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Transcript

La ripresa

Prof. Sergio Marino

Tratto da:

"Visivo, audiovisivo, multimediale"

di M.T. Telloni

L'illuminazione

Luce diffusa

illuminazione

In fotografia si possono distinguere tre tipologie di illuminazione:

  • la luce diffusa, si ottiene utilizzando più fonti di luce artificiale, tende a eliminare le ombre;
  • la luce radente, proveniente da una sola fonte di luce inclinata rispetto al soggetto, consente di mettere in risalto la texture delle superfici e le variazioni dei materiali.
  • il controluce, si ottiene ponendo la fonte luminosa dietro al soggetto marcandone in questo modo i contorni, la silhouette.

Luce radente

Controluce

Sottoesposizione

Sotto

esposizione

  • Per produrre immagini molto scure, con tonalità verso il nero ed il grigio, si scelgono toni bassi (Low Key).
  • Questo effetto si ottiene sottoesponendo di qualche stop, utilizzando poche fonti di luce, come una luce laterale abbinata a un pannello di schiarita dalla parte opposta e nessuna illuminazione dello sfondo.
  • Questo immagine sono adatte per comunicare seduzione, mistero, suggestioni horror.

Foto di Marco Donato, tratta da:

http://www.clubfotografia.com/fotografia-in-pillole-10-errori-da-evitare-prima-parte

Sovraesposizione

Sovra

esposizione

  • Se si intente privilegiare tonalità chiare bisogna realizzare immagini con toni alti (High Key), con passaggi tonali che tendono al bianco.
  • La sovraesposizione si ottiene con una combinazione di tempi e diaframmi con uno o due stop in più, una fonte di illuminazione frontale al soggetto e l'utilizzo di diffusori.
  • Questa tecnica è utile per trasmettere sensazioni di delicatezza e leggerezza.

Foto tratta da:

http://www.ladyo.it/make-up-da-new-york-arrivano-le-nuove-tendenze/

http://www.nadir.it/tecnica/MISURARE_LUCE/misur-luce.htm

L'esposizione

Come si misura?

L'esposizione è il valore che indica la quantità di luce che attraversa l'obiettivo in un determinato tempo.

L'esposizione

attraverso esposimetri interni che leggono la luce riflessa dalla scena attraverso l'obiettivo, o esterni che rilevano più accuratamente la luce incidente.

Esposizione= intensità luminosa x tempo

TTL: acronimo di through the lens, "attraverso l'obiettivo"

Incidente

Incidenza

Si definisce incidenza la quantità di luce che arriva sul soggetto.

  • La luce incidente è quella che arriva sul soggetto, quindi non risente della sua riflettenza.
  • È una misura sempre valida ed affidabile e va di solito misurata con un esposimetro esterno puntando dal soggetto verso l'obiettivo.
  • E' una buona regola, oltre a misurare la luce verso la fotocamera, misurarla anche in altre direzioni e scegliere i valori che si ritengono più opportuni per per ottenere l'effetto voluto.

Riflessa

Riflessa

Si definisce riflessa la quantità di luce che parte dal soggetto.

  • Risente dalle caratteristiche fisiche del soggetto stesso, come la capacirà di riflettenza o la capacità di assorbimento (gli oggetti scuri assorbono più luce e ne riflettono di meno.
  • E' quindi la luce riflessa dai soggetti della foto e risente dei loro colori e delle caratteristiche fisiche.
  • Non è affidabile se il soggetto è monocromatico (un gatto nero su un mucchio di carbone anche in pieno sole darà valori bassissimi, quasi notturni), mentre si ha il problema opposto con un gatto bianco su un mucchio di neve.
  • Nel primo caso l'esposimetro crederà che è notte fonda e vi porterà a sovraesporre (il gatto nero ed il carbone verranno grigi), nel secondo avrete una sottoesposizione (gatto grigio su neve grigia).
  • Basta tenere presenti (e compensare) i due casi estremi.
  • Interessante osservare come in entrambi i casi i gatti diventeranno grigi visto che gli esposimetri hanno, come campione di riferimento, proprio il grigio.

Rapporto di reciprocità

E' il rapporto tra l'intensità luminosa (regolata dal diaframma) e il tempo di scatto (regolato dall'otturatore)

  • Da una combinazione tempo/diaframma corretta si può individuare una serie di coppie equivalenti dal punto di vista dell'esposizione, purchè alla variazione del tempo corrisponda la stessa variazione del diaframma, e viceversa (tecnicamente si parla di aumentare o diminuire i due valori di "uno stop".
  • La quantità di luce che raggiunge il materiale fotosensibile è sempre la stessa, la scelta della coppia da utilizzare dipende dal fotografo e dal tipo di immagine che intende realizzare.
  • E' necessario quindi conoscere attentamente quali sono gli effetti che si ottengono scegliendo determinati valori di tempo e diaframmi piuttosto che altri.

Reciprocità

John_Hillard: 63 ways to look at Jeannie part. 1971. Frame dal video dedicato all'autore all'interno della serie Contacts ed. Arte 2004

Esercitazione: realizzare degli scatti

di un soggetto utilizzando diverse combinazioni tempo/diaframma

La velocità

di otturazione

indica il tempo - misurato in frazioni di secondo - durante il quale l'otturatore della macchina fotografica rimane aperto per permettere alla luce di raggiungere la pellicola o il sensore: aumentando o diminuendo di uno stop la velocità di otturazione, si dimezza o si raddoppia la quantità di luce che entra nell'obiettivo.

Velocità di otturazione

Tratto da: http://www.canonoutsideofauto.ca/learn/

Tempo di posa

Effetto di congelamento: 1/2000 a f. 4 Elisa Brambilla

Tempo di posa

Effetto mosso: 1/15 a f. 7,1

  • Il variare del tempo di posa consente di "congelare" il soggetto ritratto o di catturarne il movimento tramite l'effetto mosso.
  • Per fissare un movimento congelando a mezz'aria l'azione si utilizzano tempi di posa ridotti (da 1/250 a frazioni di secondo più brevi).
  • Per rendere visibile il movimento bisogna impostare valori di apertura dell'otturatore più lunghi (da 1/60 a 1 o più secondi).

Effetto panning: 1/8 a f. 22 Silvia Cipriani

si ottiene impostando un tempo abbastanza lungo e seguendo il soggetto con la fotocamera nella direzione del suo movimento.

Esercitazione: realizzare degli scatti

con i tre effetti sopra indicati

Storia

Storia

Louis Daguerre, 1838

L’immagine fu ottenuta impostando un tempo di esposizione di circa 7 minuti. La strada e i marciapiedi appaiono vuoti, ma è probabile che fosse un momento piuttosto trafficato: tutto si stava muovendo troppo velocemente per essere colto dalla lastra, che aveva una scarsa sensibilità. Fa eccezione l’uomo nell’angolo a sinistra, che rimase fermo più o meno nella stessa posizione per diversi minuti, in attesa che il lustrascarpe terminasse il proprio lavoro. Vicino a lui è visibile anche la persona, forse un ragazzino, che prestò il servizio.

http://giuseppeimmersi.blogspot.com/2012/10/la-dagherrotipia-il-primo-procedimento.html

  • Le possibilità espressive della reppresentazione del movimento sono una delle caratteristiche peculiari del mezzo fotografico.
  • La possibilità di utilizzare un tempo di posa estremamente ridotto è la conseguenza di una evoluzione tecnica recente.
  • Nei primi 40 anni della storia della fotografia, si è passato dai minuti di posa necessari al dagherro-tipo (1839) per ottenere l'immagine, il soggetto doveva rimanere perfettamente immobile - con la conseguente difficoltà a ottenere un ritratto con gli occhi nitidi a causa dell'involontario movimento delle palpebre - alle frazioni di secondo della macchina utilizzata da Eadweard Muybridge per studiare il movimento.

Esercitazione: realizzare un animatic con l'immagine del cavallo

Il cavallo in movimento, Eadweard Muybridge 1878

Apertura del diaframma

Apertura del diaframma

  • Oltre al tempo di posa l'altro fattore che determina la corretta esposizione è l'apertura del diaframma.
  • Maggiore è l'apertura del diaframma è maggiore sarà il flusso di luce che passa.
  • Il valore è espresso da un numero preceduto da una "f": un numero basso (per esempio f/2,8) corrisponde a una grande apertura, un numero alto (ad esempio f/16) corrisponde a un'apertura minima.

https://tecnicafotografica.net/blog/il-diaframma-in-fotografia-le-basi-per-comprenderlo-d039215ab87a

Tratto da: http://www.canonoutsideofauto.ca/learn/

Profondità

di campo

Profondità di campo

Primo piano a fuoco e sfondo sfuocato:

f. 5 1/50

Primo piano sfuocato e sfondo a fuoco:

f. 5 1/50

  • La regolazione dell'apertura del diaframma non determina soltanto la quantità di luce in entrata nell'intervallo di tempo impostato, ma incide anche sulla profondità di campo.
  • La profondità di campo è la porzione di spazio messo a fuoco in un'immagine, la nitidezza o meno dei diversi piani della fotografia.
  • Quando vi è un solo piano a fuoco si parla di scarsa profondità di campo, viceversa con molti o tutti i piani dell'immagine a fuoco si parla di buona profondità di campo.
  • Un diaframma aperto consente di ottenere una scarsa profondità di campo, mentre un diaframma chiuso consente di ottenere un'immagine con più piani messi a fuoco.
  • Impostando un valore di apertura molto basso è possibile realizzare un effetto di messa a fuoco selettiva, per rendere più nitido un piano rispetto agli altri, attirando così l'attenzione su una parte dell'immagine a cui si vuole dare risalto.

Primo piano e sfondo a fuoco:

f. 32 1/2

La profondità di campo dipende anche da altri due fattori:

La distanza tra fotocamera e soggetto:

Più il soggeto è vicino minore è la profondità di campo, con il soggetto lontano la profondità di campo aumenta.

La scelta dell'obiettivo fotografico:

si ottengono effetti diversi a seconda che si usi un grandangolo o un teleobiettivo, i primi consentono buone profondità di campo anche con diaframmi aperti.

Esercitazione: realizzare gli scatti

proposti in questa diapositiva

Tipologie di obiettivo

Ogni obiettivo è caratterizzato da una lunghezza focale e da un angolo di campo.

  • La lunghezza focale è la distanza, in millimetri, tra il centro ottico delle lenti di cui è composto l'obiettivo e il piano di messa a fuoco dell'immagine (pellicola o sensore).
  • L'angolo di campo è la porzioni di spazio inquadrata dall'obiettivo.

A parità di dimensioni del sensore (o della pellicola) più la focaleè lunga più è stretto il campo inquadrato.

Tipologia di obiettivo

Obiettivi normali

Normali

  • Si definiscono normali gli obiettivi che hanno un angolo di campo che si avvicina a 45°, cioè all'angolo visivo dell'uomo.
  • Sono, altresì, considerati normali gli obiettivi che hanno un lunghezza focale corrispondente alla diagonale del piano di messa a fuoco (pellicola o sensore). Per esempio nel formato 4.5x6cm la diagonale è di 75mm e infatti l'obiettivo normale di quel formato è di 75mm.
  • Nella fotografia analogica con pellicola a 35 mm la diagonale del negativo che misura 24x36 mm è di 43 mm, per cui un'ottica con lunghezza focale tra i 45 e 50 mm viene definita normale e restituisce un angolo di campo di 45 gradi.
  • Per le fotocamere digitali bisogna considerare il fattore di conversione. Il sensore digitale medio è più piccolo rispetto ad uno anologico di un fattore di 1,6. Quindi ad un 50 mm analogico corrisponde un obiettivo digitale 80 mm (50x1,6).

Grandangolari

Sono gli obiettivi con angolo di campo maggiore rispetto al normale (da 50° fino a 180°).

Grandangolari

Teleobiettivo

  • Sono gli obiettivi con angolo di campo da 40° in giù.
  • E' utilizzato per avvicinare e ingrandire soggetti molto lontani .
  • I piani dell'inquadratura appaiono vicini, al contempo si ottiene una scarsa profondità di campo.

Teleobiettivi

Pre-settaggi

I pre-settaggi sono impostazioni che possono essere fissati all'inizio della sessione di riprese e non variano da scatto a scatto, possono invece variare diaframma, otturatore e lunghezza focale.

I pre-settaggi

La sensibilità

  • Indica la sensibilità del sensore (o della pellicola) alla luce e si misura in ISO (International Organization of Standardization).
  • Nelle camere analogiche se inseriamo una pellicola da 400 ISO tutte le pose saranno determinate da questa scelta.
  • Nelle fotocamere digitale è possibile variare questo valore per ogni scatto a seconda delle condizioni di luce.
  • Con valori alti (1600-6400 ISO) è possibile fotografare in condizione di luce scarsa, ma aumenta il rumore (granulosità dell'immagine)per cui è consigliato utilizzare tempi di esposizione lunghi e cavalletto.
  • Valori bassi (100-200 ISO) possono essere utilizzati in esterni con la luce naturale e in condizioni di buona illuminaione.

Tratto da: http://www.canonoutsideofauto.ca/learn/

https://www.reflex-mania.com/bilanciamento-del-bianco-fotografia/

Il bilanciamento del bianco

Il bilanciamento del bianco

  • E' lo strumento che permette alla fotocamera di adeguare la temperatura di colore del sensore a quelli dell'illuminazione presente nella situazione di scatto.
  • Il bilanciamento del bianco permette di ottenere una dominante cromatica corrispondente alla realtà della visione naturale.
  • Le recenti fotocamere digitali presentano simboli corrispondenti alle più comuni fonti di luce: lampadina al tungsteno, neon, luce solare diretta, luce solare schermata dalle nuvole.

La qualità

  • Si riferisce, nelle fotocamere digitali, alla quantità di informazioni contenute nel file che si ottiene al momento della registrazione dell'immagine.
  • Conviene realizzare foto sempre alla migliore qualità possibile, perchè in post-produzione è possibile ridurre la quantità ma non può essere mai aumentata.
  • Un numero maggiore di pixel corrisponde a maggiori informazioni e quindi ad una migliore qualità dell'immagine.

https://www.fotografareindigitale.com/2012/03/le-modalita-pasm/

Modalità di ripresa

Modalità

di ripresa

  • In modalità di ripresa Manuale è possibile decidere il tempo e il diaframma in base al valore indicato dall'esposimetro.
  • In modalità a priorità di tempo (ripresa semi-automatica) è possibile fissareil tempo di posa mentre la fotocamera calcola l'apertura del diaframma.
  • In modalità a priorità di diaframma è possibile fissare il valore di apertura del diaframma e la macchina calcola il tempo di posa.
  • In modalità completamente automatica la macchina decide la combinazione di ISO, tempo e diaframma adeguata alle condizioni in cui si sta per fotografare. Nel caso di luce scarsa si attiva anche il flash.
  • Quasi tutte le macchine digitali hanno delle modalità automatiche preimpostate a secondo del soggetto o della situazione da fotografare (sportiva, notte, ecc.)

Esercitazioni

Esercitazioni:

Foto tratta da:

http://www.artnet.com/artists/john-hilliard/gazing-at-the-mirror-in-3-parts-pAqSvehnpHWy5cDcf3eWtQ2

  • Fare una ricerca dell'opera del fotografo John Hilliard e analizzare le sue prime sperimentazioni, che hanno come oggetto proprio le variabili del mezzo fotografico. Cercare di riprodurre una o più con i mezzi a nostra disposizione.
  • Realizzare una serie di tre scatti fotografici per ognuna delle variabili di ripresa: lunghezza focale, velocità di otturazioni, profondità di campo, tipologia di illuminazione. Un totale quindi di 12 scatti. In seguito rifare l'esercizio tentando di costruire un racconto.
  • Accedere al sito www.canonoutsideofauto.ca e verificare attraverso il simulatore on line di avere la completa padronanza delle variabili di ripresa.

http://www.canonoutsideofauto.ca/

Video: John Hilliard

https://www.tate.org.uk/art/artists/john-hilliard-1287/john-hilliard-everything-time-and-light

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