suo campo d’indagine comprende perciò i fenomeni umani nel loro insieme, le conoscenze, i sentimenti, le passioni, da ricondurre a una comune natura umana

Le percezioni

Gnoseologia

L’indagine sulla natura umana prende avvio dall’analisi delle percezioni, i costituenti dell’attività mentale

  • Con il termine percezione Hume intende qualsiasi contenuto della mente, sia che derivi dai sensi, dall’esercizio del pensiero e della riflessione, dal sentimento o dalla volontà
  • Le percezioni si dividono in:

1. Impressioni

  • Percezioni che hanno forza, vivacità e potenza, rappresentando l’esperienza vera e propria, immediata e diretta

2. Idee

Le idee

Le idee

Percezioni più deboli e pallide, le idee consistono nel riflettere su sensazioni, emozioni, passioni già provate

  • Esse rappresentano il riflesso sbiadito delle impressioni
  • Senza l’impressione, dunque, non si forma l’idea

Lo stretto legame tra impressioni e idee consente di mettere a punto un metodo rigoroso di critica delle idee stesse

  • Se un’idea sembra oscura, confusa, ambigua, è sufficiente riportarla all’impressione corrispondente, così da ridurla a chiarezza e precisione
  • Il ricorso all’esperienza diventa così la via maestra per costruire un sapere sicuro, che eviti le ipotesi non verificabili e gli errori conseguenti
  • Critica le idee metafisiche

Tipi di idee

Hume distingue le idee in:

- SEMPLICI che non sono scompibili (un colore, un odore...) e che hanno sempre un corrispettivo nelle esperienze e sono copia fedele delle nostre impressioni;

e COMPLESSE che sono composte di più parti ma non devono per forza derivare da una impressione complessa, ma da un insieme di impressioni e idee semplici che noi combiniamo insieme (tra queste rientrano anche le idee di finzione...)

La memoria

Hume individua due facoltà:

la memoria e l'immaginazione.

Le idee mantengono le impressioni primitive da cui derivano attraverso la memoria:

  • essa tende a mantenere le impressioni quanto più è possibile nella loro forza originaria,
  • ci restituisce ciò che abbiamo sperimentato nella realtà e ce lo rende nell'ordine e nella forma in cui lo abbiamo percepito

L'immaginazione

Oltre alla memoria, l’immaginazione riattiva le idee ormai prive della loro vivacità, avendo però il pregio di essere un’attività produttiva, in quanto collega fra loro le idee associandole in modo non totalmente libero

  • I legami così stabiliti fra le idee non hanno dunque lo stesso carattere di quelli attestati dalla memoria, la quale ha un rapporto più stretto con le impressioni sensibili
  • Nell’immaginazione, invece, sta il potere creativo della mente, consistente appunto in una forza associativa che mescola, combina, compone le idee in vario modo
  • D’altro canto, la creatività è limitata dalle stesse impressioni, le quali non dipendono dalla volontà del soggetto conoscente e forniscono un materiale obbligato, vincolando così il lavoro dell’immaginazione

Il principio di associazione

L’immaginazione, oltre al vincolo dato dalle impressioni, è guidata da un principio universale che opera uniformemente, in maniera regolare e metodica, a disciplinare anche le fantasie più bizzarre

  • Questo principio universale è il principio di associazione, il quale regola il funzionamento della mente umana inducendo ad associare idee fra loro compatibili
  • Come nella fisica newtoniana l’attrazione tra i corpi è spiegata tramite la forza di gravità, così, secondo Hume, la connessione fra idee è guidata da un principio universale, il principio di associazione
  • Si tratta di una forza naturale, di un istinto che spinge a connettere determinate idee e che si consolida come abitudine, associando le idee secondo regole precise

Le regole

Le regole che presiedono all’associazione delle idee si esprimono attraverso tre leggi:

1. La legge della somiglianza:

  • Si associano idee di cose fra loro simili

2. La legge della contiguità spazio-temporale:

  • Si associano idee di cose vicine nello spazio e nel tempo

3. La legge della causalità

  • Si associano idee di cause ed effetti

Sulla base di queste leggi, la mente umana costruisce dei sistemi di idee complesse, dando così vita sia alle scienze sia a insiemi puramente fantastici

Le relazioni fra idee

Secondo Hume la conoscenza consiste nel collegare fra loro idee

  • Ciò avviene secondo due modalità:

1. Attraverso una semplice relazione fra idee, nella quale un’idea è ricavata da un’altra senza fare ricorso all’esperienza (a-priori e dotate di necessità logica)

2. Attraverso una relazione fra dati di fatto, cioè un collegamento fra eventi o fatti legati all'esperienza, che chiedono un raffronto con la realtà empirica (non potrà essere una conoscenza certa ma solo probabile). Si tratta di conoscenze possibili, non necessarie

Il principio di causalità

Tutti i ragionamenti che riguardano fatti si fondano sul principio di causalità

  • Secondo Hume, tuttavia, stando al puro dato di fatto, non è possibile determinare a priori l’effetto che si produrrà
  • Si può infatti soltanto ipotizzare l'effetto di un determinato evento, senza tuttavia poter legittimamente indicare quale, fra le tante ipotesi possibili, si verificherà
  • Potrebbe infatti sempre accadere qualcosa di imprevedibile a modificare il corso degli eventi, oppure potrebbero darsi delle cause sconosciute

Cosa attesta l'esperienza

Cosa attesta l'esperienza

Sul piano empirico, infatti, non si manifesta mai l’esistenza di una forza messa in opera da ciò che viene denominata causa sul presunto effetto

  • Il principio dell'uniformità della natura non è vero a priori - il corso della natura, infatti, potrebbe logicamente mutare - né si può inferire mediante un'induzione da precedenti osservazioni - sempre incomplete e incapaci di contemplare i casi futuri -
  • L’esperienza attesta solo che l’effetto segue alla causa, senza attestare la necessità della sequenza

La forza dell'abitudine

Secondo Hume, inoltre, il legame fra causa ed effetto rappresenta una mera congettura che nasce dall’abitudine

  • Solo l’abitudine, secondo Hume, induce a supporre - anche in ambito scientifico - che il futuro sarà conforme al passato e che il corso della natura continuerà ad essere come è sempre stato
  • Il rapporto di causalità, dunque, lungi dal conseguire da una prova che attesti la regolarità della natura, ha piuttosto un valore psicologico, in quanto l’abitudine fornisce elementi utili a orientare le azioni umane

La critica alla sostanza

La concezione antimetafisica prodotta dall’empirismo radicale humiano mette in crisi

sia l’oggettività del mondo esterno

sia la soggettività umana intesa come cosa per sé esistente

  • Hume mostra a tal proposito come non esista alcuna impressione corrispondente all’idea di sostanza, sia materiale sia spirituale, semplici collezioni di idee semplici

La forza dell'abitudine

Anche nel caso della sostanza, infatti, sarebbe l’abitudine a legare insieme, nell’immagine di una cosa, impressioni diverse, suggerendo alla mente la consistenza di una cosa esterna, dotata di un’esistenza continua anche quando non è immediatamente presente ai sensi

  • L’immaginazione e l’abitudine, dunque, spingono a credere all’esistenza unitaria e continua dell’oggetto, di cui non si ha in realtà alcuna certezza razionale
  • L'uomo, perciò, non percepisce corpi, ma soltanto impressioni a cui la mente, per abitudine, attribuisce un’esistenza corporea

L'io

L'io

Sostanza incorporea, anche l’io viene interpretato come il semplice flusso delle percezioni umane

  • Soltanto la spinta dell’abitudine indurrebbe ad unificarle e a credere nell’esistenza di un io sostanziale
  • Gli esseri umani, al contrario, non sono una sostanza sempre identica a se stessa, un soggetto dotato di una propria identità, ma un fascio di impressioni particolari che si susseguono nel tempo

La deriva scettica

Non essendo possibile provare l’esistenza dell’io, non è neppure possibile parlare di immaterialità e di immortalità dell’anima

  • L’empirismo di Hume sfocia così in un radicale scetticismo
  • L’impossibilità di riconoscere alle credenze umane un sicuro fondamento non deve però indurre a rifiutarle, poiché esse appaiono estremamente utili dal punto di vista pratico
  • L’uomo deve però abbandonare la pretesa di disporre di verità rigorose e indubitabili relative al mondo esterno e alla propria soggettività, poiché le sue conoscenze in proposito sono solo presunte verità, finzioni utili alla vita
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